Sweet Dreams
1.
Awakening
“Mamma, mamma, posso
controllare i miei sogni!”
“Come cara?”
“Sono un po’ di notti che
mi accorgo di star sognando e faccio fare ai miei sogni tutto quello che
voglio!”
“Ma
brava tesoro, diventi un’onironauta senza dirmi
niente?”
“Cos’è
un onironauta?”
“È
un viaggiatore dei sogni, è un dono prezioso, lo sai? Potrai ricordare i bei
sogni e cambiare quelli brutti! E se proprio non riesci a cambiarli puoi sempre
svegliarti… Ma ricorda cucciola, ci sono sogni da cui non si può scappare!”
Quando
sua madre le aveva fatto quell’avvertimento non era seria, voleva solo giocare
spaventandola un po’, ma anni più tardi Cassandra si era accorta che quel
monito era più che veritiero. L’incubo che la ragazza si trovava davanti era
a dir poco orrendo: grande quanto un piccolo aeroplano, il corpo era composto
da un enorme torso umano, terminante con una coda da coccodrillo, la bestia si
muoveva grazie a tre paia di zampe, tutte dalla forma di braccia di donna, con
mani sottili e unghie lunghe ed affilate, colorate da uno smalto rosa scuro.
Anche la testa era umana, coperta da una cascata di capelli corvini arruffati,
ma aveva un muso bestiale, anche se Cassandra non sapeva dire a che creatura
appartenesse. Le bastava sapere che era pieno di denti affilati e produceva
enormi quantità di bava. Però la cosa che più spaventava la giovane erano gli
occhi della creatura: due cerchi privi di pupille, rossi come il fuoco e
luminosi come lanterne. Quello era il segno che contraddistingueva gli incubi
veri, quelli pericolosi che si nutrivano di paura e Cassandra non ne aveva mai
affrontato uno così grosso. La ragazza rimaneva immobile ad osservarlo,
riflettendo sul da farsi: se si fosse mossa la creatura si sarebbe accorta
della sua presenza, ma d’altro canto l’aveva già fiutata, un altro minuto al
massimo e non avrebbe più avuto dubbi su dove si trovava la sua preda. Non
aveva altra scelta, doveva scappare, ma dove? Si trovava in un labirinto composto da
enormi librerie piene di libri, rischiava di girare intorno o peggio di
chiudersi in un vicolo cieco. Cassandra chiuse gli occhi per un secondo: non
doveva pensare negativamente, ora si doveva solo concentrare sull’obbiettivo di
fuggire.
Fece un respiro profondo e poi scattò,
girando l’angolo a destra dell’incrocio che ancora la divideva dalla creatura.
Dietro di sé la giovane sentì un ululato sovrannaturale e dei passi giganteschi
che colpivano il pavimento: la bestia aveva iniziato ad inseguirla. La castana
scacciò quel pensiero dalla sua mente: doveva concentrarsi su ciò che aveva
davanti, non quello che c’era dietro di lei.
˾Destra̚
˾Sinistra̚
˾Destra̚
˾Sinistra̚
Doveva trovare l’uscita di quel
labirinto…
˾Destra̚
˾Sinistra̚
˾Destra̚
˾Sinistra̚
Se si concentrava abbastanza forse
sarebbe riuscita a farla comparire…
˾Destra̚
˾Sinistra̚
˾Destra̚
˾Sinistra̚
Ma era così difficile concentrarsi con
un mostro alle calcagna in procinto di morderti.
