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Autore: LadySweet    04/10/2015    4 recensioni
Ciao a tutte! =) Sono nuova nella sezione, e questa è la prima long-fic che scrivo sulla coppia StraberryXRyan, per cui siate buone! =)
Portato a termine il progetto Mew, Ryan decide di partire per l'America, rinunciando a Strawberry, felicemente innamorata di Mark. Ma poco dopo la sua partenza, la ragazza viene colpita da una tragedia che la porterà a intraprende un viaggio nella stessa nazione. Quattro anni dopo si incontreranno sullo stesso aereo che li riporterà a Tokio. Riuscirà Ryan a sfruttare questa seconda occasione e rivelare finalmente i suoi sentimenti alla ragazza che per tutto quel tempo non aveva mai dimenticato?
Spero di avervi incuriosite!! =)
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte e ben tornate :) Scusatemi se ho tardato un po’ rispetto alla tabella di marcia ma l’inizio dell’università mi ha dato un pochino da fare…. Comunque, ho potuto notare con piacere in questi giorni che le mie “fedelissime” sono subito tornate a lasciare un commento, e le ringrazio davvero di cuore :)  Sono altrettanto felice di vedere che anche le lettrici sono tornate :) Questo non può che riempirmi di gioia e darmi la carica per continuare a scrivere, quindi senza altre chiacchiere vi lascio al capitolo :) 

Le gemme iniziarono ad illuminarsi una dopo l’altra creando dei fasci di luce dritti fino al cielo. Quando si furono incontrati tutti, da quel punto si sprigionò una forte luca bianca che fece cadere una gemma dello stesso colore. La creatura la raccolse e la pose sulla cima della fontana. Da quel momento non cadde più acqua, ma scie di brillantini colorati che andavano ad estendersi fuori dalla fontana, creando così dei passaggi. La creatura invitò il gruppo a salire sul passaggio davanti a se, e seguirlo stando ben attenti a non urtare quello del vicino. Ognuno doveva seguire il suo sentiero, anche se prendeva direzioni diverse da quello degli altri. Dovevano aver fede che alla fine si sarebbero ricongiunti nel posto che desideravano. La creatura diede loro un ultimo avvertimento prima di lasciarli andare:
-Un ultimo consiglio, o prodi guerrieri, vi voglio dare: fate attenzione, dovete sempre credere e sperare!!
Li per lì nessuno capì bene cosa la creatura intendesse, e prima che qualcuno potesse chiedere spiegazioni questa scomparve. Ad ogni modo tennero a mente quelle parole, si scambiarono una occhiata fra di loro e poi si incamminarono.

                                                                                                                      ***

Buio, silenzio, pace… finalmente!
L’ennesima tortura era finita. Non sapeva bene com’era possibile che fosse ancora viva, ma ringraziò il cielo e chiunque ci fosse a vegliare su di lei.
Strawberry tentò di muoversi, ma i dolori acuti e lancinanti glielo impedirono. Così ci rinunciò.
Era inutile peggiorare la situazione… se era ancora possibile peggiorarla.
Dalla sua posizione non poteva vedere l’effettivo stato del suo corpo, solo macchie di sangue e qualche chiazza violacea qui e là. Non sapeva più ormai da quanto tempo fosse chiusa lì dentro, senza mangiare, senza bere.
Si chiese per quanto ancora avesse dovuto subire questo martirio, sentiva che il suo corpo non avrebbe retto ancora per molto. Sapeva che probabilmente la prossima volta sarebbe morta.
Perché i suoi amici ci stavano mettendo così tanto?
Possibile che si fossero dimenticati di lei?
No questo non poteva essere!!
Che fossero stati catturati anche loro?
Sicuramente, se così fosse stato, quei mostri non avrebbero perso l’occasione di dirglielo per farla stare ancora più male.
Forse non avevano ancora trovato il modo di arrivare fino qui… o forse li stavano tenendo occupati sulla terra facendo danni su danni.
Non sapeva più cosa pensare, e tutto quel riflettere la stava stancando e facendo perdere tempo al riposo.
Così eliminò quei brutti pensieri dalla testa e si concentrò all’unica cosa che la dava ancora un po’ di tranquillità: Ryan.
Pronunciò con un lieve sospiro il suo nome.
La sua voce risuonò nella sua testa qualche istante più tardi.
-Strawberry!! Sei tu?! – sentire quella voce la ridestò subito.
-Ryan? – chiese curiosa
-Si, sono qui! Strawberry come stai? Dove sei?!
-Ryan… sono debole… stanca. Mi hanno tolto i poteri. Mi stanno torturando… non ce la faccio più… - disse stanca nella sua testa.
-NO! No piccola devi resistere!! Gli altri stanno arrivando a salvarti! Non manca molto, tieni duro ancora per poco… ti prego. Non te ne andare… ho bisogno di te! – il suo tono disperato riecheggiava nella sua mente come una supplica.
-Ci provo… ma sono così stanca. Non so quanto ancora potrò resistere… Però voglio dirti una cosa: TI AMO!! – riuscì a dire con tutte le pochissime forze che le erano rimaste.
-Anche io ti amo piccola e voglio che torni da me! Devi combattere ancora un po’, finché gli altri non arrivano. Sono vicini sai?
-Lo spero… è tornato. Devo andare… - disse e chiuse la mente a quella voce che le aveva ridato un po’ di speranza.
Il suo carnefice era tornato più pazzo a crudele di prima. Ridacchiava e blaterava come sempre, ma lei aveva imparato a non sentirlo. Chiuse gli occhi in attesa di sentire dolore… sensazione che le era diventata molto familiare ormai. Non aveva più la forza nemmeno di gridare per sfogare la sofferenza che provava.
Il tempo passava tra le torture più orrende; quel mostro era addirittura riuscito, con i suoi strumenti di morte, a spegnere quel piccolo barlume di speranza che poco tempo prima, grazie a Ryan, si era debolmente acceso in lei.
Stava per abbandonarsi completamente alla morte, quando sentì un grosso boato. Poi delle voci già conosciute.
I suoi amici erano finalmente giunti a salvarla… o era tutto frutto della sua mente in delirio?!
Tentò di aprire gli occhi e vide 7 volti che la guardavano esterrefatti e preoccupati.
Sentiva dei suoni provenire da loro ma non riusciva a distinguere le parole. Si limitò ad osservarli uno per uno con un lieve movimento degli occhi: Lory, Pam, Tart, Paddy, Ghish, Pai e Mina… erano davvero i suoi amici, ed erano lì per lei.
Tentò un lievissimo sorriso, ma la stanchezza e il dolore ebbero la meglio e svenne.

