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Autore: Adhafera    08/10/2015    1 recensioni
Marco Polo è ormai tornato dal suo lungo viaggio in Asia, ma la Venezia che lo accoglie è una Venezia in guerra con Genova.
Durante il suo soggiorno nelle prigioni nemiche racconta a messer Rustichello del sue avventure, permettendogli di scrivere quello che sarebbe passato alla storia come "Il Milione", la sua memoria lo riporta però in una Venezia lontana continenti visitata durante un viaggio straordinario assieme alla principessa Kököchin, amica altrettanto straordinaria, l'unica che abbia mai capito la sua nostalgia per una casa lontana.
Genere: Avventura, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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1298


Messere Rustichello, uomo di gran cultura e fastidiosa curiosità non poteva fare a meno, a detta di terzi, di farsi i fatti altrui, per il tal motivo uno qualsiasi direbbe che la sua prigionia per mano dei Genovesi fosse per lui lui la più mortale delle punizioni, eppure non era così, perché in quel luogo buio dall' aria ferma e pestilenziale aveva incontrato il più grande narratore di frottole e assurdità dai tempi di... beh neanche lui sapeva da quali tempi, e osservarlo mentre russava gli faceva venir voglia di prenderlo a calci per la necessità di averlo sveglio.


Né Cristiano né pagano, saracino o tertero, né niuno huomo di niuna generazione non vide né cercò tante meravigliose cose del mondo come fece messer Marco Polo”


Lo osservò sobbalzare e improvvisamente realizzò di aver pronunciato quelle parole ad alta voce, lo sguardo azzurrino del Veneziano lo fulminò desiderando forse di ucciderlo, sorrise il Rustichello al pensiero, quello era il settimo giorno di prigionia che svegliava il burbero compare, sperando in cuor suo che il malumore non lo trattenesse dal raccontargli qualcuna delle sue storie grandiose.

Di tutte le genti che ho incontrato, e ne ho incontrate tante caro Rustichello, nessuna tiene il passo con voi Pisani per quanto riguarda il tormentare il prossimo”

l' uomo sorrise mentre osservava il prigioniero veneziano stropicciarsi gli occhi con le mani logore e sedersi sulla nuda roccia della prigione.

Sognavate la vostra Asia messere? E le vostre genti barbare? Di cosa mi parlerete oggi messer Polo? Di nuovo della grande Armenia e del monte dell' Arca oppure dei serpenti di Caragian? Personalmente ne vorrei una sul Gran Khan!”

l' entusiasmo di quel Pisano aveva per Matteo duplici effetti, da una parte gli scioglieva la lingua facendogli rivelare e descrivere cose mai viste, dall' altra gli faceva desiderare di essere libero di levargli la parole...con qualsiasi mezzo cristiano o pagano conosciuto tra tutte le genti del mondo, tanto in prigione già lo avevano messo.

Sognavo Venzia, stolto curioso, solo la mia Venezia...e quanto vorrei tornarci”

il ficcanaso all' affermazione del mercante storse il naso senza nascondere la sua palese delusione, si aspettava sì che lo Messere Polo gli rispondesse in maniera diversa, in maniera meno onesta e più assurda, meno fedele alla realtà e più vicina per l' appunto ai sogni

Messere a voi manca Venezia quanto a me manca Pisa...ma non è questa la storia che voglio, voglio storie di uomini con fattezze canine e di galline con il pelo dei gatti, le vostre storie Messere non le storie di tutti!”

Eccolo che ricominciava puntuale e petulante come ogni giorno e l' unico motivo per cui anche le guardie lo sopportavano era solo perché anche loro segretamente sognavano le avventure del mercante. Eppure quel giorno messer Polo non aveva granché voglia di parlare di cose grandiose, quel giorno lui aveva sognato davvero Venezia, ma una Venezia lontana continenti dalla sua patria, una Venezia dove l' aria sapeva di zenzero e gli alberi erano di un verde quasi impossibile, dove l' acqua nascondeva creature fantastiche e le genti erano miste di Cristiani e Saracini e pagani di ogni genere...l' aveva raggiunta quella terra assieme alla sua giovane compagna di viaggio, una compagna di viaggio petulante e curiosa come quell' uomo bizzarro con cui divideva la prigionia, una compagna che per certi versi era prigioniera pure lei.

Chissà bambina che fine hai fatto...chissà se sei viva e se ti trattano bene, o se ancora ti senti prigioniera.

