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Autore: Phobos_Quake 3    01/10/2015    1 recensioni
Misteriosi obelischi neri compaiono nelle città dove vivono Shinku e le altre Rozen Maiden. Non tarderanno a scoprire che sono ordigni esplosivi dall'enorme potenza e dovranno fare di tutto per disattivarli onde evitare la distruzione totale del Giappone. Capitolo finale, stavolta sul serio, della saga!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
 
 
 


Il silenzio durò pochi secondi. Poi avvertii il cinguettio degli uccelli e mi tolsi il braccio dagli occhi. Ero nella stanza di Jun, più precisamente sul suo letto.
"È stato tutto un sogno?" pensai.
Istintivamente, mi misi una mano in tasca e quando toccai l'orologio scossi la testa.
"No, non è stato un sogno! Sono... siamo tornate a casa, tutto grazie a Kanaria!"
Mi sembrò strano di non trovare Laplace, Kahori e le mie sorelle insieme a me, ma poi pensai che ognuna era stata teletrasportata nella propria casa. In parole povere, Alice si era uccisa con la sue mani e noi l'avevamo fatta franca un'altra volta. Sorrisi, scesi dal letto e mi diressi verso la porta, quando si aprì di colpo. Jun nel vedermi, tremò e pianse per la gioia.
-Sono tornata, tesoruccio!- le dissi scherzando.
Lui mi sollevò e mi abbracciò continuando a piangere.
-Ero preoccupatissimo per te!-
Io sorrisi e gli accarezzai la testa.
-E le altre?-
-Ognuna è stata teletrasportata nella sua casa. Scommetto che tra non molto Tomoe e Hinaichigo verranno qui!-
Aspettammo, nel mentre raccontai a Jun a grandi linee cos'era successo, poi si sentì il campanello. Jun si alzò, mi prese in braccio, uscimmo dalla stanza e scendemmo. Quando aprì la porta, c'era Tomoe.
-Ciao Tomoe!- disse Jun con un sorriso.
-Cia... Oh! Shinku? Sei tornata?-
-Già!- dissi sorridendo.
-E dov'è Hinaichigo?-
Quella domanda mi spiazzò. Effettivamente, Hinaichigo doveva essere tra le braccia di Tomoe e invece non c'era.
-Ma... ma cosa...? A... aspetta! Forse si trova da qualche parte a casa tua!- dissi cercando di nascondere la preoccupazione.
-Come fa a trovarsi a casa mia?-
-È stata teletrasportata da una melodia di Kanaria proprio come me!-
-Andiamo a vedere!- disse Jun.
Tutti e tre entrammo in casa Kashiwaba. Chiamammo a gran voce Hinaichigo, ma non rispose.
-Si sarà nascosta! Lei adora giocare a nascondino!- disse Tomoe.
Avevo pensato anch'io che si era nascosta e cominciammo a cercarla ovunque. Nulla. Di lei non c'era la minima traccia. Cominciai a tremare ed ansimare. Un atroce dubbio mi assalì come un lupo che si avventa sulla preda.
-Dimmi che non è vero! Dimmi che non è vero! Dimmi che non è vero!-
Ripetei quella cosa all'infinito come se fossi un disco rotto. Jun dovette darmi ben tre schiaffi per farmi riprendere.
-J... Jun...- dissi piangendo.
-Che ti succede, Shinku?-
-Non... non l'hai ancora capito? Hinaichigo e le altre sono...-
-Sono cosa?-
-Sono morte, dannazione! Morte!-
Lo gridai per disperazione e senza pensare. Adesso, a mente fredda, credo che quelle parole furono come un pugnale dritto nel cuore della povera Tomoe. Infatti, non appena lo dissi, lei s'inginocchiò e cominciò a piangere. Jun cercò di consolarla, ma anche lui non riusciva a trattenere le lacrime. E, purtroppo, neanche io. Solo dopo qualche ora, ci calmammo.
-Come mai tu sei qui e le altre no?- chiese Jun.
Io continuai a tremare e tornai a piangere.
-Non lo so. Quelle che ho sono solo supposizioni e null'altro!-
-Sentiamo!- disse Tomoe.
Sembrava arrabbiata e non la biasimavo.
-Il movimento Come Back Home può teletrasportare una persona sola! Poteva essere chiunque, anche la stessa Kanaria probabilmente, ma invece... ha scelto me! Hanno preferito sacrificarsi e lasciare me vivere!-
-Hanno fatto davvero una pessima scelta!- disse Tomoe furiosa e colpendo la parete accanto a sé con un pugno.
-C... calmati Tomoe!-
-Sono calmissima Jun! E ora fuori! Levatevi dai piedi!-
-Tomoe...-
-Non pronunciare il mio nome, bambola schifosa! Sparisci dalla mia vista!-
-Ti ho detto...-
-A... andiamo... Jun...- dissi con voce strozzata.
Uscii seguita da Jun. Una volta a casa sua, lo abbracciai.
-Sarei dovuta morire anch'io!- gli dissi.
-N... no! Non dirlo! Ti prego!-
Restammo abbracciati per un tempo che sembrò infinito.
-Vorrei stare sola ora!- dissi.
Lui mi lasciò andare in camera sua, mi buttai a terra e tornai a piangere. Se Tomoe aveva reagito così, molto probabilmente, se dicevo a Micchan che Kanaria era morta, anche lei avrebbe fatto la stessa cosa. Non osai pensare, invece, come avrebbero reagito Megu e i coniugi Shibasaki. Sicuramente i loro cuori malati non avrebbero sopportato il pesante dolore e li avrebbe uccisi. Così, avrei avuto non otto, ma ben dieci morti sulla coscienza. Perciò, decisi di non avvertirli, con la speranza che anche Tomoe non lo facesse. I giorni passarono, ma il mio dolore continuava a tormentarmi e non mi faceva dormire. Questa volta, le cronache che sto scrivendo non hanno affatto il lieto fine come le altre. Perciò, presi la decisione di andarmene. Trascrissi questo e gli altri capitoli sul computer, così che Jun potesse leggerli quando voleva. Avrebbe trovato i files .doc sul desktop. Gli lasciai anche una lettera scritta a mano:
 

