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Autore: Carcharot91    04/10/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se mi svegliassi nel corpo di Vladimir Putin e avessi un giorno solo per vivere la sua vita?
Immaginate i suoi nuovi pensieri da giovane ragazzo rivoluzionario.
Estratto: "Con uno slancio, esco dalla camera super lussuosa, ovviamente scalzo. Davanti a me la servitù della reggia mi squadrava come se ci fosse qualcosa che non andasse.
«I miei piedi puzzano?» mi risposero agitando la testa per dire No."
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una giornata da Put…in. 

Mi sveglio sorridente notando che dalla finestra entrano i primi raggi del mattino.
E’ proprio una bellissima giornata, penso proprio che tutti la ricorderanno.
Mi stiracchio stropicciando ancor di più l’orribile vestaglia color giallo indefinito, per poi mettermi seduto sul letto per riflettere sul da farsi.
Già cosa fa un presidente di una nazione di cui conosci ben poco?
Era giunto il momento di scoprirlo.
Con uno slancio, esco dalla camera super lussuosa, ovviamente scalzo. Davanti a me la servitù della reggia mi squadrava come se ci fosse qualcosa che non andasse.
«I miei piedi puzzano?»  mi risposero agitando la testa per dire No.
«Signor presidente dovrebbe vestirsi e raggiungere sua figlia, l’aspetta nella sala colazione. »
Storco il naso non avendo molta voglia di vedere una sconosciuta, esclamando un “che palle”, così  zittendo la servitù sconvolta dalle mie parole.
Vado in bagno e mi specchio.
Sono proprio brutto; ho le rughe, i capelli color sabbia sporca, i miei pettorali sono cadenti quasi dovessi indossare un reggiseno, ho una faccia da schiaffi o meglio da sputare.
Devo ammettere che mi è saltato il pensiero di rovinarmi il volto con l’acido, ma poi mi sono ricordato che ne avrei sofferto anche io.
Frugo nei mobiletti del bagno e finalmente trovo quel che cerco.
Il rasoio elettrico, lo accendo e accenno un sorrisetto.
Lo passo tra i capelli, rasandomi i lati e lasciando giusto dei ciuffi.
Non ancora soddisfatto prendo il gel e alzo i capelli rimasti.
Ne è uscita una bella cresta e sorrido.
Realizzazione Vladimir Putin Punkabestia all’ 5%.
Corro in camera, nudo come mia madre ortodossa mi ha fatto e rovisto nella cabina armadio in cerca di vesti decenti: la divisa di karate!?
La indosso, sempre meglio di quei abiti troppo eleganti per il mio spirito.
Forse mi sento più a mio agio.
Alzo la cornetta del telefono compiendo la prima follia;
«Cara Vladimir Luxuria, sono Vladimir Putin presidente della Russia, volevo scusarmi per il trattamento che le hanno riservato alle olimpiadi, sarò ben felice di ospitarla nella mia reggia. »
«Senta signore non sono in vena di prese in giro, grazie. »
Così chiuse la chiamata non lasciandomi neanche spiegare.
Devo conquistare la fiducia della mia parente italiana.
Cerco la servitù per gli immensi corridoi e finalmente trovo una cameriera che lucida un vaso di porcellana che ahimè si lascia cadere appena mi vede.
«Mi scusi…io…» si china tremante, ma decido di fermarla prima che si metta a pulire.
«Lascia stare ci penserà mia figlia, piuttosto mi serve un gran favore, mi può contattare la segretaria e farla venire urgentemente qui? »
Ancora sguardi perplessi ma accenna un si.
Ora non mi resta che aspettarla e non c’è modo migliore  se non quello di riempirsi lo stomaco .
Al tavolo della sala colazione trovo un misero servizio da thè e un piattino  con cinque frollini.
Mi aspettavo una colazione da Re con torte, dolci, salami ecc , non un thè light.
Tra le sedie notai una bella fanciulla anche lei mi scrutava in modo perplesso.
« Si sto bene, non ho la febbre, ho solo fame. Vado a prendermi del cibo vero. »
«Ma padre che…ti succede? Non mi sembra che tu stia bene. Chiamo il medico? » Si alza e mi segue per il labirinto.
Cucina regno del cibo ti ho trovata!
Apro il frigo tirando fuori  verdura e insaccati che poggio sul piano, ad olfatto cerco del pane e trovato lo affetto  adagiando il condimento.
Panino alto 7 cm, lo addento e sento che le mie pupille gustative mi ringraziano.
La ragazza ancora dietro di me, studia i miei comportamenti.
«Non hai mai visto un uomo che ha fame? Dimmi che c’è? Ti servono soldi? A proposito, la tipa al piano di su ha rotto un vaso, vai a ripulire tu. »
-Padre mi sto preoccupando, sembri diverso.- si avvicina mettendo una mano sulla mia.
«Oh l hai notato, ti piace il papi con la cresta? Dai su, siamo nel 2015 dobbiamo essere chi vogliamo no? »  do un buffetto alla ragazza e mi pulisco dalle briciole sulla tunica.
«Si padre ma…»
La zittisco poggiandole il dito sulla sua bocca.
Sento il rumore dei passi sempre più vicino alla cucina, la cameriera del piano è tornata.
-Signor presidente è arrivata la segretaria, la sta aspettando nella dépendance.
«Arrivo! » esclamo forte  «Scusami figlia un giorno capirai, ora devo correre per davvero. »
Corro tra i corridoi trovando subito la dependance ed una bellissima donna seduta composta sul divanetto di pelle.
«Che piacere vederla! » sorrido con un pezzo di lattuga ancora tra i denti.
