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Autore: fraud_lover    14/02/2009    16 recensioni
«Caro Uru-chan,
buon San Valentino.
Vorrei chiederti di passare questo giorno insieme a me, ma non credo tu sappia chi sono…
Perciò ti lascerò qualche indizio da seguire.
Ho nascosto dodici rose per rappresentare dodici motivi per i quali ti amo.
E forse quando arriverai agli ultimi indizi capirai chi sono.
»
[tradotta da OkuChan]
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoi, Un po' tutti, Uruha
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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    A dozen roses~   x

 

 

 

 

 

 

La prima apparve sul divano.

 

Uruha smise di camminare alla vista di una singola rosa che giaceva sui morbidi cuscini, il suo piccolo bocciolo leggermente schiuso e perfettamente tondeggiante. Guardò cautamente per tutta la stanza, ma come sospettava, erano tutti spariti non appena Kai aveva dichiarato l'ora di pausa. Doveva essere il primo di ritorno.

"Per chi sarà?" Il divano si affossò leggermente quando Uruha si sedette sul lato libero, facendo scivolare il fiore, che si appoggiò lievemente sulla sua coscia. E' stato in quel momento che Uruha si accorse di un bigliettino attaccato allo stelo. Allungò la mano verso la rosa ma la bloccò a mezz'aria.

"No, non guardare." Disse a sé stesso mentre deglutiva rumorosamente, guardando in direzione della porta e iniziando a giocherellare con i pollici, sperando silenziosamente che gli altri si sbrigassero a tornare così da non cedere alla tentazione di dare una sbirciatina al biglietto. Non gli era mai piaciuto ficcare il naso negli affari altrui e fu estremamente felice quando la porta si aprì e il suo amico chitarrista entrò nella stanza.

 

Aoi alzò lo sguardo dal suo caffè e gli sorrise gentilmente; il piccolo gesto bastò a farlo arrossire, formandogli un enorme nodo alla gola che gli impediva qualsiasi abilità di formare periodi di senso compiuto. Si sorprese quando riuscì a sollevare una mano e fare un cenno al moro di avvicinarsi. Uruha non riusciva a ricordare da quando aveva iniziato a sentirsi così nervoso nei confronti del suo caro amico. Di solito era sempre rilassato, ma la sola presenza di Aoi in una stanza lo faceva agitare e divagare e-

«Ehi Uru.» Lo salutò l’altro, facendo per mettersi a sedere di fianco a lui sul divano quando notò la rosa. Per un minuto Uruha andò nel panico. E se la rosa fosse proprio per Aoi? «Oh, chi è il fortunato?» Proseguì l’altro con un’espressione leggermente corrucciata.

 

Uruha tirò un sospiro di sollievo e si sistemò meglio sul divano. «Non è per me.» Rispose mentre il moro si sedeva accanto a lui e si accingeva ad aprire il bigliettino allegato.

 

«Quindi è evidente che non hai letto il biglietto.» Disse Aoi, facendo vedere al biondo il suo nome scritto all’interno del foglietto; Uruha rimase a bocca aperta e afferrò velocemente la rosa dalle mani dell’altro, leggendo velocemente il contenuto del biglietto.

 

Caro Uru-chan,

Buon San Valentino.

Vorrei chiederti di passare questo giorno insieme a me, ma non credo tu sappia chi sono…

Perciò ti lascerò qualche indizio da seguire.

Ho nascosto dodici rose per rappresentare dodici motivi per i quali ti amo.

E forse quando arriverai agli ultimi indizi capirai chi sono.

Quindi, per cominciare…

 

1) Ti amo perché hai un animo gentilissimo. Tutti noi ci sentiamo estremamente fortunati ad averti come amico, e sono sicuro che chiunque ti abbia incontrato si sia sentito onorato di aver potuto incrociare la sua strada con un simile angelo.

 

Mentre leggeva per la seconda volta quelle parole, Uruha si sentì avvampare. «Ho un ammiratore segreto.» Sussurrò mentre fissava quella prima motivazione; rimase imbambolato a guardare la rosa che aveva tra le mani, anche dopo che Aoi aveva staccato il biglietto per esaminare attentamente la calligrafia. Tracciò il profilo del delicato fiore, sentendo i petali setosi che sfioravano le punte delle sue dita e sorrise tra sé e sé.

“Angelo…” Spostò lo sguardo verso l’altro chitarrista, mordendosi il labbro inferiore pensieroso.