"Caro Jun.
 
Vorrei che tu mi perdonassi, ma non posso più restare qui. Non c'è più posto per me. Scomparirò per sempre dalla tua vita così potrai stare vicino alla persona che ami veramente: Tomoe. Gli anni che ho passato con te sono stati i più belli della mia vita e non li dimenticherò mai fino alla fine del tempo! Ti ho voluto bene e te ne vorrò sempre, ma ora è giunto il momento per te di dimenticarmi. Immagino che quando leggerai questa lettera avrai intenzione di cercarmi, ma ti consiglio di non farlo. Perderesti solo tempo perché sarò praticamente introvabile come un ago in un pagliaio e non voglio questo. Come ho detto: dimenticami. È per il tuo bene. Pensa a Tomoe. Lei ha bisogno di te ora più che mai. Non lasciarla sola.
Addio, mio piccolo servitore!
  
Con affetto!


Shinku
 

Scritta la lettera, scomparvi nella notte. La mia prima idea fu di nascondermi sott'acqua, ma la scartai subito dato che poi non avrei mai potuto leggere i miei libri o continuare a scrivere questo diario. Optai, quindi per la "casa" di Kirakishou: il polo sud. Vissi all'interno di una caverna ghiacciata per un po' di tempo, tre mesi circa, e poi scelsi il mio nascondiglio definitivo: volai sulla luna. Ed eccomi qua, sul bianco satellite, a chiudere per sempre le pagine di queste cronache. Nonostante il dolore per la perdita delle mie sorelle, Laplace e Kahori continui a tormentarmi, sto molto bene qui. Faccio lunghissime passeggiate, mi diverto a rotolare all'interno dei suoi crateri, ma la cosa che adoro di più e stendermi supina a contemplare la Terra. Da qui è uno spettacolo unico. Inoltre, posso finalmente sfatare un mito: gli americani sono davvero arrivati sulla luna. Ho visto la loro bandiera e l'impronta lasciata dallo stivale di Neil Armstrong. Non era affatto fasullo come dicevano in molti. Ecco, credo che sia tutto. Come ho già detto all'inizio, probabilmente nessun altro all'infuori di Jun leggerà mai queste cronache, o forse sì, ma c'è una cosa che vorrei comunque chiarire: non era affatto vero che le mie sorelle mi raccontarono per filo e per segno i loro scontri nelle capitali del mondo. Mi avevano detto solo i nomi, l'aspetto fisico e le tecniche delle loro avversarie. Il resto dei capitoli che avete letto, è stato solo frutto di supposizioni fantasiose dettate dalla mia mente. Detto questo, qui Shinku dalla luna. Passo e chiudo.              
 
 
FINE
   
 
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