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Autore: Elaintarina    16/02/2009    7 recensioni
Io e Cem continuiamo a ballare, abbracciati, sulle note vecchie e stanche di un'orrida canzone hippy...
Piccola one-shot su Kebab for Breakfast: i pensieri di Lena durante l'ultima scena della seconda serie(quella del ballo). E' la prima fan-fiction che pubblico, per favore siate clementi!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The last dance.

Non è buffo quanto si possa essere felici anche nel bel mezzo della più cupa disperazione?
Mi è bastato solo toccarlo, sentire sotto le mie dita il profilo caldo e ben delineato dei suoi splendidi muscoli, e tutto è sembrato avere di nuovo un senso, come se ogni cosa fosse finalmente al posto giusto. Io fra le sue braccia e lui qui, nel mio cuore. Ma le cose, si sa, non sono mai come devono essere. Soprattutto nella mia famiglia.

 

Ma guardatela, la mia famiglia!
Doris balla spensierata e sciocca come una quindicenne al ballo della scuola. Methin la guarda come chi sta contemplando l’ ottava meraviglia del mondo. Chissà se mamma si rende davvero conto del suo sguardo così innamorato? Beh, almeno lei lo ha avuto, il suo lieto fine.
Quanto la invidio.


Yagmur invece mi somiglia molto di più. La sua è una storia complicata quasi quanto la mia, con la sottile differenza che lei ha fatto, quasi sempre, la cosa giusta. Non è meschina e doppiogiochista come me. Anche se per lei non c’è stato nessun happy ending, la invidio un po’, in fondo.


Marcus e zia Diana ballano abbracciati in un angolo. Papà non cambierà mai, eh? Non appena una delle due sorelle si è sposata, ha ripiegato sull’altra, senza farsi troppi problemi. Io e lui abbiamo tanto in comune, ma a me manca questa capacità di adattamento.
E un poco lo invidio.


Mio fratello Nils e il nonno stanno chiacchierando. Probabilmente il nonno ne starà dicendo qualcuna delle sue. È simpatico, in fondo, ma somiglia decisamente troppo a mamma, nonostante lei cerchi di negarlo in tutti i modi. Con la coda dell’ occhio vedo Nils alzare gli occhi al cielo. Ma di che ti lamenti, vorrei dirgli. Almeno tu puoi andartene da questo manicomio, via, in quel bel collegio svizzero dove anche i problemi più complicati sembrano semplici per le vostre menti da super geni. Chissà se sapreste risolvere anche i miei, di problemi? Quanto vorrei poter scappare anch’io. Quanto ti invidio, Nils.


E poi c’è lei.
Seduta in un angolo con il suo orribile vestito verde,mi guarda sorridendo radiosa. Così odiosamente buona, così insopportabilmente perfetta. Non si è neanche arrabbiata. Non mi ha detto niente, non mi ha insultato, nulla! E poi il peggio. “Amiche come prima?”, mi ha chiesto con quella sua tintinnante vocetta zuccherosa.  Amiche. Come faccio a essere tua amica, Ulla? Come faccio a guardarti di nuovo dopo tutto quello che ti ho fatto? Sono stata una carogna, è inutile che cerchi di negarlo. Una vera strega. E lei che fa? Mi perdona. Di tutte le cose che poteva fare, questa è forse quella che mi fa più male. Ma è lei, in fondo, quella che invidio di più.

Io e Cem continuiamo a danzare, abbracciati, sulle note vecchie e stanche di un’ orrida canzone hippy. Ma ormai ogni mia illusione è sparita, si è sciolta come neve al sole.

“Che cosa ti ha detto?”

“Che dobbiamo guardarci in faccia, se dobbiamo vivere sotto lo stesso tetto.”

“Ma tu mi piaci ancora…”

“Beh… è normale… la sorellina è sempre un po’ innamorata del suo fratellone.”

Saremo solo fratelli, nulla più. Sarà il mio irritante, rompiscatole, bellissimo fratello maggiore.
Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, così appoggio la testa contro il suo petto. Si sente il battito del suo cuore.

Quel cuore in cui, purtroppo, io non avrò mai un posto.

   
 
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