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Autore: Dreamer_imperfect    05/10/2015    1 recensioni
[Audrey/Percy]
Tratto dal testo:
George si avvicina silenziosamente a Percy, intento ad abbottonarsi il cappotto. È giusto un sussurro.
"A Fred sarebbe piaciuta".
È un sussurro, ma è abbastanza.
(è anche troppo)
***
Percy Weasley stava urlando e non potevo proprio non ascoltarlo e anche perché la guerra, se non si è da soli, può fare meno paura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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La storia non è stata scritta con alcuno scopo di lucro. 



 
Alla mia famiglia,
ai miei gemelli e a tutte quelle persone
che, alla fine, sotto sotto
sono un po’ un Percy Weasley.
 
 
 
Capitolo primo.
Always, Blink 182. 
 
So here I am,
I’m trying
So here I am,
Are you ready?
 
 
 
Audrey Beckers è in ritardo, terribilmente. La sveglia babbana regalatole da suo fratello per lo scorso Natale, quella mattina, non ne ha voluto proprio sapere di suonare. Non è riuscita a farsi la doccia e non ha potuto nemmeno cibarsi di una colazione decente, stando attenta a non strappare le calze, si è vestita in fretta e furia. Pronta, sorride all’immagine dello specchio dell’ingresso del suo appartamento: i capelli sono perlomeno passabili, la camicia bianca è immacolata (sia benedetto lo smacchiante consigliato da sua madre!), la gonna nera è perfetta e le scarpe col tacco non sembrano neanche troppo scomode. Ora, può andare, sì. Percorre di fretta due rampe di scale, bussa alla porta di Olivia, la sua migliore amica, che le apre in pigiama. Le schiocca un bacio nella guancia e ‹‹ Devo andare a lavoro, fai la spesa anche per me! E passami a prendere in ufficio ››. Olivia arriva appena in tempo ad annuire e sorridere all’ombra della sua migliore amica nel pianerottolo di sotto, è troppo presto per fare qualcos’altro.
Continua a correre per le scale, con un sorriso sul volto e tanta voglia di provare, sentire, vivere. Non è proprio contenta - sfida qualcuno nel mondo magico ad esserlo dopo le ultime notizie, solo che tum tum, il suo cuore batte nel petto perché finalmente può lavorare veramente. Non che ci si annoi in ambasciata, anzi, il suo capo è uno dei suoi migliori amici e tutti gli altri sono così gentili e pronti a qualche battuta, ma era da troppo tempo che non veniva qualcosa a scombussolare, a sconvolgere, a metterli alla prova. Audrey ha un po’ paura, questo sì, ma, come ha deciso con Olivia l’altra sera di fronte a Titanic, lei non si schiererà mai dalla parte di Tu-Sai-Chi, anche se rischia di diventare matta dietro alle parole e alle lamentale dei cittadini belgi in Inghilterra, a costo di passare ore a sviscerare assieme agli Auror l’assassinio di un belga per “cause misteriose”.
Arriva al Ministero (i gabinetti sono troppo pieni a quest’ora del mattino!, si lamenta) e quasi corre per raggiungere la sala giusta. Quando arriva, si guarda attorno. Riconosce i tratti spigolosi dell’ambasciatore norvegese che stringe la mano a quello danese, accanto a loro, i loro assistenti sembrano non aspettare altro che essere presentati. Ci sono un sacco di volti, alcuni la salutano e lei ricambia con un sorriso, mentre, stringendo varie mani e salutando con un cenno al capo vari personaggi di cui sente costantemente parlare nel suo lavoro, raggiunge Stef. Audrey crede che a prima vista dia l’idea di essere troppo buono, lo si capisce dal sorriso e da quello sguardo fraterno, e un gran simpaticone, con cui proprio è impossibile litigare e siccome Audrey lo conosce bene, crede che non potrà mai esistere alcuna prima idea più giusta di questa. Stef Martins è una delle persone migliori che si possano incontrare, ne è sicura: mangia tutto, non fa mai pesare nulla, è disponibile sia per ubriacarsi dopo una giornata lavorativa pesante sia per andare a correre fra i Babbani la domenica mattina ad Hyde Park. Non esiste persona più versatile, cordiale e disponibile. Audrey deve gran parte (per non dire tutta) della sua vita di ora a lui: le ha dato fiducia quando era solo una diciottenne senza esperienze concrete lavorative, l’ha aiutata a trovare un appartamento a Londra che costasse poco e le ha fatto conoscere i suoi migliori amici, consapevole che poco dopo sarebbero diventati quelli di tutti e due.
‹‹ Sei in ritardo ›› le fa presente, con un sorriso divertito.
‹‹ Lo so, − annuisce appena mentre continua a guardarsi attorno − l’ambasciatore spagnolo Marquéz ha un nuovo braccio destro? ›› chiede poi, inclinando la testa di lato per studiare la figura accanto all’ambasciatore spagnolo, impegnato a stringere la mano ad un volto sconosciuto.
‹‹ Sì, si chiama Sofìa Lòpez, non è male: Elisabeth l’altro giorno mi ha detto che è in gamba, efficiente e precisa e - prima che tu me lo chieda - non lo ha detto pure a te, perché eri a casa, malata ›› le scompiglia un attimo i lunghi capelli mori, ricomponendosi subito dopo, non vuole che l’ambasciatore francese pensi che non sia professionale e diligente.
‹‹ Devo parlare con Elisabeth, − sbuffa − non mi piace non essere informata. Ad ogni modo, sono contenta. Finalmente qualche nuova donna: ci siamo solo io e quella francese dalla puzza sotto il naso! ›› borbotta, giocando con i capelli mossi che le solleticano il gomito sul bracciolo della sedia.
