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Autore: EclipseOfHeart    06/10/2015    2 recensioni
Senza preavviso, Gray si alza dal suo letto, scosso e turbato dall’incubo da cui si è appena svegliato. Confuso da quell’alzata improvvisa, riordina le idee, stringendo i lembi del lenzuolo tra le mani e riprendendo il ritmo di un regolare respiro.
Il sogno non lo ricorda bene: frammenti confusi che vagano senza ordine e che non riesce a collegare.
Ricorda una ragazza e poi niente.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray, Fullbuster, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Myosotis

 

 

La ragazza è di fronte a lui, immobile e girata di spalle.

Lui la chiama, ma lei non si volta.

 

 

Senza preavviso, Gray si alza dal suo letto, scosso e turbato dall’incubo da cui si è appena svegliato. Confuso da quell’alzata improvvisa, riordina le idee, stringendo i lembi del lenzuolo tra le mani e riprendendo il ritmo di un regolare respiro.

Il sogno non lo ricorda bene: frammenti confusi che vagano senza ordine e che non riesce a collegare.

Ricorda una ragazza e poi niente.

Si rigetta sul letto, appoggiando la testa sul cuscino e un braccio sulla sua fronte, cercando in tutti i modi di richiamare alla memoria quel sogno che, inesorabile, continua a sfuggirgli.

Sa che dev’essere stato qualcosa di strano o importante, altrimenti non si sarebbe svegliato di soprassalto, ma sa altrettanto bene che non è stato un incubo normale perché sa di non aver sentito alcuna paura particolare.

Dopo averci pensato un’altra decina di minuti e aver osservato l’alba nascere su Magnolia, decide che è inutile perdere tempo per uno stupido sogno e si alza, intenzionato a fare una lunga corsa per sgombrare la mente.

 

 

Non la riconosce, inizialmente.

Davanti a lei sembra esserci una grande distesa d’acqua e può scorgere del verde sotto i suoi piedi.

I contorni di lei sono confusi e, nonostante continui a chiamarla, lei non si gira.

 

«Tutto bene, Gray-sama?»

Il richiamo di Lluvia lo scuote dal crogiuolo di pensieri in cui era immerso e, istintivamente, volge uno sguardo interrogativo alla maga.

È pomeriggio e, dopo essere arrivato alla gilda, Lluvia si era seduta al suo tavolo, come consuetudine.

«Sembri… preoccupato.» spiega lei, cercando di trovare l’aggettivo più convincente. Ha notato sin da quando l’ha visto che fosse impensierito, come se avesse per la testa qualcosa che non riuscisse a scacciar via.

«Sto bene. Ho solo fatto un sogno strano stanotte.»

«Che sogno?»

«Non me lo ricordo. Per questo ci pensavo.»

«Se continui a sforzarti non risolverai niente, ti tornerà in mente da solo.» afferma la maga convinta, per poi alzarsi dal tavolino e andare verso il bancone. «Ti ci vuole qualcosa di fresco da bere.»

Gray la osserva camminare verso Mira, pensando che una bibita non gli va per niente. Decide che ha bisogno di un’altra passeggiata e si alza, per comunicarlo alla maga.

Le arriva dietro le spalle e la chiama, ma Lluvia sta parlando con Mira e non si volta immediatamente.

Al secondo richiamo, la maga si gira e trova Gray che la fissa con l’espressione persa nel vuoto.

«Gray-sama?»

«Devo andare.» dice lui, riscuotendosi leggermente e poi correndo verso l’uscita della gilda, lasciando Lluvia con due bibite in mano e sempre più confusa.

 

Di colpo, la figura prende consistenza e il nome esce naturale dalle labbra del mago.

«Lluvia.»

E, stavolta, lei si gira.

 

Dopo aver corso per un numero imprecisato di metri, Gray decide di fermarsi per riprendere fiato e comprendere cosa gli stia accadendo.

L’aver eseguito quasi gli stessi movimenti, poco prima, gli ha riportato alla mente altri pezzi del suo sogno e ora la ragazza ha un volto e un nome che, ovviamente, sono quelli di Lluvia.

Spinto da curiosità e da uno strana sensazione che lo accompagna sin da quando si è svegliato, Gray vuole assolutamente sapere cos’altro sia successo, perché l’averla semplicemente sognata non spiegherebbe il suo comportamento.

