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Autore: Rin_Sol    15/02/2009    6 recensioni
Non gli pesavano i tre giorni di viaggio; ormai era quasi arrivato, aveva voglia di vederla e, anche se non lo avrebbe ammesso chiaramente, le era mancata.
Non gli era pesato nemmeno convincere l’Hokage a dargli dei giorni di permesso senza farle capire a cosa gli servissero, perché sarebbe stato troppo imbarazzante, anche se era sicuro che quella donna la sapesse lunga e in fin dei conti era stata fin troppo accondiscendente. E tutto questo, per lui, era assurdo. Proprio lui, che riusciva a fatica ad alzarsi dal letto al mattino, che voleva una vita tranquilla, che considerava tutto una seccatura tranne le nuvole, si era scelto una ragazza che viveva a tre giorni di viaggio da lui.
[Solarial&Rinoa presentano: ShikaTema SasuIno]
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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lala

No, non siete per nulla visionari oh nostri cari lettori. E non fate quella faccia suvvia!
Quello che vedete è davvero una ShikaTema/SasuIno scritta da due mosche biancherrime!
Com'è nato tutto questo?
Sì, perché vogliamo dirvelo. Ringraziate le nostre sorelle che non solo tifano ShikaTema ma ci hanno sfidate ad essere per una settimana Mosche Nere e quindi scrivere una ShikaTem.
Ora, secondo voi, noi, Rinoa e Solarial, due mosche bianche, potevamo mai tirarci indietro?
Potevamo mai rifiutare una sfida come questa?
Potevamo mai abbassare il capo?
Ebbene, la risposta a tutti questi quesiti ovviamente è NO, Giammaaaai!

Non solo cari viandanti, dovete sapere che siamo andate contro tutti e tutti per portare a termine la nostra missione!
Alcune ci hanno chiamato traditrici, altre ci hanno assecondato... abbiamo sopportato di tutto e per quella settimana è scoppiato il panico OVUNQUEQ! Ma alla fine ce l'abbiamo fatta, signori! Perché NOI non solo facciamo come ci pare, e non ci lasciamo condizionare da nessuno <_<, ma non ci rimangiamo mai la parola!
E che nessuno ci dica che non teniamo alla nostra famiglia! (Cit)

Dedicata a sunako chan e selphie86 
le parti nere della nostra esistenza XD
Dedicata a Bambi88
che ci ha sopportate in questo calvario!


Shikamaru Vs Valentino: 
He Can't Lose.



14 Febbraio.
S. Valentino.

Il giorno che tutti gli uomini amano ed odiano allo stesso tempo. Lo amano perché attendono il cioccolato che riceveranno dalle compagne -soprattutto i più golosi-, e lo odiano perché dovranno regalare qualcosa a loro volta. E si sa, gli uomini vanno nel panico per questo, non sanno mai che pesci pigliare, a parte qualche rarissima eccezione.

Un’eccezione che non si chiamava certamente Shikamaru Nara. Per lui era sempre tutto diverso, anche il giorno di S. Valentino. Non lo amava né lo odiava. Semplicemente, era una seccatura. All’inizio non capiva perché tutti i suoi amici si davano così tanto da fare per trovare un regalo che potesse piacere alle loro ragazze, ma quando si ritrovò l’immagine di Temari che minacciava “Se ti presenti con un altro ventaglio, ti uccido” capì.

Così anche il genio dal quoziente intellettivo oltre 200 si era ritrovato incastrato da una donna, e non poteva far altro che rassegnarsi. E non era tutto. A parte il fatto che Temari pretendeva un regalo che non fosse un ventaglio o dei fiori, lo aveva anche costretto ad andare a Suna per passare quel giorno lì, perché lei lo voleva passare normalmente come tutte le altre coppie, e di certo non poteva pretendere che si facesse tre giorni di viaggio per andare a Konoha a festeggiare, con tutte le responsabilità che aveva come sorella del Kazekage.