‹‹ In effetti, siamo praticamente solo uomini a girare per le ambasciate al momento. Ah, − dice poi − ti ho lasciato sulla scrivania delle pratiche da guardare, possibilmente entro dopodomani ›› cambia argomento perché nessuno può veramente voler iniziare con Audrey una discussione sui ruoli occupati dalle donne nella società odierna. Non ha proprio voglia di litigare, non con così tanta stanchezza addosso: non doveva rimanere fino a tardi in ufficio, ieri sera, non con l’incontro per le dimissioni di Caramell il giorno dopo.
‹‹ Lo faccio appena torno a casa e domani mattina te le faccio trovare sulla tua scrivania ›› risponde subito dopo. Le piace essere efficiente nel lavoro, lo fa con piacere: lo ama, non lo cambierebbe per niente al mondo. Adora fare da tramite fra l’Inghilterra e il Belgio assieme a Stef, in particolare occuparsi del progresso culturale e di quello scientifico, impara cose che altrimenti non avrebbe occasione di apprendere e, modestia a parte, sa di essere piuttosto brava in ciò che fa, ci riesce bene e ne è consapevole.
Stef non riesce a dire nient’altro, un brusio si diffonde e il Ministro Cornelius Caramell entra in sala, con le spalle ricurve e la mantella di ottima stoffa che striscia lievemente a terra, seguito da altre persone.
Audrey allunga il collo per vedere meglio qualche volto, molti li ha già visti in compagnia di Caramell, come quel rosso che cerca di darsi un’aria importante e sembra poter baciare il pavimento su cui cammina il suo superiore e quell’uomo basso di cui i bottoni della camicia bianca sembrano stare per volare via. Aspetta che prendano posto sulle poltrone di fronte a tutti loro e li scruta in silenzio, con gli occhi marroni dalle lunghe ciglia che si assottigliano.
‹‹ Grazie per essere venuti quest’oggi, − è il rosso notato poco prima che prende parola, gonfiando il petto e alzando il mento, sembra onorato di essere lì, di stare parlando ed Audrey - semplicemente - non lo sopporta già − io sono il Signor Weasley, l’assistente personale del nostro Ministro, mi sono premurato personalmente che fossero presenti solo le persone adeguate a questo ambiente, per tanto, vi chiedo di far rimanere tutto ciò che il Signor Caramell andrà a dire qui dentro, successivamente egli stesso sceglierà cosa rivelare alla stampa, la quale non deve essere assolutamente informata dei dettagli di questo incontro. Per tanto, lascio la parola al nostro Ministro ›› conclude poi con un sorriso, sedendosi.
‹‹ Tanto, anche se venisse informata, il Ministero ha pieno controllo della Gazzetta del Profeta: gli ha imposto di scrivere di un mondo pieno di serenità turbato solo da quel mascalzone di Harry Potter per un anno intero ›› sussurra Audrey all’orecchio di Stef, con una nota ironica nella voce. Ancora, semplicemente, non riesce a perdonare il Ministero per essere stato così idiota. La sola idea le fa stringere i pugni, non ci crede che questi inglesi abbiano scelto un Ministro così codardo.
‹‹ Come penso tutti sappiate, − dice schiarendosi la voce, tutta la sala si fa muta − sono qui oggi per annunciarvi con immenso rammarico le mie dimissioni. La comunità magica inglese non ha potuto ignorare i comportamenti e le decisioni che ho preso in quest’ultimo anno, non la biasimo per questo: ha ragione. Ho imparato a mie spese che bisogna prendere atto delle nostre scelte e di ciò che ci circonda, credo di aver sbagliato terribilmente a non ammettere il ritorno di Voi-Sapete-Chi, per questo non mi stupisco che la comunità magica abbia chiesto per quindici giorni di fila le mie dimissioni, non ne vado fiero, ma non si può tornare indietro. Se non fossi stato così stolto, oggi saremmo perlomeno più preparati a livello pratico contro il pericolo che incombe su tutti noi, gli Auror sarebbero più pronti e le famiglie magiche avrebbero una protezione sopra le loro case, ne sono sicuro. Ad ogni modo, nei miei ultimi giorni di carica mi sono occupato di non lasciare pratiche in corso, in modo che il nostro futuro nuovo Ministro possa dedicarsi quasi completamente al ritorno di Voi-Sapete-Chi, spero che lui possa muoversi a capo di questo Paese meglio di me e che porti avanti, come è sempre stato fatto, lo scambio culturale e scientifico e gli accordi fra i nostri Stati. − fa una breve pausa, scambiandosi un sorriso con le persone di fronte a lui − Non mi ritiro, comunque, rimarrò presente nel nostro Ministero come Consulente, confido di evitare al futuro nuovo Ministro gli errori che ho commesso io stesso. Il mio ultimo compito sarà andare ad avvisare il Primo Ministro Babbano sui pericoli ai quali siamo tutti soggetti, come i tragici eventi a cui siamo stati spettatori questa settimana*, causati probabilmente dai Mangiamorte scappati l’anno scorso da Azkaban e quelli che non siamo mai riusciti a catturare. Domani probabilmente saprete, come tutti noi, il nuovo Ministro. Vi ringrazio per l’attenzione e per il lavoro che state ancora egregiamente portando avanti anche nel nostro Paese ›› conclude in fine, mentre i presenti iniziano a battere le mani.
Audrey, che applaude con fare annoiato, si scambia un’occhiata con Stef. Non vede l’ora di lamentarsi con Olivia.
 
