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Autore: Clara_Oswin    09/10/2015    0 recensioni
[Come creare il ragazzo perfetto]
[Come creare il ragazzo perfetto]E se Mae non avesse avviato l'autodistruzione? Se le cose fossero andate in maniera diversa quella sera? Albert aveva uno sguardo molto triste mentre la guardava per l'ultima volta prima di essere sparato in cielo.
Mae l'amava, anche se era solo un robot per un momento era stata davvero felice.
Ma cosa ci differenzia dai robot? Perchè la loro storia non può avere un lieto fine?
Leggete, per chi come me si è dispiaciuta a vedere la fine di questa coppia.
AlbertxMae
Dal testo:
Cosa ci rendeva così diversi? Lui era in un corpo di metallo io in uno in carne e ossa, i robot non provano sentimenti, non hanno un anima, noi esseri umani sì, allora perché mentre lo aspetto sulla soglia dell’ingresso per andare al ballo ho la sensazione di sbagliarmi?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A.A. Salve a tutti, sono nel periodo film fantascientifici, dall’influenza di Chappie o meglio conosciuto in Italia come Humandroid e Come creare il ragazzo perfetto è nata quest’idea. Mi sono piaciuti molto come coppia e per me la fine doveva andare in maniera diversa ma ehi, è pur sempre un film della Disney quindi non mi aspettavo troppo. Vi lascio alla lettura del brano, ho scritto di getto spero non ci siano errori o ripetizioni in tal caso ditemi pure che provvederò a correggerli: D

Clara

 

 

 

 

Cuore e Anima

 

Era tutto assolutamente fantastico, d’altronde… il mio ragazzo era un robot, era stato progettato affinchè tutto fosse perfetto, però dal momento in cui l’avevo scoperto non ero riuscita a togliermi dalla testa il fatto che lui non fosse reale, che fosse frutto di un esperimento scientifico militare e che il suo scopo non era quello di essere il mio “toyboy” ma di salvare vite, fare del bene all’umanità, per non parlare poi che lui non era vero.

Cosa ci rendeva così diversi? Lui era in un corpo di metallo io in uno in carne e ossa, i robot non provano sentimenti, non hanno un anima, noi esseri umani sì, allora perché mentre lo aspetto sulla soglia dell’ingresso per andare al ballo ho la sensazione di sbagliarmi?

Sto quasi per entrare da sola, chi voglio prendere in giro? Ormai lui è a mille miglia da me a fare del bene, perché mai dovrebbe tornare?
Poi una limousine si ferma e il mio ragazzo di latta scende con eleganza mostrandosi in tutto il suo fascino, mi sorride come è solito fare e nonostante io pensi che sia finto non posso impedire al mio cuore di battere così veloce.

L’incoronazione, la riappacificazione con la mia migliore amica, arriva tutto così veloce che non ho nemmeno il tempo di riflettere sul da farsi.

Rientro in sala, la musica del lento è già iniziata, tutti si aspettano che io e il mio ragazzo apriamo le danze ma quello che faccio sorprende tutti, persino me stessa.

Gli prendo timidamente la mano “Albert possiamo parlare un attimo?”

 Sempre sorridente mi segue mentre lo conduco sul retro, un balconcino dove non c’è praticamente nessuno che può interromperci.

“Albert, incontrarti è stata la cosa più bella che mi sia mai successa, questi ultimi due giorni sono stati intensi e ho vissuto un sogno, ma” esito, lui non perde una parola del mio discorso. “ma… tu sei un robot, tutto questo” gesticolo con le braccia indicando me e lui. “non è reale, tu non mi ami davvero, non puoi provare questo tipo di sentimenti per me, io devo finirla con questa storia,” lo guardo negli occhi, so che sono frutto di qualche fialetta in laboratorio, ma il suo azzurro sembra così vero… “prima che mi innamori seriamente di te.”

Ecco, ho finito, adesso lui dirà sicuramente che capisce come mi sento e che la sua missione è compiuta.

“hai ragione Mae” abbassai lo sguardo

“io sono un robot e le cose non potranno mai essere diverse, però riesco a provare davvero delle emozioni per te, io ti Amo”

“no Albert, tu non sei umano, non puoi provare questo tipo di sentimenti!” insisto io

“solo perché non sono di carne e ossa questo non vuol dire che io non possa provare emozioni, solo perché non ho un cuore non vuol dire che non sia in grado di amare.”

Cavolo, perché diceva tutte quelle cose carine? Adesso sarebbe stato sempre più difficile per me frapporre il raziocinio ai sentimenti personali.

Arretrai di qualche passo cercando di convincermi, convincerlo, che …che…

“insomma, tu mi ami perché io ti ho programmato! Io ti ho detto che dovevi farlo! Non hai una tua coscienza!”

Lui non si scompose anche se percepii qualcosa di diverso, non era più calmo e tranquillo ma era come se provasse rabbia, frustrazione.

“All’inizio poteva essere solo questo, solo una missione da portare a termine, ma passando con te ogni giorno della mia esistenza ho visto quanto tu sia meravigliosa, gentile, intelligente.

Se come dici tu non posso provare emozioni perché sono una macchina, perché nonostante tutto ho una gran voglia di baciarti?”

