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Autore: St_rebel    02/10/2015    1 recensioni
Chi si è mai chiesto se Near e Mello, avessero un rapporto diverso, da quello che solitamente vediamo scritto, o visto? Chi si è mai chiesto, se oltre all'odio ci fosse qualcos'altro? Dopotutto, erano entrambi due bambini orfani, entrambi geni. Questa non è una storia d'amore. Questa è un valore che in death note si vede poco.
Oggi racconterò dell'ultimo giorno di Near e di Mello.
*Canzone dei Nickelback*
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Watari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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If today was your last day
 
If today was your last day
 
Il mio migliore amico mi ha dato i consigli migliori
ha detto ogni giorno è un regalo e non spetta di diritto
non lasciare alcuna pietra girata, lasciati dietro le tue paure
e prova a prendere la strada meno percorsa
questo primo passo che fai è il passo più lungo
 
 
Il computer era sul pavimento dal bianco immacolato, come le pareti.
Near non poteva crederci.
Era stato convocato da L in persona, senza Mello. Perché?
Forse finalmente il grande detective aveva deciso il suo successore?
“Improbabile”  pensava Near andando a sedersi proprio di fronte al computer, anch’esso bianco.
S’immaginava la stanza di L completamente diversa, e non così simile alla sua.
-Ciao, Near – proruppe la voce di L dalle casse vicino allo schermo.
La vera voce di L, e non quella miseramente contraffatta. Si fidava di lui, dopotutto.
-Buongiorno, L – salutò di rimando il ragazzo, attorcigliandosi una ciocca lattea tra le dita.
-Sai, perché ho chiesto a Roger di convocarti nella mia vecchia stanza?- chiese calmo. Probabilmente, il grande detective era seduto dietro alla scrivania a mangiucchiare dolci, in attesa che Light Yagami si svegliasse, per riprendere ad investigare sulla Yotsuba.
-Trovo improbabile che tu abbia deciso di scegliere il tuo successore, quindi no, L non so perché sono qui – rispose Near pacato, e curioso.
Near non era mai curioso.
-Infatti, non ho scelto il mio successore. Ma quanto voglio dirti, riguarda anche quel discorso. Devi ascoltarmi attentamente. –
Near si rigirò più forte la ciocca tra le dita, qualunque cosa gli avesse detto L, lui l’avrebbe ascoltata. Aveva la massima stima del detective, a cui tanto voleva assomigliare.
-Near non sceglierò un successore. Non credo che singolarmente, tu e Mello siate pronti a prendere il mio posto. Mello deve imparare ad essere meno impulsivo ed emotivo. Near, riguardo a te, non dovrai più avere paura del mondo. –
L rimase zitto per un secondo, mentre Near stringeva sempre più a sé la gamba sinistra, già piegata sul petto, nella sua solita posizione.
-Non è una critica quella che ti sto facendo, Near. Nessuno ti regalerà giorni da vivere, devi riuscire ad utilizzarli tutti. Non lasciare niente di incompleto – aggiunse L, al silenzio di Near.
-Se non riesci a vincere il gioco, se non riesci a completare il puzzle... Sei solo un perdente- disse Near per rispondere ad L.
Si attorcigliò ancora più velocemente quella ciocca, che girava da un’ora.
Quel movimento lo manteneva calmo, e gli permetteva di ragionare.
-Saprai scegliere ciò che è giusto Near, ne sono certo – disse L intenzionato a chiudere la chiamata. Ma Near lo interruppe, con un tono di voce più alto del normale.
-Hai detto che non sceglierai un successore. Ciò vuol dire che ci sceglierai entrambi? – dedusse Near.
Mello l’avrebbe presa male, se fosse stato così, e Near lo aveva accettato già da tempo.
-Sì, sono intenzionato a scegliere entrambi – rispose freddamente il detective.
Near e Mello erano le sue metà perfette.
-Mello non la prenderà bene – disse Near dando voce ai suoi pensieri.
- Farete un buon lavoro, ne sono certo – chiuse L, interrompendo il contatto.
Near si alzò dalla sua posizione con le gambe leggermente addormentate. Ignorò il formicolio e si diresse lentamente nella Sala Grande, dove lo aspettavano Mello e Matt.
Oggi c’era l’esame di fisica.
 