Non gli pesavano i tre giorni di viaggio; ormai era quasi arrivato, aveva voglia di vederla e, anche se non lo avrebbe ammesso chiaramente, le era mancata.
Non gli era pesato nemmeno convincere l’Hokage a dargli dei giorni di permesso senza farle capire a cosa gli servissero, perché sarebbe stato troppo imbarazzante, anche se era sicuro che quella donna la sapesse lunga e in fin dei conti era stata fin troppo accondiscendente. E tutto questo, per lui, era assurdo. Proprio lui, che riusciva a fatica ad alzarsi dal letto al mattino, che voleva una vita tranquilla, che considerava tutto una seccatura tranne le nuvole, si era scelto una ragazza che viveva a tre giorni di viaggio da lui.

Ma ciò che in quel momento gli rodeva il cervello era il pensiero di non aver azzeccato il regalo giusto per la sua fidanzata. Certo, ci teneva che quello che le aveva preso le piacesse, ma era più il terrore di venire picchiato a terrorizzarlo. Chi conosceva bene Temari gli avrebbe dato ragione. Per fortuna, all’ultimo minuto, in un gesto di totale disperazione, non convinto di quello che le aveva preso, si era ridotto a chiedere consiglio ad Ino. Lei conosceva i gusti di Temari, essendo donna e sua amica, anche se era consapevole che avrebbe voluto qualcosa in cambio.

Lo diceva sempre, le donne erano una seccatura.

Adesso aveva ben due regali da consegnare, magari in questo modo Temari sarebbe stata più tollerante. Ma no, ghignò, non si sarebbe fatta abbindolare per questo. Non pensava che il suo regalo fosse così pessimo ma l’espressione di Ino quando gliel’aveva mostrato era stata chiara e l’aveva fatto pentire di averlo preso. Che genio.

Dai Shika, non puoi averlo fatto davvero…” Ino lo guardava quasi schifata, gli occhi puntati su quella scatola, ancora incredula. Quando il suo compagno di squadra le aveva detto di non essere capace a scegliere dei regali non credeva fino a quel punto. Ma adesso ne era totalmente sicura.

“Ok Ino, ho capito l’antifona. Qualche suggerimento o vuoi sfottere ancora per molto?” le aveva detto lui, togliendole la scatola di mano, nascondendola il più velocemente possibile. Temari avrebbe pagato per tutto l’imbarazzo che gli stava facendo provare, eccome.

Mi piacerebbe farlo, ma ho da fare” mostrò la lingua lei, indispettita. “Ci penso io, non preoccuparti!” aggiunse infine, facendogli l’occhiolino. “A due condizioni, ovviamente.”

Ovviamente.” Fece sarcastico lui, aspettandosi qualcosa del genere. Ino Yamanaka che ti favorisce senza volere qualcosa in cambio… sarebbe stato come chiedere a Chouji di non mangiare ad un banchetto nuziale: praticamente impossibile!

Condizione numero uno: non aprire quello che IO comprerò per Temari, per nessun motivo.”

Il Nara aveva alzato un sopracciglio, perplesso. Che aveva in mente? Non sapeva se poteva fidarsi completamente, ma non aveva altra scelta. Annuì quindi leggermente, schioccando la lingua.

E la seconda?” si azzardò a chiedere.

La biondina ridacchiò, allontanandosi dal campo di allenamento con un cenno di saluto.

Chissà che cosa avrebbe preteso in cambio del suo aiuto quel demonio. Oh, sicuramente non qualcosa di pratico o facile. Quella donna, non solo era difficile da accontentare, ma era nata per complicare la vita al creato.
Di una cosa era sicuro, mai andare contro di lei, meglio assecondarla per non avere problemi!
Sorrise sadicamente. Com'era il titolo di quel film che lei aveva costretto a vedere insieme? Ah si... gli pareva “Il diavolo veste Prada”; mah, sinceramente ci vedeva meglio quel titolo con una piccola modifica:
Il Diavolo veste Yamanaka. Decisamente. Ma lei non l'avrebbe mai saputo.

