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Autore: DeathOver    06/10/2015    0 recensioni
[...] Tuttavia, prima di perdere totalmente quel poco di aria rimastole, avvertì qualcosa stringerla saldamente per la vita e sollevarla, tirandola fuori dall'acqua.
Una volta ripreso totalmente il respiro, si trovò davanti una creatura alta, dalle sembianze umanoidi. [...]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Lei era nata bianca.

Proprio così, quasi totalmente bianca.

Solamente i suoi occhi, rossi come il sangue, accennavano ad esser colorati.

Non era colpa sua, non aveva scelto lei di nascere albina, non era colpa di nessuno, eppure tutti coloro che la vedevano fuggivano spaventati, anche se non aveva mai fatto del male a nessuno.

Con lo scorrere del tempo, iniziò ad odiare il bianco, ad odiare tutto ciò che vi era ricollegato, freddo, significato, neve, fiori, non aveva importanza.

Passò i primi sei anni della sua vita in quelle condizioni, temuta e allontanata da tutti, poi, qualcosa cambiò.

I suoi genitori, già non troppo affezionati a lei, divennero sempre più freddi e distaccati nei suoi confronti. Molto spesso vedeva andare e venire da casa sua una sacerdotessa del tempio locale, con i suoi abito bianchi e rossi. Si chiudevano in una stanza e parlavano, a volte anche per ore. Di cosa poi, nessuno lo sapeva! Poteva sentire le loro voci provenire dalla stanza adiacente alla sua, qualche volta. Erano troppo basse per riuscire a capire cosa essi dicessero, ma parevano calcare la voce su un nome in particolare: Yuki Onna.

La conosceva, era una leggenda davvero famosa e temuta in quel piccolo paese montano.

Pareva che ella si aggirasse nelle fredde notti invernali per i boschi. In molti la descrivevano come una donna meravigliosa.

Il suo fascino era letale: Ella infatti attraeva a sé coloro che si aggiravano per il bosco con il suo fascino, per poi ucciderli. Molte persone in quegli ultimi anni erano scomparse nel bosco durante il rigido inverno. I loro resti non vennero mai rinvenuti.

Lei stessa ne era terrorizzata.

Ogni tanto si soffermava a fissare gli alberi dalle cime perennemente innevate del bosco e le capitava di scorgere tra essi quella che poteva sembrare una figura umanoide.

Non capiva se fosse realmente la Yuki Onna, né tantomeno voleva saperlo: se avesse scoperto che la osservava l'avrebbe certamente uccisa!

Pian piano che il tempo passava, i suoi genitori la reclusero in casa.

Passava il suo tempo chiusa in camera sua, a fissare dalla finestra la neve che, lentamente, si posava sugli alberi del bosco. Non parlava con nessuno, sempre zitta, e temeva che avrebbe persino dimenticato come parlare!

Tutte le sere alle 20:00 in punto andava a dormire, o almeno, provava a prendere sonno, senza mai ottenere grandi risultati.

Una notte venne svegliata da dei rumori insoliti, provenienti dal piano inferiore.

Incuriosita, scese dal letto e silenziosamente si recò al piano inferiore, ma non appena entrò nel salone, avvertì solamente un forte dolore alla testa, e tutto divenne nero.

Si risvegliò in una stanza totalmente bianca.

La porta e le pareti, così come i pavimenti, erano in legno, e le finestre sbarrate.

Era quasi totalmente vuota, dentro vi era solo il letto su cui era stesa, un armadio, un piano e uno specchio.

Non ricordava di esservi mai arrivata, non ricordava nemmeno di esser mai uscita di casa!

Eppure, vi era arrivata, in qualche modo, e le sue risposte non tardarono ad arrivare.

In un angolo, seduta su un cuscino, vi era la sacerdotessa che spesso aveva avuto modo di vedere in casa sua.

Pareva quasi disgustata dalla sua presenza, e la fissava con sguardo grave. Inutile dire che questo la intimorì non poco..