Quando aprì gli occhi era frastornata, confusa e ancora dolorante, ma non come prima. Ma soprattutto era in un luogo diverso da quella cantina dell’orrore buia e fredda. Sotto di se un morbido materasso caldo, con lenzuola delicate. Un grande piumone la avvolgeva tenendola al caldo… che bella sensazione. Mentre metteva a fuoco la vista, iniziò a riconoscere la stanza: era semplice, essenziale, ma le dava un senso di protezione… la camera di Ryan la metteva a suo agio.
Sentì la porta aprirsi piano, e ne vide spuntare una chioma bionda e due pozze azzurre rivolte verso di lei. Ryan, vedendo che era sveglia entrò completamente nella camera e richiuse la porta alle sue spalle. Un bellissimo sorriso dominava il suo volto, e i suoi occhi sembravano brillare. Strawberry si prese tutto il tempo per guardarlo: era bello, alto, magro, affascinante e misterioso… ma soprattutto, era suo!!
Quando il ragazzo si sedette accanto a lei iniziò ad osservarla.
-Ciao piccola, ti sei svegliata finalmente… come ti senti?
-Stordita… stanca e un po’ dolorante… ma sono felice di essere qui – disse la ragazza tentando di sorridergli.
Senza pensarci un attimo Ryan si sporse verso di lei e catturò il suo viso fra le sue mani, poggiando un tenero bacio su quelle labbra rosse e carnose.
Strawberry chiuse gli occhi e si abbandonò al bacio, trovando per qualche istante pace e serenità. Poi un pensiero le attraversò la mente come un flash, e in un attimo ricordò tutto quello che era successo. Allora si staccò bruscamente da lui.
-Ehi… cosa c’è? – chiese lui preoccupato.
-Ryan… cos’è successo?! Da quanto sono qui? E lui… loro, che fine hanno fatto?! È finita?!
Strawberry era entrata nel panico, sparava domande a raffica, era agitata, il suo cuore batteva all’impazzata, ed era posseduta da una sensazione di terrore che l’incubo non fosse davvero finito. Ma Ryan la abbracciò stretta a se, le accarezzò i capelli e vi posò un bacio. Poi le alzò il viso e la guardò dritto negli occhi.
-Sei al sicuro. È finita. Nessuno potrà più farti del male. – disse serio – Quando gli altri ti hanno riportata qui eri più morta che viva, ma grazie a Minami siamo riusciti a salvarti. Sei stata priva di sensi per una settimana, ma le ferite stanno guarendo e le tue condizioni migliorano ogni giorno, anche se lentamente. – Le spiegò con calma… poi si rabbuiò – l’unica cosa che non sono riuscito a sistemare sono i tuoi poteri. È come se li avessero loro… come se te li avessero estratti dal corpo. Nemmeno Minami riesce a spiegarsi questa cosa. La tua voglia sulla gamba è scomparsa.
Strawberry ea incredula.
Le avevano strappato una parte di se.
Le avevano portato via i suoi poteri, e con essi la sua vita da guerriera.
Si sentiva violata, inutile, disperata.
Sentì le lacrime fare capolino ai suoi occhi, e lasciò scivolare lungo le guance.
Pianse come non faceva da tempo.
Pianse per tutto il dolore provato.
Pianse per ciò che le avevano tolto.
Pianse per quella maledetta vita che l’aveva nuovamente punita per essersi concessa un attimo di felicità.
Ryan si sdraiò accanto a lei, la prese fra le braccia, e la lasciò piangere.
Lasciò che si sfogasse fino all’ultima lacrima.
In cuor suo malediva chi le aveva fatto questo, e giurò che avrebbe vendicato la sua Strawberry.
L’avrebbe fatta pagare molto cara a quei mostri… a qualsiasi costo!
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