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Autore: marrymezayn    06/10/2015    3 recensioni
«Tesoro, tra poco si avvicinerà quel momento in cui non saprai cosa metterti e sembrerai un mappamondo.»
Martellata in testa. Sgambetto su una rampa di scale. Farle attaccare qualcosa di elettrico subito dopo la doccia.
Un modo doloroso c’era per ucciderla, vero?
«Grazie tesoro per ricordarmi ogni giorno che fra poco sarò una vacca.»
«Ma tu sei vacca, ma nel profondo!»
◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊
Quarta trance della serie "Se non ti perdi, non trovi strade nuove.". Raccolta di one-shot.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se non ti perdi, non trovi strade nuove.'
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                                              © si ringrazia lilac j per il fantastico banner. ♥


 
«La ringrazio.» Dopo avergli consegnato i soldi per quella tratta, si mise il borsone in spalla e scese dal taxi. La cosa strana era che lì a New York usava principalmente il taxi, la faceva stranire. Perché a Londra lei usava solo ed esclusivamente la metro. Però era anche vero che, l’ultima volta che l’aveva presa lì, si era persa. Non la riusciva a capire e ringraziò di avere abbastanza soldi da potersi permettere quelle cose. Non che lo usasse sempre per muoversi, ma quando serviva non si faceva problemi. 
La sua università distava solamente cinque minuti a piedi da dove abitava, quindi non aveva bisogno di muoversi così tanto in taxi. In più, la liquidazione che aveva preso nel suo vecchio posto di lavoro bastava per farla stare tranquilla in quei mesi.
Guardò stranita le fan fuori dall’albergo, non invidiandole particolarmente visto il freddo che faceva. Sorrise a qualche richiamo ma, timidamente, scappò a gambe levate.
Entrò nell’hotel, sorridendo al ragazzo dietro il bancone, che ricambiò. Ovviamente gli chiese come poteva esserle d’aiuto; e ovviamente il tizio le disse che non poteva farla entrare, anche se il suo nome era segnato nella camera destinata a Zayn Malik. Per la sicurezza dei ragazzi, e le regole dell’hotel, non poteva farla salire finché Zayn Malik in persona – con tanto di documento – non gli avrebbe detto che potevano farla salire. 
«Posso rimanere comunque qui dentro ad aspettarlo?» Quello annuì, indicandole la saletta da dove, era sicura, potesse controllarla. Era adiacente alla reception, così da poterla controllare liberatamente. Si mise seduta su uno dei divani, tirando fuori il libro in attesa che quei cinque arrivassero. 
«Desidera qualcosa da bere?»
Alzò gli occhi sull’addetto dell’albergo, incredula. Non la facevano salire, ma la trattavano come se fosse un’ospite speciale; come lo erano i loro amici. Scosse la testa, ringraziando e guardandolo andare via. Certo che a volte, la gente era strana.
Era stato inutile ricordare a Zayn che lei, lì a New York pagava un affitto e che quello voleva dire avere un tetto sulla testa. Zayn Malik era stato irremovibile; per quei tre giorni, Keyra Smith avrebbe dormito in albergo con lui, insieme ai suoi amici. 
Bastò sentire le urla provenire da fuori per capire che i ragazzi erano arrivati. Quando percepì due labbra carnose sul collo, chiuse il libro anche non vedendolo in faccia, visto che gli arrivava da dietro. «Ehi…» Si girò a guardarlo e sorridendo lo vide buttarsi sul divano insieme a lei. «Come mai non sei in camera?»
«A quanto pare sono fidanzata con il re, visto che non mi fanno salire finché sua maestà non acconsente di farmi entrare.» Il moro inarcò le sopracciglia, poi sorrise. «Potrei farti rimanere al freddo e al gelo…» Ghignò, mentre Keyra alzava un sopracciglio, divertita. «Quindi vedi di comportarti bene.»
«Maestà le ricordo che io, una casa ce l’ho.» Il ragazzo ridacchiò divertito, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «E’ stato lei ad obbligarmi a venire qui. Non so quanto le convenga giocare. Ci metto zero a tornarmene a casa.» Lo prese in giro, sentendolo ridacchiare.
«Ti credi che ti farei tornare a casa? Manco sotto tortura…» Sapeva che per il moro ogni momento era buono per stare un po’ con lei, ed era ovvio che l’avesse obbligata a stare in albergo con lui in quei giorni. «Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna…» Recitò Zayn, facendola sorridere a labbra strette. Era un cretino patentato.