 
Se oggi fosse il tuo ultimo giorno
e domani fosse stato troppo tardi
potresti dire addio al tuo ieri?
vorresti vivere ogni momento come il tuo ultimo?
lascia le vecchie foto al passato.
 
26 Gennaio 2010
-Near è tutto pronto per l’incontro – disse l’uomo con i capelli scuri, dall’accento americano.
-Grazie, Gevanni- rispose Near freddo.
Domani avrebbero catturato Kira. A Near non importava che non avessero abbastanza prove a carico di Light Yagami. Sarebbe riuscito a catturarlo lo stesso.
Per L.
Guardò i suoi giocattoli a terra, tra cui le bamboline che lui stesso aveva creato. Si soffermò a guardare quei capelli biondi, il sorriso strafottente tipico di un ragazzo come Mello.
Avrebbe voluto affrontare quel caso insieme a lui e non da solo.
Loro erano una squadra, lo erano sempre stati.
Nonostante tutto.
“Se non riesci a vincere il gioco, se non riesci a completare il puzzle... Sei solo un perdente”  pensò Near attorcigliandosi per l’ennesima volta quella ciocca lattea.
Era cresciuto. I tratti del viso si erano fatti più duri, e i capelli lattei si erano ancora allungati, permettendogli di attorcigliare meglio le ciocche.
La posizione però era sempre quella. Dopotutto, le abitudini sono dure a morire.
-Gevanni chiamami Mello, devo dirgli una cosa -
 
 
Il premio che si vince, vale sempre la pena di lottare
ogni istante conta perchè non c’è una seconda opportunità
perciò vivi come se non dovessi mai vivere una seconda volta.
chiameresti vecchi amici che non vedi mai?
ricordi di memorie
Perdoneresti i tuoi nemici?
 
-Near, Mello non risponde – gli disse Gevanni.
-Allora chiamami Lidner, a lei dovrebbe rispondere -  disse Near frettolosamente.
Doveva assolutamente dirglielo.
Near non voleva morire senza dirglielo.
Gevanni non fece nemmeno in tempo a comporre il numero, che sul grande schermo davanti a Near apparve l’immagine di Kiyomi Takada, rapita da un uomo in moto, di cui riuscivano ad intravedersi i capelli biondi.
Non poteva essere che Mello.
Dietro di lui, una vecchia auto rossa, guidata da un altro ragazzo molto singolare.
Near potè vederlo di sfuggita.
“Occhiali da aviatore, può essere solo Matt” pensò Near preoccupato.
Che diavolo stava facendo, Mello?
Si alzò traballante e raggiunse Gevanni, prendendogli di mano il telefono.
“Non è da Near” pensò Gevanni con un espressione di stupore sul viso.
-Lidner, insegui subito Mello, scopri che cavolo sta combinando- disse Near alterato, e poi riattaccò.
Poi, sempre con il telefono del suo subordinato, digitò il numero di Mello.
Squillava a vuoto.
“Dannazione, Mello” pensava Near arrivando a strapparsi qualche capello per il nervoso.
No, non doveva finire così.
 
Indipendentemente da chi sei
Quindi fai tutto ciò di cui c’è bisogno
Perchè non puoi rivivere alcun momento in questa vita
Non lasciare che nulla sia sulla tua strada
Perchè le mani del tempo non sono mai dalla tua parte
 
