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Autore: Letizia25    03/10/2015    4 recensioni
«Ho un cuore nero lucido. Ecco perché sono qui.»
La ragazza si avvicina ancora un po' e prende le mani del biondo tra le sue, più magre e tiepide.
«Siamo in due.»
Lui fa ancora qualche passo verso di lei.
«Forse non c'è niente che possa farti restare dopo mezzanotte.»
«E come fai ad esserne sicuro?»
«Lo faresti?»
Lei sorride e gli accarezza delicatamente la guancia lievemente coperta dalla barba.
«Fai la domanda giusta.»
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jet black heart
 
 
 
Maybe there’s nothing after midnight
That could make you stay
 
5 Seconds of Summer – Jet black heart
 
Tutti hanno i propri demoni da affrontare, sia quando si è svegli, sia quando gli occhi sono chiusi e la mente, il cuore e l'anima sono preda del sonno, sperando invano di essere immuni ad ogni cosa: al dolore, alla paura, alle ferite. Ma in realtà non è così, perché i demoni attaccano in qualsiasi momento, divorando ogni poca cosa buona che resta e che si cerca di proteggere ad ogni costo con tutte le proprie forze. 
Luke Hemmings lo sa bene. Lo prova sulla propria pelle ogni giorno da così tanto tempo che ormai ha smesso di sperare che le cose possano cambiare in meglio. Perché non c’è una via d’uscita dal pozzo del dolore e delle ferite. Non c’è ritorno dagli sbagli e dalle azioni che lo hanno portato ad essere la persona che è adesso: vuota, silenziosa, piena di demoni e di paure, cosciente di creare un problema per se stesso con il suoi modo di agire. Ma questo è ciò che è e che non può cambiare anche se lo volesse. Non riuscirebbe mai a cambiare da solo, a combattere da solo contro se stesso. Perché sa che perderebbe in partenza, perché non avrà mai la forza ed il coraggio necessari per poter reagire.
Ed è mentre pensa a tutto questo, mentre cerca di trovare una spiegazione a quel grande casino che ha dentro, con gli occhi persi ad osservare il cielo scuro della notte puntellato di piccole stelle luminose ed il cuore imprigionato da catene che non riesce a spezzare, che uno strano rumore – come foglie secche calpestate – si fa sentire dal bosco dietro di lui, facendolo subito mettere seduto, con il corpo percorso da piccoli brividi.
Perché nessuno, a parte lui, conosce quel posto di Sydney. Nessuno sa come arrivare a quella piccola radura proprio a pochi metri dallo strapiombo che dà sul mare, soprattutto non a quell’ora di notte. Nessuno si è mai avventurato così in alto, così lontano, attraverso quel bosco cupo e freddo, quasi ostile con tutte le sue ombre; ombre che tuttavia Luke riesce solo a vedere come proprie sorelle, che lo accompagnano silenziose e viscide in quel buio da cui vorrebbe scappare e da cui è allo stesso tempo attratto anche se non vorrebbe.
Si volta, e subito resta senza parole nel vedere gli occhi di una ragazza fissi su di lui. Occhi di cui non riesce a vedere il colore a causa del buio della notte che li circonda. Occhi che lo fanno rabbrividire, lo bloccano su quel vecchio tronco di pino caduto a terra dove si era seduto una volta arrivato lì. Perché adesso che qualcun altro oltre a lui conosce quel posto, a che servirebbe continuare ad andarci se non può considerarlo suo del tutto? E già sa che trovare un nuovo posto dove potersi sentire a casa, in qualche modo, sarà più difficile di quanto possa anche solo immaginare.
E mentre pensa a questo, i suoi occhi azzurri come il mare non smettono di seguire neppure per un istante la figura della ragazza che lentamente gli si sta avvicinando, quasi fosse impaurita da lui. E non avrebbe tutti i torti nell’esserlo. O almeno, così crede lui. 
Perché si è sempre visto uno sbaglio; si è sempre considerato come un qualcosa di indefinito da cui è bene stare lontani pur di non essere contaminati dai suoi stessi demoni, derivanti dai suoi errori, commessi uno dopo l’altro, senza freno, come se non riuscisse a tirarsi fuori da quel circolo vizioso nato quando si perde la strada più giusta da seguire.