«Incazzata.»
«Sei incazzata?» Domandò depositando le labbra sulle sue, delicatamente. 
«Molto incazzata…» Non era vero. E lo sapevano entrambi. Ridacchiando come una ragazzina, gli diede un bel bacio finché non sentì una voce. La voce che preannunciava la sua morte. 
«Dove sei, brutta stronza!» Gemette e si tolse il braccio di Zayn da dosso, cominciando a scappare da quella persona che sapeva, voleva ammazzarla di schiaffi. 
Zayn si gustava la scena seduto comodamente sul divano, con Keyra che scappava e Niall che la rincorreva. Il receptionist li guardava sorridendo, per poi scuotere la testa. Si alzò dal divano e andò a depositare la firma per entrare in camera, acconsentendo che Keyra entrasse con lui. Quando tutte le scartoffie furono firmate, prese entrambi i borsoni – sia quello suo che quello di Keyra – e si appoggiò al muro a guardare quei due rincorrersi.
«Fermati stronza!» E lei ridendo andò alla porta scorrevole, uscendo del tutto dall’albergo. Anche i ragazzi uscirono e cominciarono a correrle dietro, con Niall che incitava gli altri tre a prendere strade diverse. Lì seguì, divertito nel vedere quei cinque insieme, e si appoggiò al muro, accendendosi una sigaretta mentre gli altri facevano i bambini e si rincorrevano. Keyra rideva allegramente, divertita dall’aver fatto incazzare gli altri quattro. 
In realtà erano incazzati per un po’ di cose: ancora per gli scherzi. Era passato più di un mese ma ancora si ricordavano tutti ciò che aveva fatto la sua ragazza. Perché era andata via, senza salutarli, cosa che li aveva infastiditi e soprattutto perché non aveva detto a nessuno che era rimasta incinta. 
«Niall prendila!» Sentì urlare Harry, che indicava Keyra poco distante da Niall. La vide provare ad andare a destra ma Niall le bloccò la strada. Provò quindi ad andare a sinistra, ma Niall ancora le bloccò la strada. Ridacchiò, vedendola cercare una via di fuga ma ovviamente quella non c’era. A meno che non si buttava sulle fan, Niall da un momento all’altro l’avrebbe presa.
«Spostatevi, fatemi passare!» E stupendolo come sempre, scavalcò la transenna e si buttò in mezzo alle fan. Sapeva che Niall non si sarebbe mai buttato in mezzo alle fan, a differenza sua. Lui come minimo ci rimaneva ferito, mentre lei poteva starci benissimo, perché non era lei quella desiderata dalle fan. La vide ghignare in mezzo alle fan. 
«Esci da lì! Ora!»
«Manco morta!» E indietreggiò di altre tre file di fan, che assicuravano la sua incolumità. Le fan si erano azzittite quindi potevano benissimo parlare. «Mi ci accampo qui finché non vi passa la rabbia!»
«Mi passa la rabbia? Per togliere quei fottuti colori ci ho messo tre fottutissime ore!» Si avvicinò a Niall ridendo, nel vedere Keyra ridere fragorosamente. Il biondo si girò a guardarlo, incazzato e poi tornò a guardare Keyra.
«Esci, su!» Esclamò Niall, fissandola rabbioso.
«Manco con cento Malik nudi! Sto bene qui dove sto!»
«Ti regalo lo Zayn vero se esci da li e ti fai massacrare di botte!» Ringhiò facendo ridere entrambi. «Forza!»
«Nah! Sto bene qui!» E ci stava davvero bene. Sicuro nessuno poteva andare dall’altra parte della transenna. Anche gli altri tre si unirono, sorridendo a qualche fan che urlacchiò ma poi tornò a stare zitta.
«Come cazzo ti escono certi scherzi?» Domandò Louis, divertito.
«E pensi che te lo vengo a dire? Mica sono così stupida!» Esclamò ridendo. «Dai ragazzi. Possibile che ancora mi volete male per quei scherzi? Sapete che vi voglio bene, no?»
«Non provarci neppure, bellezza!» Harry la indicò, come a colpevolizzarla e lei incassò la testa nelle spalle. «La scusa che ci vuoi bene non è una scusante per fartela passare liscia.»
«Che c’è… Avevi paura di esserti pisciato sotto a vent’anni?»
