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Autore: MargaretMadison    02/10/2015    2 recensioni
«Che vuoi dire?»
«Che non ho mai rischiato, non ho mai baciato uno sconosciuto, non ho mai fatto sesso, mai assaggiato dell'alcool se non al matrimonio di mio cugino e tantomeno non ho mai mentito ai miei. Insomma, è il mio ultimo anno da liceale e da adolescente, voglio fare qualcosa di memorabile, dannazione!»
«E in questo memorabile c'entra per caso Calum Hood?»
Candice nascose il viso tra le mani immaginando le sue gote toccare tutte le gradazioni di rosso.
‘Che Calum Hood era il ragazzo di cui era innamorata da anni e non era mai riuscita a parlare con lui eccetto quella volta in seconda superiore dove le chiese l’ora.
«Beh, sì» ammise «Insomma, mi piace dal primo anno del liceo, vorrei almeno riuscire a parlare con lui senza diventare una balbuziente, capisci?»
«Inizia ad imparare l’arte del sedurre un ragazzo e poi striscerà da te» rispose Ashton svogliato, riportando l’attenzione sulla TV, che a lui quel Calum non gli era mai piaciuto. Non che lo conoscesse di persona, solo che non lo ispirava e non ci teneva a conoscerlo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEACH ME – Fifth Lesson (Epilogo)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Candice continuava a ripetersi che odiava Ashton Fletcher Irwin con tutta sé stessa.
Lo odiava perché sapeva quanto detestava le sorprese e proprio non ce la faceva a resistere una serata senza sapere cosa aspettarsi dal proprio ragazzo.
Lanciò un ultimo sguardo allo specchio prima di rispondere a un messaggio di Calum. Alla fine erano rimasti buoni amici e lui era tornato con la sua ex dopo qualche settimana dalla rottura.
A volte pensava a come sarebbero andate le cose se si fossero frequentati (e poi magari messi assieme) ma scosse subito la testa perché sapeva che con Ash era davvero felice.
Erano passati sei mesi da quando avevano ufficializzato la cosa (e doveva ammettere che Ashton si era dichiarato in grande stile, a un pranzo di famiglia) e le cose tra di loro andavano per il verso giusto.
Sistemò la gonna del vestito azzurro - regalo di Ash per i primi tre mesi assieme – che le fasciava perfettamente il seno facendolo risaltare.
Suo fratello Michael era appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto e un sorriso dolce sul viso.
«Sei splendida» le disse, facendola voltare «E giuro che se Ashton prova solo a sfiorarti io lo cas-»
«Mikey!» lo rimproverò «Ash è buono, non mi sfiorerebbe mai senza il mio consenso. Lui… lui è quello giusto»
Il fratello addolcì lo sguardo ed entrò in camera, prendendo da terra un sacchettino di carta rosso «Lo so, ci ho parlato prima»
«Cosa?»
«È passato sotto casa e mi ha chiesto di darti questo sacchetto» disse Michael sventolandoglielo davanti agli occhi «Posso aprirlo?»
«Certo che no!» rispose lei, quasi scandalizzata e con uno scatto gli strappò il sacchetto dalle mani «Ti ha detto qualcosa riguardo ‘sta sera?»
Michael seguì la sorella, sedendosi sul letto a una piazza e mezza e sospirò. «A dire il vero mi ha dato soltanto il sacchetto quindi ne so esattamente quanto te»
Candice fece una smorfia, sfilando dal sacchetto un’elegante scatola nera.
«Cosa pensi che sia?» chiese a lui rigirandosi la scatola tra le mani.
«Dalle dimensioni della scatola direi che contiene un paio di scarpe»
Candice alzò le spalle e tolse il coperchio.
«Non vale, hai sbirciato!»
Michael alzò le mani in segno di resa «Ero curioso» si giustificò lui.
Candice scosse la testa divertita e guardò il paio di décolleté nere dal tacco lungo e stretto. Se n’era già innamorata.
«Scommetto dieci dollari che cadi»
«Chiudi il becco, Michael!»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Aveva raccolto i capelli in una treccia laterale e, come accessori aveva scelto un paio di orecchini di Swarovski, ereditati da sua nonna. Il trucco sugli occhi era poco marcato, ma comunque efficace, facendo risaltare la loro forma leggermente allungata.