Ma, come ha detto Lluvia, a furia di pensarci ottiene soltanto un gran mal di testa.

È il tramonto quando conclude di rientrare verso casa, infastidito da tutta quella situazione; mentre cammina lungo la strada che costeggia il corso d’acqua che si trova lungo Magnolia, vede la figura di Lluvia curva sulla sponda, intenta a raccogliere qualcosa.

Lei, accorgendosi della sua presenza, alza una mano e lo saluta, spingendolo a fermarsi.

«Che stai facendo?» le chiede lui, subito.

«Sto raccogliendo qualche fiore. Lluvia adora collezionarli e catalogarli.»

«Non lo sapevo.»

Osserva i petali colorati che si stagliano nella mano della maga e uno in particolare attira subito la sua attenzione.

Improvvisamente, Lluvia vede lo sguardo del mago incupirsi e lo richiama.

«Gray-sama?»

Dopo qualche secondo di silenzio, lui alza il viso verso di lei, osservandola come se fosse la prima volta che la vede e facendola arrossire per quel contatto così diretto.

«Ho ricordato il sogno.»

 

Lluvia si trova davanti al fiume che scorre a Magnolia.

Lui la chiama con il suo nome e lei si volta, fissandolo.

E poi pronuncia una sola frase, la più inaspettata.

«Chi sei?»

 

Lluvia lo guarda con la curiosità negli occhi, impaziente di sapere che sogno ha tanto occupato i pensieri del suo amato.

«Ho sognato che tu mi avevi dimenticato.»

La maga sbatte gli occhi, alcuni fiori le cadono dalle mani e non comprende inizialmente, in dubbio su come debba interpretare quella frase, ma non trova altre spiegazioni che l’unica possibile.

Gray, in quel lasso di tempo, analizza il sogno che ora ricorda così nitidamente e si sconvolge nel rimembrare quanto, nel sogno, quelle due parole lo avessero tanto turbato.

La prudenza nel non girarsi verso un estraneo, la diffidenza nel tono di voce, il vuoto negli occhi di Lluvia, così distante dallo sguardo che gli ha sempre rivolto, sin da quel lontano giorno a Phantom Lord, quando seppur fossero nemici, Lluvia lo aveva guardato in modo diverso.

«Era solo un sogno, Gray-sama.»

La maga è rossa, ma un tenero sorriso piega le sue labbra, mentre il nervosismo che la permea lo si nota dal continuo movimento dei suoi piedi.

«Lo so. È che sembrava così… reale.»

«Lluvia non potrebbe mai dimenticarti.»

Gray distoglie subito lo sguardo, imbarazzato dalla frase e, di colpo, sente svanire tutte le sensazioni che lo hanno accompagnato sin dal mattino, come se quelle semplici parole fossero state proprio quelle che aveva bisogno di sentire.

Il mago si piega, ma Lluvia ha colto benissimo il rossore nelle sue guance, per raccogliere i fiori caduti e glieli porge, tenendo in mano un piccolo fiore dalle tonalità azzurre-violette, con un centro bianco che si irradia nei petali.

«Bello questo. Ora torno a casa, ‘notte Lluvia.» le dice, poggiandole anche quello sul palmo.

«Buonanotte Gray-sama.» disse lei, avvicinando quel fiore al suo cuore e osservando la sua figura che si allontanava.

Sorrise e guardò il fiore, pensando che, ironia del caso, Gray-sama avesse lodato proprio quel fiore: il Myosotis o più comunemente conosciuto come il Non-ti-scordar-di-me.

 

 

 

 

 

 

Fine.

Buonasera, o buonanotte, a tutti!

Il perché di questa storia non lo so onestamente. Ero un po’ triste e il fluff Gruvia è sempre una garanzia e mi è venuta al volo questa idea di Gray che sogna una Lluvia che non si ricorda di lui.

E ho pensato a come dovesse essersi sentito, dato che spesso i sogni sono in grado di lasciarci sensazioni molto vivide e forti.

E niente, Myosotis è il nome greco del famoso fiore e le scritte a destra sono il sogno di Gray che, pian piano, si ripercorre nella sua mente.

Spero vi sia piaciuta e che mi vogliate lasciare la vostra opinione :D

Un bacio,

 

 

 

EclipseOfHeart

   
 
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