«Presidente ma che le è successo? Questo abbigliamento, i suoi capelli! Pensa se la vedrebbero in giro?! La prego si faccia aiutare. » sgranò gl’occhi mettendo una mano sulla bocca.
Ma è così importante come mi vesto? Se appunto sono il presidente deciderò io come e cosa fare della mia vita.- sbraito.
«L’immagine della Russia…Si certo, ma lei sa che abbiamo dei limiti. » mi guarda dritto negl’occhi.
«Appunto l’ho convocata per togliere questi limiti, soprattutto mi serve fare un servizio stampa urgente entro sta sera. Mi prepari tutto per favore, ora devo andare in parlamento a riscrivere delle leggi. »
«Delle leggi?Un servizio stampa…» sta volta le ho tolto le parole di bocca.
Nessuno mi  fermerà.
«Con permesso signorina, mi servirebbe l’auto, ah dimenticavo usi i miei soldi ma voglio che ogni città abbia bandiere arcobaleno ovunque. E gradirei che non mi venisse contro. Ora su vada! »
Vladimir Putin punkabestia rivoluzionario al 50%.
L’auto arrivò subito e ci salgo buttandomi sul sedile, sempre con il sorriso sul volto.
«We fratello, direzione parlamento e pigia quell’acceleratore mi raccomando. »  feci il cenno all’autista.
I vetri oscurati davano un aria tetra alla macchina, il mondo all’esterno lo era altrettanto.
Putin, o meglio io, avevo creato un mondo di infelicità.
Non era giusto che gli innocenti dovessero subire ciò che non piaceva a lui.
Scendo dalla macchina ed una folla di politici mi attende all’entrata del ufficio.
Prendo il mio iPhone 6 e scatto una foto ricordo ai loro volti e rido.
Sento dei buongiorno tremanti e qualche bisbiglio ma non ci bado.
Non avevo mai visto un parlamento e effettivamente non so come comportarmi politicamente.
Scrollo le spalle e mi mordo le labbra.
Ok respiro.
Entro in una stanza che a occhio mi sembrava un auditorio con 500 o più attorno a due poltrone centrali rialzate accanto una scrivania accessoriata di acqua, fogli, telefono e microfono. Istintivamente mi siedo nella poltrona centrale e  con una chiamata convoco tutti i presenti nell’aula.
Una mandria di uomini e donne pinguino si siedono attorno a me e mi guardano.
Schiarisco la voce.
« Fino a ieri non ero nessuno, oggi ho un potere immenso, quello che avete voi da tempo ormai. Mi sono sempre chiesto nella mia vita il perché voi non abbiate mai pensato di usare questo potere in modo giusto rispettando tutti. Certo che con un tipo come me al comando non è facile. Ma noi siamo uguali ai nostri cittadini ma al contempo ognuno di noi è diverso e questo va rispettato.
Sono qui che vi piaccia o no, che obbligo a cambiare determinate leggi. Non mi importa il tempo che ci vorrà  ma queste andranno messe in atto. La Russia deve andare avanti e dare opportunità di vita serena a tutti.
Non sono pazzo, ma se sono qui vestito così e anche per dimostrare che possiamo essere chi vogliamo senza perdere il nostro essere.
Innanzitutto è giusto che i nostri stipendi siano dimezzati e di non aver più certi privilegi. Dobbiamo essere alla pari con il popolo.
Ma vorrei anche e lo pretendo che le leggi sugli omosessuali, siano cambiate. Non tollero più nessuna discriminazione. Sono persone uguali a noi e con un cuore, non possiamo finire in basso come gli arabi e portarli alla morte.
Quindi dobbiamo accettarli che lo vogliate o meno e si deve intervenire subito a cambiare gli atteggiamenti nei loro confronti; dalle scuole, in casa, a lavoro o semplicemente al per strada.
Non fate i moralisti ora, cosa pensate che non sappia che vostro figlio è gay o lo diventerà? Se succederà lo prenderete a calci o lo proteggerete lo stesso?
Insomma si vive una volta sola ed è giusto che la Russia vada avanti ed esca dall’etichetta “omofoba razzista”.
Quindi non so come ma do il via al cambio delle leggi e se non esistono che si vengano create al più presto.
Ma non sono solo qui per parlare degli omosessuali o delle buste paga.
Da oggi si parte a cambiare tutte le leggi che vanno contro alla serenità del popolo.
Con questo ho finito. Saluti»
Mi alzo sentendo alcune urla di disapprovazione ma non m’importa.
La mandria corre verso di me con sguardo ostili, mi afferrano per il braccio  chiedendomi “perché?” e le  solite domande già sentite  “Sta bene presidente?”.
Sì non sono mai stato così meglio.
«Viva la Russia! » rutto come per togliermi finalmente un peso ed esco ad abbracciare una folla colorata che mi aspettava fuori l’edificio.
Vladimir Putin Punkabestia rivoluzionario 100%.
Missione Russia Arcobaleno completata.

FINE



nb: Questo è un racconto, scritto su due piedi nel vero termine della parola, ma soprattutto con la coscienza di alcune congruenze scritte; tipo il fatto che le leggi vengono messe in atto solo con la maggioranza dei voti e  la velocità con cui si è svolta la trama ecc.
Diciamo che questo testo è un esperimento; se si ha solo un giorno per essere dentro una persona e si vuole cambiare tutto prima che scada la mezzanotte, non si badano a certe pratiche burocratiche.
Con questo grazie a tutti coloro che leggeranno e si faranno una risata :)
 
   
 
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