Cassandra
alzò le braccia, portando le mani sulla sua testa, per poi abbassarle di colpo
come se stesse spingendo qualcosa. Dietro di lei si udì il suono del legno che
scricchiolava e poi un sonoro schianto, seguito da dei guaiti lamentosi. La
ragazza si lasciò scappare un sorriso: era riuscita a far cadere almeno una
libreria addosso a quel mostro, così avrebbe guadagnato un po’ di tempo. Finalmente
la giovane si poté concentrare sull’idea di trovare un’uscita e ad un certo
punto vide una luce venire da un incrocio davanti a lei. Cassandra si diresse
subito lì, convinta di aver finalmente trovato ciò che cercava, invece si trovò
davanti ad un vicolo cieco dove si trovava uno strano vortice azzurro, sospeso
a mezz’aria. La castana rimase completamente spiazzata dalla scoperta: non
aveva mai visto niente del genere, eppure girava per quel mondo dei sogni da
tantissimo tempo ormai. Era un portale quello? Dove l’avrebbe portata? Era
sicuro? La ragazza avrebbe voluto trovare con calma risposta a tutte quelle
domande, ma l’ululato che sentiva avvicinarsi le faceva capire di non avere più
molto tempo. Era sicura che se si fosse girata per cercare un’altra strada si
sarebbe gettata praticamente nelle fauci del mostro, quindi non le restava che
fare una cosa soltanto: saltare nel portale. Cassandra si avvicinò al vortice
e, dopo un attimo di esitazione, ci saltò dentro. Almeno in quel modo le sue
domande avrebbero trovato risposta.
Le
successive cose che la ragazza sentì furono un tonfo ed un dolore sordo alla
schiena. La giovane rotolò per terra, cercando di massaggiarsi la schiena
dolorante, poi si alzò e si guardò intorno: le sembrava di essere in un parco,
era notte e riusciva ad intravedere dei lampioni in lontananza, seminascosti
dagli alberi. Lei in quel momento si trovava su un prato vicino ad un albero,
un po’ lontana dai sentieri principali. Cassandra fece per muoversi verso una
di quelle strade, ma il dolore alla schiena la costrinse a poggiarsi all’albero
ed aspettare un attimo. La castana imprecò sottovoce, poi si rese conto di una
cosa: stava provando dolore. Ma si
trovava in un sogno, come poteva provare dolore? Per un attimo la giovane si
fece prendere dal panico, poi cercò di calmarsi e dare una spiegazione a tutto.
Non era la prima volta che provava sensazioni in un sogno, ricordava ancora la
volta in cui le avevano tagliato la gola: aveva avvertito chiaramente la lama
affondarle nella carne e l’improvvisa incapacità di respirare, ma poi era
tornato tutto alla normalità perché quelli erano solo sogni, nulla era reale. E
lei poi non poteva in alcun modo risvegliarsi, aveva abbracciato il sonno
eterno dopotutto. Giusto per rassicurarsi di più, Cassandra decise di compiere
delle piccole prove per capire se era in un sogno o meno: erano gesti semplici
che aveva imparato quando si era informata di più sui sogni lucidi. La ragazza
prese un respiro profondo e poi si tappò il naso: in un sogno non si ha bisogno
di respirare, anche sott’acqua si riusciva a respirare, quindi non avrebbe
dovuto avere problemi. Eppure dopo una manciata di secondi dovette stapparsi il
naso: le mancava l’aria, cosa mai successa prima, almeno in un sogno. Il panico
di Cassandra si fece più grande e la giovane provò a saltare, riuscendo a fare
un normale saltello, niente di eccezionale. Ormai completamente terrorizzata la
ragazza urlò con tutta la sua forza ed ascoltò incredula la sua voce che
risuonava forte e chiara nella notte. Finalmente priva di ogni dubbio, la
castana iniziò a tremare.
«Sono sveglia…»
Cassandra scosse la testa come a
scacciare l’idea: non doveva farsi illusioni, c’erano un sacco di altre prove
che doveva fare per capire se era davvero
sveglia e non avrebbe potuto certo farle in quel parchetto deserto. Con passo
deciso la giovane si avviò alla stradina più vicina per individuare un’uscita.
Una volta uscita dal parco e ormai avviatasi su una strada principale, la
ragazza rabbrividì udendo in lontananza l’ululato della creatura da cui era
scappata poco prima. Anche se sembrava davvero molto, molto lontano la castana
non riuscì a trattenersi ed iniziò a correre. Se era davvero nel mondo della
veglia, come poteva un incubo averla inseguita fin lì? Cassandra non sapeva se
una cosa del genere era possibile, ma di sicuro non voleva scoprirlo.
