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Autore: Stria93    09/10/2015    2 recensioni
A Londra è un'assolata mattina d'autunno. Quale occasione migliore per godersi una passeggiata in uno dei parchi più belli della città a fianco del proprio migliore amico?
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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autumn

In autumn, don't go to jewelers to see gold; go to the parks!”


- Mehmet Murat ildan




Quella mattina di fine ottobre sembrava proprio che il sole avesse finalmente deciso di graziare i londinesi con la sua presenza. Per due lunghissime settimane infatti la capitale britannica era rimasta avvolta nel grigiore fumoso e spettrale della nebbia autunnale, come se la mano invisibile di un pittore avesse tinto ogni cosa di bianco, nero e grigio, escludendo dalla sua tavolozza qualunque altro colore.
Ma quel giorno, Londra si era svegliata sotto un luminoso, e quasi surreale, cielo turchese, al centro del quale troneggiava un sole glorioso e fulgido.
Pareva che l'intera città si fosse destata dall'atmosfera sonnacchiosa in cui era stata gettata negli ultimi giorni, e perfino i pendolari della City, sempre di corsa e irriducibilmente armati di ventiquattrore e smartphone, spendevano qualche secondo del loro prezioso tempo ad ammirare quello spettacolo offerto gratuitamente dalla natura prima di scendere i gradini che portavano alla metropolitana, come se temessero che tutto ciò potesse svanire se avessero distolto lo sguardo anche solo per un attimo.



