Note: lieve Dante x
Vergil | R-Giallo
Parole: 485
{I love you so much I'd kill ya.}
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Confuso.
È così che mi definirei al momento mentre ti fisso, la spalla appoggiata in
maniera quasi dolorosa allo stipite della porta. È l'ostinazione della
posizione a procurarmi il male, più che la scomodità della posa in sé.
Dire che sei bello in questo momento sarebbe un po' forzato: sei steso
malamente sul letto in diagonale, un braccio giù dal materasso. Una sottile
striscia di saliva cola dall'angolo delle labbra aperte a mo' di tunnel della
metropolitana, e già si è formato un laghetto poco gradevole sul guanciale
scuro. Nel rigirarti, più tardi, so che grugnirai di disappunto per il bagnato.
Trovarti è stata per me una gioia indicibile. Solo il cielo sa quanto ti ho
cercato, nonostante i miei ricordi fossero offuscati e confusi. Eppure, adesso
che sei qui, non posso che interrogarmi.
Mi sosterrai nel mio piano?
Mundus è un ostacolo bello e buono, un despota, la mia fonte personale di
rancore. Il mio intento, il nostro, è quello di rovesciarlo. Sarai anche al mio
fianco mentre deciderò di diventare io, con te, la nuova guida degli umani?
Mentre decideremo di regnare assieme, fratello mio?
Un tuo verso mi distoglie dai miei pensieri. Ti tiri malamente la coperta sul
petto nudo, il ciondolo rosso che ti ha regalato nostra madre in bella vista.
Non posso trattenermi dall'avvicinarmi a te per rivolgerti una piccola carezza
fra i capelli.
Mi sei mancato al punto da farmi dimenticare quanto ti ho odiato e ti odio.
Mi vedi adesso, Dante? Hai visto quanto infinitamente sono diventato più forte
di te, meglio di te? Non sarai più tu a sovrastarmi e oscurarmi con la
tua ombra, ora sono io ad essere il fratello migliore, quello che
sceglierebbero tutti. Vergil non è più la seconda scelta.
Una fitta di dolore alla tempia è la seconda distrazione, è ciò che interrompe
il flusso improvviso dei miei pensieri. Sono sveglio da due, forse tre giorni.
I piani procedono bene, ma hanno bisogno di un'organizzazione solida e una
premeditazione curata fin nei minimi dettagli. Poco importa se ciò significa
dar spazio alla parte di me che odio di più.
Tenermi a bada è difficile. La mia mente è come una bandiera frustata dal
vento: un attimo prima è placida, nella brezza della sera, un attimo dopo un
tifone improvviso la spazza, dimenandola a destra e a sinistra.
Non so bene cosa provo per te. Mentre scorro il mio sguardo sul tuo viso e sui
tuoi occhi chiusi non so se vorrei più stringerti a me o picchiarti fino a renderti
irriconoscibile. E questo mio struggimento mi fa male, mi dilania per la sua
impossibilità, per la sua incoerenza.
È come rigare col pennarello nero una bella foto di famiglia.
Con un un ultimo, breve sospiro scivolò via, chiudendo la stanza e abbandonandoti
alla luce della luna che filtra appena dalle imposte chiuse malamente.
Forse non ti ho mai davvero odiato, Dante.
O forse non ti ho mai voluto bene, e sarò io l'unico a comandare.
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{Post Scriptum:
La figura di Vergil in DMC5 mi è sembrata molto controversa.
Alla prima esperienza l'ho visto chiaramente legato a Dante, per quanto serbi
un profondissimo rancore nei suoi confronti, dal mio punto di vista.
Eppure, andando avanti nella storyline, mi è capitato più volte di chiedermi se
Vergil voglia davvero bene a suo fratello. Più di una volta ignora i
suoi consigli, più di una volta fa quello che vuole come e quando vuole. Alla
fine della plot principale lancia una proposta che non era nei patti, una
proposta che lo mette in luce alla stregua di Mundus: non ha voluto ribaltare
la monarchia, ha solo voluto sostituirla. Questo a Dante, tuttavia, non l'ha
mai detto mentre combattevano assieme e si alleavano, e ai miei occhi è
sembrato che Vergil lo stesse più usando che altro.
Infine, nello speciale dedicato al "secondo fratello", Vergil nel suo
immaginario uccide Dante, che gli si pone come "il fratello migliore, non
quello vigliacco". Per questa serie di motivi, il legame che ha con il
gemello mi pare confuso al limite della bipolarità.
Con questo piccolo scritto senza pretese ho provato a mostrare come io vedo il
figlio albino di Sparda, e la visione complicata che ho del suo odi-et-amo
verso Dante.