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Autore: callingonsatellites    05/10/2015    4 recensioni
(trama iniziale leggermente modificata)
Un tranquillo soggiorno nella -per lei tristissima- città di Londra per Kenny, fotografa "nomade" con fisso in testa il pensiero di un paio di occhi che non riuscirà a dimenticare, ma forse nemmeno a rivedere. Meno male che un simpaticissimo hater cercherà di rovinare l'esistenza sia a lei che alla band più famosa del momento, i Tokio Hotel. Riuscirà, in compagnia del vampiro più melodrammatico e del cantante più stridulo del mondo a scovare il nemico misterioso? E soprattutto, rivedrà gli amati occhioni stratruccati che le hanno rubato il cuore?
-crossover-
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Click.
 
Click.
 
Click.
 
Un “click” che assomiglia più a un “crash”, a dire il vero. Kenny lo aveva sempre pensato, da quando aveva iniziato a lavorare con le macchine fotografiche. Dunque, crash.
 
Crash.
 
-Perfetto, abbiamo finito. Potete andare- Axel congedò i quattro ragazzi semplicemente, senza troppi convenevoli. Axel era il suo migliore amico, nonché il suo migliore collega. Era lui a fare le foto, di solito, lei era più brava al computer, quando bisognava svilupparle e ritoccarle. E si divertiva un mondo. Secondo Kenny la cosa più importante quando si faceva il proprio lavoro era divertirsi. Almeno per lei.
 
-Tieni. Adesso se non ti spiace io vado, che ho un appuntamento con Jasmine, e Dio solo sa cosa mi fa se arrivo in ritardo … - fece Axel consegnandole la scheda contenente le foto, e dopo aver salutato in fretta tutti i ragazzi dello studio, infilò la porta.
 
Kenny si sedette alla scrivania, raggiante. Quindi appoggiò un fumetto vicino al computer, non leggeva mai al lavoro, ma non sapeva perché quel piccolo libro appoggiato sulla scrivania le dava sicurezza. Aprì il pc, trasferì le foto, aprì il programma e affondò completamente nel suo lavoro.
 
 
*
 
 
-Hakushaku To Yousei?- chiese una voce da dietro la scrivania. Kenny fece un salto sulla sedia.
 
-Chi … cosa …- farfugliò alzando lo sguardo dal computer. Il ragazzo magro, i capelli corvini tirati indietro, gli occhi nocciola pesantemente truccati, e alcuni piercing sul viso, lo stesso  che compariva nella foto sul computer la guardava con un’espressione a metà fra l’incuriosito, l’impaziente e il seccato. Affascinante. E teneva in mano il suo manga.
 
-Le piacciono i manga?- chiese il ragazzo.
 
-Sì, molto. Se non le dispiace, potrebbe metterlo giù?
 
-Piacciono molto anche a me. Leggo fumetti giapponesi da quando avevo … sette o otto anni. Non si direbbe, vero?- domandò ironico. –Qual è il suo preferito?
 
Kenny si trovò colta alla sprovvista. Non si aspettava domande del genere.
 
-E’ … è sempre stato Sailor Moon. Ma da quando ho letto Hakushaku To Yousei non posso più dire la stessa cosa. Lo so, è un po’ infantile, ma i manga da “adulti” non mi piacciono chissà che.
 
-Bah, non direi infantile.
 
-E il suo preferito, se posso chiederlo, qual è?
 
Il ragazzo la guardò sollevando un sopracciglio, con la stessa espressione seccata di prima.
 
-Dragon Ball- disse, senza cambiare espressione.
 
-… parla sul serio?- Kenny fermò una risata per miracolo.
 
-Sì, parlo sul serio. Non mi fraintenda, ho letto un sacco di fumetti giapponesi, di tutti i generi, anche neri. Ma Dragon Ball è sempre stato il mio preferito, è stato il primo che ho letto e non ho mai cambiato da allora.
 
-E’ per questo che fino a un paio di anni fa si divertiva a copiare i capelli al protagnoista?- chiese Kenny, riabbassando gli occhi sullo schermo.
 
-Divertente … comunque no, mi dispiace. E poi erano quattro anni fa- ammise lui sorridendo.
 
-Doveva vedere la sua faccia quando sono entrato.-disse cambiando argomento.- Era così concentrata sul lavoro che non mi ha nemmeno sentito entrare. E dire che non mi sono certo impegnato ad essere silenzioso. Cosa sta facendo di così divertente?
 
-Il mio lavoro, perché me lo chiede? Cosa credeva che stessi facendo?
 
-Curiosità. Piuttosto … lo sa che lei è l’unica persona rimasta in tutto lo studio?
 
Kenny si stupì. L’unica? Davvero?
 
-Beh, non proprio l’unica, a quanto pare. Lei cosa ci fa ancora qui?
 
-Passo il tempo. Ma scusi … sono le otto e mezza, non conosco le sue abitudini, ma so che un normale essere umano a quest’ora senza aver mangiato niente sia schiattando dalla fame.
 
-E lei come sa che io non ho mangiato niente?
 
-Non ho visto cibo entrare o uscire dal suo ufficio, quindi a meno che lei non abbia divorato selvaggiamente un povero uccellino che passava fuori dalla finestra …
 
-Ma che cavolo sta dicendo? … comunque sì, sto morendo di fame ora che ci penso. Io esco. Arrivederci signor Kaulitz …
 
-Hei, non penserà di lasciarmi qui da solo? Vengo con lei, se permette … miss?
 
-Kenny Campbell.
 
-Suona inglese … e comunque, com’è che si chiama?
 
-Kenny.
 
-No, il nome vero, intendo. Dai, Kenny Campbell suona così male!
 
Kenny inarcò un sopracciglio.
 
-Io mi chiamo Kenny. Punto. Che le piaccia o no!
 
-Questo mi lascia intendere che lei non sia chiama Kenny. Allora, mi dice il suo vero nome?
 
-Uff … mi chiamo Anniejade. Anniejade Campbell.
 
-Ma è un bellissimo nome! Molto teatrale.
 
-Non è vero, è un nome terribilmente lungo e noioso. Quindi non si azzardi a chiamarmi così.
 
-Va bene Kennyjade?
 
Kenny fece una smorfia interrogativa.
 
-Ehm … se ci tiene.
 
Nel frattempo erano usciti dallo studio. Kenny si diresse verso la fermata del taxi, ma Bill la fermò prima.
 
-Negativo, signorina, oggi lei è nelle mie mani. La porto in un posticino niente male, permette?
 
“Nelle sue mani? Ma come si permette …” pensò la ragazza, ma il cervello, nel vedere il sorriso del Kaulitz, le disse di lasciar perdere.
 
-E va bene. Ma voglio essere a casa per le dieci e …
 
-Perfetto! Veloce, prima che si riempia di gente!- la interruppe Bill prendendola a braccetto e facendola salire in macchina.
 
-Ma chi le ha insegnato a trattare una donna, scusi?- chiese lei, facendo la finta offesa.
 
-Bigfoot. Perché, si capisce?- rispose a tono lui, facendo un sorriso galante e mettendo in moto.
 
-Sì, si capisce.-finì Kenny, ridendo.
   
 
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