I vasti viali di Regent's Park parevano lastricati d'oro. Il folto e morbido tappeto di foglie che ricopriva l'asfalto formava una trama intricata che abbracciava tutte le sfumature immaginabili del rosso, dell'arancione e del giallo, e il chiarore di quella lucente giornata d'autunno faceva risplendere ognuna di esse come rubini e topazi suscitando la gioia e lo stupore di quanti avevano deciso di concedersi una passeggiata all'aria aperta.
Ma, come ci si sarebbe potuti aspettare, l'incanto e la bellezza di quel fiabesco paesaggio non sortivano il benché minimo effetto sulla mente fredda, razionale e calcolatrice di Sherlock Holmes.
Egli, anzi, si trascinava svogliatamente lungo i vialoni del parco, le mani affondate nelle tasche del cappotto, sbuffando di tanto in tanto e studiando distrattamente le persone intorno a lui, in cerca di qualcosa che potesse suscitare almeno una piccola scintilla del suo interesse.
Se fosse dipeso da lui, se ne sarebbe rimasto all'appartamento di Baker Street, magari a portare a termine l'esperimento chimico al quale stava lavorando da diversi giorni. Era stato John a trascinarlo fuori di casa, insistendo che uscire un po' gli avrebbe fatto bene ed esortandolo a godersi qualche raggio di sole, dato che, ultimamente, era più pallido del solito.
- Hai un disperato bisogno di vitamina D, Sherlock. Ordine del dottore! -
Era stato irremovibile, e così il famoso consulente investigativo si era ritrovato, come un comune mortale, a ciondolare senza meta in uno dei parchi più belli e prestigiosi di Londra, paradossalmente, senza curarsi affatto del meraviglioso spettacolo che lo circondava.
Dopo l'ennesimo sospiro annoiato, il detective volse lo sguardo verso John, che camminava al suo fianco con passo insolitamente rilassato e si guardava intorno senza fretta.
L'espressione del suo viso era serena e distesa. Ben poche volte Sherlock Holmes aveva visto il suo amico così tranquillo.
La tensione dei muscoli, temprati dalla guerra e sempre pronti a scattare come si conviene ad un buon soldato, la rigidità dei lineamenti, le onnipresenti rughe di preoccupazione tra le sopracciglia chiare e intorno alle labbra erano diventati quasi una costante dell'aspetto di John Watson, e Sherlock si stupì di quanto l'assenza di quei tratti trasfigurasse il volto del coinquilino e lo facesse sembrare più giovane e spensierato.
Perfino i dorati raggi di sole che lambivano i suoi capelli biondi e illuminavano il suo incarnato contribuivano a questa impressione.
Dopo qualche secondo, il medico si accorse dello sguardo del moro piantato su di lui e si voltò con aria interrogativa.
- Che ti prende, Sherlock? C'è qualcosa che non va? -
Il detective si riscosse. Non si era nemmeno reso conto di aver raggiunto un tale livello di astrazione e profondità mentre osservava il suo amico passeggiare accanto a lui.
Alzò le spalle e finse una certa indifferenza. - Niente. -
- Ok. Bene. -
John riprese a camminare. I suoi passi producevano un leggero fruscio su quel fiammeggiante sentiero di foglie.
- Sembravi molto assorto. - commentò Sherlock, incapace di trattenersi ma cercando di non suonare troppo interessato alla cosa.
- Come, scusa? - John sembrò molto sorpreso da quella considerazione e si fermò di nuovo per fissare l'amico nei suoi occhi di ghiaccio, in netto contrasto con lo scenario tinto di fuoco e fiamme che li circondava.
Il moro volse lo sguardo altrove e si schiarì la voce. - Be', ti guardavi in giro come se non avessi mai visto un albero o delle foglie cadute. - cercò di assumere un tono canzonatorio ma non fu sicuro del risultato.
John non ribatté; sembrò, anzi, soppesare la risposta e lasciò vagare lo sguardo sull'intero paesaggio, come se sperasse di trovare le parole giuste tra i rami, ormai per gran parte spogli e protesi fino ad intrecciarsi gli uni con gli altri, o dietro una delle panchine, in stile squisitamente inglese, del parco.
- Mi piace l'autunno. - disse infine, semplicemente. - Mi è sempre piaciuto, fin da piccolo. È il periodo dell'anno che preferisco. -
Sherlock rimase in silenzio, stranamente indeciso su cosa replicare. Era la prima volta che il medico gli confidava spontaneamente qualcosa di così semplice e, allo stesso tempo, così intimo e personale.
Di solito, il detective utilizzava le sue spiccate capacità deduttive per ottenere le informazioni che voleva, ma, in quell'occasione, John gli aveva candidamente rivelato un piccolo dettaglio di sé. Si trattava di un'inezia, eppure quella confessione genuina e tanto modesta da risultare quasi infantile era riuscita ad azzittire il grande Sherlock Holmes.
- Oh, avanti. - il biondo, che aveva interpretato come segno di scetticismo il prolungato silenzio dell'altro, allargò le braccia ad indicare l'intero luogo, - Non dirmi che tutto questo ti lascia indifferente! Questi colori, questa luce... -
A quel punto, il detective ritrovò il suo piglio ironico e fece un sorrisetto beffardo. - Abbiamo una mente contemplativa, eh, Dottor Watson? -
L'altro alzò le spalle. - Che c'è di male? -
La risposta giunse pronta, nel tono pacato e paziente che gli adulti usano quando un bambino è particolarmente lento ad afferrare un concetto semplicissimo. - C'è di male, John, che questi dettagli frivoli e superflui influenzano le emozioni e distorcono il giudizio, rendendolo, di fatto, inutile e fuorviante. La contemplazione delle bellezze della natura va bene per gli artisti, i poeti o i filosofi, ma, nel nostro campo, non possiamo permetterci il lusso di perderci in simili stupidaggini romantiche. -
A quelle parole, John sospirò e scosse la testa. - Perché perdo tempo a discutere di queste cose con te? -
A giudicare dal sottile velo di amarezza che traspariva dalla sua voce, non pareva arrabbiato, semmai rassegnato e forse anche un po' deluso.
Senza aggiungere altro, riprese a passeggiare, ma Sherlock non si mosse, osservando la figura del dottore allontanarsi lentamente lungo il viale del parco e farsi sempre più piccola nel turbinio di foglie che danzavano leggiadre al braccio del vento.
Aveva appena denigrato l'osservazione il cui scopo fosse unicamente il piacere che ne derivava invece della ricerca di dati scientifici e oggettivi, ma non poteva negare che, solo qualche minuto prima, egli stesso avesse provato un curioso senso di calore e appagamento mentre contemplava il viso quieto di John Watson in quell'aurea mattina d'autunno.






Da Stria93: Hola Sherlockians! :)
Personalmente, trovo che l'autunno, oltre ad essere la mia stagione preferita, sia anche una fonte enorme di ispirazione per la scrittura.
Questa brevissima shot unisce la mia passione per questo periodo dell'anno a quella per Sherlock e i JohnLock.
Mi è piaciuto molto scriverla e spero davvero che qualcuno possa trarre altrettanto piacere nel leggerla.
Come sempre, ringrazio immensamente ogni singolo lettore e ancora di più chi vorrà farmi un regalo grandissimo e lasciarmi il proprio parere. ;)
Baci!

  
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