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Autore: Light Clary    07/10/2015    1 recensioni
☠ Harry è un ragazzo che sogna di diventare il Re dei Pirati. L'impresa è ardua. Dovrà affrontare i mille pericoli del mare, scontrarsi con corsari assetati di sangue e soprattutto trovare i compagni ideali che lo accompagneranno in quest'avventura.
Louis: E' un celebre spadaccino che sconfigge qualsiasi nemico non con una, non con due, ma con tre spade. 
Viola: Ragazza esperta di navigazione con l'obbiettivo di raccogliere piu' soldi possibili. Nasconde un segreto.
Zayn :Cecchino imbranato e un pò fifone, col desiderio di seguire le orme del padre e diventare un vero pirata.
Niall: Eccellente cuoco che per combattere non ricorre alle mani, ma alla potenza delle sue gambe. Non resiste al fascino di una bella ragazza.
TRA I MILLE PERICOLI DEL MARE E LE CONTINUE SFUGGITE ALLA MARINA MILITARE, CAPIRANNO DI ESSERE DESTINATI A DIVENTARE I PADRONI DEL GRANDE BLU. 
L'OCEANO PIU' VASTO DEL MONDO.
Spero di avervi incuriositi. In tal caso aspetto i vostri commenti ;) ;) ; ) ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Quando la notizia della sconfitta di Arlong e i suoi Uomini-Pesce si diffuse in tutta l’isola, questione di solo mezz’ora, tutti i cittadini si radunarono a Coconout Village per festeggiare la libertà.
Cinque enormi tavolate furono disposte nella piazza principale. Tutti i cuochi del paese, incluso Niall, si diedero da fare per apparecchiarle con carni, fritti, salumi, zuppe, bevande e dolci. Dopo un sonoro banchetto tra pianti di gioia e grida d’esultazione, sollevarono tutti i loro calici per brindare all’indipendenza riconquistata. Volarono fuori tappi di champagne, scoppiarono coriandoli che in realtà erano petali di fiori raccolti dai bambini e poi si diede il via alle danze.
L’orchestra alpestre suonò tarantelle molto ritmiche che fece scatenare tutti quanti.
La bandiera distrutta di Arlong Park venne sventolata un’ultima volta come segno di resa. Poi venne gettata nell’enorme falò al centro della piazza, dichiarando del tutto fine al suo impero.
Paulina, seduta ancora su una delle panche a sorseggiare del buon vino bianco, si sentì chiamare da una vocina che stranamente sovrastò quella di tutte le altre, gioiose.
-Ei, ciao!-  la ragazza voltandosi vide un ragazzino mettersi seduto vicino a lei.
Lo riconobbe. Era il bambino con il quale aveva salvato il naso a Zayn da Fiskur.
-Ciao – lo salutò sorridendo.
-Sono appena stato ad Arlong Park – disse il bambino – o almeno quello che ne è rimasto. Ho visto solo un cumulo di frantumi!
-Impressionante, vero?
-Sì! Chiunque ci sia riuscito deve essere una persona straordinaria! Tu sai chi è stato? È ancora qui l’uomo che ha sconfitto Arlong?
Paulina emise un risolino divertito: - Sì – indicò in un punto tra la folla – E’ lì.
 
Seduto a capotavola della prima grande tavolata, Harry si stava abbuffando come una belva.
Lo scontro lo aveva sfinito e ora stava consumando più di sei piatti di carne. Era al settimo. La bocca piena di arrosto. Riprendere le forze con quel cibo così nutrizionale era ancora meglio che stare chiuso in infermeria, come gli aveva consigliato il dottore.
-E’ stato veramente lui? – chiese il ragazzino sorpreso. Di certo si aspettava un omone più grosso.
-Lo so. Anche io stento a crederci – lo appoggiò Paulina.
 
