Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: J o k e r_    04/10/2015    6 recensioni
[Ereri]
Le labbra dell'uomo sfiorarono appena la base del collo del ragazzo, per poi stringere la presa attorno al busto, avvicinandolo al suo.
«Levi...» mormorò Eren sorpreso, voltando appena il volto.
Non si accorse di come la sua mano fosse risalita immediatamente lungo il suo torace, stringendosi attorno a quella del caporale, che ricambiò la stretta con urgenza.
«Resta.»
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eren fissava il soffitto bianco della camera. Un gemito sfuggì alle sue labbra.
Un'altra spinta rischiò di farlo urlare, incapace di contenere quelle sensazioni.
Un altro bacio lo fece tacere.
Le labbra di Levi avevano ancora il sapore del tè nero che fino a poco prima il caporale stava bevendo.
Quel sapore gli mancò terribilmente quando la sua bocca si andò a spostare sul suo collo, dove l'uomo nascose il volto.
Ancora una spinta. Potè sentire il sorriso di Levi contro la sua pelle, quando gemette ancora, ormai vicino al limite, come il suo amante.
Spostò lo sguardo dal soffitto alla schiena del caporale, martoriata dai graffi che gli aveva lasciato qualche minuto fa, passandovi le mani in una lunga carezza, per poi artigliargli le spalle, alla ricerca di un appiglio cui tenersi in balia di quel mare di emozioni.
Una serie di "ti amo" giunse alle sue orecchie, prima che l'uomo si svuotasse in lui con un'ultima spinta, raggiunto poi da Eren, che con un urlo liberatorio aveva toccato il tanto agognato paradiso. Le labbra del maggiore furono nuovamente sulle sue, bramose, alla ricerca delle gemelle, in un desiderio disperato di toccarsi ancora.
Chiuse gli occhi, mentre aspettava che i loro respiri tornassero normali, con ancora il corpo caldo di Levi a sovrastarlo: il suo volto era ancora nascosto nell'incavo del collo del minore, la tensione delle braccia si allentava nel tentativo di non urtare troppo il corpo del ragazzo nell'attimo in cui si abbandonò, sfinito, sul suo petto.
Il battito del cuore di Levi era forte e rassicurante contro il suo addome.
Dov'erano state tutte quelle dichiarazioni d'amore, quei baci, quei tocchi durante le giornate? Semplicemente, non c'erano.
Il giorno era fatto di sguardi freddi, toni imperiosi e ordini, il pomeriggio di passione, amore, carezze. La notte non era altro che un momento di solitudine per entrambi, costretti a separarsi immediatamente dopo l'amplesso per poter mantenere la segretezza del loro rapporto.
Con riluttanza, non appena il battito del suo cuore fu tornato alla normalità, allontanò da sè il corpo di Levi, privandosi del calore corporeo dell'uomo, che si stese supino.
Il suo respiro era ancora irregolare per lo sforzo, la mano che fino a qualche minuto prima stava stringendo il fianco di Eren era ora tra i suoi capelli neri come l'ebano. Gli occhi argentei del corvino avevano preso ad osservare rapiti ogni movimento del giovane, che si era messo seduto sul bordo del materasso.
Prima la biancheria, poi i pantaloni. Si alzò, in cerca della sua maglia scura, sentendo su di sè lo sguardo del maggiore quando indossò l'indumento.
Tornò a sedersi per poter infilare gli stivali.
Se prima lasciava la camera del caporale soddisfatto, con la taciturna promessa di un ulteriore incontro, ora non faceva più differenza. Lo feriva il modo in cui Levi non avesse mai protestato, al contrario, incitandolo a sbrigarsi per lasciare la stanza quanto prima.
Voleva davvero un rapporto così?
Non ne era certo.
Il corpo del maggiore, le sue dolci parole durante il sesso, le sue carezze erano diventate la sua droga.
Sarebbe stato capace di separarsene?
No.
Per nulla.
Stava infilando lo stivale destro quando due braccia forti e robuste si chiusero attorno al suo addome, sorprendendolo.
Le labbra dell'uomo sfiorarono appena la base del collo del ragazzo, per poi stringere la presa attorno al busto, avvicinandolo al suo.
«Levi...» mormorò Eren sorpreso, voltando appena il volto.
Non si accorse di come la sua mano fosse risalita immediatamente lungo il suo torace, stringendosi attorno a quella del caporale, che ricambiò la stretta con urgenza.
«Resta.»
Non era una richiesta, non era una preghiera. Era un ordine.
«Ma tu hai detto che-» provò a protestare, prima che Levi lo zittisse ancora, prima con un bacio sulla sua nuca, poi a parole.
«Non m'importa di ciò che ho detto. Resta.»
Era titubante.
La cosa giusta sarebbe stata andarsene, ora e in fretta, ma una parte di sè era tremendamente restia a lasciare la stanza.
«Non credo sia il caso di restare.»
«Solo per stanotte, Eren.»
Osservando come il giovane fosse ancora prigioniero del dubbio, in risposta il maggiore lo strinse ancora di più, portando la mano libera dove sapeva trovarsi il cuore di Eren, che chiuse gli occhi a quel tocco.
«Non lasciarmi...»
Fu appena un sussurro, ma arrivò forte e chiaro alle orecchie del minore.
«Non potrei mai.»
Arrossì, pronunciando quelle parole, ma non era il caso. Era pura e semplice verità.
Si sfilò gli stivali, tornando a stendersi tra le lenzuola con Rivaille, beandosi della sensazione della testa dell'uomo posata sul suo petto.
Il battito regolare del cuore di Eren era più inebriante di qualsiasi altra cosa, e accompagnò lentamente il caporale verso il sonno.
O forse fu la sensazione delle dita del minore tra i suoi capelli.
Forse, fu semplicemente la realizzazione di non potersi separare più dal giovane.



Angolo della ritardata(ria)


Sì, perché io ci metto anni per aggiornare Penny Dreadful e quando aggiorno
a distanza di qualche ora sforno anche una OS.
E VABBÈ TANTO SIAMO TUTTI FELICI COSI'.
Spero tanto vi sia piaciuta questa... cosa.
With love,


Your Joker.





  
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