Mentre camminava per le vie di Suna si chiedeva perché diavolo le guardie dovessero sempre chiedere il motivo della visita. Più che domande a scopo informativo sembrava un vero e proprio interrogatorio! Mancavano solo una stanza piccola al buio, un tavolino, una sedia, odore di tabacco e una lampada dritta in faccia per completare l'opera.
Oh, capiva che lo facessero per la sicurezza del proprio villaggio, ma... insomma, era stato imbarazzante per lui dover spiegare il perché della visita. Non che avesse detto tutta la verità, ci mancherebbe! Uno shinobi doveva essere in grado anche di mentire perfettamente nelle situazioni che lo richiedevano e quella lo era sicuramente, ma a giudicare dai sorrisini e allusioni, avevano capito alla perfezione. Non è che ci volesse chissà quale titolo per associare il 14 febbraio con la presenza di Shikamaru Nara a Suna.

Mani nelle tasche, sbadigliando sonoramente, cercava di raggiungere le stanze di Temari con passo trascinato. Ormai si poteva considerare “di casa”, per cui sapeva esattamente dove andare. Il problema era che, essendo una delle stanze più lontane dall'entrata, c'era della strada da percorrere, scale da salire, corridoi da attraversare, e quella di certo era una bella scocciatura, sopratutto per lui che odiava sforzarsi. Per non parlare di tutta quella gente che lo guardava incuriosita al suo passaggio. Un altro punto da aggiungere alla lista del “perché questa me la pagherai cara prima o poi Temari”.

Non aveva fatto in tempo a bussare che si era trovato di fronte la figura austera del Kazekage in persona.
Aveva drizzato improvvisamente la sua postura per mettersi in una posizione più dritta e decente.
Ogni volta che lo vedeva un brivido gli saliva lentamente la spina dorsale e questa volta non era diversa: aveva sentito gli occhi di Gaara scorrere su tutta la sua figura con una lentezza talmente asfissiante che lo aveva fatto tremare dentro;
e si sentiva come se quelle iridi potessero penetrare dentro di lui nel profondo, rendendolo così piegato alla sua mercé: debole e fragile come una preda di fronte al predatore la cui fine è ormai prossima.
Inghiottendo la saliva in eccesso aveva accennato un saluto. Gaara continuava a guardarlo come se fosse un insetto da schiacciare e, dopo aver ricambiato il saluto, più per educazione che cortesia, si era allontanato con passo lento e misurato.
Sicuro che non ci fosse più, tirò un sospiro di sollievo. Decisamente non doveva piacere se ogni volta gli riservava quel trattamento. Non gli sembrava stare nemmeno tra le simpatie di Kankuro ma con lui però non sentiva quella paura, solo disagio. Chissà poi perché non lo avevano preso a genio.
-Che scocciatura!- sussurrava oltrepassando la soglia.

Ok, doveva ammettere che tutte quelle fatiche valevano la pena se l'accoglienza riservata era quella. Sorrise maliziosamente mentre guardava Temari seduta sul tavolo con le gambe incrociate elegantemente, ignara della sua presenza, con gli occhi che scorrevano veloci ed attenti sulla cartella che teneva con una mano.

Shikamaru fece scorrere il suo sguardo su tutta la sua figura fino a soffermarsi sulle gambe incrociate dove si poteva benissimo vedere la coscia scoperta dallo spacco -un po' troppo evidente per i suoi gusti- della sua lunga veste. Incrociò le braccia al petto mentre le sue iridi proseguirono la sua ispezione scendendo sulla curva del ginocchio per percorrere lentamente i polpacci e soffermarsi sulle sottili caviglie dove poteva osservare il piede destro muoversi sensuale al ritmo di quella musica che stava ascoltando, mimando con le labbra la voce della cantante che intonava le note di “You Give Me Fever”.

-Carina la performance.- Temari si era voltata in direzione della voce con aria sorpresa, poi, riconoscendo il proprietario, aveva sollevato le labbra in un sorrisino malizioso. Era arrivato finalmente!

-Niente male, vero?- Rispondeva scendendo dal tavolo muovendosi sensuale verso di lui.

-Ho visto di meglio.- Diceva lui con nonchalance.

-Ma il meglio è nulla in confronto a me.

-Come no.

- Nara, te l'ha mai detto nessuno che sei uno stronzo?

- Sabaku, te l'ha mai detto nessuno che sei una scocciatura?