Niall fumava tranquillamente su una panchina posta poco distante dalla folla danzante. Zayn gli stava vicino. Sentivano le urla di dolore provenire dall’infermeria. Il dottore stava ancora operando la ferita aperta di Louis. A quanto pare non aveva anestetici, visto che gli stava facendo assorbire tutti i dolori dell’intervento.
-E’ stato uno stupido – commentò Niall facendo un’altra tirata – Aveva già una bella cicatrice. Non avrebbe dovuto forzarla in quel modo. Ci vorranno almeno tre anni, perché si rimargini completamente.
-Oh, beh – bofonchiò Zayn stiracchiandosi - E’ già tanto che sia sopravvissuto dopo un colpo inferto da Drakul Occhi di Falco. Nessuno ce l’avrebbe fatta.
L’amico non rispose e guardò il cielo contemplando in silenzio.
 
Louis si contorceva. Aveva inghiottito solo due pillole di antidolorifico ma il bruciore che la ferita riaperta di Drakul gli emanava in ogni punto del corpo, non gli evitava grida e a volte piccole lacrime. Il dottore, dopo avergliela disinfettata e assistita, gliela stava ricucendo, mentre l’infermiera asciugava il sudore sul volto del paziente.
Quando ebbe staccato il filo, il dottore lo guardò quasi con rimprovero: - Non riesco a credere che tu abbia provato a curarti una ferita simile da solo! Se siete davvero dei pirati, com’è possibile che non abbiate ancora un dottore sulla vostra nave?
Louis continuò a gemere stavolta più loquacemente.
-Lo troveremo, prima o poi – disse all’improvviso Harry entrando nell’infermeria. Il dottore gli disse che non erano concesse le visite. Che il suo compagno aveva ancora bisogno delle sue cure – Stavo cercando Viola – precisò invece Harry– L’ha vista?
-Viola?
-Non la trovo da nessuna parte.
Il dottore alzò gli occhi al cielo: - Se non è qui in giro, sarà sicuramente andata .
Harry aggrottò la fronte: - Lì dove?
 
Viola avrebbe tanto voluto partecipare ai festeggiamenti. L’ultima volta che aveva sentito il coro del villaggio esibirsi in tarante montanare, era molto piccola. Non ricordava molto, a parte che lei, Paulina e Marian si erano scatenate in strada, contagiando mezzo villaggio a unirsi alle danze.
La ragazza sorrise, mentre raggiungeva la collina con la tomba della madre e prendeva posto di fronte la croce.
Non seppe quanto tempo rimase a guardarla con il sorriso sul volto.
Dopo un bel po’, sentì due voci chiamarla.
-Oh, sei qui – la prima era quella di Javier.
-I tuoi amici ti cercano – disse la seconda, di sua sorella.
Viola si voltò a guardarli. Erano talmente felici di vederla finalmente sorridere con il cuore.
-Vorrei farvi una domanda – chiese loro – Se Marian fosse ancora viva – accarezzò la croce – Credete … che mi permetterebbe di diventare una pirata?
Javier sobbalzò e divenne bianco come un lenzuolo: - Una … pirata? Ma starai scherzando! Non avrebbe mai lasciato che la sua adorata figlioletta diventasse un predone dei mari.
Paulina rise divertita dalla sua reazione: - No. Non ti avrebbe ostacolata – rispose al posto del sindaco.
-Paulina!-  la rimbeccò lui.
-Ma – continuò lei, ignorandolo –anche se te lo avrebbe impedito, tu le avresti dato mai retta?
Viola ghignò con una linguaccia: - Per Niente!
Le due sorelle scoppiarono a ridere.
Dopo un attimo di sgomento, anche Javier le imitò: - Siete proprio figlie sue – girò le scarpe e prese a scendere la collina – Fa quello che ritieni giusto, Viola. Come ha fatto lei.
Lo videro sparire tra gli alberi. Viola tornò con lo sguardo sulla croce. Sorrise affettuosa e con le idee già chiare nella mente e nel cuore.
 
