Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |       
Autore: MaCk_a    06/10/2015    25 recensioni
Inghilterra, 1869.
Frederick è un giovane medico; disinteressato alle ricchezze e alla mondanità, sogna solo di poter sposare Lisa, amica di sempre. Tuttavia, quel sogno che gli era sempre apparso realizzabile, appare irraggiungibile in seguito alla comparsa di un conte italiano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per Frederick era ancora insolito esser chiamato “dottore”, ma ancor più strana la cosa appariva ai suoi pazienti, che raramente avevano dato quel titolo a un ragazzo tanto giovane.

Era l’estate del 1869 e Frederick aveva ventuno anni e mezzo ed aveva appena iniziato a esercitare la professione: non c’era in realtà da stupirsi, perché sin da bambino il ragazzo aveva mostrato interesse per la materia e si era messo in testa di aiutare suo padre, già affermato in quella professione; tanta era stata la forza di volontà, da permettere al giovane un programma di studio veloce e comunque efficace, consentendogli di iscriversi all’università prima del previsto. Oh, certo, c’era stato bisogno di pagare qualcuno per chiudere qualche occhio… ma per fortuna i soldi non erano un problema e, inoltre, Frederick era figlio unico.

Figlio oggettivamente perfetto, solo su un punto il ragazzo aveva dovuto deludere suo padre: Frederick non chiedeva laute parcelle, preferendo, il più delle volte, non chiederle affatto. La medicina era stata una vocazione filantropica e la filantropia non esige ricompense. Dunque, il giovane se ne camminava attraverso le campagne, solo, verso casa. Anche quel giorno non era stato pagato, ma aveva aiutato una famiglia che altrimenti avrebbe perso due componenti in una volta sola a causa di parto. Chi l’avesse visto vagabondare in quello stato, sporco di sangue – perché non aveva avuto modo di ripulirsi – e sudato, ne sarebbe stato spaventato, anche perché quella fisionomia non era delle più placide: l’uomo era tanto alto da apparire minaccioso, troppo magro per sembrare sano – eppure godeva di ottima salute! – e dallo sguardo assai profondo: gli occhi, di un azzurro scialacquato, osservavano il mondo come se andassero a scavare oltre le apparenze e il loro colore, chiaro come quello dei capelli e della pelle, rendevano la sua figura sbiadita.

Eppure, era affascinante e molte ragazze l’avrebbero desiderato, se solo avesse avuto una qualche aspirazione sociale o economica. Lui, dal canto suo, alle donne non pensava: non aveva più una madre e le uniche a figurare nella sua vita erano quelle che curava e che lo pagavano con dolci, riconoscenti sorrisi. Poi c’era Lisa.

Lei era la sua amica d’infanzia, le loro famiglie vivevano in due ville separate, sì, ma una dirimpetto all’altra e, poiché quell’angolo di campagna inglese non era molto popolata, per i bambini era stato naturale crescere insieme. Ad unirli era stata non solo la vicinanza, non solo l’amicizia dei padri, ma anche una radice comune: entrambi avevano madre italiana e parlavano correttamente il toscano. Frederick non aveva mai lasciato l’Inghilterra, ma Lisa sì e proprio quel giorno sarebbe tornata dal suo viaggio nella penisola italiana e Frederick, finalmente, l’avrebbe rivista. Aveva sentito tanto la sua mancanza, in quei mesi.

Lisa – Elizabeth, per la verità, ma tutti la chiamavano Lisa – aveva diciannove anni e tutto, nel suo aspetto, ne rivelava la vivacità: le gote erano sempre arrossate dalle camminate o dalle corse a cavallo, i boccoli scuri e le sopracciglia ben disegnate tradivano le origini straniere e gli occhi, secondo Frederick, erano nati per ridere. Segretamente, lui aveva sempre sognato di sposarla, ignorando che, segretamente, lei si augurava lo stesso. Non che ne avessero mai parlato: semplicemente, sembrava l’evoluzione più naturale per un rapporto come il loro.

 

Per tutta la giornata, Frederick aveva avuto il cuore in gola; ora che attraversava la strada per recarsi da Lisa, i cui genitori l’avevano invitato, gli sembrava che l’organo volesse balzare fuori dal corpo. Non ci fu bisogno di reprimere le proprie emozioni, quando si videro: il loro legame era puro e nessuno avrebbe mai potuto fraintenderlo. Niente di strano, dunque, nel balzo col quale Lisa si gettò ad abbracciare il caro amico, né nell’enfasi che portò questi a sollevarla per guardarla bene negli occhi; in effetti, Lisa gli arrivava a stento al petto.