“E se…

 

Aoi sgranò gli occhi dopo aver letto il piccolo paragrafo. «Pare proprio di sì.» Mormorò, girando il biglietto. Uruha rimase un po’ deluso dalla misera risposta del suo bandmate, quindi cercò di metterlo all’angolo, sperando che fosse proprio lui l’ammiratore segreto in questione.

 

«E’ nella band.» Disse, voltandosi verso Aoi con un sorriso felice. «Ha detto “tutti noi”».

 

Il moro emise un grugnito in risposta, evidentemente non molto interessato alla rivelazione del biondo. «Però non ha menzionato nulla riguardo alla band.» Disse restituendogli la rosa, e Uruha accentuò ulteriormente il broncio.

 

«L’ammiratore ti ha lasciato una piccola indicazione.» Continuò con tono secco Aoi, dopodiché si alzò dal divano; Uruha non fece altro che guardarlo mentre usciva dalla stanza, lasciando persino il suo caffè.

 

Sospirò. Quindi non era Aoi. Ma comunque, perché era così arrabbiato? “L’ammiratore ha lasciato una piccola indicazione…” Rigirò il biglietto tra le dita, scovando una piccola nota in un angolo.

 

Guarda nella custodia della tua chitarra.

 

Uruha alzò un sopracciglio nel leggere l’istruzione, e posò lo sguardo in direzione del suddetto oggetto, che giaceva a terra, a qualche metro da lui. Sorrise entusiasta, stringendo la presa sulla rosa ed alzandosi dal divano per andare a inginocchiarsi vicino alla sua adorata chitarra. Aprì in fretta la zip e con mani tremanti sollevò la custodia. Senza alcun dubbio, c’era un’altra rosa, il cui rosso vivo creava un affascinante contrasto con il nero lucido dello strumento.

Prese il fiore tra le dita, sollevandolo per aspirarne il dolce profumo, dopodiché estrasse il secondo biglietto e lesse curioso.

 

2) Ti amo per il tuo talento e la tua devozione. Stupisci sempre tutti con i tuoi regali e lavori sempre duramente per raggiungere i tuoi obiettivi. Non smetti mai di sorprendermi. È indescrivibile, ciò che mi fai provare quando componi musica e la scintilla che pervade i tuoi occhi. Spero continuerai sempre ad impegnarti in quest’aspetto.

 

Guarda nella custodia del microfono di Ruki.

 

Uruha sgranò gli occhi all’istruzione successiva, e guardò oltre la sua spalla alla piccola scatola nera che giaceva sotto al microfono del piccolo vocalist. Il suo ammiratore segreto voleva forse ammazzarlo? Tutti sapevano che Ruki scannava sistematicamente chiunque toccasse il suo prezioso microfono, sin da quando Reita aveva involontariamente rigato uno dei suoi ‘bambini’.

 

Il biondo chiuse distrattamente la custodia, raccogliendo le due rose in una mano e mettendo i due biglietti in tasca, per poi avvicinarsi al microfono di Ruki. Guardandosi prima intorno per assicurarsi che nessuno potesse vederlo e poi raccontare tutto al loro piccolo vocalist attaccabrighe, Uruha si inginocchiò e aprì la custodia il più velocemente possibile. Questa terza rosa era leggermente schiacciata, a causa del modo in cui era stata costretta nella scatola, ma i suoi petali rimasero comunque intatti; il biondo si sbrigò ad estrarla e a chiudere in tutta fretta la custodia, come se da un momento all’altro questa potesse prendere vita e morderlo. Non appena fu convinto che l’oggetto non fosse in qualche modo posseduto, staccò il nuovo biglietto dal fiore e lesse il messaggio.

 

3) Ti amo per la tua capacità di prendere tutto così come viene. Anche quando ci sono periodi difficili per la band e ci facciamo prendere tutti dallo stress. Certo, sai essere davvero testardo a volte, è difficile farti cambiare idea…Ma ammiro che tu difenda chi ami e ciò in cui credi.

 

Guarda nella custodia della chitarra di Aoi.

 

Uruha si mise quasi a correre e aprì disperatamente la custodia del secondo chitarrista. Aveva sempre ammirato quella chitarra nera e liscia: splendeva fiera, Aoi se ne prendeva sempre una gran cura. Aveva un proprietario molto premuroso e si sentiva un po’ invidioso a riguardo. Ma ricordandosi del perché aveva aperto la custodia di quella chitarra, sorrise compiaciuto. C’era qualcuno che si prendeva cura di lui. Afferrò la rosa e aprì il foglietto.