La mente era offuscata a causa del digiuno e di quel Rustichello che di smetter di parlare non vleva proprio saperne, eppure i lineamenti di quella creatura che era una delle più belle della gente Mongola erano impressi nella sua mente di pazzo, la pelle bianca e gli occhi come onice, i capelli lisci e luminosi come il crine di un cavallo e le dita che, contrariamente alle donne di altre genti erano callose per via della sua assurda abitudine di volersene andare in giro per le steppe a cavallo...sì, senza dubbio Kököchin era una tra le più strane creature che il suo viaggio gli avesse riservato.

Vuoi una storia Rustichello? Allora ti dirò una storia...una storia di Venezia!”

Messere vi prego non punitemi...giuro che cercherò di non svegliarvi d' ora in poi”

Non fare promesse che non puoi mantenere pisano...e poi cosa credi? Mica ti narrerò della nostra di venezia, ma di una più lontana, una Venezia che stà in Asia”

il prigioniero si fece subito più attento, una Venezia d'Asia...nessuno aveva mai narrato di una Venzia d'Asia, ma poi di che si sorprendeva? Era di messer Polo che parlava, avrebbe dovuto prevedere che gli ipnotizzasse la mente con storie mai sentite.

Nell' anno che era il 1286 dopo la nascita di Nostro Signore un grave lutto colpì la famiglia dello Gran Khane di Persia, Arghun si chiamava ed era noto per essere uno degli uomini più affascinanti del suo tempo. La sua consorte Bolgana era perita in seguito a cause che adesso la mia mente si rifiuta di ricordare, quando la notizia giunse al Gran Khane Kublai io stavo per recarmi nuovamente a Venezia, fu in quel momento dopo ventiquattro anni ci amicizia e servitù,quando ancora non avevo ancora toccato i quarant'anni che il Khan mi affidò fiducioso l' ultima missione. Il figlio era convinto che solo il sangue di sua moglie avrebbe potuto sostituirla così richiese una moglie che condividesse il sangue con la tribù di Bolgana, ma tale tribù, conquistata anni e anni addietro, credo prima del mio arrivo, non contava molti membri, anzi l' unica alla corte del Khan era Kököchin, la principessa blu...l' ultima dei Bayuat”

Già! L' ultima della sua gente, una ragazza di diciassette anni che non si era ancora affacciata a conoscere il mondo ma che di vita aveva più esperienza di tutte le sue coetanee alla corte. Sola al mondo e prigioniera, come lui anche lei in quel lontano 1291 poteva contare solo sulle sue forze, lontana da casa e in mano a chi aveva massacrato i suoi fratelli, senza poter dare fiducia...viva solo per il sangue che le scorreva nelle vene, ci aveva pensato spesso messer Polo, cosa ne sarebbe stato di lei se anziché ai Bayuat avesse fatto parte di un' altra tribù? Ringraziò il Signore per non averlo mai saputo.

Ma cosa c'entra questo con Vnezia?”
“Pazienza pisano! Impara, se vuoi avere a che fare con me, l' arte della pazienza...arrivò dunque il giorno del viaggio, si mossero per lei quattordic imbarcazioni e ognuna aveva quattro alberi e dodici vele-”

Ma questo non è possibile messere Polo? Tutte queste navi per una donna sola?”

lo sbuffo del mercante fece tremare il pisano e sussultare una delle guardie che aveva deciso che ascoltare le storie dei quell' uomo bizzarro fosse molto meglio che badare agli altri prigionieri...Marco da parte sua si rese conto che c'era tanto di più da spiegare, era partito volendo parlare di Alleppey e si era imbrigliato con le sue mani in una storia molto più complicata.

Rustichello ma ascolti mentre narro o no?”

Ma sì che ascolto messere Polo...come sempre”

Come dicevo lei era Kököchin..principessa blu, principessa celestiale...più vicina alle divinità che al resto degli uomini, e sarebbe diventata moglie del Khan di Persia...imperatrice stessa se la sorte avesse voluto. Partimmo da quanzhou nel 1291 e lei era appena più che una bambina...”

una bambina che sarebbe diventata presto una delle donne più importanti dell' impero, che affrontava per la prima e per l' utlima volta quello che sarebbe stato il viaggio della sua vita e l' unica occasione di vedere un pezzo di mondo, Marco ricordava il suo entusiasmo, glielo si leggeva in quegli occhi di onice che non nascondevano la curiosità, eppure ancora non riusciva ad esprimerla a parole, ancora non dava confidenza a lui e agli altri Venziani...ancora sceglieva di restare da sola.

Ancora non mi è chiaro il legame con Venezia”

Rustichello... se mi avessero insegnato, i sapienti incantori di Tebet un incantesimo abbastanza potente per farti cadere la lingua...sappi che lo userei, silenzio!”