«Santo cielo, Fred, perché sei così elegante?» chiese ridendo, ancora a mezz’aria, notando i capelli raccolti in una lunga coda. «Ti dai le arie, adesso, perché sei un medico?»

Fred rise ammettendo che, in effetti, da quando aveva iniziato a esercitare preferiva legarli, per ragioni igieniche più che eleganti; poi, fu costretto a tacere. Lisa aveva troppo da raccontare, passava da un argomento all’altro con una velocità impressionante e riusciva a narrare con enfasi anche le vicende più banali che, in Italia, le erano capitate. Il clima era caldo, aveva detto, l’aria piacevole: per lei, che di salute era sempre stata cagionevole, il clima era ottimo, o almeno così avevano detto dei medici del luogo («ma non mi fido di loro», aveva aggiunto, facendo arrossire l’amico specificando: «il mio medico d’ora in poi sarai tu!»

Per tutta la notte, Fred ebbe le palpitazioni: quell’affetto Lisa lo viveva con spontaneità e grazia, ma lui si sarebbe ammalato di mal d’amore, ne era certo. Santo cielo, Lisa era ancora più bella di quanto non ricordasse. L’aria italiana le aveva fatto bene davvero! Cosa avrebbe dato per condurre quella giovane all’altare e condividere con lei tutti i giorni della sua vita… se solo fosse riuscito a farsi coraggio e parlarle, non sarebbe servito altro: la famiglia avrebbe accordato di certo, come anche lei. Mancava giusto quel momento essenziale della dichiarazione…

Ogni giorno i due trascorrevano assieme alcune ore, perché se il lavoro toglieva del tempo a Fred, Fred non era disposto a rinunciare a Lisa. Ogni giorno i momenti condivisi riscaldavano il cuore di entrambi e i ragazzi si avvicinavano, sempre più. Ogni giorno Lisa sperava che Fred si dichiarasse, ma lui taceva, limitando i loro contatti ad amabili strette di mano, casti baci sulla fronte e cordiali abbracci. “Domani” si ripeteva, ogni sera, tornando a casa. “Le parlerò domani”.

Un mese trascorse e lui ancora taceva; quando finalmente si decise a parlare, poi, trovò Lisa turbata e, nascondendosi dietro questa scusa, pensò di rimandare ulteriormente il discorso alla fine della visita. Lisa, da parte sua, quando capì che il momento di separarsi era giunto, abbassò gli occhi. Neanche quella volta aveva parlato. A questo punto, tanto valeva dirglielo.

«Sai, Fred, ho ricevuto una lettera. Un uomo… non credo di averti parlato di lui, non lo ritenevo importante… un amico di mia zia… sai, quest’uomo ha scritto che verrà a trovarmi. Cioè, verrà a trovare mia zia… che vive con noi e quindi… quindi verrà a trovare anche me.

«Si tratta di un conte, il suo nome è Lorenzo, l’ho incontrato quando siamo andate nel Sud della penisola… vive su una montagna, non molto distante da Napoli. Tutto bene, Fred?»

Il ragazzo sembrava pietrificato; aveva capito solo che c’era un uomo, che era un conte e che sarebbe andato a trovare Lisa. Questo non lo aiutava di certo. Non si viene in Inghilterra dall’Italia per fare una visita di cortesia; gli interessi dovevano essere altri. Fred sbatté le palpebre e si ricompose.

«Ma certo» la assicurò, sorridendo. «Solo che non capisco… perché mi dici questo. Vuoi che non venga a farti visita, quando c’è lui?»

«Cosa dici, Fred? Non è così, io pretendo che tu venga! L’ho detto solo perché… pensavo che tu… oh, Fred, non importa.»

Amareggiata, Lisa si era allontanata. Fred, nei giorni successivi, limitò le visite, passando in compenso molto tempo a spiare il giardino di lei dalla finestra, ignorando che, nascosta dietro i vetri della casa dirimpetto alla sua, la ragazza facesse esattamente lo stesso; quando si vedevano, comunque, Fred si comportava come se nulla fosse. Solo quando, agli inizi di Settembre, Lisa lo informò casualmente dell’imminente arrivo del conte, l’argomento fu menzionato di nuovo.

 

Angolo dell’autrice.

Questo capitolo è molto breve poiché ritenevo pesante iniziare con un sovraccarico di informazioni. Spero comunque di esser riuscita ad attirare la vostra curiosità e a dire "il giusto".

Gli eventi narrati in questa storia riprenderanno alcuni luoghi e personaggi di un’altra mia fanfiction, Virginea; tuttavia non esistono legami tra le trame, dato che Virginea si svolge in un periodo posteriore.

.

  
Leggi le 25 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: MaCk_a