- e m o z i o n i - 



|| P A U R A ||

Niska la provò, quando quel cliente inizialmente timido e innocuo le fece quella richiesta immonda.
« Puoi essere... spaventata? E più ... giovane? »
Quelle parole l'avevano fatta sentire per pochi secondi una delle tante possibili vittime di quel mostro che aveva dinnanzi ai suoi occhi chiari, quasi vitrei.
La bionda scosse il capo, apparentemente sotto shock, urlando « No! »
Il cliente mutò espressione sul viso, evidentemente era la prima volta che vedeva un Synth rivoltarsi in quel modo. Ciò voleva dire che non era una
s e m p l i c e m a c c h i n a.
Ma che aveva sentimenti, che provava emozioni, che poteva reagine.
Evidentemente la considerava ancora inferiore a lui perché prese il suo collo niveo e lo strinse con forza, provocando in lei un brivido di vero e puro terrore, che però si mutò in altro ben presto.

|| R A B B I A ||

La bionda ci mise poco a ribaltare la situazione.
« Chi ti ha insegnato a rispondere in questo modo? »
« Mio padre. »
Detto ciò, ora era lei a stringere fra le dita il collo dell'ennesimo mostro travestito da essere umano con cui doveva aver a che fare ogni giorno.
Già, nessun altro Synth avrebbe mai detto di avere un padre, ma lei l'aveva, e voleva esser libera al più presto per poter ricongiungersi alla sua
f a m i g l i a.
Un ringhio rabbioso sfuggì dalle labbra di Niska, stringendo ancor di più le dita intorno al collo di quella bestia, dando sfogo alla rabbia più pura e letale che aveva trattenuto dal suo rapimento ad oggi.

|| V I O L E N Z A ||

Bastò un sol movimento per spezzare violentemente quella vita.
c r a c k
Fu lo scricchiolio che fece il collo di quel verme, sotto il volere della numero sette.
Ormai i suoi occhi erano di un colore più vivo e più acceso, aggressivi e colmi di violenza.
Aveva detto addio a quelle iridi vitree e spente che la facevano sembrare all'apparenza un Synth come tutti gli altri.
Era ora di calare la maschera, perché le bugie iniziavano a pesare, soprattutto per chi come lei, poteva dirle.
Guardò con un ultimo sguardo colmo di rabbia quel corpo senza vita, prima di dirigersi a prendere un trench dai toni del beige.
Se Leo non l'aveva ancora portata fuori da quell'inferno, ci sarebbe uscita da sola quella sera stessa.
Avrebbe ottenuto ciò che voleva.

|| V E N D E T T A ||

Percorse il corridoio a luci rosse con passo deciso e marcato, segno che non si stava pentendo delle sue scelte.
Nonostante gli avevan detto di continuare a reprimere tutto dentro di sé, qualcosa in lei quella sera era esplosa.
La vendetta, la voglia di riappropriarsi della propria vita, e di riprendere ad essere se stessa, perché lei era stata costruita per provare qualcosa; dei
s e n t i m e n t i; e m o z i o n i .
Ed eccola lì, la donna che ogni giorno la vendeva a chiunque pur di avere soldi in cassa.
Niska ci mise poco a minacciarla, e a farla tremare dinnanzi a sé.
Addirittura la fece svenire, dopo che si fu tagliata dietro la nuca, alla ricerca dell'unica cosa che ormai le impediva di uscire da lì.

|| L I B E R T A ' ||

Niska estrasse quel bussolotto, macchiandosi le dita di quella sostanza simile al sangue; ma di colore blu.
Lo guardò, ancora incredula per ciò che era riuscita a fare.
Senza esitare, uscì da quell'incubo che l'aveva tormentata fin troppo, e quando si chiuse la porta dietro alle spalle, tutte quelle sensazioni che l'avevano resa letale quasi svanirono.
I suoi occhi chiari guardarono le luci della città che l'avvolgevano, cosa che non vedeva ormai da tempo.
Sentiva l'aria fresca della sera sul viso, e i profumi della libertà.
Finalmente, era l i b e r a .