La
ragazza osservò ancora una volta con attenzione l’insegna luminosa che aveva
davanti: minimarket aperto 24 ore su 24, tutto scritto in kanji,
ed era riuscita a leggerlo più volte, un altro segno che quello non era un
sogno e soprattutto segno che era in Giappone, terra in cui aveva passato la
maggior parte della sua breve vita. Cassandra entrò nel supermercato,
sussurrando un “buonasera” al commesso insonnolito prima di scomparire in una
delle varie corsie. Dopo aver girato per un po’ tra cibarie di ogni genere la
giovane puntò finalmente quello per cui entrata: dei quotidiani. Cassandra ne
afferrò uno, cercando di coprire la data del giornale con le mani e lo sollevò
per leggerne il titolo. Le era andata bene, aveva pescato un quotidiano cittadino
dedicato agli annunci per la compravendita di oggetti, e la cosa migliore era che
lo conosceva. Quello le dava la conferma che si trovava nella cittadina in cui
aveva chiuso gli occhi l’ultima volta: Inazuma-cho.
Ormai alla ragazza rimaneva da controllare solo una cosa, ma aveva davvero
paura di farlo, il cuore le batteva a mille e sudava freddo per l’agitazione.
Poi però si fece coraggio e spostò la mano che copriva la data. Quando i suoi
occhi si posarono su quel numero la castana fece cadere il giornale ed iniziò
ad indietreggiare, coprendosi la bocca con le mani, sgomenta. Aveva avuto la
fortuna di ritrovarsi nel posto in cui era cresciuta, in cui aveva conosciuto i
suoi amici ed aveva provato i suoi primi amori, ma allo stesso tempo era
arrivata in una città completamente diversa. I suoi occhi iniziarono a
riempirsi di lacrime.
«Non è possibile…»
Si lasciò scappare un singhiozzo.
«Quarant’anni… Io sono morta
quarant’anni fa…»
××××××××××××××××××××
Ehilà, salve a tutti!
Eh sì, invece di continuare i miei
lavori in corso mi butto in una storia ad OC. Sono senza speranze, ma questa
idea mi ispirava tantissimo e trovo che renda bene sotto forma di storia ad OC.
Questo primo capitolo è un po’
confusionario, ma nei prossimi verranno spiegate un po’ di cose prima di
entrare nel vivo dell’azione, quindi non preoccupatevi.
Questa storia girerà tutta introno ai
fenomeni del sonno, quello principale sarà il sogno lucido, ma saranno presenti
anche temi come il sonnambulismo e la paralisi del sonno.
Ora, non so ancora quanti OC sceglierò,
ma non penso di prenderne più di dieci, soprattutto perché dovrò vedere quanti
saranno quelli ben costruiti.
Qui sotto vi lascio la scheda, mi
raccomando niente OC via recensioni, solo via MP. La storia è ambientata
durante le prime tre serie di Inazuma Eleven, quindi mi dispiace ma non potrete mettere elementi
legati alla GO nei vostri OC.
Nome:
Cognome:
Sesso: (Non mandate solo femmine, per
piacere)
Età: (Deve avere minimo 14 anni)
Nazionalità: (Che sia coerente sia col
nome che con l’aspetto del vostro OC)
Aspetto fisico:
Personalità: (Più dettagliata e
coerente è, più possibilità ci sono che il vostro OC venga scelto)
Background: (Non esagerate con la
tragedia e cercate di essere sintetici)
Interesse romantico: (Mettete più di una opzione, accetto anche OC omosessuali, non mi faccio problemi)
Perché si trova in Giappone: (La storia
sarà ambientata lì, quindi inventatevi un motivo per la presenza del vostro
personaggio in Giappone! Sbizzarritevi, mandatelo lì per uno scambio culturale,
a cercare lavoro, in vacanza, siate creativi)
Paure/Fobie:
Reazione agli incubi: (Non quelli
descritti nel capitolo, quelli che fate quando dormite. È una cosa importante
per la storia, non sottovalutate questo punto)
Altro: (Se c’è qualcos’altro che volete
dirmi sul vostro personaggio e non avete trovato spazio negli altri punti
ditemelo qui!)
Le iscrizioni saranno aperte fino a
domenica.
A presto,
Lau