 

4) Ti amo per la tua risata. Il modo in cui tiri indietro la testa, e lasci uscire quel suono melodioso dalle tue labbra…Il modo in cui all’improvviso ti ricordi delle tue buone maniere e ti copri la bocca cercando di calmarti. È assolutamente adorabile e contagioso.  Potrei ascoltarla per il resto della mia vita e non stancarmene mai.

 

Guarda nella custodia del basso di Reita.

 

Saltò in piedi, quasi inciampando mentre si avvicinava al basso del suo migliore amico, aprendo la custodia e trovando quasi all’istante un’altra, bellissima rosa ad attenderlo. Aggiungendola alla sua collezione, sorrise mentre leggeva…

 

5) Ti amo per il tuo sorriso. Potrei essere nel peggiore degli umori, ma con un solo flash di quel sorriso, riesco a sentire le mie labbra curvarsi istintivamente all’insù. Dimentico all’istante cos’è che mi aveva reso così arrabbiato e tutto ciò a cui riesco a pensare è la tua felicità. Farei qualsiasi cosa pur di vederti sempre sorridente.

 

Uruha era sul punto di squittire, ma si trattenne giusto in caso qualcuno dei suoi amici tornasse nella stanza proprio in quel momento. Ansioso di scoprire chi fosse il suo ammiratore, lesse velocemente l’indicazione successiva.

 

Guarda dentro il tamburo della batteria di Kai.

 

Richiudendo il biglietto, chiuse la custodia del basso di Reita e lo mosse leggermente così che stesse nella stessa posizione di prima; corse dietro la batteria del leader e si inginocchiò, guardando nella cavità del tamburo. Dopo aver scorto il verde stelo, Uruha infilò la mano e tirò fuori delicatamente la sesta rosa. “Siamo a metà strada!” pensò vittorioso, e aprì il nuovo biglietto.

 

6) Ti amo per i tuoi occhi. Di solito sei sempre così calmo e pacato, ma i tuoi occhi racchiudono le tue vere emozioni. Sono completamente ipnotici. Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, allora la tua anima deve essere meravigliosa. Anche quando sei arrabbiato, anche quando piangi…Sei sempre e comunque affascinante.

 

Guarda fuori della porta.

 

Seguendo l’istruzione successiva, Uruha si allontanò dalla batteria di Kai e si diresse verso la porta. La aprì e guardò attentamente tutto il corridoio, senza però trovare nessuna rosa. Tuttavia, abbassando lo sguardo a terra, ne trovò una appoggiata al muro proprio vicino ai suoi piedi; la raccolse e prese il nuovo foglietto per leggerlo.

 

7) Ti amo per la tua compassione. So che ti prendi molta cura della tua famiglia; e so che Reita, tra tutti noi, è quasi come un fratello per te. Mi meraviglia quanto tu possa essere altruista, anche mentre soffri tu stesso. Voglio solo farti sapere che anche tu puoi contare sugli altri, e spero che mi permetterai di esserci per te, per asciugare le tue lacrime e offrirti il conforto che tu doni generosamente a tutti noi.

 

Cerca il nostro batterista.

 

Uruha sospirò. E così il suo ammiratore segreto non era Kai. E nemmeno Reita (che sollievo! Il pensiero di Reita nudo lo aveva fatto leggermente rabbrividire...).

Si scervellò per ricordare dove Kai aveva detto che sarebbe andato, e quando gli tornò in mente si lanciò verso l’ascensore, premendo disperatamente quasi tutti i bottoni e guardando la sua immagine un po’ scompigliata attraverso le porte a specchio. Inspirando profondamente, il biondo chiuse gli occhi e indietreggiò per appoggiarsi alla parete; udì il campanello che segnalava la fermata ad un piano precedente al suo, ma non si disturbò minimamente ad aprire gli occhi per vedere chi fosse entrato nell’ascensore.

 

«Dove vai Uruha-kun? Tra cinque minuti ricominciano le prove.»