Tutti scoppiarono a ridere alla frase, tranne ovviamente Harry che fece un passo avanti desideroso di andarla a prendere.
«Fanculo! Mi hai traumatizzato.»
«Tu l’hai fatto due anni fa, in piscina. Non vedo perché non darti lo stesso trauma!» I due si guardarono e Keyra ridacchiò ancora. 
«Quant’è vero in dio ti faccio venire a prendere da Paul!»
«Paul non mi toccherebbe mai con cattive intenzioni!»
«Prenderti di peso e metterti sulle spalle sono cattive intenzioni?»
«Già!» La vide ghignare nel sapere 
 erano cattive intenzioni. Paul non le avrebbe torto neanche un capello sapendo che era incinta. Si sapeva che Paul, con le donne incinte non aveva il coraggio neanche di toccarle. O almeno così era stato con sua moglie.
«Tanto prima o poi dovrai uscire da lì! E noi ti aspettiamo con piacere!»
«E chi esce? Io sto qui finché voi non ripartite per l’Inghilterra!»
«Tanto a casa ci torni, no? E lì piangerai per quello che ti aspetta!» Sussurrò Niall, ancora avvelenato.
«Liam mi ha già perdonato. E Louis anche! Siete voi due che ancora ci ricamate sopra!» Si girò a guardarsi intorno e notò che Louis e Liam erano entrati dentro.
«Malik è dalla nostra parte!»
«Malik è dalla mia, mi dispiace ragazzi!»
«Zayn!» Si girò a guardare Niall e allo sguardo incazzoso che gli donò, sorrise. «Sei dalla nostra, vero? O ti devo ricordare quanto cazzo ci abbiamo messo a togliere tutti quei bicchieri?»
Alzò le mani ma quando guardò Keyra, la trovò seria seria a guardarlo. E poi alzò un sopracciglio, facendosi capire con lo sguardo. “Ti tolgo il sesso”. 
«In effetti…» Keyra lo guardò male. «In effetti l’avete tolti voi i bicchieri, mica io!» E ridendo insieme a Keyra guardò Niall sbattere i piedi per terra, imbufalito.
«Forza esci, Key!» E si avvicinò alla transenna, sorridendo alle fan che erano rimaste imbambolate a guardarli. Lei scosse la testa. «Per favore Kè! Fa freddo e voglio farmi una doccia. E tu sei senza giacca. Forza!»
Scosse ancora la testa, indicando gli altri due che la guardavano come un leone con la propria preda. 
«Ti giuro che gli impedirò di toccarti, forza esci!» A volte sembrava una bambina piccola e in fondo lo era. Aver paura di due come Niall e Harry, lo sapevano entrambi, era ridicolo. Non le avrebbero fatto niente, perché erano troppo affezionati a lei per farle del male. Ma quello sguardo spaurito gli faceva capire che Keyra aveva seriamente paura che quel giorno di un mese prima, aveva superato il limite. 
E timidamente, rincuorata da quello che aveva detto, si fece largo tra le fan, per poi prendere la sua mano e scavalcare la transenna. Subito dopo si nascose dietro di lui, impaurita. Niall provò ad avvicinarsi per darle uno schiaffo giocoso sul fianco ma prontamente lui deviò l’azione.
«Malik!» Sbraitò Niall, contrariato.
«Horan… Sono due anni che Keyra ci fa gli scherzi e ancora non ti sei abituato? Fatti passare l’incazzatura che voglio farmi una doccia.» Niall lo guardò male e dopo un sospiro annuì. Spostò lo sguardo su Harry, che sorrideva per chissà che cosa.
Forse per Keyra che, impaurita, si faceva scudo con il suo corpo. O forse perché li guardava nascosta dietro il suo braccio, come una bambina piccola. Oppure perché semplicemente erano di nuovo tutti e sei riuniti. Si spostò e Keyra allungò le braccia, sentendosi senza scudo ma Niall si avvicinò e l’abbracciò. Subito la ragazza ricambiò, dandogli un bacio sulla guancia per poi dare un abbraccio anche a Harry.
«Pace fatta! Forza entriamo che si muore di freddo!» Posò una mano dietro la schiena di Keyra, dandole due schiaffetti leggeri per farle capire di entrare ma Niall lo scansò proprio mentre lei si staccava da Harry, prendendola in braccio e facendola urlare come solo lei ci riusciva.
