Anime & Manga > Nabari no Ou
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Autore: Roy4ever    14/02/2009    4 recensioni
Primo: Io adoooro Nabari! Secondo: Ok la smetto di sclerare. Dedicata al 14 febbraio, sulla coppia MiharuXYoite naturalmente, quindi shonen-ai, ma solamente accennato. La mia coinquilina dice: " ciao ciao buon san valentino godetevi quel gran figo di yoite che xò nn fa niente cn miharu xkè la sere chan non ha dato sfogo alla sua mente perversa bye bye kiss kiss". Sono d'accordo con lei! I hope you enjoy!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<3 S

<3 S. Valentino <3

 

Shot di vari fandom su

_-*S. Valentine’s day*-_

 

[Questa fic rientra in un mio progetto personale di scrivere fan fictions a tema “San Valentino” su tutti i fandom che mi ispirano storie a riguardo. Non tutte verranno pubblicate il 14, causa “non le ho ancora scritte” ^-^’ My apologizes.

Tutti i fandom che ho scelto: [Twilight]

[Nabari no ou]

[Death Note]

[FullMetal Alchemist]

[Final Fantasy VII]

[Final Fantasy VIII]

[Final Fantasy IX]

[Final Fantasy X]

[Final Fantasy XII]

[Kingdom Hearts]

[Vampire Knight]

Se voleste leggere anche le altre mie storie mi farebbe piacere!! Enjoy yourselves!! ^^]

 

+:^Nabari no ou^:+

 

-^;Only your smile matter;^-

 

Pioveva da giorni in città, e la pioggia rendeva tutto ancora più grigio di quello che era già.

Ma a Rokujo non importava. La bellezza, l’attrattiva, le cose che interessavano di solito alle persone, per lui non avevano senso.

I luoghi erano solo posti in insiedarsi e vivere la propria vita; non era per un luogo che potevi diventare allegro o intristirti a comando.

E le persone contavano per quello che erano, non per quello che si mostravano dal di fuori.

- Miharu!! La colazione è pronta! – urlò la voce di Raiko dall’altra sala, interrompendo i suoi soliti pensieri.

Rokujo si scostò dalla finestra e si diresse verso la sala da pranzo.

Vide tutti già seduti al tavolo, tranne Yoite naturalmente, che stava in disparte, a guardare il vuoto, anche se la testa era direzionata verso la finestra.

- Fratello, tu me la regalerai vero? – chiese supplicante Amatatsu, stringendo Yukimi per una manica.

- Ma fattela regalare dal tuo fidanzato! – sbraitò, già di prima mattina, il suddetto, cercando di mangiare.

Amatatsu si sedette composta, con le guance gonfie e rosse, e chiarì la questione: - Stupido fratello, io non c’è l’ho un fidanzato! Come può regalarmi la cioccolata?! Almeno tu  regalami la cioccolata di cortesia!

- Non per intromettermi, ma per il Saint Chocolatre Day, non è la ragazza a regalare il proprio cioccolato alla persona amata? – chiese, col suo tono affabile, Raiko.

- Infatti, credo anch’io. – assentì Gau, finendo poi di mangiare il suo riso.

Amatatsu si grattò la testa, confusa, e guardò in faccia il fratello.

- Dici che sia veramente così? Sarà che siamo vissuti lontano dal Giappone per qualche anno, ma sia i ragazzi che le ragazze si scambiavano il cioccolato in America.

Lui annuì, poco interessato, impegnato a fagocitare tutto quello che c’era rimasto sul tavolo.

Gau intervenne, sembrando esperto nel campo: - Le ragazze donano il cioccolato nel Saint Chocolatre Day, e i ragazzi che ricambiano i loro sentimenti, donano loro del cioccolato o dei doni nel giorno del White day!

La ragazza era ancora dubbiosa e si voltò verso Miharu, che si era appena seduto.

- È davvero così, Miharu?

Preso in contropiede, Miharu rimase qualche istante in silenzio, poi metabolizzò la domanda e annuì.

- Uh, quindi oggi tocca a me dare la cioccolata di cortesia? – sospirò, alzandosi – Vado a comprarla. Ciao! – prese la giacca e uscì fuori, salutando con la mano.

Il silenzio calò sul gruppetto di ragazzi, tutti intenti a mangiare, tranne Yoite.

 

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

 

Nel pomeriggio, Amatatsu rientrò a casa, con una sporta piena di pacchettini colorati, di tutte le forme e dimensioni.

- Ne ho comprato uno per ognuno di voi! – esclamò felice lei.

Il primo pacchettino lo lasciò nelle mani di Gau, che, imbarazzato, sbiascicò: - Ma… non doveva… signorina…

- Shh, Gau. Anche tu sei un mio amico! – gli rispose, vicino alla sua faccia, oramai bordeaux.

Poi ne passò uno a Raiko, che lo accettò sorridendo.