-Di certo la più sexy ed intelligente delle scocciature.- Lo guardava con gli occhi di chi covava il desiderio dentro mentre allacciava le braccia intorno al collo del suo uomo stringendolo a sé.

Lei era una maledetta. Riusciva a scuoterlo come nessuna donna mai era riuscita a farlo.
Bastava semplicemente che lo guardasse con quegli occhi verdi scuri, specchio della sicurezza e della malizia, per cadere ai suoi piedi.

Spesso si era chiesto che cosa avesse di così particolare per scatenargli quell'effetto; ma, nonostante gli anni, non aveva mai trovato la risposta a questo quesito. Ovviamente lei non doveva sapere di quanto fosse pericolosa e temibile la sua presenza, perché poteva usarla benissimo come arma a doppio taglio e scagliarla contro di lui e questo l'avrebbe inevitabilmente spezzato senza che potesse ribellarsi o fuggire. Eppure era convinto che in cuor suo Temari lo sapesse. Dopotutto, quella era decisamente la furbizia e astuzia fatta a persona.

Shikamaru aveva posato le mani sui fianchi della ragazza mentre, chiudendo gli occhi, sentiva quella labbra appoggiarsi affamate sulle proprie.

Temari gli aveva morso delicatamente il labbro inferiore per poi passarvi sopra la punta della lingua che, con lentezza misurata, lo accarezzava famelica, lasciando sulla sua pelle il suo sapore. E gli piaceva: era qualcosa di speciale ed unico. Sensuale e sfizioso. Inebriante ed afrodisiaco. Ed era suo.

Temari, staccandosi velocemente da lui, sorrise maliziosamente nel vedere l'espressione sbalordita del suo ragazzo.
Shikamaru all'inizio non capì il perché di questo cambiamento repentino da parte della ragazza; ma, quando la vide mettere una mano sul fianco e l'altra davanti a lui in attesa di qualcosa, ghignò.

-Sei una strega, lo sai?

-Avrai il resto dopo che io avrò avuto il mio regalo, Nara.

-E chi ti dice che ho un regalo?

-Non credo saresti così stupido da venire fin qui per morire...

Non lo era, in effetti. E Temari lo sapeva bene. Le lanciò un'occhiata seccata sia per la brusca interruzione che per la sua presunzione, e iniziò a frugare in una delle tasche interne del suo giubbotto. Ne tirò fuori una scatola incartata alla meglio, non era ovviamente il regalo di Ino, si poteva capire già dall'aspetto. Non appena Temari l'aveva vista, gli si era avventata addosso, strappandogliela letteralmente dalle mani, soddisfatta. In un attimo scartò il regalo, strabuzzando gli occhi.

Un set di elastici per capelli.

Lo guardò scettica, non sapendo se ridere o piangere. Se non altro era... originale, a modo suo. Ma non voleva crederci, la sua vena omicida iniziava a farsi sentire, sopratutto se pensava a quando lo avrebbe raccontato alle sue amiche e a quanto avrebbero riso.
Dopotutto era risaputo che le donne desideravano ricevere un regalo di San Valentino dal proprio uomo principalmente per metterlo in difficoltà, oltre che per sentirsi importanti, per poi vantarsene con le amiche per minimo un mese.

Doveva essere uno scherzo, sicuramente.

Poggiò la scatola in un tavolo lì vicino, rimettendosi nella stessa posizione di prima. Mano sul fianco e braccio in avanti, verso lui, con la mano di nuovo in attesa.

-Ok Nara, bello scherzo. Adesso tira fuori il mio regalo.- Fece minacciosa, sorridendo quasi istericamente.

Shikamaru sudò freddo, aveva ragione Ino, allora. Ma era davvero così terribile? Troppo complicato da capire, bah... le donne, che seccatura! Rimise la mano dentro il giubbotto per prendere il pacchettino che aveva comprato Ino, ma... non c'era.
Guardò Temari facendole una smorfia che avrebbe dovuto somigliare ad un sorriso, pensando ai diversi modi in cui lei lo avrebbe ucciso.
Fu salvato dallo squillo insistente del suo cellulare, che ringraziò mentalmente. Lesse il nome apparso sul display, facendo un cenno di scuse a Temari, e rispose.