***
 
Olivia Lewis ha fame, mentre si domanda come dopo due anni possa ancora pensare che la sua migliore amica arrivi puntuale. È ferma alla cabina telefonica rossa da più di quindici minuti, senza cibo e senza musica, e di Audrey non c’è ancora traccia. Quando un campanile suona in lontananza, sbuffa seccata: non ha fatto la spesa né per lei né per la sua migliore amica, quell’oggi, d’altronde, nella tv Babbana che ha trasmettevano Doctor Who e lei è perfettamente convinta che non ci sia modo migliore per spendere il giorno libero di fare fondamentalmente nulla, se si esclude la lettura di un libro preso in qualche strada nascosta della sua amata Londra o rimanere sdraiata nel divano a fare zapping in tv. Non ha mangiato nulla, escludendo la colazione fatta alle due del pomeriggio dopo essersi risvegliata, ed ora ha fame, soprattutto perché il pensiero delle McNuggets che le verranno servite fra un po’ al McDonald’s vicino a casa, non la aiuta.
‹‹ Scusami, scusami! Dopo il discorso delle dimissioni di Caramell, ci sono state un sacco di domande e siamo rimasti lì altre due ore, e dopo, be’, dovevo sbrigare altro lavoro. È da molto che aspetti? ›› se Olivia non amasse la sua migliore amica, la starebbe già trascinando via da lì in fretta e furia, però è la persona più importante della sua vita e siccome ha notato le occhiaie sotto gli occhi e il sorriso stanco, le sorride.
‹‹ Abbastanza, ma io non ho fatto la spesa per nessuna delle due, direi che siamo pari quindi ›› risponde, dondolandosi sulle All Star.
‹‹ McDonald’s? ›› ride Audrey con i capelli neri che le cadono dietro le spalle.
‹‹ Lo vedi perché siamo migliori amiche? ›› scherza lei, prendendola sotto braccio ‹‹ Ad ogni modo, “dimissioni di Caramell”? È ufficiale, quindi?››.
‹‹ Già, – annuisce – quasi non ci credevo! Credo sia da un anno che non aspetto altro, ma non sappiamo ancora quale sia il nuovo Ministro, anche se Stef mi ha detto che avremmo un incontro personale con lui prossimamente, spero sia migliore di Caramell, anche se ci vuole poco! D’altr- ››.
‹‹ Signorina Beckers, giusto? ›› si aggiunge una terza voce alla conversazione, proviene da dietro e Audrey, di spalle, si gira curiosa.
‹‹ Esattamente, lei è il Signor Weasley, invece? ›› risponde incuriosita.
‹‹ Sì – accompagna la parola ad un segno affermativo col capo – e mi scusi se mi intrometto nella conversazione, ma mi volevo accertare che non rilasciasse particolari su ciò detto dal nostro Ministro, che continua ad esserlo fino a domani pomeriggio, quando si troverà un sostituto, fra l’altro, non ritengo che sia necessario diffamarlo e personalmente non capisco come si permetta ›› Olivia fa un passo indietro: ma questo da dove viene fuori? Vorrebbe andarsene rapidamente, soprattutto quando sente Audrey tendersi affianco a lei.
‹‹ Ma veramente come non si permette lei! – risponde subito, pronta – Non credo che lei sia così stupido da non riconoscere quanto sia stato sbagliato per i maghi della Gran Bretagna averlo a capo ›› non pensava fosse possibile che qualcuno avesse dei dubbi a riguardo,  ma evidentemente si sbagliava.
‹‹ Ha fatto un gran percorso nella sua carriera! Nell’ultimo anno ha solo cercato di non dare per scontate le parole di due pazzi e -››.