«Mettimi giù idiota patentato!» Vedendola sbatacchiarla di qua e di la, fece una smorfia seguendoli e urlando un:
«Fa piano cazzo! Non è un sacco di patate… Mi serve ancora!» E ridacchiando con Harry entrarono finalmente nell’albergo.
Mentre lui si faceva quella benedetta doccia, Keyra stava insieme agli altri quattro, a raccontarsi quello che non si erano raccontati in quel mese. Uscendo dal bagno, notò che c’erano delle risate. Si affacciò dalla porta, fissando quei cinque insieme.
Keyra era seduta sul divano della loro stanza, con un braccio alzato e un dito che indicava Harry. Con una faccia da saputella che lo fece sorridere. Harry, seduto vicino a lei, continuava ad urlare: «Mi ha toccato.» E lei: «Non ti ho toccato.» Mentre gli altri ridevano sguaiatamente. Capì che il dito che Keyra puntava verso Harry era pieno di saliva quando, il riccio urlacchiò da donna strillando che lo stava toccando, ma lei disse che stava toccando l’aria e, alla fine, Harry la leccò su una guancia e lei si schifò pulendosi con una mano. Uscì e, come in Lilo e Stitch, si buttò una mano sulla fronte e recitò un: «Povero me!» Che fece ridere tutti quanti.
In quella stanza potevano esserci anche persone famose, due quasi genitori o altro, ma principalmente c’erano sei ragazzi amici da più tempo, che si liberavano dai loro problemi e si facevano una grassa risata tutti insieme.


Quando percepì il rumore tipico della porta automatica che veniva aperta, alzò la testa e guardò verso l’entrata della stanza. Liam appena vide che Keyra era sveglia, con i capelli sconvolti e gli occhi ancora mezzi chiusi, sorrise. Lei, in tutto quello, ributtò la testa sul cuscino, grugnendo.
«Kè…» Per quanto era stanca si stava già riaddormentando, ma Liam la scosse un pochino e percepì altri rumori oltre a quelli che faceva il ragazzo sedendosi dalla parte dove dormiva lei. «Dobbiamo registrare.»
Ora, lei amava i suoi amici. Amava anche l’idea che questi ultimi stavano facendo un film per le loro fan. Ma che la svegliavano alle dieci di mattina perché dovevano girare una scena con Zayn, no. Cioè… No!
Mugugnò qualcosa di incomprensibile. In quel momento, per la prima volta in vita sua, non le interessava minimamente di finire sotto gli occhi di non so quante persone dentro ad un cinema. Voleva solo dormire. 
«Non potete registrare domani?»
«No… Sei tanto stanca?» Chiese il ragazzo, accarezzandole un braccio mentre lei richiudeva gli occhi, annuendo come una bambina piccola. In tutto quello Zayn non si era neanche accorto del trambusto intorno a lui. Keyra parlava fitta fitta, troppo stanca anche per respirare. 
«Mi nascondo…» Biascicò, coprendosi con le braccia. «Sotto il piumone, ma non fatemi alzare.» Sentì Liam parlare con il regista e quello disse che, a lui, sinceramente non gli importava se c’era o non c’era Keyra nella registrazione. Non era stato cattivo nel dirlo, anche perché Morgan le aveva chiesto più e più volte se potesse riprendere qualche momento tra di loro sei, tutti insieme, ma lei aveva detto esplicitamente di no. Sapeva che Morgan, il regista, non vedeva l’ora di avere un qualcosa di più su Zayn. E sapeva che per averlo, aveva bisogno della presenza di Keyra. 
E sentendo quelle parole, si nascose sotto il piumone, accoccolata al fianco di Zayn. Buttò giù un sospiro deliziato, e da sotto le coperte ricordò una cosa a Liam.
«Ricordatevi che ci sono anche io, non mi ammazzate!» E detto questo, mentre il ragazzo ridacchiava, tornò a dormire. Immaginava quante ragazzine avrebbero urlato per quella scena e sorrise. Fortunatamente non era pazza e al mondo, Zayn Malik che dormiva suscitava le coccole anche alle fan. Fortunatamente non venne uccisa, anche perché nessuno entrò in camera se non Liam. 