Ne diede uno grande al suo fratellone, che le diede un bacio sulla guancia (contro la sua volontà) e passò a darne uno incartato di arancio a Rokujo.

- Anche a te, piccolo! – sorrise, e poi gli infilò un altro pacchettino nella tasca della felpa.

- Questo lo puoi regalare a chi vuoi tu. – gli sussurrò all’orecchio.

Miharu rimase basito, senza capire il perché di quel doppio regalo.

Intanto la bionda si diresse verso Yoite, ma lui la ignorò fino a quando lei gli ficcò in mano il pacchettino celeste a forza.

Yoite lo infilò contrariato nella tasca del cappotto e andò nella sua stanza.

- Buon Saint Chocolatre Day! – andava augurando … a tutti, euforica come una bambina al proprio compleanno, mentre Rokujo andava nella propria camera, infastidito dalla troppa confusione che si andava a creare. Visto anche che i cioccolatini di Yukimi contenevano liquore.

Si sdraiò sul letto e ascoltò il proprio respiro, come una melodia sempre uguale farsi sempre più lento e rilassato, fino a quando non scoprì una figura ai piedi del letto.

Completamente ritto, con gli abiti lunghi, a coprire ogni parte del corpo, che considerava un obbrobrio, Yoite lo guardava senza espressione.

Rokujo si rizzò a sedere, intimidito dalla silenziosa presenza che non aveva sentito entrare nella sua camera. Forse, perché, quando lui era entrato, Yoite c’era già…

- Yoite, che c’è? – chiese Rokujo, sorridendogli appena.

Yoite infilò una mano guantata nella tasca dove poco prima vi era sparito il pacchettino azzurro, e tirò fuori proprio quello.

Glielo porse, toccandogli perfino la mano: - Tieni, questo lo do a te. Io… non lo merito.

Miharu approfittò dell’attimo di esitazione dell’altro per afferrargli la mano, anche sapendo che poteva incorrere nella morte.

Yoite lo guardò come se gli avesse fatto il peggior affronto del mondo, ma non gli fece alcun male, né si ritrasse.

Preso coraggio, Rokujo parlò: - Secondo te io lo merito più di quanto potresti meritarlo tu?!

- Certo. – rispose tranquillo l’altro.

- Beh, allora secondo me tu meriti di avere questo. – Rokujo gli posò sulla mano il secondo pacchetto ricevuto da Amatatsu; alchè Yoite lo guardò senza capire.

- Non vorrai regalarmelo? Io non… - provò a mollare la scatolina, ma Miharu gliela teneva ben salda in mano.

- Sì, te la sto regalando, quindi tu devi accettarla. -  disse l’altro, deciso.

Yoite abbassò lo sguardo, indeciso.

Miharu gli strattonò leggermente il braccio e gli disse dolcemente: - Perché non ti siedi qui, sul letto, così la mangiamo insieme?

Yoite sembrava spaventato da quell’idea, ma poi si lasciò docilmente condurre sul materasso, vicino a Miharu, il quale prese il pacchetto e lo scartò con calma, dando alla luce una scatolina floreale di cioccolato al latte.

Il più comune, ma sempre buono.

Lo divise in due parti e ne diede una a Yoite, che lo prese diffidente; diffidente di riuscire ancora a sentire l’odore, il sapore, la dolcezza di quel cibo.

Miharu cominciò subito a mangiare, curioso di scoprire se aveva qualche aroma nascosto o se era purissimo cioccolato al latte.

Yoite, con più delicatezza, lo portò alle labbra e ne staccò un pezzettino.

Piano piano, la dolcezza del cioccolato si diffuse nel suo palato, e vere lacrime stuzzicarono i suoi occhi.

Si spostò contro il muro, stringendo le gambe davanti a sé, e si vergognò.

Sia per l’attentato delle lacrime, ma anche per la piega che avevano preso le sue labbra, e che non riusciva più a far andar via.

Rokujo, lo seguì, gattonando sul letto, e cercò di intravedere il viso dell’altro tra tutti gli arti che si era portato a difesa del volto.

- Ehi, Yoite… ti è piaciuto il cioccolato? – chiese candido il ragazzino, appoggiando due dita sul suo braccio.

La faccia di Yoite si alzò di scatto e mostrò un tiratissimo, e non molto attraente, sorriso, più simile a una smorfia.

 

Ma a Rokujo non interessava. Yoite stava sorridendo, e quello era tutto.

 

La fine delude vero?

Però è carina per essere la prima su questo giapponesissimo anime, che ispira molto YAOI… si capisce benissimo che è tutto yaoi..

C’è Raiko che fa intendere benissimo che pensa che Miharu sia gay! E poi anche lui è molto legato a Gau.. (io sono ferma alle puntate dell’anime in tv)

Comunque, mettiamo da parte i soliloqui..

Spero che almeno un pò vi sia piaciuta, e ringrazio chiunque l’abbia letta!

-SeRe-

   
 
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