 

Gli occhi di Uruha si aprirono all’istante al suono dell’allegra voce di Kai e guardò alla sua sinistra al suddetto batterista: stava sorseggiando beatamente il succo di frutta che aveva comprato al distributore piazzato giù in strada, mentre il pollice e l’indice dell’altra mano giocherellavano con una rosa. Sentiva lo sguardo di Uruha su di sé, così si voltò verso il chitarrista e, notando la sua espressione sbalordita, sorrise e gli porse la rosa.

 

«Il tuo ammiratore voleva ti dessi questa.»

 

Il biondo lo ringraziò con un filo di voce mentre prendeva la rosa, leggendo l’ottavo messaggio.

 

8) Ti amo perché sei meraviglioso. Non solo carino o bello, ma meraviglioso. Penso tu sia una delle poche persone che possa risplendere con i capelli biondi. Pelle bianca come una perla e labbra morbide da baciare…Il tuo aspetto rispecchia appieno la tua personalità. Gentile e premuroso come sempre.

 

Uruha sospirò e si riappoggiò alla parete. «E’ incredibile.» Disse, in parte per lo sconcerto e in parte per la frustrazione. Stava iniziando a spazientirsi, e voleva sapere chi c’era dietro a tutto ciò.

 

«Concordo.» Rispose ridendo Kai.

 

Uruha gli lanciò uno sguardo interrogativo ma lui non fece altro che sorridergli. «Fidati, alla fine ti renderai conto che ne sarà valsa la pena.» Disse poi, mentre l’ascensore si fermò e le porte si aprirono. «Dove devi andare adesso?»

 

Guarda nei bagni.

 

«AAAAHHHHH!!!!»

 

«Che cazzo ci fai tu qui?» Urlò Reita, rizzando in piedi dal lavandino contro cui era appoggiato.

 

«Dovrei chiedervi lo stesso!» Si lamentò Uruha, puntando un dito accusatorio verso il bassista e il vocalist.

 

«Beh, stavamo pomiciando prima che arrivassi tu a rovinare l’atmosfera.» Grugnì Ruki, abbracciando di nuovo Reita e rannicchiandosi possessivamente a lui. Uruha non poté far altro che rimanere a bocca aperta nel vedere i suoi due migliori amici mentre ridacchiavano sommessamente e si baciavano con dolcezza; roteò gli occhi e sbuffò prima di girarsi e iniziare a controllare le toilette, alla ricerca della prossima rosa. Non nella prima, non nella seconda...E nemmeno nella terza. Ma che diavolo…?

 

«Non avete visto una rosa da queste parti, vero?» Chiese mentre usciva dall’ultima porta, grattandosi la nuca per l’imbarazzo.

 

«Allora ecco perché hai tutte quelle…» Disse il vocalist, guardando il mazzo di rose che il chitarrista biondo teneva in mano; nel frattempo Reita continuava imperterrito il suo assalto al collo di Ruki. Uruha arrossì mentre l’altro continuava a parlare.

«Hai controllato sul retro delle porte?»

Così, cercando di ignorare i gemiti e le risatine – il che risultò parecchio difficile, dato che quei rumori facevano eco per tutto il bagno – Uruha corse di nuovo in ogni cubicolo, e sull’appendiabiti della porta del primo di questi trovò la sua rosa. Afferrandola in fretta, lesse il contenuto del nuovo bigliettino.

 

9) Ti amo perché c’è sempre qualcosa in più, perché ogni giorno imparo un nuovo dettaglio su di te. Per esempio, ieri ho visto che hai una macchiolina proprio sotto il tuo orecchio sinistro.

 

Smise per un momento di leggere e corse di nuovo fuori per guardarsi allo specchio, ignorando i due piccioncini accanto a lui; dopo aver tirato all’indietro i capelli ed esaminato la sua pelle, trovò proprio un piccolo bacio che il sole aveva stampato dove il biglietto indicava. Per lo shock emise un gridolino, il quale provocò un sospiro esasperato da parte del bassista, costretto ad interrompere di nuovo le effusioni che stava scambiando con Ruki.

 

«Ti dispiace?» Sibilò Reita.

 

«Scusate. Continuate pure.» Rispose Uruha, per poi concentrarsi di nuovo sulla nota.

 

Adesso ti prego, non farti un’idea sbagliata. Quello che intendo è che c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire; non sei mai noioso, bensì un continuo enigma impossibile da risolvere. Spero tu possa capire quanto sei unico e quanto io ti adori per questo.

 

Torna in sala prove.