Si fece notte, eppure nessuno si stancò di volteggiare, cantare e bere. Era sicuramente la festa più duratura che l’isola avesse mai organizzato. E anche la più gioiosa. Durò due giorni interi.
Le lanterne appese ai fili in strada, rendevano la terza notte una serata magica e spassosa. Nel cielo esplosero fuochi d’artificio rimbombanti e colorati e tutti applaudirono allo spettacolo.
Louis fu dimesso in fretta all’ospedale, ma vietato restare in piedi almeno per quella notte. Rimase quindi seduto sulle botti di vino e si rimpinzò di carne e birra fino ad avere le vertigini.
-Sono pieno – dichiarò dopo l’ennesimo boccale.
Fu raggiunto da Niall, che aveva appena finito di friggere la decima enorme porzione di spiedini di pesce per tutti gli abitanti.
-Come va la ferita, Louis? – gli chiese.
-Già meglio – rispose l’altro – con un po’ di riposo ed un buon pasto, guarirò in un batter d’occhio.
-Meglio così.
-Comunque non me lo spiego come fanno a non essere stanchi, dopo tutte questi festeggiamenti? Sono tre giorni ormai!
-Cerca di capirli. Non provavano tanta felicità da otto anni – disse Niall accendendosi un’altra sigaretta – e se la godono come al meglio possono.
I due furono raggiunti anche da Harry: - Ei, Niall! Prima ho visto Zayn mangiare un melone con qualcosa arrotolato intorno. Che cos’era?
-Semplice prosciutto crudo.
-Oh, mammina. Sembrava troppo buono! Dimmi che non è finito!
-Ne ho visto una scodella sulla seconda tavolata. Se fai ancora in tempo, puoi arraffarlo prima degli altri.
Senza neanche ringraziare, l’amico sparì tra la folla.
-Mi rende ancora più sconvolto, il fatto che lui non abbia smesso un istante di mangiare!- disse Louis scrollando le spalle.
-Beh, io sono sazio – disse Niall spengendo la sigaretta. Sorrise: - E’ ora di andare a spassarsela! – e si rigettò nella mischia diretto verso un gruppetto di ragazze tutte da blandire.
Louis alzò gli occhi al cielo, ma sorrise lievemente.
 
Viola si era rifatta viva ma non si era unita alle danze. Aveva preso il dottore da parte e chiesto un enorme favore.
Adesso si trovavano, loro due da soli, nell’infermiera. Lei si spogliò e le venne un brivido veloce, quando il medico gli tolse le bende dal braccio che si era pugnalato, scoprendo il marchio di Arlong.
-Purtroppo la cicatrice della ferita, rimarrà, ma non sarà tanto visitabile – disse il dottore armandosi di cotone e disinfettante – Adesso penso a rimuoverti il tatuaggio – e abilmente prese a curare la ferita e a cancellare le chiazze azzurre che erano sul braccio della ragazza, da otto anni ormai. La tinta venne via, ma rimase ancora il segno che ricordava tanto un pesce – Lo sapevo. Non è possibile rimuoverlo del tutto. Il disegno è sparito ma è rimasta la forma.
La ragazza chiuse gli occhi. Ricordò come era tornata a casa in lacrime, quando da bambina gli Uomini-Pesce gli avevano tatuato quell’orribile marchio. Allora si era vergognata di mostrarsi a Paulina e la evitava, timorosa che scoppiasse a ridere. Invece un giorno, scoprì che la sorella si era fatta tatuare una piccola spirale azzurra all’altezza della clavicola. In questo modo non l’avrebbe fatta sentire tanto differente da lei.
-Dottore – disse riscuotendosi dai pensieri – Vorrei che me ne facesse uno nuovo.
-Cosa? Un nuovo tatuaggio?
-Sì. Così che copra il residuo di quello – tirò fuori dai jeans il pezzo di carta conservato dalla sua visita alla tomba di Marian – E vorrei che avesse questa forma.
 
