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Autore: Russian Sonia 1992    06/10/2015    0 recensioni
Magali.
Il mio nome significa "perla", ma nessuno mi ritiene una cosa preziosa.
Oltretutto non sono conosciuta col mio vero nome.
Infatti sono nota al pubblico come Calista, "la più bella" di nome, ma non di fatto.
Vincitrice di uno show senza giuria nè verità.
Ma adesso sono stufa di questo mondo di menzogne, lustrini, gossip e ammiccamenti.
Ho voglia di una vita senza fronzoli nè riflettori; ho bisogno di ricominciare da capo, in modo da poter diventare una VERA ballerina.
Ma soprattutto voglio trovare qualcuno che provi veramente amore per me.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Per sempre e poi... basta! '
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"Ha bisogno di vederti. Ora."

Sono dieci minuti che ripeto quelle parole.

Andare o non andare? Se devo andare, dove posso incontrarlo? E chi è così desideroso di vedermi? E se fosse uno scherzo?

"Secondo me, dovresti andarci." mi consiglia Luc.

"Invece non ci andrò! Non so nemmeno il luogo dell'appuntamento!"

"Allora ti consiglio di non pensarci e riposare: immagino che tu sia molto stanca."

"Immagini bene."

Dopo aver dato la buonanotte all'intera combriccola, mi dirigo a passo spedito verso l'albergo, oltretutto con il costume di scena ancora addosso e i miei abiti civili in una busta di carta.

Arrivata nella hall, sento una voce rivolgersi a me così: "Finalmente sei qui."

Non riesco a credere a ciò che ho appena sentito, tantomeno alla persona che mi trovo davanti.

"Cristian, cosa ci fai qui?"

"Sono qui per te, Magali."

Lui cerca di baciarmi, ma io lo respingo violentemente.

"Magali, lascia che io ti spieghi come sono andate le cose!"

"Non spiegarmi niente: so già tutto. Ora torna da lei e lasciami stare!" gli rispondo mentre mi accingo a prendere l'ascensore.

Cristian mi guarda perplesso.

"Lei chi?"

"La donna con la quale mi avrai sicuramente rimpiazzato. Scommetto che è più bella, più provocante e più vivace di me, che fa la barista in uno squallido nightclub, che avrà almeno una decina di tatuaggi e una dozzina di piercing, che non sa cucinare, che sarà in grado di darti dei figli e, cosa più importante, che ti farà dimenticare della mia esistenza. Addio."

Dopo queste parole, salgo in ascensore, ma sento le sue mani cingere dolcemente i miei fianchi.

"Cercherò di riassumere punto per punto" mi dice premendo uno dei vari pulsanti: "Tanto per cominciare, tu sei una delle donne più belle che io abbia mai incontrato; nel tuo piccolo, sei decisamente provocante e non ho trovato nessuna che sia vivace quanto te; le bariste non mi sono mai piaciute e mi piacerebbe stare con una ballerina, ma non una di quelle che opera nei nightclub; i piercing non mi sono mai piaciuti e, anche se non è disegnata, amo tanto la tua pelle; se c'è una donna con cui vorrei cucinare insieme e avere dei figli, quella sei tu. E vuoi sapere la cosa più importante?"

"Dimmi pure. Sono qui per ascoltarti." rispondo voltandomi verso di lui.

"Non c'è nessun'altra donna nella mia vita. In questi giorno ho pensato solo a te, ho sognato te, ho persino pianto per te. Al lavoro ero felice, ma la sera, una volta tornato a casa, la tua assenza si faceva sentire tanto. Persino i bambini mi chiedevano di te. Sono stato lontano da qualsiasi contatto mediatico perché non volevo vedere la mia sconfitta nè sapere di averti perduta per sempre."

"E allora perché sei qui?" domando con perplessità.

"Fino a ieri non sapevo della conferenza; questo mi è stato riferito da tuo fratello, che mi ha dato tutte le indicazioni necessarie e pianificato questo incontro. Se non mi credi, guarda nel mio registro delle chiamate."

Detto questo, Cristian mi porge il cellulare e, dopo essermi resa conto della veridicità dei fatti, gli rivolgo un'altra domanda.

"È vero quello che hai detto di me? Non mi stai illudendo per poi lasciarmi?"

Lui, guardandomi intensamente negli occhi, risponde: "Sono sincero con te. Potrai anche rifiutarmi e non volermi più nella tua vita, ma devi sapere che ti amo e che lo penso veramente."

Durante questa piccola discussione, nessuno dei due si è accorto che l'ascensore era fermo al sesto piano da un pezzo.