Marco notò con piacere che le sue minaccie avevano provocato l' effetto sperato, il pisano fece finalmente cenno di starsene zitto e ingenuamente il mercante pensò che fosse la volta buona per parlare senza interruzioni.

“”Le quattordici navi percorsero più strada in quell' anno di viaggio di quella che la maggior parte dei mercanti compie in tutta la vita, furono molte le cose che vidi, dal Siam terra dei sorrisi allo Sri Lanka, fino ad arrivare all' India, conobbi saracini vestiti di setae e i fedeli di una divinità chiamata Krishna, vidi dei sapienti che mi insegnarono le cose del mondo anche se mai bene come gli abitanti di Tebet, nella strada per Tabriz incontrammo animali inesistenti nelle nostre terre e uomini in tutto e per tutto come i cani...ti sorprendersti Rustichello. Contraemmo malattie mortali che uccisero alcuni dei veneziani che viaggiavano con me...ma non lei, Kököchin si apriva sempre di più al mondo e sembrava che nulla potesse sconfiggerla, più vedeva del mondo e più se ne innamorava, più ci avvicinavamo alla terra del suo futuro marito e più temeva il momento in cui di quella straordinaria avventura avrebbe avuto solo un lontano ricordo, diventò amica e protetta dell' equipaggio, e se prima la proteggevamo per dovere...ora le cose stavano cambiando, quello che ci legava era affetto profondo”

una lacrima solcò il viso di messere Polo al ricordo delle prime parole della principessa “Come ci si sente messere Polo a stare lontani da casa?” all' epoca le rispose delle vere banalità, che stare lontani non era necessariamente difficile, cercando di rassicurarla sul suo sposo si dimenticò che lei non sarebbe mai tornata a casa ma che avrebbe dovuto essere forte abbastanza per ricostruirsene una...si malediceva in quel momento per le sue parole, sei un bugiardo Polo...ecco quello che sei.

E poi arrivò Alleppey...era lei la vera Venezia dell' Asia, una venezia dall' aria umida e odorosa di zenzero e dalle genti dalle fedi multicolore... un luogo che più di ogni altro mi avrebbe ricordato casa”

continuava a piangere e si ricordò ironicamente che piangeva anche quel giorno di tanti anni prima quando aveva per la prima volta visto i canali attraversati lalunghe e strette imbarcazione, dove l'acqua rifletteva tutto il verde di quella foresta surreale che era casa per animali selvaggi e variopinti.

A cosa pensate messere Polo? Piangete per lo zenzero?”

l' uomo ridacchiò inconsciamente sperando di non aver messo in imbarazzo quella curiosa creatura fasciata nella seta blu dei suoi abiti.

Piango per casa mia signora...questo luogo mi ricorda Venzia”

al nome della città lo sguardo della ragazza si illuminò, se fosse possibile, ancora più di prima e Polo fu lusingato di essere la causa di un tal brillar di stelle

Raccontatemela Messere...raccontatemi Venezia”

e fu così che successe, ad Alleppey, che era la parte più remota dell' India e che era un po' anche Venzia, nacque la più grande amicizia che Polo avesse stretto dopo quella col Gran Khan. Tra le domande curiose e talvolta impertinenti della ragazza Polo dipinse la storia di Venezia, dei suoi canali e delle sue battaglie, dei suoi leoni e delle sue molteplici arti...non ultima quella segreta della lavorazione del vetro. Raccontò di suo padre e dello zia Maffeo, e dei suoi studi. Per poi chiedere a Kököchin di ricambiare parlando della sua gente, e per la prima volta dall' inizio del viaggio la fanciulla non si rabbuiò al ricordo dei guerrieri di Bayuat, e narrò delle steppe e dei cavalli e del popolo nomade che vaga nelle praterie, parlò delle donne arciere e del suo desiderio, se il marito glielo avesse concesso, di continuare a cavalcare, così la ragazza fece brillare gli occhi del mercante... e quello strano senso di nostalgia per le abitudini di casa erano ciò che rendevano Kököchin più simile a lui di chiunque altro in quel continente così misterioso.

Rustichello osservava quel curioso mercante piangere silenziosamente senza spiegarsi la ragione di tante emozioni, forse per lui era troppo doloroso ricordare, forse la prigionia lo stava portando allo sfinimento.

Alleppey mi ha fatto stringere una grande amicizia Rustichello...una che mi ha spezzato il cuore quando ho dovuto separarmene”

Sposò Arghun messere?”