 
Poi, sullo schermo apparve la macchina rossa di Matt, trapassata da delle pallottole, che avevano anche colpito il ragazzo uscito dalla macchina.
Morto.
-Matt- sussurrò flebilmente Near.
“No, non doveva finire così. Era lui che doveva morire.” Pensò Near verso se stesso.
Per anni era stato il primo alla Wammy’s House, e si era promesso che sarebbe stato il primo a cadere.
Non Mello, non Matt.
Lui.
Eppure conosceva Mello sapeva che avrebbe sempre fatto azioni avventate pur di recuperare delle prove, ed a Near servivano delle prove.
Che lo stesse veramente aiutando? No, non poteva essere.
Mello lo aveva sempre odiato.
Perché ora? Perché doveva aiutarlo proprio ora?
“Devo chiamarlo, deve sapere” pensò Near.
Mello era tutto ciò che gli rimaneva. Doveva saperlo.
“Perché devi sempre essere così avventato, Mello?” pensò preoccupato Near.
Aveva lasciato il telefono squillare più volte, e Mello non rispondeva.
Al terzo squillo, della terza chiamata, Near riuscì finalmente a sentire la voce acida del biondo.
-Cosa c’è Near?Sto prendendo la tua prova! Non sei contento? Ora puoi finalmente vinc...-
-L mi ha detto di non lasciare niente di incompleto- lo interruppe a voce alta l’albino.
Mello si sorprese.
Era preoccupato, era arrabbiato. Non era così che doveva andare.
-Come vedi, è tutto completo. Anche Matt si è sacrificato, e tu potrai prendere la tua vittoria in santa pace – rispose acido il biondo non lasciandosi sorprendere dalle parole del rivale.
-Non è la vittoria che voglio, Mello. Non mi interessa, non l’ho mai voluta. Ma tu stai distruggendo l’unica famiglia che ho, Mello. Per una rivalità che non ha senso, non ha mai avuto senso, se non per te – lo sgridò Near.
Mello rimase zitto, sorpreso. Near era fuori di sé. Allora anche quell’albino era capace di provare emozioni. Se avesse scoperto prima che bastava morire, per vedere Near nei panni di un essere umano, forse ci avrebbe fatto un pensierino.
-Tu e Matt siete l’unica famiglia che avevo. Perché?- gli disse Near dopo aver ripreso il controllo. Però la voce era ancora flebile, quasi disperata.
No, non era per niente da Near.
Mello sospirò.
Oggi era il suo ultimo giorno.
Era brutto e dannatamente ingiusto, pensarla così freddamente, ma era la verità e Mello aveva perso da tempo, l’abitudine di essere tanto positivo. Doveva morire, lo sapeva e lo aveva accettato, insieme a Matt quella notte, quando ancora il suo amico dai capelli rossi giocava a Super Mario per l’ultima volta.
“Se devo dirglielo, glielo dirò ora” penso il biondo, toccandosi la cicatrice.
-Anche tu e Matt eravate l’unica famiglia che avevo. Ho sacrificato già Matt, non metterò in pericolo anche te, pidocchio. Prenderò la prova che ti serve, e metterai in carcere Kira.Vendica me, Matt, Wammy ed L, okay? So che puoi farcela anche da solo. Addio, Near. – gli disse flebilmente Mello, prima di riattaccare la chiamata.
“Mi dispiace, pidocchio” pensò Mello stringendo la foto dove Near aveva appuntato nella sua bella grafia un semplice “Dear Mello”. Strinse ancora una volta la foto, e la rimise in tasca, raggiungendo Kiyomi Takada sul retro.
 
-Mello..- rispose al vuoto Near.
La ciocca che aveva in mano, si strappò.
 
L si alzò dalla sedia, sganciando per un minuto le manette che tenevano legato a Yagami, e raggiunse Watari nell’altra stanza.
-Cosa c’è L?- chiese Watari sorpreso di vedere il suo pupillo, lì.
-Tu credi che Near e Mello saranno in grado di prendere il mio posto? – chiese L con voce incerta.
Dopotutto, era impossibile sostituire una persona. O clonarla.
-Io credo che uno di loro non lascerà morire l’altro. Sono l’unica famiglia che hanno. E anche se non vanno d’accordo, nessuno dei due vuole la morte dell’altro. Si proteggeranno a vicenda – gli disse saggio il suo vecchio tutore
-Mi fido del tuo giudizio, Wammy- rispose L ritornandosene sulla sua sedia.
  
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