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Autore: gateship    04/10/2015    0 recensioni
“Dove siamo?”
“Siamo a Natale.”

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Superwho.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Parole: 691
Coppie: Nessuna
Personaggi: Cas, Dean
Ambientazione: Fine della settima stagione per Supernatural, dopo che Castiel si è svegliato e ha iniziato ad amare le api. Per Doctor Who invece la stagione davvero non importa, immagino... prima che il Dottore sbarchi a Natale!


 


 

Natale 



“Oh, magnifico, siamo a Natale!” Dean lo aveva detto in modo ironico, seduto su un letto della clinica psichiatrica dove era paziente Castiel. Non si sarebbe mai aspettato quello, certo che no. Non che il suo angioletto con tre, o quattro, rotelle fuori posto gli mettesse due dita sul viso e lo facesse scomparire dalla stanza, anzi dallo stato. O da chissà che cosa.

 





“Cosa? Dove siamo?” esclamò guardandosi attorno per poi portarsi lestamente una mano alla giacca, dove teneva la sua fedele Colt calibro 45, peccato... peccato che la avesse lasciata nell'Impala.

L'angelo ricambiò lo sguardo infuriato del cacciatore, osservando il territorio innevato. Sorgeva un campanile, poco lontano, ed era buio, tutto buio con la luce dorata di lampioni ad olio che stagliavano le loro ombre scure sulla strada fiocamente illuminata. I tetti erano coperti di neve, così tanto che ci si meravigliava del perché le tegole non avessero ancora ceduto. Le strade, nonostante la tarda ora, erano animate, persino da bambini, intenti a lanciarsi una palla di cuoio. “Siamo a Natale.” rispose Castiel con un sorriso.

“Mi hai portato in un posto dov'è Natale? Cas non intendevo...” il cacciatore strinse i pugni spazientito. Mentre una voce, pericolosamente simile a quella dell'angelo, gli sussurrava un 'non mi piacciono i conflitti' e lo costringeva a non prendere per la collottola quel pazzo visionario di Castiel.

L'uomo in trench coat, abbigliamento che sembrava davvero poco adatto ai fiocchi di neve, che con calma inesorabile gli si posavano sulle spalle, inclinò il capo. “No, non è Natale, o meglio lo è, ma... siamo a Natale” rispose, come se il tutto fosse chiaro, mentre un candido fiocco di neve gli si posava tra la zazzera capelli corvini. Dean provò il forte impulso di toglierglielo.

“Si, lo vedo” rispose ancora per niente intenerito, o almeno, poco intenerito, dal pupazzo di neve ambulante che Castiel stava diventando, mentre i cristalli ghiacciati continuavano a caderli addosso. 

“No, non siamo a Natale, siamo a Natale.” ripeté pazientemente l'angelo.

“Ma che?” il Winchester sbuffò irritato, dove diavolo era finito?

“Questa città si chiama Natale, Dean.” chiarì poi Castiel con tono gioviale, mentre iniziava ad incamminarsi per le vie imbiancate della piazza, le ciabatte dell'ospedale ancora addosso, con piccoli fiocchi gelati che gli venivano a contatto con i piedi scalzi.

Gesù cammina sull'acqua, Castiel cammina sulla neve mezzo nudo, ha senso, rifletté Dean, mentre, sempre più sull'orlo di una crisi isterica, si affrettava a seguirlo.

“Siamo in Australia?” chiese, facendo uscire dalla bocca una piccola nuvoletta di vapore.

“No, a Natale.” ripeté Castiel avvicinandosi a una bancarella ricolma di frutti – more a Natale? Ma davvero, che diavolo...?

“Lo stato, Castiel!”

Cas inclinò leggermente il capo, scrutando un cestino di more. “Si mangiano?” chiese

“Sì, ma...”

Castiel annuì, infilandosene una manciata in bocca, “Siamo su un altro pianeta.”

“Cosa?!”

“Un altro pianeta.” ripeté tranquillo, perché certo, era la cosa più normale del mondo, andare su un altro pianeta. Un altro pianeta, di grazia. “Sono buone.” affermò con un sorriso l'angelo, prendendo un altro piccolo frutto rotondo, mentre un fiocco di neve gli cadeva sulla punta del naso.

Dean si accigliò. Avrebbe voluto davvero toglierlo da quella scomoda posizione, quel piccolo stupido cristallo, Castiel sembrava come... “Assomigli ad un orsacchiotto.” Dean si morse la lingua, strabuzzando gli occhi.

“Grazie, Dean.”

Ma che diavolo gli era saltato in mente? Quello era l'angelo che... “Hai cercato di ucciderci, sei diventato Dio! Eppure sembri un orsacchiotto.” disse, incapace di fermarsi. Era come essere vittima di un qualche qualcosa, come quel ragazzo con il sangue di demone.

“Grazie.”

“Cosa sta succedendo?” soffiò il cacciatore.

“Siamo a Natale, Dean, qui non si possono dire bugie.”

“Oh.”

Castiel sorrise come se nulla fosse, sereno come non mai, mentre continuava a mangiare, una dopo l'altra, le succose more del cestino di vimini.

“Naturalmente, come amico eh. Solo... noi non siamo... cioè, mi capisci, vero?” balbettò Dean mentre il viso gli si colorava di una cinquantina di diverse tonalità di rosso.

Castiel annuì, la bocca piena di frutti viola.

Dean scosse il capo esasperato, “Oh Dio, sei uguale ad un orsacchiotto.”

 



 

Ehilà! 
Non so come mi sia venuto in mente, di scrivere questa ff senza capo ne coda, ma il latino... il latino fa venire in mente strane cose... e così, anche se ho quaranta milioni di cose da fare, fanfiction da pubblicare, capelli da lavare, e compiti da fare... questa cosa non potevo non farla!
È molto molto pazza, lo so.

Ci sono un paio di citazioni qua e là, qualche riferimento là... i bambini che giocano di notte, per chi ha visto DW non sarà una novità... su quel particolare pianeta è notte la maggior parte del tempo, il giorno dura pochissimo. E le more... non so come siano cresciute, ma dopo aver visto questo, non me le sono più tolte dalla testa.

Voglio il riscaldamentoooooo!

  
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