Fu quando che, con dolcezza Liam provò a svegliare Zayn, lui aprì gli occhi e mugugnando, si nascose sotto il piumone chiedendo che ore fossero. Quando percepì Zayn allungare il braccio per cercarla che aprì gli occhi assonnati e lo guardò, trovandolo a sorridere. Le mimò la parola “buongiorno” e si allungò a darle un bacio sul collo, per poi plasmarsi sul suo corpo, occupando le parti vuote. Sorridendo si nascose nel suo petto, tornando a dormire beata come non mai. Lì senti parlare, o meglio sentì Liam parlare e incitare Zayn ad alzarsi, ma tutto ciò che ricevette fu un mugugno di risposta. Dovete sapere che, provarono a fare una ripresa di Zayn che si alzava, ma non ci riuscirono del tutto. Perché l’unica in grado di farlo alzare, in quel momento, se la dormiva beatamente al suo fianco, più stanca di lui. Si, certo. Amava essere svegliato dolcemente, ma Zayn malik o veniva svegliato con calci e tirato giù dal letto, o non si svegliava proprio. Liam uscì, maledicendo il moro che era tornato a dormire, facendo ridacchiare Keyra da sotto il piumone. Povero Liam… Doveva ancora capire tante cose.
Finalmente la sua giornata universitaria era terminata. Non vedeva l’ora di buttarsi sotto la doccia e lasciarsi scivolare via quella puzza di smog che si sentiva addosso. Sapeva che si faceva troppe docce nella giornata, ma le servivano per calmare i nervi, ma soprattutto per levarsi l’odore forte di New York da dosso. La grande mela era caotica; ed insieme ad esso, c’era anche la puzza di cibo e smog che ti si incollava addosso come una seconda pelle. 
Come al solito guardò le fan fuori dall’hotel, rimpiangendole. Essere una fan doveva essere davvero molto difficile. Lei lo era, ma non a quel livello. Accamparsi sotto gli alberghi faceva male alla sua povera schiena. Quelle cose, le lasciava fare a chi ancora puzzava di latte. Scherzi a parte, non aveva la pazienza di rimanere per giorni sotto ad un albergo, pensando che oltre quella transenna le persone potevano coprirsi con una coperta o farsi una doccia. Lo stesso valeva per i concerti; al massimo lei riusciva a farsi una notte fuori dal suo letto. Per il resto, lasciava quell’esperienze ad altre. 
Non era neanche il tipo di persona che andava in campeggio. Era andata negli ostelli, ma in mezzo alla natura lei ci stonava. Non andava d’accordo con la natura, purtroppo. Le faceva schifo dormire per terra (senza togliere gli animali di cui lei aveva una paura fottuta) e di fare la pipì in mezzo ai boschi. Lei era quella che, sotto quel punto di vista, si definiva una persona comodina. Senza un wc, un lavandino e una doccia, non sapeva vivere. Le scalate per i boschi le lasciava ai suoi amici, che a quanto pare piaceva tanto andare per fratte.
Entrò nell’albergo salutata con un gesto della testa dallo staff e prese l’ascensore, cliccando sul tasto dodici.
Tamburellò le unghie laccate sul corrimano e guardò lo schermo dove i numeri salivano, troppo lentamente. Tirò fuori la chiave della stanza e la passò nello scanner, spingendo poi la porta con la spalla. Ovviamente la stanza era vuota; sicuramente Zayn se ne stava nella camera di uno dei suoi amici, a chiacchierare o a giocare alla play. Senza troppe cerimonie lanciò tutto ciò che aveva in spalla sul letto, per poi buttarsi sotto la doccia.
Ci rimase per più di mezz’ora, godendosi la sensazione dell’acqua che le scivolava sulla pelle lenendole i nervi tesi. Fu quando usci, che percepì il freddo tipico invernale sulla pelle. Indossò l’asciugamano e sciolse i lunghi capelli castani che aveva stretto in uno chignon. Mise un po’ di musica, canticchiando di tanto in tanto quella canzone che passava, godendosi quel poco di tempo che aveva tutto per sé. 
Quando indossò l’intimo, non potè fare a meno di guardare in basso, dove la pancia cominciava a crescere lentamente. Notò subito di fare una smorfia al pensiero che quella caccola che c’era dentro di lei stava crescendo. Era anche vero che lo stava permettendo lei, ma non era ancora arrivata al momento in cui sentiva quell’esserino muoversi in lei. Cercava in tutti i modi di non pensarci. Era chiaro che non si sarebbe tirata indietro da quella novità, ma ammetteva a se stessa che cercava di non pensarci più del dovuto. 
