Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Akiko Swift    09/10/2015    3 recensioni
E se Sebastian avesse una ragazza, magari con una madre umana e un padre demone, una ragazza mezzo demone, ma dai poteri immensi e misteriosi.
Come reagirebbe Ciel a questa scoperta? Quali saranno le sue decisioni? Cosa farà Sebastian per proteggerla dalle misteriose intenzioni del padre e di Claude, demone maggiordomo di Alois Trancy? Affrontando un nuovo viaggio in un mondo stupendo assieme a voi cari lettori spero proprio che vi piaccia e che vi appassioni.
Spero di ricevere delle recensioni ( sia negative che positive) e che posso dire d'altro...buona lettura.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La leggera frenata della carrozza mi fa capire di essere finalmente arrivata alla mia meta. Subito mi avvicino alla porticina, osservando dalla finestra la magnifica scalinata che conduce all’imponente portone della residenza Phantomhive.

-Prego Madame.-

Accetto volentieri l’aiuto da parte del cocchiere per scendere dall’abitacolo, ringraziandolo per la sua gentilezza.
Muovo pochi passi in avanti, guardandomi attorno e rimanendo meravigliata dal giardino che avvolge tutta la tenuta.

-Madame è sicura di non voler essere annunciata al padrone di casa?-

Nego con un cenno della testa, sorridendogli e guardandolo allontanarsi, percorrendo la stessa direzione dalla quale eravamo giunti, ritrovandomi ancora una volta da sola.
La paura si impossessa velocemente del mio corpo, facendomi rimanere paralizzata. Porto le mani al petto, percependo il battito aumentare notevolmente. Sono sicura di aver già provato una sensazione del genere, mentre le minacce ricevute tornano prepotentemente nella mia mente.

Stringo maggiormente le mani, rendendomi conto di aver stretto anche il piccolo ciondolo che nascondo sotto il tessuto dell’abito. Sentire quel piccolo ninnolo mi dona un po’ di calma, facendomi ricordare tutti i momenti passati in compagnia del suo precedente proprietario.

Con più sicurezza sollevo la testa, decisa ad affrontare qualunque minaccia pur di non rimanere mai più lontana da lui. Così, mi volto nuovamente verso l’entrata e, dopo aver preso un profondo respiro, inizio a salire uno scalino alla volta, trovandomi in poco tempo di fronte all’ultimo ostacolo.

-Ancora pochi passi…-

Sollevo con lentezza una mano, esitando ancora una volta. So benissimo che quello che ho fatto è una pazzia, ma ormai non posso più tornare indietro. Non voglio più tornare in quella casa dove mi aspetta solo altro dolore.
Così, con nuova sicurezza, busso alla porta, rimanendo in attesa di qualcuno che mi apra.

Immediatamente trattengo il fiato nel ritrovarmi un giovane uomo, in abito da maggiordomo, inclinato nella mia direzione.

-Benvenuti alla residenza Phantomhive. Come posso ess…-

La prima cosa che vedo cambiare è lo sguardo, solitamente serio e impassibile, sgranato e sorpreso, cosa molto inusuale per lui.

- Ciao…-

Un suono quasi impercettibile esce dalle mie labbra, mentre percepisco chiaramente le guance farsi sempre più rosse, trovando incredibile come mi basti anche solo vederlo per arrossire in questo modo. Così abbasso il volto, cercando di non farglielo vedere, mentre inizio a torturare il tessuto dell’abito.

-Melody… Cosa ci fai qui?-

Risentire la sua voce, il suo sguardo su di me, dopo secoli di lontananza, mi causa un’emozione che fatico a trattenere, ritrovandomi a piangere in una miscela tra tristezza e felicità.

-Sono scappata! Non riesco più a sopportare mio padre e la separazione da te.-

Mi porto le mani al volto, tentando di nasconderlo ai suoi occhi.
Uno strano silenzio ci avvolge, rotto solo dai miei singhiozzi, mentre lui rimane immobile di fronte a me. La paura che si sia dimenticato del nostro rapporto inizia a farsi strada nella mia mente, ma subito mi sento avvolgere in un abbraccio.

-Sei una sciocca. Sai benissimo che manderà qualcuno a prenderti. Non accetterà mai tutto questo.-

Ricambio l’abbraccio, scuotendo la testa, e stringo tra le mani il tessuto della sua giacca. Mi importa ben poco se rovino la stoffa, desidero solamente stare tra le sue braccia.

-Ti prego, non mi mandare via. Non potrei sopportare di starti lontano.-

Non riesco proprio a farmi passare la paura di poterlo perdere, di vederlo svanire da un momento all’altro.
Mi nascondo contro il suo petto, ma, con delicatezza, mi allontana e mi prende il volto tra le mani, asciugando alcune lacrime.

-Melody…-

Un colpo di tosse alle sue spalle lo interrompe dal continuare e mi sorprendo quando lo vedo tornare serio e composto di fronte ad un ragazzino dai capelli corvini e l’occhio blu cobalto.
Una benda nera gli copre l’occhio destro e immagino che sia il luogo scelto per il contratto faustiano.

Ad un primo impatto gli attribuisco non più di tredici anni, ma lo sguardo serio che mi osserva mi fa capire che ha abbandonato la sua innocenza già da molto tempo.

-Trovo disdicevole il tuo comportamento. Come Conte di questa residenza gradirei mi venissero presentati gli ospiti.-

Il tono e i modi mi ricordano molto i vari nobili che avevo già incontrato durante vari eventi a cui avevo partecipato.
Ritrovando un po’ di contegno, mi allontano dal demone e faccio un piccolo inchino rivolta al lord.

-Vi prego, è stata una mia dimenticanza. Il mio nome è Melody Melis e sono la compagna di Sebastian. Vi chiedo perdono, ma a causa di problemi familiari non avevo altro luogo in cui andare se non qui dove lavora lui.-

Cerco di trattenere le lacrime che tentano di sfuggire al mio poco controllo. Poi mi rialzo con calma e punto i miei occhi smeraldo in quello del Conte, attendendo una sua reazione.
Noto chiaramente con la coda dell’occhio un movimento da parte di Sebastian, ma un gesto secco della mano lo ferma da qualsiasi cosa stia per fare.

-Non comprendo il motivo per cui non hai ancora preparato una stanza per la nostra ospite e soprattutto mi aspetto che il mio tè non arrivi in ritardo per colpa di queste tue dimenticanze.-

Rimango imbambolata di fronte a quelle parole e solo quando lo vedo allontanarsi mi risveglio, facendo un nuovo inchino e ringraziando il padrone di casa per tutta quella disponibilità.
 

   
 
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