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Autore: Winry977    02/10/2015    0 recensioni
Tempeste anormali e una maga misteriosa. Anche questa volta Fairy Tail si prepara ad una nuova avventura. Ci sarà una nuova arrivata o un nuovo nemico da fronteggiare?
Genere: Azione, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil/Levy, Gray/Lluvia, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevano camminato molto a lungo. Laxus aveva fatto attraversare a Vivien tutta la città, passando per la maggior parte da vicoli poco noti a Vivien, stretti e spesso e volentieri bui. Sembrava che le sue intenzioni fossero ben diverse dal portarla in un luogo isolato in cui allenarsi, ma il senso d'orientamento della maga non era da sottovalutare: stava memorizzando ogni stradina e ogni svincolo possibile, e dato che la sua volpina si era unita a loro, ritrovare la Gilda o Fairy Hills non sarebbe stato comunque difficile.

Il mago continuava a fare strada senza mai voltarsi indietro o proferire parola. Ad un tratto si ritrovarono del tutto fuori dalla città, ai piedi di una montagna. Se la sua intenzione era quella di scalarla, a lei stava più che bene, pensò Vivien, “Anche perché conosco metodi più efficaci e veloci per raggiungere la cima, ma magari è meglio sgranchirsi un po' le gambe”.

Dopo un paio di ore, trascorse nella concentrazione di non sprecare troppo fiato, alla fine riuscirono a giungere in cima, dove un venticello fresco li accolse. Vivien non poté fare a meno di restare sbalordita dallo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi: Magnolia era stupenda vista dall'alto, si potevano intravedere la Gilda, la piazza principale con i ciliegi in fiore, e il ruscello che sfociava nel mare scintillante sotto la luce del sole. Gli occhi le si inumidirono per via del vento. Dalla sua isoletta volante lo spettacolo sarebbe stato lo stesso, ma più monotono non potendo entrare a contatto con nulla di tutto quello.

-Beh, ti sei commossa?- Laxus interruppe i suoi pensieri.

Lei si stropicciò gli occhi e si voltò verso di lui. -No.- ribatté decisa -Cominciamo, dimmi cosa fare.

 

 

Mentre le ore passavano e di Laxus e Vivien non c'erano notizie, a Fairy Tail la gente aveva cominciato a riunirsi, e la voce che la giovane maga avesse risposto a nipote cocciuto del Master si era ormai diffusa.

-Noi c'eravamo!- Natsu era saltato sul tavolo con entusiasmo. -Ho sfidato mille volte Laxus, e chiunque abbia mai risposto ai suoi modi di fare, non era mai stato così convincente! Vero, Erza?- si era girato verso la maga scarlatta che era appostata alla bacheca delle richieste di lavoro con Lucy.

-Si, non è che ci sia stato un grande dialogo...- aveva iniziato Lucy.

-Però...- continuò Erza -E' come se lo sguardo focoso di lei e gli occhi gelidi di lui avessero stabilito un contatto.- si portò una mano al mento ricordando di nuovo il cambiamento che c'era stato nel viso della nuova arrivata.

-Ha sconvolto un po' tutti.- concluse Happy facendo spalline e volando sopra la bacheca.

-Ma se tu neanche c'eri?- ribatté Lucy.

-Shh, Lucy, io sono ovunque.- ghignò il gatto azzurro poggiandosi sulla sua testa. -Perché sono un gatto.- concluse con aria convinta.

Ad un tratto la luce del sole cominciò a spegnersi velocemente, come se scomparisse. Mirajane si avvicinò alla finestra insieme al Master, e guardarono preoccupati il cielo incupirsi, coprendosi tutto di nuvole grigie. Viaggiavano fin troppo veloci spinte dal vento.

-Che siano loro?- la maga dai capelli bianchi aveva incrociato le braccia con evidente inquietudine.

-Più che loro...- disse Makarov con un certo cipiglio -Lei.- Le nuvole si muovevano ad una velocità fuori dal normale, e si concentravano tutte attorno ad un dei picchi che circondavano Magnolia. -Allora era stata lei la causa di tutti quei danni in città...- sussurrò in modo impercettibile agli altri membri.

-Dice che Laxus sarà in grado di fermarla in tempo? Sembra che stia perdendo il controllo...- rabbrividì Mirajane. -Non solo quei nuvoloni si stanno concentrando attorno quel monte, ma si stanno diffondendo anche su Magnolia.

-Se è un uomo, riuscirà a placarla!- aveva esclamato Elfman dall'altro capo della stanza, anche lui affacciato alla finestra.