Passò il rossetto rosso sulle labbra carnose e poi si decise ad uscire da camera sua o sarebbe rimasta un’altra mezz’ora a sistemare la linea dell’eyeliner. Non si truccava spesso, anzi, a dire il vero quasi mai, solo nelle grandi occasioni come quella.
Scese le scale aggrappandosi al corrimano per evitare di cadere e fare le scale rotolando, non avrebbe mai dato una soddisfazione del genere a Michael che la guardava dal piano inferiore sorridendo.
«Sei un incanto. Mi rendi orgoglioso di avere una sorella così bella» E Candice non poté fare a meno di sorridere, ‘che a volte Michael sapeva essere davvero dolce «Ma sono meglio io»
Come non detto, si disse alzando gli occhi al cielo.
«Santa Margaret che sopporta un rompiscatole come te!»
«Nessuno resiste al mio fascino» disse pavoneggiandosi «Comunque vieni che il tuo innamorato è qui»
Candice trattene il respiro nel momento in cui si voltò verso la porta.
Ashton era in piedi sull’uscio della porta, suo padre che gli faceva le solite raccomandazioni ricordandogli per l’ennesima volta il coprifuoco alle undici.
Candice sbuffò, ma tanto sapeva che sua madre l’avrebbe fatta rientrare anche più tardi perché «Dannazione, Daryl! Quando eravamo giovani noi tornavamo a casa all’alba, lasciali vivere»
Quella sera Ashton indossava una semplice maglietta bianca, col collo a V, sotto una giacca in pelle, un paio di jeans neri senza strappi sulle ginocchia e, ai piedi, un paio di all star nere.
«Tranquillo, Daryl. La porterò a mangiare fuori e poi al cinema, qualcosa di semplice, quindi» rispose senza guardare in faccia l’uomo.
Gli occhi di Ashton erano fissi su Candice che quella sera era bella da mozzare il fiato.
Daryl borbottò qualcosa di incomprensibile riguardo una partita di calcio e gli lasciò soli dopo avergli augurato buona serata.
Candice si avvicinò barcollando, facendo svolazzare il suo vestito. «Come sto?» chiese nervosa.
«Sei una dea»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In macchina nessuno dei due parlò, era il CD dei The Fray che riempiva la mini di Ashton.
E Candice si ricordava di aver scosso la testa quando Ash le fece vedere la macchina, perché, insomma, chi tranne lui si comprerebbe mai una mini?
«Ash ma... qui non c’è nessun ristorante» disse d’un tratto Candice, guardando fuori dal finestrino. In realtà in quella strada non c’era assolutamente niente tranne qualche casetta sulla spiaggia.
«Lo so bene. Mica ti porto in uno spocchioso ristorante, ti pare?»
Candice sorrise, Ashton era il meglio che potesse desiderare.
Il viaggio in macchina durò ancora una ventina di minuti prima che Ashton parcheggiasse la macchina, vicino a loro c’era solo un piccolo molo e qualche casa in lontananza.
«Ash, ma dove diavolo mi hai portata?» chiese lei, chiudendo la portiera della macchina.
Ashton le sorrise, aprendo il bagagliaio.
«Facciamo un pic nic su una barca, non è romantico?»
Candice lo guardò scioccata «Prego?»
Ashton chiuse il bagaglio da dove estrasse un cesto contenente i sandwich, poi le porse la mano che Candice afferrò titubante.
«Ho affittato una barca per una sera, volevo fare qualcosa di romantico e… diverso»
Candice allora prese sicurezza e precorsero la spiaggia assieme, mano nella mano mentre la sabbia fredda solo i loro piedi li fece rabbrividire.
Eppure c’era qualcosa di diverso, quella sera. Il loro modo di guardarsi, come si toccavano.
Era come se entrambi sapessero che, dopo quella notta, qualcosa sarebbe cambiato in meglio.
Raggiunsero una piccola barca a remi dove trovarono una lanterna accesa ed una coperta «Gli zii di Ed vivono qui vicino, sono stati loro a preoccuparsi» spiegò osservando lo sguardo sorpreso di Candy.
Ashton pensò a tutto e mentre si allontanano dalla riva, Candice osservò il cielo stellato sulle loro teste.