 

Letta la nuova indicazione, Uruha passò velocemente accanto al bassista e al vocalist, ancora impegnati in qualche sorta di attività a cui preferiva con tutto il cuore non assistere. «Pervertiti.» Mormorò, sbattendo la porta del bagno dietro di sé.

 

«Non sono un pervertito!» Gli urlò dietro Reita.

 

«Sì che lo sei…» Disse Ruki con un tono serio, per poi riavvicinare la testa dell’altro alla sua utilizzando i lembi della sua nose-band e coinvolgerlo in un bacio travolgente, che lo lasciò completamente senza fiato.

 

D’altro canto, Uruha era senza fiato per un motivo completamente diverso. La realizzazione stava finalmente facendo effetto su di lui, dopo essere entrato nella sala prove ed aver letto il biglietto numero 10, le cui parole continuavano a ripetersi nella sua testa come un mantra.

 

10) Ti amo perché per me ci sei sempre. Nessuno di noi ha avuto vita facile da quando sono nati i the GazettE…Da quando abbiamo iniziato a sognare di diventare musicisti. Sarò anche il più vecchio tra tutti noi, ma la tua maturità può competere facilmente con la mia. Mi fido di te, e spero tu possa fare lo stesso con me. Penso che se sei arrivato a leggere questo biglietto, devi fidarti di me già istintivamente. Non pensi sia una cosa rara? Speciale?...

 

Torna al punto di partenza.

 

“Sarò anche il più vecchio-”

 

«Uruha?»

 

Il biondo uscì dal suo momentaneo stato di trance nel sentirsi chiamare da Kai, che faceva cenno col capo in direzione del divano, dove c’era un’altra rosa, nella stessa collocazione della prima: mentre si avvicinava ad essa rivisse le sensazioni di qualche ora prima, solo che in quel momento erano decisamente più intense e travolgenti. Rimase in piedi per qualche minuto, non facendo altro che fissare la rossa corolla, finché il batterista interruppe di nuovo i suoi pensieri.

«Sbrigati! Mica ti mangia!»

 

La battuta gli fece guadagnare un’occhiataccia dal chitarrista biondo, che lo fece ridere. Tuttavia, Uruha raccolse finalmente la rosa, aprendo il biglietto.

 

11) Ti amo per i tuoi baci. Ok, è solo parte del fan service, ma mi hai stregato fin dalla prima volta che le nostre labbra si sono incontrate. Quei piccoli momenti di intimità che condividiamo…Sono inebrianti. Diciamo che avevo un po’ paura di fartelo sapere in precedenza, ero preoccupato che potessi approfittare del potere che hai su di me per…Non so. Semplicemente, non volevo essere uno con cui divertirti per poi venire gettato via. Ma ho sempre creduto che non sei quel tipo di persona. Se non ricordo male, in un’intervista non avevi detto che quando sei innamorato, sei davvero felice? Voglio essere io a procurarti quella felicità…Se me lo permetterai.

 

Con la coda dell’occhio, Uruha scorse le ciocche bionde di Reita e subito dopo quelle ramate di Ruki: gli sorridevano in un modo tale da renderlo ancora più nervoso, e continuavano a fare cenni con la testa e gesti che gridavano di fare una sola cosa. Il suo cervello gli stava gridando la stessa istruzione.

Ma era come paralizzato.

Aveva capito tutto sin da quando aveva messo piede nella sala prove.

Il suo ammiratore segreto non era Kai. Non era Reita. E non era nemmeno Ruki.

E fu l’ultima istruzione trascritta sul foglietto, anche se con l’inconfondibile calligrafia del batterista, a spronarlo a fare la prossima mossa.

 

Girati.

 

Uruha inghiottì, prima di girare lentamente sui talloni. Il suo cuore perse un battito alla vista del chitarrista moro, in piedi davanti a lui con un sorriso amorevole e una rosa rossa completamente fiorita in mano.

 

«Etoo…» Aoi abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo e farlo incontrare con quello di Uruha. Sul suo viso si fece strada un timido sorriso.

 

«Ho organizzato tutto io.» Continuò mormorando. «Ho scritto le note, facendole poi riscrivere a Kai così che non potessi riconoscere la mia calligrafia. Avevo l’intenzione di nasconderle e fartele trovare una per una…Ma ci ho ripensato all’ultimo minuto.» Spiegò facendo un passo avanti, mentre nella stanza cadde il più assoluto silenzio.

