Note:
One-shot partecipante e terza classificata al San Valentino Story contest on
Twilight, indetto da Kikyo90 sul
forum di Efp. La ringrazio infinitamente del terzo posto (mi spiace per gli
errori di grammatica che ora ho corretto…sì i miei dannati erroracci di
distrazione^^). Buona lettura, spero vi piaccia^^. Commenti, critiche,
recensioni et similia, sempre molto gradite e apprezzate.
happy valentine,
Bella!
Febbraio.
Un mese infido e bastardo. Troppo in là per essere ancora sotto la benefica
influenza delle feste, troppo freddo per poter già sperare in una piovosa
primavera. Febbraio a Forks poi, è un mese da incubo. E il perché è solo uno.
L’avvicinarsi del giorno più odiato, più temuto e allo stesso tempo più atteso:
San Valentino.
Appena
il primo di febbraio si affaccia timido dalle pagine del calendario, qualcosa si
scatena nella mente dei giovani di quel paese sperso nello stato di Washington.
E ogni
anno Jessica Stanley ne è la testimone. Testimone di tutte le scritte e delle
dediche sui muri, colpevoli del diabete prematuro che affligge i loro lettori, e
che non resisteranno alle prime piogge, destinate a sciogliersi in rivoli
colorati entro l’inizio di marzo.
Testimone
delle scatole di cioccolatini, dei fiori (a volte anche maldestri crisantemi),
dei pelouche.
Testimone
divertita e agguerrita allo stesso tempo. Divertita dai ragazzi, che cadono
puntualmente nel panico, arrivando a regalare alle proprie metà orrendi
braccialetti comprati al negozietto da due soldi, o arrivando alla Forks High
School addobbata in rosa e setacciandosi la testa in cerca della ricorrenza che
obbliga le persone a decorare di cuori di carta ogni centimetro
quadrato.
Ma
ancor più divertita dalle ragazze, che solo a San Valentino emergono nella loro
vera natura.
Agguerrita
mentre cammina nei corridoi, stringendo in mano una fialetta e guardandosi
intorno con un sorriso interessato, ritrovando con una punta di allegria tutte
le specie di genere femminile che popolano la scuola.
Appoggiate
agli armadietti, ci sono Lauren e le altre sue amiche: bionde finte, magre e
deluse dall’amore che puntualmente volta loro le spalle. Si guardano intorno,
lanciando sguardi carichi d’odio verso tutte le altre. Non vedono l’ ora che
quella festa balorda passi, lasciandole in pace.
Jessica
passa oltre, ricordandosi di essere stata così anche lei qualche anno prima,
membro onorario del gruppo di quelle che odiavano San Valentino con tutto il
cuore. Poi è cresciuta, rendendosi conto che prendere sempre in giro la
festività (vuoi per il consumismo, vuoi per le scuse di inutilità e di
ipocrisia) era un po’ come sparare contro la Croce Rossa.
La
ragazza continua a camminare per i corridoi della scuola, diretta verso il
piccolo bar.
“Maggie,
ti ricordi del bellissimo San Valentino dell’anno scorso? Il mio Billy mi aveva
portato al lago, regalandomi un braccialetto d’argento e…”
“Sì
Sarah, mi ricordo. Me l’hai raccontato una decina di
volte…”
“Oh
Maggie…quei giorni non torneranno mai più” sospira Sarah, una del secondo anno,
mentre le lacrime le rigano le guance troppo truccate.
Jessica
alza gli occhi al cielo, reprimendo uno sbuffo: le malinconiche! Dannazione a
loro e ai bei tempi andati! Ogni anno spuntano come funghi, ricordando i loro
Billy, le loro gite al lago e bla, bla, bla…Sembrano le vecchie zie che si
lamentano dei reumatismi e degli acciacchi dell’età.
Jessica
volta l’angolo, lasciandosi dietro Sarah e la povera Maggie che dovrà sorbirsi
le lamentele dell’amica ancora per qualche ora.
Ma la
fauna femminile della Forks High School non è ancora finita. Eccole lì, che
marciano compatte e sorridenti come una mandria di mucche ebeti: le studentesse
del primo anno. Innocue ma tremendamente illuse, sembrano camminare a qualche
centimetro dal suolo, fluttuando nell’aria.
Tra le
mani con unghie impeccabili laccate di rosa, stringono i cartoncini di auguri, i
peloche spelacchiati e chiaramente di seconda mano, e i cioccolatini
immangiabili. Ma non se ne rendono conto e anzi, sfoderano un sorriso a
trentadue denti, chiacchierando animatamente di chi sia il regalo più romantico,
pigolando e lanciando gridolini molesti. Sono le classiche romanticone, quelle
che San Valentino ce l’hanno nel dna.
Jessica
reprime una risata di fronte a tanta innocenza e si stringe per far passare il
branco di ragazzine, stringendo nelle mani la preziosa boccetta di vetro,
contente un liquido trasparente, nella paura che possa rompersi.
La
giovane Stanley entra finalmente nel bar, dove trova l’ultima categoria di
ragazze individuabili nel giorno più funesto di febbraio. Le acidone! Quelle che
sparlano dietro a tutte le altre, gelose delle attenzioni che il proprio boy
concede alle loro compagne, quelle che si taglierebbero un braccio pur di veder
finire tutte nella categoria della malinconiche, e che avvelenerebbero le
bevande di tutte le altre pur di finire tra le braccia dell’oggetto dei propri
desideri.
Jessica si siede al bancone, ordinando due cappuccini grandi, armeggiando
con la fiala e guardando verso l’entrata del bar. Mike parla con Bella, le
scocca un bacio sulla guancia, arrossisce e se ne va. Bella alza gli occhi al
cielo, dirigendosi verso di lei.
Jessica
chiude la boccetta ormai vuota, mentre mischia il suo contenuto con lo zucchero,
amalgamandolo nella schiuma del cappuccino, porgendolo alla ragazza che ormai
l’ha raggiunta.
“Buon
San Valentino Jessica!” esclama con un sorriso, sedendosi di fianco a
lei.
“Buon San Valentino anche a te, Bella. Alla salute!” risponde la ragazza, porgendole il cappuccino.
Sì alla salute! Perché San Valentino è la festa del cianuro nel caffè della rivale.