<3 S. Valentino
<3
Shot di vari fandom su
_-*S.
Valentine’s day*-_
[Questa fic rientra in un mio progetto personale di scrivere fan fictions a tema “San Valentino”
su tutti i fandom che mi ispirano storie a riguardo.
Non tutte verranno pubblicate il 14, causa “non le ho
ancora scritte” ^-^’ My apologizes.
Tutti i fandom che ho
scelto: [Twilight]
[Nabari no ou]
[Death Note]
[FullMetal Alchemist]
[Final Fantasy VII]
[Final Fantasy VIII]
[Final Fantasy IX]
[Final Fantasy X]
[Final Fantasy XII]
[Kingdom Hearts]
[Vampire
Knight]
Se voleste leggere anche
le altre mie storie mi farebbe piacere!! Enjoy yourselves!! ^^]
+:^Nabari no ou^:+
-^;Only
your smile matter;^-
Pioveva da giorni in
città, e la pioggia rendeva tutto ancora più grigio di quello che era già.
Ma a Rokujo non importava. La bellezza, l’attrattiva,
le cose che interessavano di solito alle persone, per lui non avevano senso.
I luoghi erano solo posti
in insiedarsi e vivere la propria vita; non era per
un luogo che potevi diventare allegro o intristirti a
comando.
E le persone contavano per
quello che erano, non per quello che si mostravano dal di
fuori.
- Miharu!! La colazione è
pronta! – urlò la voce di Raiko dall’altra sala, interrompendo i suoi soliti
pensieri.
Rokujo si scostò dalla
finestra e si diresse verso la sala da pranzo.
Vide tutti già seduti al
tavolo, tranne Yoite naturalmente, che stava in disparte, a guardare il vuoto,
anche se la testa era direzionata verso la finestra.
- Fratello, tu me la
regalerai vero? – chiese supplicante Amatatsu, stringendo Yukimi per una
manica.
- Ma
fattela regalare dal tuo fidanzato! – sbraitò, già di prima mattina, il
suddetto, cercando di mangiare.
Amatatsu si sedette
composta, con le guance gonfie e rosse, e chiarì la questione: - Stupido fratello,
io non c’è l’ho un fidanzato! Come può regalarmi la cioccolata?! Almeno tu regalami la cioccolata di cortesia!
- Non per intromettermi,
ma per il Saint Chocolatre Day, non è la ragazza a
regalare il proprio cioccolato alla persona amata? – chiese, col suo tono
affabile, Raiko.
- Infatti,
credo anch’io. – assentì Gau, finendo poi di mangiare il suo riso.
Amatatsu si grattò la
testa, confusa, e guardò in faccia il fratello.
- Dici che sia veramente
così? Sarà che siamo vissuti lontano dal Giappone per qualche anno, ma sia i
ragazzi che le ragazze si scambiavano il cioccolato in
America.
Lui annuì, poco
interessato, impegnato a fagocitare tutto quello che c’era rimasto sul tavolo.
Gau intervenne, sembrando
esperto nel campo: - Le ragazze donano il cioccolato nel
Saint Chocolatre Day, e i ragazzi che ricambiano i loro sentimenti,
donano loro del cioccolato o dei doni nel giorno del White day!
La ragazza era ancora
dubbiosa e si voltò verso Miharu, che si era appena seduto.
- È davvero così, Miharu?
Preso in contropiede,
Miharu rimase qualche istante in silenzio, poi metabolizzò la domanda e annuì.
- Uh,
quindi oggi tocca a me dare la cioccolata di cortesia? – sospirò, alzandosi – Vado a comprarla. Ciao! – prese la
giacca e uscì fuori, salutando con la mano.
Il silenzio calò sul
gruppetto di ragazzi, tutti intenti a mangiare, tranne Yoite.
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Nel pomeriggio, Amatatsu
rientrò a casa, con una sporta piena di pacchettini colorati, di tutte le forme
e dimensioni.
- Ne ho comprato uno per
ognuno di voi! – esclamò felice lei.
Il primo pacchettino lo
lasciò nelle mani di Gau, che, imbarazzato, sbiascicò: - Ma… non doveva…
signorina…
- Shh,
Gau. Anche tu sei un mio amico! – gli rispose, vicino
alla sua faccia, oramai bordeaux.
Poi ne passò uno a Raiko,
che lo accettò sorridendo.
Ne diede uno grande al suo
fratellone, che le diede un bacio sulla guancia (contro la sua volontà) e passò
a darne uno incartato di arancio a Rokujo.
- Anche
a te, piccolo! – sorrise, e poi gli infilò un altro pacchettino nella tasca
della felpa.
- Questo lo puoi regalare a chi vuoi tu. – gli sussurrò all’orecchio.