-Non fare domande, non ti risponderemo.

In quanto figlia di un demone, non hai i diritti dei comuni mortali.

Non parlare, non trasgredire le regole. Nessuno deve sapere della tua esistenza qui, finché non ti restituiremo alla Yuki Onna.-

Si alzò dal cuscino, senza mai rivolgere lo sguardo alla bambina, per poi uscire dalla stanza.

-Le mura sono insonorizzate, nessuno ti sentirà, è inutile che tu sprechi fiato ad urlare.-

Detto ciò, tirò fuori una chiave dalla tasca della gonna rossa, per poi chiuderla a chiave nella stanza.

Aku non diede retta alle sue parole, così iniziò a strillare e ad agitarsi.

Poteva ancora sentire il suo respiro al di fuori della porta, sapeva che la stava ascoltando.

-DIMMI PERCHE' SONO QUI!-

All'ennesimo lamento, la sacerdotessa tornò dentro alla stanza, afferrandola di scatto e sbattendola con forza contro al muro alle sue spalle e tappandole la bocca con una mano.

-Ti ho detto di stare zitta, demone! Tua madre ti ucciderà comunque, che tu lo voglia o no.-

Continuò a tenerle serrate le labbra, anche quando vide che iniziava a non riuscire più a respirare.

Solo quando smise di agitarsi, la lasciò andare.

Lentamente, la bambina si accasciò contro la parete alle sue spalle, prendendo profonde boccate d'aria..

-Che non accada più.- Ed ecco che la ragazza uscì nuovamente dalla stanza, per non rimettervi più piede.

Man mano che il tempo passava, veniva sempre più trattata dalle sacerdotesse come una schiava.

Ogni giorno, nuovi lividi e ferite si accumulavano sul suo esile corpicino.

Ogni tanto la notte le capitava ancora di scorgere dalla finestra una figura agitarsi ai margini della foresta, ma non appena si distraeva essa spariva nel nulla.

Iniziò a pensare che fosse solamente la sua immaginazione, che in realtà lì fuori non vi fosse nulla..

La sua attenzione era richiamata soprattutto dallo strumento musicale presente nella sua stanza.

Sfiorarne i tasti, udire il suono che essi producevano, la facevano sentir meglio.

Intanto i giorni passavano incessanti, finché non venne il giorno della "cerimonia": per tradizione essa si svolgeva di notte, dovevano portarla sino al lago, nel bel mezzo della foresta, e lasciarla lì.

Da quel momento, le sarebbe stato impossibile tornare nel paese.

Indossò un abito più "elegante" dei soliti abiti che le permettevano di usare, un kimono totalmente bianco, dall'obi scarlatto.

Il lago era poco distante, non ci misero molto a raggiungerlo.

Tuttavia, quando arrivarono sulle rive dello specchio d'acqua, il programma della cerimonia cambiò, e Aku si ritrovò ad annegare nell'acqua ghiacciata del lago ancor prima di rendersene conto.

Attraverso le increspature sull'acqua, poteva vedere sul volto della stessa sacerdotessa che l'aveva portata al tempio un ghigno soddisfatto.

Non sapeva nuotare, e i suoi vestiti erano troppo pesanti per tornare in superficie, così chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel freddo abbraccio, ormai convinta che la sua fine fosse prossima.

Tuttavia, prima di perdere totalmente quel poco di aria rimastole, avvertì qualcosa stringerla saldamente per la vita e sollevarla, tirandola fuori dall'acqua.

Una volta ripreso totalmente il respiro, si trovò davanti una creatura alta, dalle sembianze umanoidi.

La sua testa, totalmente priva di tratti somatici, era rivolta verso di lei..

Pochi giorni dopo vennero rivenuti i corpi brutalmente mutilati delle sacerdotesse del tempio, in riva al lago. Nessuna traccia della ragazzina, il suo corpo non venne mai rinvenuto.

 

   
 
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