-Ino.-

-Shikamaru! Sei ancora vivo? Ahahah!-

-Molto divertente, Yamanaka. Che diavolo hai combinato?-

Temari incrociò le braccia al petto, attenta a captare ogni singola parola mentre picchiettava leggermente un piede contro il pavimento. La gelosia che provava nei confronti di Ino non si era del tutto placata ed era più forte di lei, nonostante le due avessero stretto amicizia. Anche se, a conti fatti, Ino non aveva fatto mai niente per darle sospetti, e nemmeno Shikamaru. Ma il loro rapporto confidenziale a volte la metteva a disagio, pur sapendo che era normale tra due amici di infanzia.

......

Ino sollevò le labbra in un ghigno mentre, seduta sulle ginocchia di Sasuke, prendeva tra le mani il cellulare.
Per quanto volesse disperatamente che Temari picchiasse quel buono a nulla di Shikamaru, troppo divertente, era pur sempre il suo migliore amico e gli aveva promesso che l'avrebbe aiutato, seppur in buona parte per i suoi scopi, quindi era arrivato il momento di entrare in scena prima che fosse troppo tardi.

Si era lasciata sfuggire una risata quando aveva sentito la voce preoccupata del ragazzo rispondere al cellulare. Ma era ancora vivo, quindi non c'era da preoccuparsi, più o meno. Tempismo perfetto carissima Ino, si congratulò con se stessa mentre avvolgeva una ciocca di capelli tra le dita.
Conoscendo Temari probabilmente lo stava fissando con aria di chi presto avrebbe commesso un omicidio. Non che la biasimasse, la capiva alla perfezione. Anche lei avrebbe reagito allo stesso modo se all'improvviso
qualcuno, una ragazza meravigliosamente attraente e stupenda, avesse chiamato il suo ragazzo proprio quando non avrebbe dovuto.
Sorrise, era divertente!
Peccato non potersi godere la scena dal vivo.

Aveva avuto modo di conoscere meglio Temari e studiarla, finendo per trovarla simpatica. Non che fosse gelosa di lei...
Ok, in verità lo era, seppur solo un po'. Ma la sua era una gelosia
diversa.
All'inizio non era stata molto felice di sapere dei sentimenti che legavano Shikamaru alla bionda di Suna.
Faceva fatica ad accettare questa relazione; in verità, solo perché aveva paura che lui l'avrebbe dimenticata e messa da parte, troppo preso dalla ragazza per pensare alla sua migliore amica.
Lo sapeva benissimo che quello era un comportamento superficiale ed infantile, ma... non poteva farci nulla.
Non era solo egocentrismo o voglia di stare sempre in primo piano. Pensare che Shikamaru non la potesse considerare più la faceva sentire male, la distruggeva all'interno, consumandola; ed era qualcosa che la tormentava talmente tanto da non riuscire più a vivere tranquillamente la sua vita. Era spaventata, terrorizzata da quell'eventualità.

Chi non sapeva che tipo di rapporto legasse lei e il ragazzo, avrebbe potuto benissimo fraintendere e pensare che lei ne fosse innamorata, ma non era così. Ciò che provava per Shikamaru era un sentimento talmente puro ed incontaminato che l'amore l’avrebbe di certo macchiato e rovinato. Quello che li univa era un rapporto che andava al di là della semplice amicizia sì, ma che era ben lungi dallo sfiorare il sentimento dell'amore, proprio perché il modo in cui lei lo vedeva era talmente forte da considerarlo come un fratello. Erano fratelli.
Ma la presenza di una ragazza, la sua, avrebbe di certo messo da parte tutte le attenzioni che di solito le riservava e questo non le andava proprio.