Miharu rimase basito,
senza capire il perché di quel doppio regalo.
Intanto la bionda si
diresse verso Yoite, ma lui la ignorò fino a quando lei gli ficcò in mano il
pacchettino celeste a forza.
Yoite lo infilò
contrariato nella tasca del cappotto e andò nella sua stanza.
- Buon
Saint Chocolatre Day! – andava augurando … a tutti, euforica come una
bambina al proprio compleanno, mentre Rokujo andava nella propria camera,
infastidito dalla troppa confusione che si andava a creare. Visto anche che i
cioccolatini di Yukimi contenevano liquore.
Si sdraiò sul letto e
ascoltò il proprio respiro, come una melodia sempre uguale farsi sempre più
lento e rilassato, fino a quando non scoprì una figura ai piedi del letto.
Completamente ritto, con
gli abiti lunghi, a coprire ogni parte del corpo, che considerava un obbrobrio,
Yoite lo guardava senza espressione.
Rokujo si rizzò a sedere,
intimidito dalla silenziosa presenza che non aveva sentito entrare nella sua
camera. Forse, perché, quando lui era entrato, Yoite c’era già…
- Yoite, che c’è? – chiese
Rokujo, sorridendogli appena.
Yoite infilò una mano
guantata nella tasca dove poco prima vi era sparito il pacchettino azzurro, e
tirò fuori proprio quello.
Glielo porse, toccandogli
perfino la mano: - Tieni, questo lo do a te. Io… non
lo merito.
Miharu approfittò
dell’attimo di esitazione dell’altro per afferrargli
la mano, anche sapendo che poteva incorrere nella morte.
Yoite lo guardò come se
gli avesse fatto il peggior affronto del mondo, ma non gli fece alcun male, né
si ritrasse.
Preso coraggio, Rokujo
parlò: - Secondo te io lo merito più di quanto
potresti meritarlo tu?!
- Certo. – rispose
tranquillo l’altro.
- Beh, allora secondo me
tu meriti di avere questo. – Rokujo gli posò sulla mano il secondo
pacchetto ricevuto da Amatatsu; alchè Yoite lo guardò senza capire.
- Non vorrai regalarmelo?
Io non… - provò a mollare la scatolina, ma Miharu gliela teneva ben salda in
mano.
- Sì, te la sto regalando,
quindi tu devi accettarla. -
disse l’altro, deciso.
Yoite abbassò lo sguardo,
indeciso.
Miharu gli strattonò
leggermente il braccio e gli disse dolcemente: - Perché non ti siedi qui, sul
letto, così la mangiamo insieme?
Yoite sembrava spaventato
da quell’idea, ma poi si lasciò docilmente condurre sul materasso, vicino a Miharu, il quale prese il pacchetto e lo scartò con
calma, dando alla luce una scatolina floreale di cioccolato al latte.
Il più comune, ma sempre
buono.
Lo divise in due parti e
ne diede una a Yoite, che lo prese diffidente; diffidente di riuscire ancora a
sentire l’odore, il sapore, la dolcezza di quel cibo.
Miharu cominciò subito a
mangiare, curioso di scoprire se aveva qualche aroma
nascosto o se era purissimo cioccolato al latte.
Yoite, con più
delicatezza, lo portò alle labbra e ne staccò un pezzettino.
Piano piano,
la dolcezza del cioccolato si diffuse nel suo palato, e vere lacrime
stuzzicarono i suoi occhi.
Si spostò contro il muro,
stringendo le gambe davanti a sé, e si vergognò.
Sia per l’attentato delle
lacrime, ma anche per la piega che avevano preso le
sue labbra, e che non riusciva più a far andar via.
Rokujo, lo seguì,
gattonando sul letto, e cercò di intravedere il viso dell’altro tra tutti gli
arti che si era portato a difesa del volto.
- Ehi, Yoite… ti è
piaciuto il cioccolato? – chiese candido il ragazzino,
appoggiando due dita sul suo braccio.
La faccia di Yoite si alzò
di scatto e mostrò un tiratissimo, e non molto attraente, sorriso, più simile a una smorfia.
Ma a Rokujo non interessava. Yoite stava sorridendo,
e quello era tutto.
La fine delude vero?
Però è carina per
essere la prima su questo giapponesissimo anime, che
ispira molto YAOI… si capisce benissimo che è tutto yaoi..
C’è Raiko che fa
intendere benissimo che pensa che Miharu sia gay! E poi anche lui è molto
legato a Gau.. (io sono ferma alle puntate dell’anime
in tv)
Comunque, mettiamo da parte i soliloqui..
Spero che almeno un
pò vi sia piaciuta, e ringrazio chiunque l’abbia
letta!
-SeRe-