 

«Però Kai l’ha fatto comunque e senza dirmi niente, così non ho avuto scelta. È per questo che ero un…un po’ arrabbiato all’inizio.» Uruha si lasciò scappare una lieve risata nel vedere Aoi che guardava malissimo in direzione del batterista, che iniziò a dirigersi verso l’uscita, fischiettando qualcosa di vagamente simile a Guren.

 

«Ma so che l’ha fatto con buone intenzioni.» Continuò il moro sorridendo leggermente. «Quindi…» Iniziò, facendo un altro passo verso Uruha per porgergli la rosa e dargli un piccolo bacio sulla guancia, sulla quale persisteva un lieve rossore. «Scusami. Buon San Valentino.»

 

Il chitarrista biondo arrossì violentemente e annuì, raccogliendo tutte le rose accumulate in una mano sola e usando l’altra per aprire l’ultimo biglietto datogli da Aoi.

Ruki afferrò d’impulso il braccio di Reita e Kai iniziò a picchiettare nervosamente le dita lungo le gambe, mentre Uruha leggeva la nota una, due, tre volte…Per poi rialzare lo sguardo e posarlo su Aoi.

 

Gli ci volle meno di un secondo per stringergli le braccia al collo e premere le sue labbra contro quelle del moro in un bacio intenso. Aoi sgranò gli occhi per la sorpresa, ma poi sorrise e abbracciò Uruha, chiudendo gli occhi estasiato. Era forte, appassionato, tutto ciò che attendeva ormai da tempo…

Ma proprio quando il biondo schiuse la bocca per approfondire il contatto tra le loro labbra…

 

«Ehi, EHI! Nessuno qui ha chiesto del porno gratuito, grazie tante!»

 

Grugnendo per il disappunto, Uruha si staccò malvolentieri dal moro per lanciare uno sguardo torvo al suo migliore amico.

«Ci stiamo solamente baciando! Io mi sono dovuto sorbire le vostre disgustose dimostrazioni d’affetto!» Urlò, indicando Reita e Ruki. «Me lo dovete, brutti bastardi!»

 

Alla risposta del biondo, i due interpellati borbottarono e si incamminarono verso l’uscita, seguiti da un Kai particolarmente sorridente (come se avesse appena trovato una compromettente foto di Reita senza fascia sul naso da usare come perenne ricatto nei suoi confronti, per intenderci), lasciando da soli i due chitarristi.

Aoi riportò la sua attenzione al biondo davanti a lui, che lo attirò a sé per catturare di nuovo le sue labbra per un lungo e dolce bacio.

 

Fu di nuovo Uruha a staccarsi per primo.

«Ti amo.» La sua voce tremava leggermente a causa della poca aria rimastagli nei polmoni, ed Aoi sorrise.

 

«Ti amo anche io.» Rispose con tono fermo, avvicinandosi ad Uruha per baciarlo di nuovo, ma il loro momento idilliaco fu di nuovo interrotto.

 

«EHI VOI, STUPIDI PICCIONCINI! AVETE OSATO TOCCARE I MIEI MICROFONI!»

 

Entrambi scoppiarono a ridere, ignorando le imprecazioni del loro vocalist; Uruha appoggiò la testa sulla spalla di Aoi, strofinando il naso sul collo del moro e respirando il suo squisito profumo. Mentre sentiva le sue labbra baciargli delicatamente la testa, sollevò di nuovo la rosa e aprì il biglietto.

 

12) Non mi vengono più in mente altre motivazioni. Semplicemente, ti amo oltre qualsiasi perché.

 

 

 

 

 

~~~~~

 

 

 

 

 

A/N: Okkei, anche se detesto San Valentino in quanto la ritengo una festività prettamente inutile, avevo voglia di tradurvi questa fic che a mio avviso è troppo carina <3 Ogni volta che la rileggo mi sciolgo, quindi spero faccia lo stesso effetto anche a voi! °°

Oh, e l’autrice non è la solita che traduco. Si tratta di fraud_lover, altra valida autrice su LiveJournal, quindi i vari complimenti andranno rigirati tutti a lei!

Un grazie in anticipo a chi recensirà, e anche a chi leggerà senza recensire u.u

Ps. Quando avrò tempo di rimettermi a tradurre periodicamente, ho una nuova autrice da sottoporvi. Dire che è brava è dire poco, e non vedo l’ora di farvi leggere le sue mitiche oneshot. <333

Ja ne~

 

 

 

 

 

  
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