Lei, Shikamaru e Chouji erano legati da un filo che non avrebbe mai dovuto spezzarsi perché, mancando uno dei due pilastri sulla quale aveva imparato a reggere la sua vita, sarebbe crollata miseramente. Se Chouji e Shikamaru le avessero dato le spalle per allontanarsi da lei sarebbe morta ed appassita come un fiore senza l'acqua e senza terra. Loro rappresentavano la sua ninfa vitale e non avrebbe potuto farne a meno.
Amava Sasuke e non avrebbe mai rinunciato a lui ma non poteva pensare ad una vita senza le sue radici: Chouji e Shika.
Per fortuna le sue erano solo paranoie, Shikamaru non l'aveva abbandonata e mai l'avrebbe fatto. Lui sapeva cosa provava e non ci era riuscita, per quanto avesse provato, a nascondergli le sue paure ed ansie, con il risultato che l'aveva presa in giro davanti a Sasuke.

-Molto divertente, Yamanaka. Che diavolo hai combinato?-

-Su, non ti arrabbiare! L'ho messo in basso, nella tasca centrale! Volevo farti spaventare un po', ahahah!- Rispose lei ridendo compiaciuta. Mica gli avrebbe reso le cose facili.

-Oh, eccolo.- Lo sentì sospirare di sollievo.

Sasuke alzò un sopracciglio osservando con sguardo serio la sua presunta fidanzata conversare al telefono con quello smidollato di Nara, come se lui in quel momento non esistesse.
Si lasciò sfuggire uno sbuffo. Perché diavolo doveva chiamarlo proprio quando aveva dovuto ingoiare il suo orgoglio per dargliela vinta e passare quel giorno come una coppia qualunque?
Lui odiava quella festa e la cosa lo disgustava parecchio ma era stato costretto a scendere a compromessi; non che avrebbe potuto opporsi dato che non solo lei si era rifiutata categoricamente di evitare di festeggiare, ma l'aveva ricattato moralmente. Un brivido salì la colonna vertebrale in ricordo di quella voce, fredda e sicura, che le sussurrava all'orecchio “se non lo festeggiamo come si deve, puoi dimenticarti del sesso per due, tre... o forse anche quattro mesi,
tesoro”.
Perché di tutte le donne che c'erano a quel mondo aveva dovuto innamorarsi di
quella lì?
Quella donna era impossibile. In fondo aveva desiderato avere una donna mansueta e dolce al suo fianco ed invece no, si era ritrovato a doversi legare alla donna più isterica ed egocentrica di tutto l'universo
, che non si piegava dinnanzi a niente e nessuno, con il risultato che spesso era lui quello che aveva dovuto abbassare la testa.

Continuava a conversare con Nara come se nulla fosse. Cominciava ad irritarsi. Non doveva essere lui quello a cui riversare tutte le sue amorevoli attenzioni? Che c'entrava Shikamaru, dunque? Oh beh, la risposta era anche ovvia. Ino aveva sicuramente tramato qualcosa, non era di certo da lei aiutare qualcuno senza trarne qualche beneficio.
Non era geloso. Anche se non ne avevano parlato apertamente, non che lui fosse un tipo di tante parole, bastava guardarla negli occhi per capire cosa celasse dentro. Aveva anche assistito silenzioso a tutto il periodo in cui si tormentava per la scelta di Shikamaru di stare con Temari. Non aveva mai dubitato dei sentimenti che lei provava per lui, non ne aveva motivo, ma sapeva quanto fosse importante per la ragazza la presenza dei suoi amici.
Non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma si era sentito sollevato nel vederla tornare a sorridere spensierata ed allegra come prima. Avrebbe dovuto ringraziare Nara di questo ma non l'avrebbe mai fatto e di certo non l'avrebbe ceduta così facilmente. Lei era la sua donna ed era arrivato il momento di riprendere ciò che avevano interrotto poco prima.
Abbassò la testa appoggiando le labbra sul collo diafano della ragazza sentendola sussultare a quel contatto. Sorrise soddisfatto.

-Ino?-

-Sì ci sono, scusami! Devo scappare, ci vediamo al tuo ritorno! Ah! E ovviamente ti aspetto con la seconda condizione!- Cercava di mantenersi tranquilla, ma le mani di Sasuke che vagavano indisturbate sotto la sua maglietta, rendevano tutto più difficile.

-Ancora con questa storia?-

-Cosa credi, che lavori gratis? Tu e Temari mi dovete un favore ciascuno, caro!- Chiuse gli occhi cercando di mantenersi lucida al telefono mentre Sasuke le mordeva delicatamente la spalla destra.