Javier era da solo al chiaro di luna, davanti la croce in cima alla collina. Ci stava versando sopra del buon liquore. La categoria che Marian preferiva quando andavano insieme a farsi una sbornia il sabato.
-Dovresti vederle, Marian – disse-  Le tue figlie sono diventate due ragazze forti e magnifiche. Proprio come eri tu, tempo fa.
Si perse un attimo nei ricordi del passato e non poté fare a meno di arrossire, nascondendo però le lacrime.
Fu interrotto da un vocione alle sue spalle, che lo fece trasalire.
-Una tomba? È morto qualcuno?
Era Harry. Allontanarsi dal gruppo per fare un bisogno urgente, lo aveva involontariamente portato in vista della collina ed era salito notando una croce.
-Già. Otto anni fa – disse Javier.
-Mi dispiace. Condoglianze, chiunque sia stato.
-Grazie – il sindaco gli diede le spalle.
Harry pensò di lasciarlo da solo e fece per tornare alla festa.
-Aspetta, ragazzino! – lo richiamò Javier senza voltarsi. Lui si fermò: - Ascolta. Viola partirà con te e diventerà una pirata.
Sul viso del ragazzo si aprì un enorme sorriso: - Davvero? Te lo ha detto lei?
-Sì. E io non posso farle cambiare idea. Sarà un viaggio pericoloso. Ma so che sarà al sicuro con voi. Però ti dico solo una cosa – lo guardò con occhi seri e minacciosi – Se farai qualcosa che possa farle perdere il sorriso, ti rintraccerò ovunque tu sia e poi ti ucciderò!
Harry non si incupì di quella piccola minaccia: - Non capisco perché mai dovrei …
-Tu hai capito quello che ti ho detto? – il ragazzo annuì – Bene. Mi basta questo.
E non disse altro finché il ragazzo capì che ora voleva si levasse di torno.
 
Finalmente la stanchezza, l’alcol e il sonno, s’impadronirono delle menti di tutti i cittadini in festa, che crollarono addormentati in mezzo alle strade del villaggio.
Tutti restavano assopiti, godendosi quella quiete che da tempo non avvolgeva l’isola.
Tutti dormivano tranquilli.
Tranne Viola.
 
Si trovava nella casa dov’era cresciuta con sua madre e sua sorella. Il nuovo tatuaggio era bello evidente sul braccio. Lo guardò e sorrise ancora.
Aveva dovuto trasportare dalle macerie di Arlong Park tutti i tesori che in quegli anni aveva raccolto per la ciurma sconfitta. Tutte in un unico enorme sacco. Era stato parecchio faticoso ma c’era riuscita e ora questo stava immobile al centro della sala da pranzo.
Compiaciuta, ci attaccò sopra il biglietto che aveva scritto. Poi si sedette sul letto. Prese tra le mani l’unica fotografia della casa e tenne forte la cornice immergendosi in altri ricordi. Lei, Marian e Paulina, che sorridevano all’obbiettivo, strette, strette come una vera famiglia. Che infondo era quello che erano nonostante non avessero lo stesso sangue.
-Il cibo sembra delizioso, Marian.
-Ci credo. Ho voluto farvi una sorpresa. Sapete che giorno è oggi?
-No.
-E’ l’anniversario della prima volta che vi ho incontrate, bambine mie! Il giorno in cui siete diventate figlie mie.
-Veramente? Allora è il giorno più speciale dell’anno!
-Puoi dirlo forte, Viola.  Quello fu il giorno più bello della mia vita.
BUUUM BUUUM
-Aaah! Aiuto i tuoni!
-Ho paura, Marian.

-Non piangete. È solo una tempesta. Non importa se rovinerà il nostro agrumeto.
-Ma … sigh … ci avevamo messo tanto per rendere il raccolto di quest’anno davvero abbondante.
-Non è importante. Siate sempre coraggiose e sorridete sempre in questi movimenti. Solo così potrete diventare, ragazze forti. Se lo farete, molte cose della vita vi sorrideranno. A me è successo. Ho avuto i vostri sorrisi.
 
-Te lo prometto, Marian! Un giorno navigherò tutti gli oceani e disegnerò la cartina nautica di tutto il mondo!
-So che ce la farai, piccola mia.
 