Chi l’avrebbe mai detto che lei ed Ashton si sarebbero messi assieme? Ovviamente c’era già chi, come i loro famigliari, speravano in una loro relazione ma lei mai e poi mai si sarebbe immaginata di innamorarsi di lui: Ashton Fletcher Irwin, il suo migliore amico.
«A che pensi?» chiese lui, riportandola alla realtà.
Scossa la testa. «Nulla, sono solo felice»
Pranzarono in silenzio, illuminati dalla luce fioca della lanterna. Poi Candice iniziò a raccontare dei suoi progetti dell’università e Ash della sua giornata da HMV, per poi passare al calcio di Harry e del corso di cucina di Karen.
«Hai freddo?» chiese Ashton, vedendo come Candice si fosse stretta nelle spalle.
«Un pochino»
Non fece in tempo a finire la frase che Ash si era già spostato affianco a lei, stringendola in un abbraccio forte.
Candice sentì il respiro caldo di Ashton sulla guancia mentre le sua mani grandi le accarezzavano le gambe, dal polpaccio fino alla coscia, facendola fremere.
«Candy?» la richiamò, facendole alzare lo sguardo.
«Uhm?»
«Io ho... ancora una cosa da insegnarti»
«E sarebbe?» chiese lei, la voce soffusa mentre i loro nasi si fioravano e i loro respiri diventavano uno solo.
«Beh, vorrei insegnarti a… fare l’amore, se ti va»
Candice sorrise sulle sue labbra, prima di sfiorarle delicatamente sulle sue.
La parole vennero sostituite dai gesti così, in risposta, Candice si mise a cavalcioni su di lui, sfilandogli la giacca.
Era come se il tempo si fosse fermato, mentre si accarezzavano e assaggiavano l’uno la pelle dell’altra.
E Candice, agli occhi di Ashton, sembrava quasi una fata, senza vestiti e illuminata dalla luna.
«Sei dolorosamente bella» le disse quando anche l’ultimo indumento toccò il fondo della barca.
Ashton la fece distendere, concedendo un altro minuto ad osservare il corpo della sua ragazza.
La pelle liscia, i capelli morbidi e le clavicole sporgenti, tutto in Candice era bello, agli occhi di Ashton e si diede dell’idiota per non essersene accorto prima.
«Ash…» lo richiamò lei, accarezzandogli le spalle.
Candice pensò che non ci fossero parole per descrivere gli avvenimenti di quella notte. Non riusciva a descrivere come le loro ossa s’incastrassero alla perfezione, di come i sospiri di Ashton le riempirono le orecchie e i brividi provocati dalle sue mani.
Ed Ash pensava che non ci fosse nulla di più bello suoi dei morsi o i graffi sulla schiena che un po’ gli facevano male, ma poi c’erano le labbra di lei sul suo corpo a portare via tutto il dolore e la sofferenza.
Non esiste nulla di più bello che unirsi completamente con la persona che più si ama. E questo lo impararono quella notte, assieme.
«Sai» disse lei mentre Ashton coprì i loro corpi nudi e sudati con la coperta, che un po’ pizzicava ma fin quando Candice gli accarezzava il petto non ci poteva fare caso «Un po’ mi mancheranno le tue lezioni, ora che sono finite»
Ashton si leccò le labbra e si sistemò i ricci, indomabili come al solito. «Posso sempre darti ripetizioni»
Candice rise e gli morse il collo perché sapeva quanto gli desse fastidio «Sei un caso perso»
«Ma?»
«Ti amo» disse lei con un sorriso «E tu?»
«Nemmeno ti immagini quanto»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa è la storia di due ragazzi che, grazie a un esperimento, si sono innamorati.
E tu? Com’è iniziata la tua storia?
 
 
 
 
 
THE END



































MY LITTLE TALK
sono.
in.
lacrime.
davvero ragazze, non vi immaginate quanto sia triste che questa storia sia finita! avveo una mezza idea di allungarla ma siccome sto lavorando ad altri progetti (come questa nuova Fan Fiction: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3270412&i=1) e ho deciso di chiuderla qui, per ora. magari farò un seguito, who nows?
ringrazio tutte le persone che hanno letto/seguito/ricordato/preferito/recensito questa storia.
siete i miei soli grandi grandi e spero di trovarvi anche nella mia nuova storia :)
bacissimi
Megghy

 

  
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