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Autore: Karliah    04/10/2015    2 recensioni
La risposta giunse dopo qualche minuto: "va bene, non vedo l’ora di conoscerti. Ma come fai a sapere il mio numero?!"
Grace sorrise e rispose: "È il mio mestiere ;)"
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscì dalla doccia accarezzando il proprio corpo. Le piaceva. Giovane e sano. Quando era piccola, era stata una giovane promessa della danza classica, poi aveva smesso. Così si era alzata di qualche centimetro e le sue forme si erano fatte più morbide e paffute. Non che lei avesse molte occasioni in cui metterle in mostra, quelle forme. Erano settimane che non usciva di casa, ma in generale Grace Paterson non aveva mai amato l’aria aperta.

Strofinò i lisci capelli neri e controllò la ciocca vicino all’orecchio, tinta di un vivace verde fluo. Decise di non aver voglia di asciugarli. Era notte fonda e le luci di San Francisco illuminavano tutto il bilocale, grazie ad una grande finestra che offriva una splendida vista della casa di fronte e di un pezzo del Golden Gate Bridge.

Accese il computer e si riempì una tazza di latte freddo intanto che la macchina si accendeva. Amava il latte freddo. E amava ascoltare il ronzio del computer che riscaldava i motori. La Bestia, lo chiamava, e non poteva fare a meno di riferirsi a lui come se fosse una persona, il suo migliore amico. Si sedette davanti alla Bestia e decise che anche mettere i vestiti era un affare inutile e noioso. Sua madre dormiva profondamente nella stanza accanto, erano le 3 di notte e aveva molto tempo libero da passare in compagnia del suo amico. Decise di darsi al gossip.

Nuda e ancora bagnata, Grace si infiltrò senza problemi nei profili facebook delle più grandi celebrità. Spiò nelle loro chat private, curiosò nelle loro cronologie, mentre piccoli brividi la scuotevano impercettibilmente. Il latte e il sommesso ronzio della Bestia le tennero compagnia fino alle 9 di mattina, quando Grace dovette ammettere a se stessa di essere stanca e che le bruciavano gli occhi. Spense il computer, oscurò la stanza con le spesse tende scure e si buttò sul divano, sentendosi come qualcuno che si è appena ubriacato. Poco dopo ricevette un’e-mail:

Allora, WebFreak, hai qualcosa per me?
Voglio qualcosa di interessante per l’edizione della sera, qualcosa su quei clown di Hollywood magari, dopotutto tra un po’ci sarà la consegna degli oscar.
E non preoccuparti: la paga sarà buona come al solito.

James Wilson, direttore del Reality Times.

P.S. Oggi pomeriggio ti andrebbe di mangiare qualcosa insieme? Hanno aperto un nuovo chioschetto degli hot-dog.



Grace la lesse quel pomeriggio, sorseggiando il suo latte fresco. Sbuffando, rispose inviandogli quel che aveva trovato di interessante la sera prima, quindi andò a spalancare le finestre per cambiare l’aria. A giudicare dal silenzio che permeava l’appartamento, sua madre doveva essere già uscita. Il Reality Times era una testata abbastanza importante e il suo nuovo direttore era uomo di ampie vedute, disposto a pagare il giusto prezzo per le notizie, senza chiedere da dove venissero. E lei aveva sempre mantenuto la più assoluta discrezione. Certo, non aveva potuto fare a meno di vantarsi dell’essere una ragazza abilissima con i computer, ma quello aveva deciso di non contarlo come imprudenza.

Ma ora vuoi anche conoscermi di persona, pensò osservando quel nome sullo schermo. James Wilson. Io so tutto di te e tu non sai nulla di me. E questo non ti piace. Non piacerebbe a nessuno avere a che fare con una sconosciuta per tre mesi .

Afferrò una penna e segnò un’altra crocetta su un post-it appiccicato sulla lampada. Contò tutte le crocette che lo segnavano. Ci conosciamo da tre mesi e mi hai già chiesto 29 volte di uscire. Serata galante, in discoteca, sulla spiaggia, passeggiatina mattutina, una volta mi hai invitata a fare jogging…E ora gli hot-dog. Per un attimo considerò l’idea di accontentarlo. Di uscire a fare quattro passi con uno spuntino in mano, di avere contatti con le persone reali.

La voce della ragione cercò di ricordarle tutto quel che aveva combinato in quegli ultimi anni e di quanto potesse essere rischioso andarsene in giro come se fosse tutto normale. Ma Grace non amava ascoltare. A lei piaceva sentire i giornali parlare delle sue imprese e le piaceva l’immagine di spettro di Internet che si andava costruendo attorno alla sua figura, a quel nome. WebFreak. Provò un brivido di piacere al pensiero che nessuno sapesse nulla di lei.

Mark è troppo paranoico. Dopo quel mio attacco al Pentagono mi ha costretta a starmene in questa topaia per settimane. È ora di uscire. Afferrò il cellulare e mandò un messaggio a James Wilson, direttore del Reality Times.

"Finisci di lavorare alle 7 oggi, vero? Ti aspetto davanti al giornale appena finisci, WebFreak."

Le piaceva come suonava quel nickname. Ogni volta però le toccava firmarsi perché il suo cellulare era praticamente irrintracciabile. La risposta giunse dopo qualche minuto:

"Va bene, non vedo l’ora di conoscerti. Ma come fai a sapere il mio numero?!"

Grace sorrise e rispose:

"È il mio mestiere ;)"








ANGOLINO DELL'AUTRICE

Ciao a tutti!

Prima storia, un po’ di emozione. Spero vi piaccia.

Per prima cosa, mi scuso per il titolo alla cavolo. Ho passato più tempo a pensarne uno decente che a scrivere la storia, ma alla fine non ho davvero trovato di meglio.
Comunque, Sono apertissima a consigli e commenti costruttivi, che mi aiutino a crescere e migliorare! (quindi lasciate tante recensioni e commenti ;)
Questo è ancora un capitolo di rodaggio per sondare un po’ il terreno, poi partiremo sul serio :D
Abbiate fiducia,

un bacione a tutti, ciau!

 

   
 
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