Viola si asciugò una lacrimuccia mentre, oltre alla loro foto, stringeva anche la prima cartina che avesse mai scritto. Quella che segnò la sua carriera da cartografa.
La arrotolò amorevolmente e la ripose con cura sulla scrivania dove l’aveva scritta. Lì sarebbe stata per sempre al sicuro. Ripoggiò la foto sul comodino e si alzò.
Ridando uno sguardo alla casa, rivide i meravigliosi momenti passati da bambina. Gli passarono velocemente davanti agli occhi, riempiendole il cuore di nostalgia e felicità.
Sentì di non essere sola.
Avvertiva la presenza di qualcun altro. Che non c’era ma allo stesso tempo c’era.
Fu come vedere Marian seduta sul tavolo a sorriderle dolcemente.
Lei ricambiò.
-E’ finita, mamma. Ci sono voluti otto lunghi anni, ma finalmente siamo liberi. È proprio come dicevi tu. Finché continuerai a vivere, cose meravigliose ti sorprenderanno la vita. E ora, tutti gli abitanti di Coconout Village sono felici dal più profondo del cuore – era sicura che qualcuno la stesse ascoltando da qualche parte, per questo continuò – Ho deciso di partire con i miei amici. Non preoccuparti per me. Starò bene. Sono delle brave persone e so che mi proteggeranno. D’ora in poi disegnerò mappe solo per me stessa. Costretta da nessuno. Voglio vedere il mondo! Insieme a loro! – chiuse gli occhi portandosi le mani al petto – E’ questo il mio sogno. Non so quando tornerò su quest’isola – le si inumidirono gli occhi – ma resterà per sempre una parte di me – rivolse un altro sguardo alla foto sul comodino.
Non restò ad esitare a lungo. Prese da terra la valigia che si era preparata e a passetti piccoli si diresse verso la porta d’ingresso. Si voltò un’ultima volta verso la casa che aveva segnato tanti momenti felici. Fu difficile darle le spalle.
Quando mise il primo piede fuori dalla porta, sentì una calda mano darle una leggera spinta e aiutarla a uscire definitamente.
Si voltò di scatto. Non c’era nessuno. La casa era più silenziosa di prima.
Dopo un attimo di turbamento, rise ancora e tornò sulla sua strada, consapevole dell’appoggio che aveva sulla sua decisione.
-Ti amerò sempre, Marian.
 
Quando tutti si furono riattivati, la mattina seguente, aiutarono Harry e gli altri a caricare la Up All Night. Era rimasta ancorata tra due scogli tutto quel tempo, ma era rimasta comunque in perfetta forma. Caricarono a bordo circa ventidue scatoloni di provviste. Non fu una cosa rapida, ma entro mezzogiorno, terminarono.
Tutto il villaggio si era riunito al porto per salutare i loro benefattori, che erano finalmente pronti a levare l’ancora. Alcuni si erano portato dietro striscioni di ringraziamento: GRAZIE MILLE! W I NOSTRI EROI. SIETE GRANDI!
-Questo era l’ultimo! – disse Zayn caricando a bordo l’ultima cassa.
-Ora siamo ben riforniti – commentò Niall.
-Sapete, siamo rimasti solo pochi giorni, ma me ne vado con un mucchio di ricordi di questo posto.
Harry rise: - Puoi dirlo forte.
Intanto, di sotto, Jonathan e Sauk si fecero avanti tra la folla.
-Grazie, fratelli! Vi dobbiamo molto! – dissero in coro.
-Siete sicuri di non voler venire con noi? – Harry aveva provato a proporglielo più di una volta, ma loro erano stati impassabili.
-Torneremo a fare i cacciatori di Taglie. Mi spiace, ma dobbiamo proprio salutarci.
-Spero di rivedervi un giorno – disse Zayn.
-Statemi bene – sogghignò Louis.
Ovviamente i due non poterono trattenere lacrime di commozione: - Anche tu!
I ragazzi non rimasero molto a guardarli sparire tra la folla.
Zayn agguantò la fune dell’ancora: - Bene. Siamo pronti anche noi a salpare?
-Un momento! – lo bloccò Niall agguantandogli forte il polso – Dov’è Viola? Non sa che partiamo adesso?
-Credevo non venisse – disse Louis un po’ aspro.
Niall lo guardò in cagnesco: - Come puoi trattarla così dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei?
-Non ho detto niente di male.
-Invece sì!
-Invece no!
-Invece sì!
E mentre i due battibeccavano come cane e gatto, Zayn si grattò il mento.
-In effetti è strano. Ma ora che ci penso, Viola non ha più ragione di essere una pirata, ora che è libera dal controllo di Arlong. In effetti sarebbe più felice se restasse qui, riflettendoci.
-Io non intendo partire, senza Violetta! – si lamentò Niall.
-Pensa al suo bene – disse Zayn.
-Sei un cretino – disse Louis.
E i due ripresero a insultarsi.
Harry invece rimase muto con lo sguardo verso il cielo.
 