No pisano, non sposò Arghun...egli morì mentre eravamo ancora in viaggio, fu data al figlio Gazhan...e credimii Rustichello se ti dico che per lei fu meglio così, le era più vicino per età, ed anche se era vero che mentre Arghun era tra i più belli e affascinanti uomini del suo tempo, Gazhan aveva altre doti, non ultima una grande sensibilità...e anche se ero certo che la stavo lasciando in buone mani il mio cuore ne soffrì parecchio, fnciulla straordinaria”

Tu l' avevi lasciata Marco, in buone mani sì, ma pur sempre lasciata. Cosa stai facendo adesso Kököchin? Sei riuscita a rendere Tabriz la tua casa o sogni ancora i Bayuat? La Persia ti è amica o sogni ancora Alleppey? Te la ricordi Alleppey vero?


Né Cristiano né pagano, saracino o tertero, né niuno huomo di niuna generazione non vide né cercò tante meravigliose cose del mondo come fece messer Marco Polo...lo comincerò così!”

Cosa Rustichello?”

ilpisano sorrise complice e tirò fuori dalla veste un pezzo di pergamena umido e semi stracciato, che in quel momento era per lui la cosa più importante del mondo.

Ma il vostro libro ovviamente messere! Tutti sapranno che straordinarie avventure e che genti meravigliose avete incontrato me ne assicurerò personalmente!”

l' allegria contagiosa del ragazzo fece scoppiare a ridere il mercnate che era legittimamente indeciso sul livello di serietà delle parole del compare, eppure come idea non era male davvero....un libro sulle avventure dello messere Polo, un libro che nessuno avrebbe mai preso seriamente.


8 Gennaio 1324


Tossiva senza sosta lasciandosi delle piccole macchioline di liquido vermiglio sparse su tutto il palmo della mano...chi lo avrebbe detto che messere Polo sarebbe morto in quel modo, stanco e sudato sul suo letto di casa e non in qualche esotica terra con uomini che recano le teste di cane e galline con pelo di gatto? La verità era nessuno. Eppure in quel momento per i suoi cari il principale problema non era la sua sicura morte, quanto l'incolumità dell' anima... perché era scontato che un libro come Il Milione gli avrebbe procurato non pochi problemi...alla fine Rustichello lo avea scritto davvero! E tutti sanno che opinione ha il mondo di uno che dice di aver visto serpenti enormi e nerissimi e altre città come venezia e luci colorate in cielo.

Per favore Marco rifletti! Pensa alla tua anima...sarà salva dovrai solo dire che tutto ciò che hai raccontato era una menzogna...per favire Marco”

era da quando si era resa conto che sarebbe perito presto che sua moglie si era intestardita intraprendendo la causa persa di, a suo dire, salvargli l' anima.

La tosse e la febbre gli impedivano di pensare lucidamente, pensò ad un certo punto che negare tutto poteva davvero essere la soluzione...poi le immagini cominciarono a sfuocarsi e la vista veniva ingannata dai ricordi...dove prima c'era sua moglie ora rivedeva il Gran Khan, dove prima la servitù si prodigava per farlo stare meglio ora Kököchin, mault bele dame et avenant, gli accarezzava la fronte, con gli occhi color onice e un soriso dolcissimo che non mostrava i denti

Messere Polo...raccontatemi cosa avete visto in questi anni!”

era più adulta di quando l' aveva lasciata, più serena di quando aveva lasciato Khanbaliq,

Come stai bambina? Bambina...che sciocco, sei una donna ormai! Come state mia signora? È la persia diventata per voi una casa accogliente?”

Ma lei non rispondeva, si limitava a sorridere, e il suo sorriso si mischiava alle voci della moglie e dei parenti che ancora si intestardivano nel volergli imporre cosa dire, si scoprì improvvisamente interessato al destino della principessa blu, sempre fasciata in abiti di luminosa seta turchina, sempre celestiale, più vicina agli dei che agli uomini.

Se le mie parole non apriranno le porte del paradiso...che Dio le lasci pure chiuse”

la voce ovattata dei presenti si allontanava sempre di più, ma Marco aveva ben inteso che qualcuno doveva aver iniziato ad urlare, scorse i domestici farsi il segno della croce...come se quello avrebbe potuto salvarlo


Allora messere me la raccontate Venezia? Mi dite cosa avete visto nei vostri viaggi?”


Sorrise sereno il mercante...per una volta nella vita aveva sulla porta della lingua una risposta sincera, sorrise alla donna che aspettava una storia...una storia che per lei sarebbe stata emozionante come i racconti dell' Asia per Rustichello.


Non ho raccontato neanche la metà di quello che ho fatto e veduto nei miei viaggi perché sapevo che non sarei stato creduto”

   
 
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