Anche se, era vero, era impossibile non pensarci. Praticamente Zayn si era tatuato la mano su quella pancia appena rimanevano da soli e ogni tre per due i suoi amici le ricordavano che dentro di lei cresceva un esserino. 
Lei ancora non riusciva ad accettarlo. Era divisa in due; sapeva che lo stesse crescendo, ma era ancora contraria a quella cosa. Da una parte era contenta di essere rimasta incinta e non sarebbe tornata indietro neanche a pagarlo oro, dall’altra non se ne capacitava.
Indossò una maglietta larga, cercando di nascondere quella che per lei era una fonte di gioia ma anche di disagio. E con solo la maglietta addosso andò a cercare gli altri, volendo passare sopra a quel pensiero.
Bussò alla porta di Louis, sapendo che Zayn fosse lì. La porta venne aperta dal castano, che sorrise quando la vide. 
«Ma ciao!» Lo guardò alzando un sopracciglio e dopo un bacio veloce sulla guancia entrò, trovando la stanza stranamente in silenzio. Capì poco dopo il perché; c’erano solo Zayn e Lou, e il primo se la dormiva bellamente sul divano, abbracciato ad un pupazzo. Si fermò alla soglia del divano, guardando il moro che dormiva e ritrovandosi a sorridere come un’ebete. Lou si ributtò sulla poltrona, tenendo il mano il joystick e riprendendo la sua partita a calcio. Si bloccò poco dopo, quando si rese conto che Keyra era lì ancora immobile a fissare il moro che se la dormiva.
«Ti devo prendere una bacinella?» Chiese Lou ridacchiando. Lo mandò malamente a fare in culo, sedendosi sul bracciolo del divano e guardando Lou giocare. «Noi andiamo a cena fuori stasera, vieni con noi?»
«Noi chi?»
«Tutti noi.» Biascicò il ragazzo, accendendosi una sigaretta ma scacciando via il fumo, per non farlo arrivare a Keyra. 
«Va bene… Perché no?» In fondo era la prima a cui non le andava di rimanere in albergo per tutto quel tempo. «Poi potremmo andare a bere qualcosa.»
«Non puoi.» 
Sospirò. «Lo so, grazie per ricordarmelo ogni volta.» Neanche gli altri avrebbero potuto bere, visto che non avevano vent’anni. Questo la rincuorò un pochino. Ma l’idea che non poteva bere o fumare l’angosciava. Non che lei bevesse come un’alcolista ma…
Sospirando prese a giocare con un pennarello indelebile che stava sul tavolino di fronte a lei. Poi, l’illuminazione.
«Di grazia, che stai facendo?» Quando si spostò, Louis scoppiò a ridere sommessamente. E vicino all’Idiota che aveva appena scritto, ci fece anche un piccolo pene. Era un’opera d’arte, constatò. E l’aveva appena fatta sulla fronte del suo ragazzo.
«Vedi di non sputtanarmi subito.»
«Non sarà così facile rimanere seri di fronte a quella scritta…» E salvando la partita, lei pensò bene di svegliare il bel moro, con un bacio su quelle labbra morbide. Subito Zayn la bloccò sulle sue labbra e aprì gli occhi, per poi sorriderle.
«Quando sei arrivata?»
«Un’oretta fa. Mi sono fatta una doccia e poi sono venuta a cercare il mio cavaliere. Sempre a dormire, eh?»
«Per di più abbracciato ad un peluche.. Che tenero!» Lo prese in giro Lou, ricevendo il Peluche sulla testa lanciato ovviamente da Zayn che si mise seduto e si stiracchiò. Lou rise di gusto e si alzò, indossando una tuta.
Attesero che il ragazzo finisse di prepararsi e poi, tutti e tre insieme si diressero nella hall dell’albergo per incontrarsi con gli altri. Si appoggiò al muro, guardando Zayn in faccia e reprimendo una risata. Quando questo alzò la testa verso di lei, che ridacchiava sommessamente, le chiese perché ridesse.
«Che hai da ridere?» Chiese, sempre con un sopracciglio alzato.
Scosse la testa, continuando a nascondere la sua risata dietro alla mano. «Niente… E’ che appena sveglio sembri un cucciolo di panda con gli occhi così gonfi.» Parve crederci, anche perché nessun sano di mente sarebbe arrivato a pensare che avesse una scritta gigante sulla fronte “idiota” e un pene disegnato in faccia.