"È qui la tua camera?" mi chiede imbarazzato.

"No, è al terzo piano."

"Allora non mi resta che salutarti."

"Già."

Quando ci siamo congedati, sono sul punto di premere il pulsante col numero tre, ma qualcosa mi spinge ad agire diversamente.

"Cristian, aspetta!" grido uscendo di corsa dall'ascensore.

Quando lo raggiungo davanti alla porta della sua camera, mi chiede: " Cosa vuoi ancora? Mi sembra di averti già salutato!"

"Sembra anche a me, ma sento che dovevo farlo per bene."

Dopo aver dett queste parole e appeso gli occhiali al colletto della camicia, mi avvicino a lui e lo bacio con tutta la passione che ho in corpo.

Dapprima esita, ma poi lo sento cedere al mio gesto avventato.

"Questo significa che mi credi?" mi sussurra a fior di labbra.

"Sì, io ti credo e ti amo. Ho cercato di mantenere un atteggiamento neutrale, ma, in cuor mio, ho sofferto tanto per te. Sei la cosa più bella mai successa in questi ultimi mesi e non ho intenzione di lasciarti un'altra volta."

Colpito dalle mie parole, Cristian mi stringe forte a sè, per poi chiedermi: "Vuoi andare in camera tua?"

"A dire il vero, pensavo di stare da te per tutta la notte, per poter recuperare il tempo perduto. Io non voglio solo amarti, io voglio viverti."

"Ecco le parole che volevo sentirmi dire!" risponde prima di donarmi un altro bacio e portarmi con sè in camera.

"Sei abbastanza comodo?" domando togliendomi il cappello.

"Certo che sì."

Appoggio la busta e gli occhiali sul comodino, mi metto comoda togliendo le scarpe e la gonna e mi stendo accanto a lui sul letto.

"Sei sicura di volerlo fare? Con tutto quello che ti ho fatto passare, non credo di meritare questo trattamento."

"Sono più sicura di quanto tu possa immaginare!" rispondo mentre gli sbottono la camicia e gli accarezzo il torace.

Quando gli ho tolto quel primo indumento, mi siedo sulle sue gambe e appoggio le mani sulla sua schiena.

Lui, in tutta risposta, mi sfila dolcemente la camicetta e poi fa lo stesso con il reggiseno.

"Non vedevi l'ora di toccarmi, vero?" gli domando maliziosa.

"Non desidero veramente altro." risponde prima di sprofondare la testa nell'incavo dei miei seni. Io piano piano faccio affondare le mani nei suoi capelli, come se volessi guidare ogni singolo movimento.

Mi sono mancate tanto queste sensazioni.

Mi sono mancati il suo tocco, il suo profumo, il suo calore, il suo respiro.

Mi è mancato tutto questo, eppure stento a credere di essere nuovamente con lui.

Durante queste riflessioni, mi accorgo che lui accarezza delicatamente il mio ventre e bacia la mia femminilità da sopra la stoffa dei collant.

Nel frattempo, gli sfilo i jeans e gli accarezzo le cosce e, risalendo piano piano, gli do un colpetto sul fondoschiena.

Lui, preso ormai dal desiderio, non perde tempo a liberarmi dei collant e degli slip; poco dopo, lo libero dei boxer e gli afferro i fianchi con tutta la forza che ho.

"Sei pronta?"

Annuisco senza farmelo ripetere due volte, dopodiché avvolgo le gambe attorno alla sua vita e mi preparo ad accoglierlo dentro di me.

Spinta dopo spinta, i miei gemiti escono quasi a singhiozzo, come se non ci fosse abbastanza forza per liberarli; ad un tratto, per qualche oscura ragione, riusciamo a raggiungere insieme l'orgasmo, come se i nostri corpi fossero connessi l'uno all'altro.

Ora sto gridando più forte del solito, incurante di chiunque occupasse le camere accanto alla nostra. Sì, ora posso definirla nostra.

"Continua a gridare, amore mio. Devono capire che sei soltanto mia." mi sussurra scostandomi una ciocca di capelli.

Ormai in preda all'estasi, non riesco a trattenere le mie grida di piacere; anzi, ne aumento ancora il volume.

"Sì, anche tu... sei... mio!" riesco a pronunciare tra un gemito e l'altro.

Per i nostri "vicini" non sarà una serata tranquilla, però una cosa la capiranno: noi due ci amiamo.

Ed è molto piacevole saperlo.