-In effetti, dov’è Viola? È da stamattina che non la vedo – disse uno degli abitanti.
-Cosa hai detto? – sbottò all’improvviso Javier in un punto a caso della folla – Ha lasciato a casa vostra tutti e 100 i milioni di Berry che doveva ad Arlong?
-Esatto. Ha solo lasciato un biglietto. “Un regalo per voi” – continuò a spiegare Paulina.
-Li ha regalati a noi dopo tutto quello che ha passato per ottenerli? – chiese il dottore sorpreso.
-Ma è ridicolo – disse Javier – Dov’è adesso?
Non l’avesse mai chiesto.
Una figura slanciata comparve tra gli alberi del bosco.
Harry fu il primo a notarla. Sorrise: - Guardate un po’ lì.
I suoi compagni alzarono lo sguardo.
-Oh, eccola lì.
-Viola!
-VIOLETTA!
 
-Viola! – la chiamarono tutti gli abitanti.
La ragazza teneva lo sguardo basso. Lo alzò solo per strillare: - Mollate Gli Ormeggi! – dopodiché si lanciò in una corsa a perdifiato.
 
-Che sta facendo? – chiese Zayn.
-Ha detto di mollare gli ormeggi! – gli ricordò Harry – Fallo!
-Ma ….
-Fallo!
L’amico non disse altro e ubbidì risollevando interamente l’ancora.
Viola si fece spazio tra la folla, a volte spintonando.
-Aspetta! Non intenderà andarsene senza salutare??? – esclamò Javier.
-Non può farlo! – gli fece eco il dottore.
 
-Niall issa la vela. Louis posta il timone ad est!
I ragazzi fecero quanto il loro capitano chiedeva. Il vento fu subito a favore della bandiera e la nave prese a muoversi.
Dopodiché i quattro restarono appoggiati alla sponda della nave a vedere il seguito.
 
-Ferma Viola! Non puoi andartene così! – provarono a fermarla gli abitanti.
-Non te lo posso permettere! – gridò Javier mettendosi davanti la strada.
Ma la ragazza non si fermò. Oltrepassò le persone spingendole da parte con il fianco. Non rivolse nemmeno uno sguardo a Paulina quando le passò davanti. Javier non riuscì a fermarla.
-NOOO!
Viola accelerò il passo e poi, arrivata al molo, spiccò un salto enorme che incredibilmente riuscì a farla atterrare sul bordo della nave. Si diede una spinta in avanti per non finire in acqua e si ritrovò sul ponte, circondata dai suoi compagni sbalorditi.
 
Dopodiché si sollevò di poco la maglietta, avvicinandosi di più alla sponda in modo che gli abitanti potessero vederla chiaramente e … le piovvero da dosso una decina di borsellini pieni. Forse più di una decina.
-COOSAA? – strepitò Javier portando subito una mano alla tasca – No! Non dirmi che …
Anche tutti gli altri dovettero controllare di avere i porta-spicci nelle tasche. Tutte vuote.
 
Viola si voltò lentamente verso di loro e si appoggiò alla poppa della nave. Sventolò una mano verso la sua isola Natale.
-Statemi bene tutti quanti! – salutò.
 
Javier era rosso pomodoro: - PICCOLA LADRUNCOLA! – gridò battendo i piedi a terra e seguito dalle lamentele di tutti gli altri cittadini.
 
In tutta risposta lei scoppiò in una risata.
Louis e Zayn si guardarono increduli e con sopracciglia inarcate.
-Cazzo. Non è cambiata di una virgola.
-Sei stata grande, Violetta! – si complimentò Niall.
Harry rideva come un matto.
 
