From where the dark is born
-Di comprensione-
From where I come is where I go
The game of life and death will lead my way
More scars to gain, more pain to grow
And I will walk again where the dark is born
(From where the dark is born – Serenity)
*
Loki sapeva perfettamente dove erano appostati i Chitauri
ad Asgard: li aveva disposti lui.
Li trovò, un drappello dopo l’alto, e li ridusse a statue di metallo
contorto grazie al potere dello scrigno.
In un certo senso si sentiva fiero di sé perché lui era l’unico in tutta Asgard a poter usare quel potere.
Non era un mostro, era speciale.
Nelle segrete fu ancora più facile perché i Chitauri
erano accalcati nel corridoio centrale e Loki non dovette neanche entrare per
gelarli: gli bastò concentrarsi ed incanalare il potere dello scrigno verso di
loro.
Stava diventando bravo a gestire quel potere, e se da un lato avere
acquisito una nuova abilità era una soddisfazione, dall’altro Loki si sentiva
inquieto perché aveva l’impressione che stare a contatto con lo scrigno lo
rendesse sempre più simile agli Jotnar, e non solo
nell’aspetto.
Quando gli Asgardiani si accorsero di cosa era
successo lui era già lontano, di nuovo giù nella sala delle armi a rimettere il
suo alleato temporaneo al suo posto.
Lo rimise sul piedistallo, ma ancora non era convinto del tutto convinto di
lasciarlo.
E se lui avesse usato lo scrigno per tenersi Asgard?
Dopotutto l’aveva conquistata non solo con i Chitauri,
ma anche difendendola da loro.
Aveva dimostrato di essere in grado di tenere le minacce lontano dal suo
regno, e allora perché non avrebbe dovuto tenersi il trono che aveva difeso?
Si guardò le mani accigliato.
Strano: di solito la sua pelle tornava normale dopo pochi secondi che non
era più a contatto con lo scrigno, invece quella volta stava rimanendo blu più
a lungo.
Forse perché lo aveva toccato più a lungo.
Bè, in fondo lui era sempre stato diverso, e forse era
arrivato il momento di usare la sua diversità a suo vantaggio.
Con il potere dello scrigno avrebbe potuto schiacciare qualsiasi ribellione.
Sarebbe stata finalmente la sua vittoria: da bastardo mezzo Jotun, adottato per interesse, a sovrano incontrastato del
regno degli Aesir.
La razza degli dei avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a lui, un meticcio
dal sangue sporco.
Loki ansimava, gli occhi rossi pieni di visioni di conquista e potere.
Sì, sarebbe stato perfetto!
“È lo scrigno”
Lo scrigno liberava la sua natura Jotun a tutti
gli effetti, compreso il lato più irrazionale, primitivo ed istintivo.
Si allontanò di scatto per non fargli prendere il sopravvento.
Lui non era quello. Non voleva essere quello!
Si sedette per terra con la schiena appoggiata al piedistallo, con le gambe
tirate al petto e la testa tra le mani, scosso dai tremiti.
Nel suo petto batteva selvaggio il cuore di un gigante di ghiaccio.
Vero: poteva conquistare Asgard e governarla con
il pugno di ferro stroncando ogni forma di opposizione con un arma che nessuno
a parte lui avrebbe potuto impugnare, ma così sarebbe diventato un tiranno, ed
i tiranni vivono nella paura.
Sarebbe stato temuto, e non era questo che Loki cercava nel governare.
Lui voleva il rispetto della gente di Asgard, e
che le sue qualità fossero ammirate, non oggetto di terrore.
Non voleva essere un mostro.
Respirò a fondo per scacciare il tremore che lo scuoteva e si lasciò andare
con la testa contro la parete ad occhi chiusi.
Quando li riaprì vedeva lo scrigno al contrario perché guardava verso
l’alto.
Si fermò a lungo a considerare le due scelte che aveva davanti.
-Mi se stato molto utile, ma non credo di volerti portare con me per
sempre-
Mormorò alla luce azzurra.
Si tirò in piedi e si scosse di dosso la polvere e la brina dagli abiti, e
sperava anche l’influenza della sua natura Jotun.
**
Ormai che aveva scelto di aspettare un momento più propizio per conquistare
per sé il regno degli Aesir, l’ultima cosa da fare
era liberare qualcuno dalle segrete in modo che potesse liberare gli altri.