 

 

All'inizio si era solo trattato di qualche scintilla, ma ovviamente questo non aveva smosso nemmeno di un centimetro Laxus. Ma quello era “riscaldamento”, per Vivien. Presto passò a creare vasti campi di elettricità attorno a loro, fino a librarsi in aria con essi, le ramificazioni elettriche attorno a lei.

La piccola volpina si era rifugiata dietro le gambe di Luxas che l'aveva del tutto ignorata, preso dal vedere fin dove potesse spingersi la giovane maga.

Mentre stava sospesa a mezz'aria, Vivien aveva iniziato a mormorare quella litania che conosceva a memoria, ma, sapeva bene di non poter gestire. “Ma, se lui è così potente come sembra, allora sarà in grado di guidarmi, no?” pensò lei.

Da lontano, dietro i monti e da al di là del mare, grossi nuvoloni andarono creandosi attorno alla cima della montagna, raggruppandosi attorno ai due. Luxas aveva alzato lo sguardo verso il cielo, e finalmente cambiò espressione. Aveva già visto quelle nubi, lo stesso giorno in cui Vivien era praticamente caduta dal cielo. Spostò lo sguardo su di lei, arcuando le sopracciglia e cominciando ad agitarsi.

-Allora? Finalmente ho attirato la tua attenzione?!- aveva urlato Vivien del centro del campo magnetico.

-Si, e pure troppo!- si era fatto avanti lui, abbandonando la giacca sul suolo ormai bagnato. -Fermati! O i danni saranno incalcolabili!

-Speravo che tu potessi guidarmi in questo, è piuttosto difficile!

-Che cosa?!- ma la maga non rispose, era troppo presa dal cercare di fermare la tempesta che stava creando. Laxus osservò attentamente il cielo, partendo da lei, fino ad arrivare a Magnolia. Bisognava prevenire ogni possibile, singolo danno.

Si mise sul ciglio dello strapiombo sotto di loro, e alzò le braccia verso il cielo. Sentiva le cariche elettriche nell'aria umida. Doveva catalizzare tutti i fulmini possibili verso di sé. -Sta a guardare, ragazzina!- Vivien ormai era stremata, e finalmente riscesa a terra, puntò lo sguardo verso di lui.

Il mago avvertì la prima scossa elettrica e la fece spostare dalla piazza principale della città verso di lui. Il fulmine lo prese in pieno, ma lui vi era immune, e restando concentrato, continuò il medesimo procedimento fin quando la tempesta non cominciò a placarsi, e fu sostituita da una leggera pioggerella. Esausto, si voltò verso Vivien, la quale era in lacrime.

-Ma che ti è saltato in testa?- sbottò lui avvicinandosi velocemente. -Hai idea di cosa sarebbe potuto succedere se non fossi intervenuto?!- le urlò praticamente contro.

Vivien teneva basso lo sguardo, le lacrime le scendevano giù per le guance. Ma non erano lacrime di tristezza. -Certo che lo so.- rispose rabbiosa. -So perfettamente cosa è capace di fare la mia magia! Ecco perché ho bisogno del tuo aiuto!- lo fissò con decisione e rabbia allo stesso tempo. -Perché chi mi ha insegnato questa magia non mi ha detto come gestirla! E non so nemmeno se è completa o meno!

-E quindi ritieni che sia opportuno usarla?! Pur sapendo che puoi mettere a rischio un'intera città se non oltre?- ormai stavano litigando.

-Se magari tu non ti dessi tutte quelle arie e ti decidessi ad aiutarmi, magari potremmo evitare che succeda di nuovo!

-O potresti evitare di usarla del tutto, non credi?!

Vivien si zittì. Ci aveva pensato a lungo. Lo aveva fatto in precedenza. Ma era stato come se le avessero tappato le ali. Era parte di sé, non poteva impedirsi di manifestarla. “E tra l'altro... sarebbe come deludere Storm... di nuovo.” si alzò in piedi con questo ultimo pensiero. -No. Non posso. Fine della storia. E ora mi sono stancata, hai intenzione di istruirmi a usare questa magia o preferisci continuare a fare da catalizzatore quando succede? Perché puoi star certo che continuerò ad allenarmi, anche da sola.

Era una sfida. Una sfida, che il “grande” Laxus non poteva rifiutare. Con un cenno ancora scocciato annuì. -Si. Non posso permettere che tu distrugga la mia città. Affare fatto.

  
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