Lei rimase ancora a guardare la sua isola farsi sempre più piccola.
Le grida di protesta degli abitanti, si erano trasformate in urla di incoraggiamento.
-Torna presto, Gatta Ladra!
-Buona Fortuna!
-Grazie di Tutto!
-RAGAZZO! Non dimenticare la tua promessa!
Harry sapeva che Javier si stava riferendo a lui. Gli sorrise sollevando il pollice.
 
-Arrivederci a tutti! – gridò Viola.
 
-Incredibile! Ci ha fregati di nuovo! – sbottò il dottore, offeso.
-Che razza di sorella! – disse Paulina sarcastica – Divertiti a girare il mondo.
 
Javier prese a ridere. Il dottore gli si avvicinò ricordandosi improvvisamente di una cosa.
Tirò fuori dal camice un pezzo di carta.
-Tieni. È per te.
Il sindaco lo prese tra le mani e lo spiegò con una mossa sola.
-Cos’è?
-Viola mi ha chiesto di tatuarle questo simbolo. Sai dirmi cosa raffigurerebbe? Lei ha detto che si trattava di una girandola e un mandarino.
Quando Javier lo studiò attentamente.
-A proposito – gli chiese Paulina – Che fine ha fatto la girandola che tenevi sempre sul cappello?
Il sindaco si tolse il copricapo che era perforato al centro e sorrise: - Non ne ho più bisogno – gli prese affettuosamente la mano – e lo sai perché.
Paulina non dovette riflettere a lungo. Annuì con una lacrima che le scendeva calda sullo zigomo.
INIZIO BREVE FLASHBACK
Marian tiene in braccio una Viola neonata, nel suo fagotto. La piccola piange.
-Non ti avvicinare più a lei, Javier! – lo rimprovera la donna con un gestaccio.
-Ma volevo solo vedere il suo musetto!
-L’hai spaventata con i baffoni che hai!
-Ma che ci posso fare?
Sta zitto per un minuto, poi gli viene un’idea.
-Ci sono! – entra dentro casa sua. Esce in un lampo. Si è conficcato nel cappello una piccola girandola gialla che gira vorticosamente – Che ne dici di questo? Ti diverte, piccola Viola?
La bambina smette immediatamente di strillare, per mettersi a ridere e agitare le braccine verso la girandola.
-Evviva! Sta ridendo!
-Sei stato bravo – ride Marian.
-Ho deciso. Terrò addosso questa girandola, solo per far sorridere Viola.
 
Viola si guardò gli schizzi azzurri che aveva sul braccio. Una girandola con un mandarino nel mezzo. Sorrise ancora.
Rivolse un ultimo saluto alla collina dove riposava Marian, finché questa non sparì ai suoi occhi. Il vento scompigliò i capelli suoi e dei suoi amici, tutto intenti a guardare l’orizzonte.
Chissà cosa avrebbe riservato loro il futuro.
 
Un vento particolare soffiava sulla tomba di Marian. Un vento di calore, che trasportava amore e affetto. Se si fosse teso abbastanza l’orecchio e ascoltato quel vento con il cuore, si poteva ancora udire la risata di una madre, orgogliosa di sua figlia.
Sotto la croce, un mandarino e una girandola in movimento.

TO BE CONTINUED TO TOWARDS THE GRAND LINE
 

CIAO A TUTTI LETTORI E LETTRICI.

Ebbene, sì. Come avete letto questa è la fine della storia. 

O almeno la prima fine ;) ;) ;) 

Infatti ho deciso di dividere la storia completa in fanfiction a pezzi, altrimenti, come in molti di voi mi hanno fatto notare, uscirebbe una cosa pazzesca!

Per ora ci fermiamo qui. Intanto io progetterò i capitoli a venire.

Io vi ringrazio tantissimo per tutti i commenti che mi avete lasciato e se volete sostenermi, condividete e commentate la storia.

Ringrazio tutti voi che mi seguite dall'inizio!

Ci vediamo presto!

E All'Arrembaggio!!!!

 


 
  
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