‹‹ “Pazzi”? Ma è serio? Lei crede davvero che Albus Silente - quell’ Albus Silente sia un pazzo? Come Harry Potter? Lei crede soltanto ciò che le hanno obbligato ad appoggiare! Anzi, scommetto che quand’era ad Hogwarts, sotto il tetto di Albus Silente, lei lo venerasse, come ora fa con Cornelius Caramell ›› incrocia le braccia al petto, seccata.
‹‹ Io ragiono con la mia testa, invece! E sono convinto che Silente sia stata un’ottima persona, ma che ora la vecchiaia inizi un po’ a farsi sentire. I miei superiori non mi costringono a credere quello che vogliono, sono semplicemente informato su ciò che pensano e hanno intenzione di fare ed io mi trovo d’accordo con loro, non crede che altrimenti non farei questo lavoro? ›› gonfia il petto, mentre parla della sua carica.
‹‹ Non farebbe questo lavoro perché una persona come Cornelius Caramell, appena si sente minacciato, scatta sulla difensiva! Se si mostrasse contro, sarebbe già disoccupato›› replica, puntandogli l’indice contro. Olivia non è più stretta a lei, ma continua a tenerle una mano sul gomito, un po’ per trattenerla, un po’ per ricordarle che è lì (sempre dalla sua parte). Percy, invece, sembra colpito, quasi ferito. Arretra di un passo, mentre le labbra si socchiudono non lasciando uscire nessun suono.
‹‹ Come può dirlo? Non mi pare che lei lavori affianco a me o conosca Cornelius Caramell come le sue tasche›› mormora infine, come un soffio. È incredibile come l’atmosfera intorno a loro sia cambiata in così poco tempo, Audrey si morde all’interno la guancia, non le sembra di aver detto niente in grado di colpirlo così tanto.
‹‹ Ha ragione, questo è vero, però non le permetto di anche solo pensare che sono stupida: non lavorerò con lei e non sono la migliore amica di Caramell, ma è un anno intero che ho a che fare con le decisioni che prende e che sono tenuta a sapere per lavoro, per tanto, penso di essere abbastanza sveglia da saper fare due più due››gli risponde, con più calma, soppesando le parole. Percy sembra essersi risvegliato da un brutto sogno quando la sente rispondergli, passa le mani sopra le pieghe delle camicia, respirando pesantemente.
‹‹ Non avevo mai pensato che sia stupida, mi scusi se le ho fatto capire ciò. Mi dà fastidio sentire si parli di certi argomenti in questi – evita di specificare quali – modi. Ora mi scusi, ma Cornelius ha invitato tutti i suoi dipendenti stretti a cena, buona serata a lei e la sua amica, Signorina Beckers ›› avrebbe ancora tanto da dire, Audrey l’ha capito. Gli rivolge un segno col capo poco prima di sentire il pop della Materializzazione, rivolge l’ennesimo sorriso stanco a Olivia - che sembra tornata a respirare solo ora, lontana da occhi estranei e giudizi affrettati, sicura di essere accolta e accettata.
‹‹ Simpatico ›› decreta infine Olivia con un po’ di sarcasmo nella voce, smorzando l’atmosfera. Conosce Audrey e sa che passerà ore a pensare a come abbia potuto offendere così tanto il Signor Weasley. Ha anche la spiacevole sensazione che non sarà l’ultima volta con cui ne avrà a che fare.
‹‹ Allora questo McDonald’s? – ride Audrey, con la mente altrove – Prima però passiamo da casa, lo sai benissimo che questi vestiti eleganti li uso unicamente per andare a lavoro!›› le prende la mano prima di Materializzarsi a casa (finalmente).
 