Anche Louis ridacchiò, girandosi a guardarlo e concordò con lei. Quando gli altri scesero, Keyra, ferma dietro a Zayn, fece segno a tutti di fare silenzio e di non dire nulla sulla scritta. Si fecero una risata anche loro, ma ebbero la decenza di girarsi prima di ridere. Uscirono, mentre Keyra rimaneva per la prima volta dietro di Zayn, invece di correre nel van. Questo, avrebbe dovuto far capire al moro che c’era qualcosa di strano. 
Come al solito si fermarono a fare gli autografi e foto, e Keyra faceva segno a tutte di non dirlo a Zayn… Ma non riuscirono a rimanere serie di fronte a quella scritta, e ridacchiavano. Ma l’idiozia di Zayn arrivava al punto di pensare che ridessero dall’emozione. Povero stolto.
Fu quando una ragazza gli chiese la foto, che Keyra prese a camminare. Sentì solamente un:
«Ma che cazz…?» E cominciò a correre verso il van, mentre il suo ragazzo la richiamava. «TI AMMAZZO QUANT’E’ VERO IDDIO!» Scoppiò a ridere fragorosamente, quando entrò nel van e si girò a guardare Zayn che camminava verso il furgoncino leccandosi la mano e passandosela sulla fronte, cercando di cancellare la scritta.
«Mi hai mandato in giro con quella scritta e con un cazzo disegnato in faccia!!!!» Urlò come una checca isterica, rosso in viso per la figuraccia appena fatta. Keyra però continuava a ridere come se non ci fosse un domani, guardandolo e tenendosi la pancia, accerchiata dai suoi amici che come lei se la ridevano alle spalle di Zayn.
Porello.
«Questa me la paghi.» E cominciò a farle il solletico mentre il van partiva per il ristorante. Oh avrebbe scaricato quella foto e se la sarebbe messa ovunque in casa. E se ci riusciva avrebbe fatto mettere quella foto anche nei vari stadi, come foto riconoscimento del suo ragazzo. Solo all’idea, scoppiò ancora a ridere, piegata di fronte a Zayn mentre gli toglieva con un fazzoletto la scritta e il disegnetto.
«Sei una stronza.» Brontolò vergognoso.
Rise ancora, guardandolo negli occhi e piegandosi a baciargli quel labbruccio all’infuori. «Ricordati che ti amo.» Sussurrò smielata, indossando la faccia più stronza che aveva.
«Ringrazia che porti in grembo il/la futuro/a Malik. Sennò ti facevo investire.»
E ridendo con i suoi amici se lo coccolò, capendo che a volte era una vera stronza. E non riusciva a capire perché i suoi amici non ricambiassero gli scherzi che lei faceva. In fondo alcuni erano davvero molto bastardi. Ma si divertiva così tanto a torturarli. In fondo per lei era quella la normalità. Con la cattiveria, faceva capire quanto tenesse ai suoi amici. Chi la conosceva sapeva che se Keyra ti voleva davvero bene, doveva per forza farti qualche cattiveria. Niente di enorme, comunque. Ma di certo non veniva lì a coccolarti dal nulla, ma preferiva di gran lunga farti uno sfregio anziché una coccola. Le coccole solo quando era strettamente necessario. E in quel caso non lo era. Fatto stà che lei, senza quei cinque ragazzi, era il nulla cosmico. Ma non poteva sapere di aver fatto accendere una bomba ad orologeria.


Note dell'autrice: Aloha belle donzelle. How are u?
Vi devo chiedere un favore. Mi sono comprata il mac e non so se facendo le cose come le facevo prima, voi le vedete come le vedevate prima. Mi spiego meglio... Ho messo l'immagine della storia, ma non so se è centrata. Dal mio pc è centrata, ma non so se voi la vedete spostata o no. In caso, per favore, potreste dirmelo??? grazie mille.
Comunque ecco un altro capitolo. Spero che vi piaccia e ringrazio con tutto il mio cuoricino quelle persone che perdono tempo a scrivermi una recensione. Con questo nuovo pc, (aleluja) finalmente potrò tornare a scrivere come un tempo e la cosa eclatante è che potrò portarmelo al lavoro, visto che pesa quanto me. 2 etti, ahahahah. Quindi anche nella pausa tra un turno all'altro potrò lavorare un pochino.
Spero che vi piaccia e... nienteeee... Fatemi sapere
un bacione ai pupi! <3

 
   
 
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