Le sue parole mi sconvolsero, forse era possibile…era davvero possibile che mi amasse veramente?

“io ho un corpo di metallo, tu ne hai uno di carne, ma quello che provo dentro, quello che ho dentro, è lo stesso che hai tu.

Se mi rifiuti solo perché sono diverso, non lo accetto. Se mi rifiuti perché non mi ami mi ritirerò con dignità e non mi farò più vivo.”

Come poteva essere una macchina e dire tutte quelle cose? Forse ero davvero influenzata dal fatto che fosse di metallo… lui aveva davvero un animo, uno splendido e meraviglioso animo. Mi fissò intensamente con i suoi occhi azzurri poi mi fece un cenno mostrandomi l’esercito che ci teneva sott’occhio.

“La mia missione dovrebbe finire non appena ci baceremo, loro sono pronti a riportarmi via, lontano da te. Inutile dirti quanto ho sofferto la tua lontananza mentre ero via, tu non mi crederesti.”

Sollevò le spallucce con aria afflitta.

Era davvero tornato per me? Aveva davvero fatto una cosa del genere per essere lì in quel momento ad una festa a cui tenevo molto?

“guardami negli occhi e dimmi che per te sono solo una macchina” mi disse con risolutezza.

Lo fissai negli occhi e presi un respiro, dovevo fare la cosa giusta, “tu per me sei solo una macchina, nient’atro.”

Il suo sguardo si abbassò ferito. Mi sentii morire, avevo davvero detto una cosa simile?

“bene, addio Mae”

Non mi guardò nemmeno, il suo splendido sorriso era scomparso. Scostò le tende e lo vidi uscire dalla veranda così come stava uscendo dalla mia vita.

Rimasi lì, ferma immobile come una stupida.

cosa ci distingue dalle macchine? Un cuore e l’anima, ma Albert aveva avuto entrambi e mi aveva più che dimostrato di provare sentimenti, sia che essi fossero belli o brutti.

Cosa avevo fatto? Avevo appena ferito la persona più importante della mia vita. Per quanto la nostra storia fosse assurda, per quanto il nostro amore sembrasse impossibile, una ragazza e un robot, io l’amavo. Mi ero completamente assolutamente rimbecillita, amavo Albert con tutta la sua perfezione e il suo unico difetto, essere una macchina.

Senza pensare gli corsi dietro, nella sala tutti stavano ballando il loro lento, la mia migliore amica stava ballando con mio fratello, e sembravano anche abbastanza felici, Albert stava salutando qualcuno poco prima della porta spiegandogli che sarebbe andato via per un po’.

“Albert” gridai da lontano.

Lui sollevò lo sguardo, gli occhi gli brillavano. Mi fecero passare tutti e in un momento lo raggiunsi, mi aggrappai alla sua camicia, potevo sentire i suoi muscoli tesi sotto la maglietta, il suo calore così vero.

“Non penso davvero tutto quello che ti ho detto” alcuni hanno smesso di ballare e mormorano tra loro che lui mi abbia appena lasciata, persino Jaden adesso ci scruta con attenzione.

“l’ho detto solo perché era la cosa giusta da fare, non potremo mai stare insieme, il tuo posto è”

“il mio posto è qui con te” mi prese la guancia e avvicinò il suo viso al mio.

E quando mi chiese a fior di labbra se poteva baciarmi gli risposi solamente che l’amavo.

Mi prese per la vita mentre uscivamo fuori, tra i sospiri di tutti, dove c’era il generale ad aspettarlo impaziente.

“Generale.” C’erano mio padre e l’esercito, ci avevano spiati tutto il tempo attraverso le telecamere, sapevano benissimo quello che Albert stava per dirgli.

“Collaborerò con voi, eseguirò le missioni che mi darete”

“Oh sia lodato il cielo! Anche questa è fatta.” La signorina dai capelli biondi parlò “ci voleva solo un bacio, visto?”

“ad una condizione però.” Continuò lui risoluto.

“e sarebbe?” chiesero tutti in coro sconvolti.

“io e Mae saremo liberi di vivere come una normale coppia.” Poi si rivolse a mio padre.

“signore, io amo vostra figlia, la proteggerò da qualsiasi cosa, datemi il vostro permesso, vi prego.”

“ma… ma tu sei un robot?! Mae tu capisci che…?” mio padre mi guardò confuso.

“Papà, so a cosa vado incontro. Ti prego” lo supplicai anche io. Sapevo qual era la mia scelta, adesso ne ero consapevole ma avrei fatto di tutto pur di non lasciarlo andare via.

Dopo qualche momento di esitazione lui finalmente annuì, ce l’avevamo fatta!

C’erano da definire ancora tutte le clausole con il generale, Albert voleva continuare a frequentare la scuola assieme a me, quando il generale l’avrebbe chiamato lui sarebbe andato, anche se questo voleva dire stare lontani dei mesi; ci saremmo sentiti al telefono, visti in webcam, avremmo trovato il modo di rimanere in contatto, mi sembrava impossibile ma finalmente il mio sogno si era avverato.

Io amavo Albert e lui amava me, io ero un umana e lui un robot della difesa militare ma ehi! Infondo poteva andare peggio… potevo disattivarlo spedendolo in cielo in seguito all’autodistruzione! ;)

 

 

 

  
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