***
Quella notte, mentre Olivia ha uno dei soliti incubi al piano di sotto e Percy rilegge per la quarta volta la stessa frase di un libro, Audrey è nel suo appartamento a sorseggiare tè caldo. Sposta lo sguardo sui libri caduti dal tavolino, sulla lampada cinese nel comò della sala, sul telecomando nascosto dietro un cuscino nel divano, sulla macchia nel pavimento e su tutte le foto alla parete: i volti di Olivia, Ruben e Noemiè le sorridono. Sposta lo sguardo su tutto e non vede niente. Nella sua testa innumerevoli “come” e “perché?” non ricevono risposta, non riesce nemmeno a capire perché le importi così tanto. Poco più tardi, quando appoggia la tazza, piena di tea fino a poco prima, nell’acquaio, non può fare a meno di stringere con stizza i bordi del ripiano, mentre chiude gli occhi e pensa Dannato Weasley!
 






come i tragici eventi a cui siamo stati spettatori questa settimana*: Faccio riferimento a quelli riportati nel primo capitolo di Harry Potter E Il Principe Mezzosangue, ovvero il crollo del ponte di Brockdale (prima scena del sesto film), degli omicidi di Amelia Bones e Emmeline Vance e il finimondo nel West Country.



Lele's corner. 
Io non so veramente perchè sto postando questo capitolo oggi, probabilmente per ritardare i compiti ancora un pochino e per risollvermi il morale dalla verifica di matematica di questa mattina, be', ad ogni modo, sono qui e ... troppo lungo? Troppo corto? Troppo noioso? Troppo pieno? Ne sono molto insicura, a dir la verità, ho accennato ad un sacco di cose che poi si andranno a sviluppare prossimamente, come il rapporto fra Olivia e Audrey, i comportamenti di Percy, il lavoro in ambasciata e il personaggio di Stef, gli incubi di Olivia e così via, e non so quanto questo possa piacervi o meno. Abbiate pazienza :)  
Ci terrei a fare alcune precisazioni:
01. La Rowling non ci ha mai confermato l'esistenza di ambasciate nel mondo magico, ma non ci ha neanche confermato il contrario, giusto? Audrey è proprio il braccio destro di Stef: prende il suo posto quando questo si assenta, ha un ruolo più alto rispetto ad altre persone che magari incontrerete nel corso della storia e capita raramente che debba tornara nel suo paese di origine: il Belgio. 
02. Il personaggio di Audrey e tutti gli altri non presenti nella saga sono caratterizzati da me, per tanto non si accetta nessun tipo di plagio.
03. Il titolo della storia è preso dalla canzone There is a light that never goes out degli The Smiths, per il testo e per tanti altri motivi :) 
04. Il titolo del capitolo, come penso abbiate intuito dal titolo, è preso dalla canzone Always dei Blink 182 (che sono bravissimi, correte ad ascoltarli!), così come i versi che vengono riportati prima del primo paragrafo. 
Credo di non dover fare altre precisazioni che purtroppo però saranno sempre presenti in fondo al capitolo. La storia va pari passo agli avvenimenti avvenuti nei libri, anche sottigliezze o particolari che qualcuno potrebbe non ricordarsi, per questo riporterò spesso informazioni prese dai miei volumi di HP. Questo capitolo è situato poco prima al primo di HP e Il principe Mezzosangue, considerando che si apre con il discorso di Caramell al primo ministro babbano. 
Lo so, è abbastanza noioso: non si sa quasi nulla dei personaggi, vale la pena un altro capitolo? 
Spero mi farete sapere, un grazie se siete arrivati fino a qui, in particolare alla mia Olivia che mi ha scritto "Io mi fido di te, fidati anche tu" e buona settimana a tutti, 
Lele. 



 
  
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