Pensò di liberare Tyr, Hugin
o un altro dei generali, ma prima voleva essere sicuro delle condizioni di
Odino e di Thor.
Pensò bene di nascondersi perché non era affatto certo che sarebbero stati
contenti di vederlo.
Oltrepassò le celle una per una, facendosi strada tra i corpi dei Chitauri che si erano spaccati per il gelo.
Non sapeva esattamente dove fossero Thor ed Odino, per questo quasi
inciampò per la sorpresa quando vide il Padre degli dei dietro il campo di
forza.
Odino era seduto stranamente tranquillo. Sembrava aspettare qualcosa.
“Prima mi libero di questa cosa e meglio è”
Pensò Loki.
Il suo piano era disattivare il muro di energia e poi scappare prima che
Odino liberasse il resto dei comandanti e si mettesse a dargli la caccia.
Funzionò solo la prima parte: riuscì ad aprire la cella, ma appena non ci
fu più un muro a dividerli Odino si voltò e guardò esattamente nella sua
direzione, come se lo vedesse perfettamente.
-Loki. Sei qui, non è vero?-
Lui rimase inchiodato sul posto.
Non era paura, no, era uno strano senso di soggezione dovuto al fatto che
Odino lo stava guardando negli occhi.
Lui era invisibile eppure Odino lo aveva trovato in qualche modo.
-Avanti, lo so che sei qui. Voglio solo parlare con te. Ne ho diritto dopo
quello che hai fatto, non credi?-
Loki decise di obbedire solo a metà dell’ordine: lasciò cadere l’illusione
che lo rendeva invisibile ma mantenne quella che gli dava l’aspetto degli Aesir.
Non voleva che Odino lo vedesse come uno Jotun.
-Ah, eccoti-
Padretutto si alzò a fatica per andargli
incontro e Loki era teso come un animale in trappola, pronto a scappare.
Per lui vedere Odino che usciva dalla cella era vedere una tigre libera
dalla sbarre della gabbia, anche se il Padre degli dei si muoveva a fatica per
la ferita al fianco non ancora rimarginata.
-Sei stato ancora più sconsiderato del solito stavolta-
-Colpa della fretta: ho dovuto improvvisare-
-Credo di capire. Sei stato prigioniero, ma la storia della tua fuga era
falsa. Tu non sei scappato, sei stato lasciato andare. Dal Titano-
Loki annuì.
Odino non gli sembrava ostile, era ferito e comunque lui poteva scappare
quando voleva.
No, non aveva motivo di temerlo, doveva convincersene.
E poteva approfittare del momento per chiarire alcune cose con il Padre
degli dei.
-Avevi capito che non ero sincero? Da quando?-
Gli chiese.
-In realtà sospettavo di te dal primo momento che Heimdall
mi ha detto di averti visto, perché tu ti fai vedere solo quando hai bisogno di
qualcosa. Poi mentre eri qui eri troppo tranquillo. Ma soprattutto ho
sospettato quando mi hai chiamato “padre”. Da allora ho cercato di tenerti
d’occhio il più possibile, ma tu ormai sei diventato troppo bravo nell’eludere
il mio controllo-
Loki lo prese come un complimento.
-Spiegami ancora una cosa, Padre degli dei. Come mai non hai combattuto sul
serio quando eravamo nella sala delle armi?-
-Per lo stesso motivo per cui non lo hai fatto tu, immagino-
-Non capisco-
-Loki, non sono ancora tanto vecchio da
non comprendere le intenzioni dei miei avversari. Perché insistere tanto per
essere tu e tu solo a combattere contro me e Thor? Per desiderio di vendicarti
personalmente o per essere sicuro di ferire senza uccidere?-
Loki strinse i pugni. Da quando Odino capiva tante cose di lui?
-Te lo concedo, ho un po’ manipolato il nostro duello. Altro?-
-Sì. È vero che hai guadagnato tempo combattendo senza impegno perché volevi
che arrivasse Thor?-
-Sì, lo ammetto, volevo che arrivasse al momento giusto-
-Per farlo arrabbiare. Un avversario accecato dalla rabbia è più facile da
manipolare-
Loki diede la sua conferma annuendo.