-Temari?-

-Shoppiiiiiiiiiiiing!- Si morse le labbra non appena si accorse che il suono uscito dalla sua bocca era seguito da un gemito che aveva alterato la parola pronunciata.

-Tempo scaduto Yamanaka.- Sasuke le tolse dalle mani quel maledetto aggeggio e, dopo aver chiuso la telefonata, incurante delle sue proteste, la prese tra le sue braccia, portandola in camera da letto.
Doveva festeggiare il loro San Valentino.

......


-EH?-

Tututututu...

-Mendokuse...-

Il ragazzo rimase un secondo in più a guardare il cellulare scettico, riponendolo poi al suo posto. Shopping, aveva detto quella piccola strega. Doveva aspettarselo, anche se non capiva cosa c'entrasse Temari in tutto quello.
Un momento... Anche lei aveva chiesto l'aiuto di Ino? Di male in peggio...
Osservò Temari nella classica posizione che assumeva quando iniziava ad essere
veramente nervosa ed irritata, cosa che lo portò a consegnarle il vero regalo alla velocità della luce. Lei fortunatamente sembrò calmarsi, aprendo il pacchettino quasi preoccupata.
Inizialmente non seppe descrivere l'espressione che aveva la bionda in quel momento, ma era sicuro che fosse un segno positivo. Quando poi la vide sorridere, ne ebbe la conferma. Curioso, le si avvicinò per vedere cosa ci fosse in quella scatolina, ringraziando mentalmente Ino circa tre volte. Sorrise anche lui.

Un paio di orecchini pendenti, con i simboli dei loro villaggi intrecciati.

Per quanto un paio di pendenti potessero sembrare un regalo comune, il significato che celavano era talmente importante che Temari quasi si commosse. Probabilmente se fosse stata una di quelle ragazze più docili e delicate, avrebbe anche versato qualche lacrima correndo ad abbracciare il fidanzato. Ma lei non era una ragazza comune e l'iniziativa non era partita da lui.

Non saranno le distanze che consumeranno il vostro rapporto, aveva detto Ino quando avevano avuto occasione di parlare. Ne era stata testimone diretta.
Si era trovata stranamente a confidarle le sue paure, pentendosene subito di averlo fatto. Era una donna sicura e determinata, non avrebbe mai dovuto scoprirsi così dinnanzi a qualcuno.
Si sarebbe aspettata di vederla ridere, di approfittare di quella momentanea debolezza, ed invece le aveva mostrato un sorriso sincero, uno sguardo complice, e le aveva detto quelle parole. Ino poteva sembrare una ragazza superficiale devota solo alla sua immagine, ma non lo era. Era proprio vero che le apparenze ingannavano.
Sapeva che aveva sofferto tanto per via di Sasuke Uchiha. Quella sera si erano confidate tanto parlando come se si conoscessero da sempre, svelandosi per il loro
vero modo di essere, nella loro sostanza piuttosto che in quella dell'apparenza. Ripensandoci era davvero buffo, loro due amiche. Sorrise. Si, era veramente buffo.

Grazie.

Li indossò senza perdere tempo e corse a specchiarsi sul riflesso di una delle finestre di quella stanza.
Shikamaru era contento, non poteva di certo negare che vederla così felice lo riempisse di gioia.
Però... aveva dato il suo regalo, anzi, adesso ne aveva due... era giusto che anche lui ricevesse
qualcosa in cambio.
Si schiarì la voce un paio di volte cercando di attirare l'attenzione della ragazza che continuava a guardarsi in ogni angolazione, ma alla terza volta ci riuscì.

Temari lo guardò chiedendosi che volesse ma si trovò a spalancare la bocca sorpresa vedendolo muoversi, posizionando il braccio dinnanzi a se, tendendo la mano verso di lei. La stava imitando in quello che poco prima era stato il suo gesto. Non seppe se ridergli in faccia o fare finta di nulla. Ma considerando che quel giorno era speciale e che l'aveva resa felice, seppur indirettamente, sorrise avvicinandosi al tavolo.
Si piegò leggermente e, tirando verso di sé il cassetto, immergere la mano, sotto lo sguardo curioso di Shikamaru, per tirare fuori una scatolina che era stata confezionata alla stessa identica maniera di quella che lui teneva poco prima.