Per questo si sorprende nel vedere che la ragazza sta continuando ad avvicinarsi. Perché adesso che riesce a scorgere meglio gli occhi color cioccolato di lei, non ci vede alcuna traccia di paura, di timore. Vede solo preoccupazione, in quello sguardo attento e sincero. Uno sguardo che dà su un mondo colorato e pieno di luce, troppo lontano da uno come lui.
«Stai bene?» gli chiede la ragazza una volta davanti a lui.
E mentre Luke ne osserva il viso dai lineamenti delicati; mentre cerca di non tornare nuovamente su quello sguardo che lo ha destabilizzato nella frazione di un istante, concentrandosi sui capelli marrone ebano di lei; mentre cerca di non pensare al buco nero che ha al posto del cuore; lei gli si siede accanto.
«Va tutto bene?» chiede di nuovo, riuscendo a catturare l’attenzione del biondo, che sospira e volta lo sguardo sul mare calmo, illuminato dalle navi che lo solcano a quell’ora tarda.
«Forse dovrei chiedertelo io.» risponde poco dopo, cambiando argomento, non sentendosi pronto ad aprirsi con qualcuno su tutto quel casino che ha dentro. Non l’ha mai fatto neppure con i suoi migliori amici, perché sa che non riuscirebbero mai a capirlo, nonostante tutta la loro buona volontà. Perché un caso perso come lui non merita di essere rimesso in sesto. E poi, come potrebbe lei capirlo veramente, quando di lui non conosce assolutamente niente?
«Perché dovresti chiedermelo tu?» domanda allora la mora; il tono curioso, gli occhi scuri fissi sul mare, i capelli lievemente mossi dalla brezza leggera della notte.
«Perché ti sei persa.» asserisce lui convinto; lo sguardo perso nuovamente perso ad osservare le stelle, senza che alcuna emozione riesca a smuoverlo anche solo un poco.
«Non ho detto che mi sono persa.» commenta lei sincera. E stavolta, Luke non riesce a non guardarla, sorpreso, non riuscendo a capire quella strana situazione in cui entrambi si sono andati a trovare.
I loro occhi si incontrano di nuovo, blu nel cioccolato. Lei sorride, tranquilla. E lui sente un brivido percorrergli lentamente la schiena.
«Conosco questo posto da quando ero piccola. Ogni tanto mi piace venirci per staccare la spina.» spiega lei.
E Luke sente altri brividi e ancora più confusione di prima. E la confusione diventa sempre maggiore, unita a quel senso di vuoto che non vuole decidersi ad andarsene una volta per tutte.
«Di notte?»
«È tutto più tranquillo e più suggestivo. Mi aiuta a non pensare.»
Silenzio. Brividi che corrono sulla pelle. Muri che lentamente iniziano a sgretolarsi. Certezze che cominciano a vacillare. Tutto che quasi sembra voler cambiare, che quasi sembra voler uscire dalle tenebre in cui è stato rinchiuso senza permesso. 
Luke non sa davvero che cosa dire, non sa che cosa pensare. Avrebbe tanto preferito starsene per i fatto suoi, in silenzio, senza che nessuno mettesse in discussione quelle poche certezze che gli sono rimaste come invece quella sconosciuta sta facendo senza neppure rendersene conto davvero. E invece si ritrova con quella mora seduta accanto a lui, quasi si conoscessero da sempre e si capissero alla perfezione. 
Ha solo un domanda che gli ronza in testa: che cosa vuole lei da lui?
Una domanda che tuttavia sa che mai lascerà uscire. Perché tanto a che servirebbe? Lui rimarrebbe comunque preda della sua solitudine e lei potrebbe benissimo prenderlo per un pazzo. In fondo, le persone normali non si fanno trovare in quel posto a quell'ora della notte, per di più da sole. Però lui non è gli altri. Luke è Luke, e sa che dentro di lui le cose non sono del tutto in ordine, sotto ogni punto di vista. 
Per questo si sta ancora chiedendo che senso abbia tutto quello che sta succedendo. Soprattutto, non riesce a capire perché quella ragazza non se ne vada, lasciandolo solo come vuole rimanere. O almeno così crede. 