-Ed hai fatto tutto questo per Asgard. Hai
rischiato molto. Non potevi dirci dall’inizio che Thanos
voleva il Tesseract e te? Ti avremmo aiutato-
-Certe cose devo risolverle io di persona, senza mettere di mezzo nessun
altro-
-Sei stato stolto e presuntuoso-
Loki fece spallucce.
Ormai era abituato che Padretutto pensasse certe
cose di lui. Riusciva quasi a convincersi che non gli facesse male.
-Saresti morto nel tentativo di sistemare le cose senza umiliarti a
chiedere il nostro aiuto-
Loki fece una smorfia di disappunto perché non gli piaceva che Odino
capisse troppe cose di lui ed ancor meno gli piaceva che le dicesse a voce
alta, anche se gli unici testimoni erano dei Chitauri
morti assiderati.
-Sei stato un incosciente. Ma nonostante tutto sei stato anche coraggioso a
modo tuo, ed io sono fiero di te-
A quelle parole Loki sgranò gli occhi e la sua espressione sorpresa era
quasi comica.
Per un attimo era stato l’essere più felice dei nove regni quando suo padre
gli aveva detto che era fiero di lui, poi però l’antica inquietudine era
riemersa per morderlo a tradimento.
-Sei fiero di me? Davvero? Ho rischiato di farmi ammazzare non so quante
volte e solo adesso me lo dici che sei fiero di me? Prova a ripeterlo dopo aver
visto questo-
Lasciò svanire l’illusione del suo aspetto Àss e
si presentò com’era veramente: uno Jotun.
Odino lo guardò ma non era per niente sconvolto come Loki si era aspettato.
-Ah, gli effetti dello scrigno degli antichi inverni, immagino. Sì, dopo
aver liberato quasi tutto il suo potere avresti dovuto aspettarti che i suoi
effetti su di te durassero più a lungo-
-Sai dirmi solo questo? Trattarmi come un curioso fenomeno della natura?-
Odino non gli rispose, invece si avvicinò un po’ a lui e gli tese la mano.
Loki sapeva cosa voleva dire: se avesse toccato Odino gli effetti del gelo
di Jotunheim sarebbero svaniti più rapidamente.
“Non riesce a sopportarmi con quest’aspetto”
Pensò inorridito.
I suoi occhi rossi presero a bruciare e presto si riempirono di lacrime.
“Che altro devo fare per essere degno?”
-Non mi toccare! Preferisco restare un mostro che elemosinare la tua
pietà!-
-Loki, guardami. Ti ho già detto una
volta che tu sei mio figlio, non importa di che colore sia la tua pelle: ti ho
preso in braccio quando eri un neonato blu senza sapere se saresti cambiato o
meno. Non mi importava allora e non mi importa neanche adesso-
Loki voleva credergli, ma fidarsi non era nella sua natura.
Non poteva fare a meno di pensare che Odino gli stesse mentendo come gli
aveva mentito per secoli sulle sue vere origini.
Aveva un brutto nodo alla gola che gli bloccava il respiro.
-Ah, davvero? E mi vuoi bene anche quando distruggo mondi, quando faccio
entrare eserciti ad Asgard e quando attento alla vita
del tuo prezioso primogenito? Chi ti dice che non abbia ucciso Thor?-
-Non è Thor che mi preoccupa in questo momento-
La mano di Odino era ancora tesa verso di lui.
All’improvviso il freddo che sentiva dentro divenne più forte di quello
sulla pelle e troppo brutto da sopportare da solo.
Allungò la mano anche lui e toccò incerto quella di Odino.
L’effetto fu immediato: il blu si ritirava dalla sua pelle e così anche il
freddo, allentando la morsa di gelo che gli serrava il petto.
Avrebbe potuto sopportarla, certo, ma senza stava decisamente meglio, e per
una volta voleva credere che Odino lo stesse facendo per aiutarlo e non perché
gli ripugnava vederlo con i tratti dei giganti di ghiaccio.
“Tu sei mio figlio, non importa di che colore sia la tua pelle”
Doveva essere vero.
Una lacrima scese dai suoi occhi rossi di Jotun
senza che lui potesse trattenerla.
Scivolò sulla guancia seguendo i disegni in rilievo sugli zigomi, ma prima
che arrivasse al mento Odino gli posò l’altra mano sul viso e la asciugò con un
gesto del pollice.