Shikamaru, seppur cercando di non fare vedere un certo interesse nel regalo, lo scartò lamentandosi di quanto fosse dannatamente perfetta quella confezione. Quando riuscì a liberarsi dell'involucro e ad aprire la scatola, rimase stupefatto trovandosi a contemplare un orecchino con i simboli di Konoha e Suna intrecciati. Era uguale a quelli di Temari.
Quasi non si accorse delle mani della ragazza che, sfiorandogli l'orecchio, gli aveva messo l'orecchino nella parte destra mentre in quella sinistra faceva sfoggia di sé quello che condivideva con la sua squadra. E una strana sensazione si impossessò di lui riscaldandolo nel profondo. La sua mano toccò prima l'uno e poi l'altro orecchio, sentendo che quegli orecchini, seppur in maniera diversa, racchiudevano il significato del forte legame che lo univa alle persone più importanti della sua vita: la sua donna e la sua famiglia, Chouji e Ino.

-A quanto pare adesso abbiamo un motivo in più per essere legati.-

-A quanto pare- rispose lui fissandola negli occhi. -Anche se ovviamente il merito non è solo tuo.-

-Non mi sembra che tu abbia preso l'iniziativa di tua spontanea volontà.- Disse incrociando le braccia al petto, fissandolo come se fosse un insetto da schiacciare.

-Stessa cosa vale per te, scocciatura!-

-E' diverso, sono una donna e per una donna è più difficile trovare un regalo adatto.-

Shikamaru avrebbe voluto tanto ribattere, ma se l'avesse fatto sicuramente si sarebbero trovati a dover intraprendere un sentiero spinato di una conversazione fatta di frecciatine e botta e risposta. Sospirò scuotendo il capo. No, non ci pensava proprio a dover passare così quel giorno. Afferrò la ragazza per il polso e la avvicinò al suo corpo impedendole la fuga chiudendo il braccio libero attorno alla vita sottile. Ghignò soddisfatto guardando la sua improvvisa confusione e, prima che lei aprisse bocca, la azzittì baciandola, trascinandola sul divano prima di scivolarci sopra.
D'altronde aspettava anche a lui il diritto al secondo regalo.

Fine


L'angolo di Sol&Rin:
Beta-reader: mysticmoon che ringraziamo infinitamente!
Disclaimer: I personaggi di Naruto non mi appartengono ma sono di proprietà esclusiva di Masashi Kishimoto.

Il titolo è semplice. Visto che la sfida era incentrata sullo scrivere una ShikaTema che avesse a che fare con S.Valentino, volevamo fare qualcosa che non scadesse nella solita solfa delle fic romantiche e zuccherose (sicuramente OOC e fuori luogo data la ship) ed eccoci qua XD
In questo modo è stata una sfida sia per Shika, nel trovare il regalo adatto, che per noi :P

Sia il set di elastici (che dovevano essere di swarovski all'inizio XD) che l'idea degli orecchini sono nati il giorno stesso della sfida, al Mc Donald XD tra una patata e un morso di panino (LOL), volevamo dare un'impronta comica -senza scadere nella forzatura e nel grottesco- che si legasse a ciò che l'uno prova per l'altro in un contesto... come dire... sensuale? Possiamo dire così.

Non è stato per noi nemmeno difficile immaginare di mettere in mezzo Ino e quindi farle fare da “tramite” perché ce la vediamo a meraviglia nel contesto. Abbiamo anche cercato di legare la ShikaTema con la SasuIno in modo comunque da poter legare entrambe le ship. Noi crediamo di esserci riuscite XD

Per concludere:
E' stato davvero un piacere per noi collaborare e scrivere. Ci siamo divertite da morire!
Ovviamente questa non sarà l'unica fic che scriveremo assieme ma abbiamo intenzione di fare una raccolta su vari et eventuali pairing XD
Quindi tremate gente *_*

Sol&Rin

  
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