1 agosto 2014

Non riesco a credere che io mia sia di nuovo svegliata coperta soltanto da un lenzuolo.

Non riesco a credere di potermi di nuovo svegliare tra le braccia dell'uomo che amo.

Eppure tutto questo è accaduto davvero.

Sono tornata a essere felice e amata.

Sono definitivamente tornata a essere me stessa.

"Ho una domanda da farti, mia cara."

"Se mi stai chiedendo di tornare a essere tua ospite, allora la risposta è sì." Ammetto di aspettarmi questa domanda, ma non la successiva risposta di lui.

"A dir la verità, ti stavo chiedendo di vivere insieme a me, come se fossimo una coppia a tutti gli effetti!"

"Ma noi siamo una coppia!" puntualizzo stizzita.

"Posso considerarlo un sì?"

"Certo!" rispondo voltandomi verso di lui "Mi piacerebbe tanto avere il mio nome scritto accanto al tuo sul citofono" comincio baciandogli il collo "Vorrei che la tua famiglia mi considerasse ufficialmente parte di loro" proseguo lasciandogli un bacio su una guancia "Vorrei, quando mi capiterà di fare un lungo viaggio, avere, a seconda della circostanze, qualcuno pronto ad aspettarmi a casa o accompagnarmi verso nuove avventure" continuo baciandogli anche l'altra guancia "E ultimo, ma non meno importante, non mi dispiacerebbe affatto diventare, in un giorno futuro, tua moglie e darti tutti i figli che desideri."

Con quest'ultima frase, noi ci scambiamo un lungo e dolcissimo bacio; lungo e dolce come il nostro futuro insieme.

"Ti ringrazio per le belle parole, ma cosa ne sarà del tuo sogno? Non vorrai mica lasciarlo da parte?"

"Certo che no! Anzi, ieri ho scoperto anche di essere un'attrice provetta! Potrei organizzare un musical per la prossima estate: ti piace come idea?"

"La adoro già! E già ti sogno come parte di una compagnia di attori e ballerini professionisti!"

"E tu sarai sempre al mio fianco e appoggerai ogni mia iniziativa!"

"Mi sembra ovvio."

Tra baci e coccole, non ci siamo accorti di aver fatto tardi.

"Sono quasi le undici! Devo subito scendere giù o gli altri si preoccuperanno per me!"

Cristian mi osserva intenerito e mi chiede: "Che ne dici se scendiamo insieme? Così non avrai bisogno di dare spiegazioni!"

"È una buona idea!" gli rispondo nel reinfilarmi l'intimo.

"Ma a loro non farà strano vederti con gli abiti di scena?" mi domanda mentre inizia a rivestirsi.

"Stai tranquillo: come puoi vedere, ho un cambio d'abito in questa busta."

"Lo sai di essere piena di risorse?" chiede cingendomi i fianchi, proprio nell'attimo esatto in cui sto infilando i pantaloncini.

"Certo che sì. Ma ora sbrighiamoci: abbiamo un gruppo di amici da affrontare ed io ho un fratello da ringraziare."

Non appena abbiamo finito di rivestirci, c'incamminiamo verso la hall, dove gli altri mi stavano aspettando da un pezzo.

Non so se il mio futuro sarà pieno di fama o imprigionato nell'oblio, ma di una cosa ho la certezza: da oggi c'è una persona in più pronta a sostenermi.

E fa molto di più che sostenermi: mi ha donato quell'amore sincero che ho cercato per tanto, forse troppo tempo.

Ciao, bellezze!

Ecco a voi il vero finale di questa storia.

Perché ho aggiunto la parola "vero"? Semplice: perché, in precedenza, è stato pubblicato un sad ending non scritto da me.

Che il capitolo non fosse mio, lo si nota da due motivi:

1) Non ci sono le note dell'autore;

2) È intitolato semplicemente "fine".

Comunque, voglio dire un sincero grazie:

- A Chiara86, romy2007 e Adeus per aver messo la storia tra le seguite;

- A Rosa6 per aver messo la storia tra le ricordate;

- Ad -alep- che ha messo la storia tra le seguite e poi tra le ricordate, seppur con il falso finale;

- A saraja, minervalennon, MrApricot e celeste98love per aver perso tempo nel recensire questa storia;

- Un doppio grazie a MrApricot che, dopo aver recensito, mi ha messo tra i suoi autori preferiti

- E naturalmente un grazie a tutti i lettori silenziosi, con la speranza che, un giorno, possano farsi avanti senza vergogna.

Spero di non aver deluso le vostre aspettative.

Russian
  
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