Odino ebbe il buonsenso di non dire nulla, però sorrise a Loki per
rassicurarlo, e quello per Loki valeva più di mille discorsi.
Chiuse gli occhi e si lasciò calmare dalla sensazione del freddo che
svaniva.
Ogni tanto l’enormità del pericolo che aveva corso e di quanto aveva
rischiato si affacciavano alla sua mente e lo facevano tremare, ma c’era la
mano di suo padre a sostenerlo, e allora la marea della paura rifluiva.
-E adesso? Dopo quello che ho fatto dovrei aspettarmi tutte le truppe di Asgard pronte a saltarmi addosso?-
Chiese Loki a metà tra l’ironico e lo spaventato.
-So per esperienza che le celle non riescono a trattenerti a lungo. E devo
considerare anche che hai liberato la città. Sbrigati ad andartene. Io mi
occuperò di liberare Thor e gli altri-
Loki lasciò andare una breve risata.
-Sì, credo sia meglio che io non mi vedere qui per un po’ di tempo. Accoglierò
il tuo suggerimento ed andrò via da Asgard prima
possibile-
Per un po’ Odino lo guardò come se cercasse le parole per dire qualcosa di
importante; Loki conosceva bene quell’espressione perché era quella che tante
volte da ragazzo per lui aveva avuto il significato di “lunga predica paterna
in arrivo”.
-Loki, lascia che ti dica una cosa prima
che tu te ne vada. Ci sono cose che prima o poi devono accadere. Aspettano il
giusto momento, possiamo combattere per ritardarle, ma è certo che accadranno
come è certo che una corda troppo tesa prima o poi si spezzerà. Come era ovvio
che prima o poi tu avresti scoperto le tue origini, anche la guerra contro il
Titano è inevitabile. Loki, tu sei stato una delle cause, ma se non ci fossi
stato tu sarebbe stato qualcos’altro. Il solo fatto che il Tesseract
esista è causa di guerra-
Loki lo guardò concentrato, in silenzio, senza capire esattamente dove
portasse quel discorso.
-Quello che voglio dirti, figlio mio, è che è inutile combattere per non
far accadere certe cose. Il nostro valore è determinato da come le affrontiamo
nel momento in cui si presentano-
Loki annuì.
-Cercherò di tenerlo a mente. Per ora, addio-
Odino scosse la testa.
-Secondo me ci vedremo prima di quanto immagini, quindi io ritengo più
appropriato un arrivederci-
Poi si voltò e si allontanò lungo il corridoio, lasciando Loki solo e
libero di regolarsi come meglio credeva su come andarsene.
Lui lo guardò andare via.
Era curioso di vedere se Odino si sarebbe voltato almeno una volta per
controllare i suoi movimenti.
In fondo non era saggio offrire le spalle ad un traditore.
Fosse stato Loki nei panni del re di Asgard,
almeno un’occhiata di sfuggita indietro l’avrebbe data…
Odino no.
Camminava lentamente per la ferita, ma non c’era traccia di altra tensione
in lui.
Evidentemente non considerava Loki una minaccia.
Solo quando ne fu assolutamente certo Loki si rilassò a sua volta.
-Allora arrivederci… Padre-
Mormorò quando fu abbastanza lontano da essere sicuro che Odino non lo
sentisse.
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Cantuccio dell’Autore
E siamo giunti alla fine anche qui.
Nell’ultimo capitolo ho voluto lasciare spazio ad Odino, perché parlasse
con Loki seriamente e senza cascare addormentato.
Nei film il rapporto tra Odino e Loki è inesistente (e certo, se Odino si
addormenta!), e invece secondo me meriterebbe di essere approfondito.
Poi vabbè, Loki i suoi deliri di onnipotenza ce
li ha sempre, se no non sarebbe lui!
Voglio ringraziare A Dreamer e kia17
per aver messo la storia tra le preferite
e le seguite, AlessiaOUAT96, eltanininfire, MamW e salierix per aver messo la storia tra le preferite, e poi evuzzola, lionelscot, LokiD, Merihon, Suomi, tilia e Venere DG per averla messa tra le seguite.
E ancora MITICA BEP97 (viola, eh!), AlieNation_Zone,
MamW, Venere DG e lionelscot per le recensioni.
Per ringraziarvi e salutarvi vi regalo queste due belle immagini.