Perché alla fine, Luke sa di essere un controsenso vivente. Vorrebbe sempre state solo eppure vorrebbe anche che qualcuno riuscisse a riempire quel vuoto che si porta dentro da tutta una vita; vorrebbe che nessuno facesse domande e che le persone che gli vogliono bene capissero che cosa ci sia che non va senza chiedere. Vuole l'impossibile, e tuttavia sa che non ci sarà mai speranza per uno come lui. 
«E tu perché vieni qui?» gli domanda ad un tratto la ragazza, catturando l'attenzione del biondo e facendolo sobbalzare un poco per la sorpresa. Perché prima di allora, nessuno si era mai interessato così tanto a lui.
Si volta nuovamente verso la mora. E non appena gli occhi scuri di lei gli si parano davanti, i brividi si fanno sentire ancora una volta su di lui, più intensi, più lunghi. E intanto quasi sembra che la luce di quegli occhi scuri riesca a far breccia, anche se di poco, nel buio del cuore di Luke, scaldandoglielo timidamente ed in un modo così piacevole che il ragazzo non aveva mai sperimentato prima di allora.
«Perché ti interessa?» si ritrova a chiedere, sincero. Lei ridacchia e torna a fissare un po' il mare. 
«Fammi riformulare la domanda: perché hai l'anima distrutta?»
Luke la guarda, a lungo; il corpo che trema, il cuore che batte forte. La guarda, e non sa cosa dire. Perché non riesce a capire come lei, una sconosciuta, sia riuscita a capirlo, a vedere quel buio che ha dentro; non riesce a capire come proprio lei sia stata capace di vedere quel che rimane della sua anima, distrutta dal dolore e dalle troppe ferite che aumentano giorno dopo giorno. 
Cos'ha lei che gli altri non hanno? 
«Chi sei tu?» si ritrova a chiederle, senza pensarci.
Lei sorride di nuovo e si alza, posando i suoi occhi scuri sulla figura del ragazzo davanti a lei. 
«Una che ha più muri attorno al cuore che sorrisi veri. Sono come te.»
Luke si alza a sua volta e le si avvicina, senza riuscire a dividere il loro sguardo, molto più simile adesso, alla luce della verità. Però…
«E allora perché quando sei venuta qui mi sei sembrata tutto il mio opposto?»
«Perché nonostante tutto, io i miei muri sono riuscita ad abbatterli, con l'aiuto delle persone che mi amano.»
Luke ingoia lentamente la saliva. Intanto, il cuore non smette di corrergli nel petto. E se fosse lei la soluzione a tutto? E se potesse aiutarlo a liberarsi delle sue catene?
«Ho un cuore nero lucido. Ecco perché sono qui.»
La ragazza si avvicina ancora un po' e prende le mani del biondo tra le sue, più magre e tiepide.
«Siamo in due.»
Lui fa ancora qualche passo verso di lei. 
«Forse non c'è niente che possa farti restare dopo mezzanotte.»
«E come fai ad esserne sicuro?»
«Lo faresti?»
Lei sorride e gli accarezza delicatamente la guancia lievemente coperta dalla barba.
«Fai la domanda giusta.»
Lui avanza ancora. E adesso le loro fronti si sfiorano delicatamente, mente i loro respiri lenti si fondono insieme.
«Salvami.»
Lei sorride. «Mi chiamo Letizia.»
«Io sono Luke.»





Letizia
Beautiful people, hallo! <3
Insomma, eccomi qui con l'ennesima OS, ahahah. L'avevo detto che ne avrei pubblicate parecchie da dopo il mio compleanno e sto mantenendo la mia promessa u.u
Che dirvi? La canzone che ho prese per titolo e la foto di Luke hanno fatto tutto da sole *^*
Era da un po' che non prendevo Luke come protagonista principale e, beh, ci vedevo lui come preda dei demoni (?).
No, ok, a parte gli scherzi, spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta questa piccina, ci ho messo il cuore :3.
Ammetto che è particolare come cosa, ma mi è venuta in mente e mi sono decisa a buttarla giù :3.
E... detto questo, io chiudo qui ;). Grazie mille in anticipo per ogni cosa! Alla prossima OS! <3
Risponderò alle vostre recensioni quando pubblicherò la long su Calum, ahahah, così aggiorno tutti voi (ormai lo sapete ;)) ;D <3
Un bacione e grazie ancora! <3
   
 
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