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Autore: Yumuz    10/10/2015    1 recensioni
PROLOGO
Jontan è un ragazzo. Un ragazzo come un altro, almeno per come la vede lui. Tanti amici, una ragazza per cui stravede, e hobby che ama fare. La sua vita è monotona, e lui lo sa benissimo, ma va bene così. Ha una sorella, ma ormai non ci fa molto caso. Non la considera qualcosa di relativamente importante. Jontan ha proprio bisogno di qualcosa di nuovo, anche se non lo ammette, e la otterrà, ma non proprio dalla persona che si aspettava.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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just a sister 1

JUST A SISTER

Capitolo 1 - Cicale


<< Immagino che sia questa quella che tutti chiamano pace, eh? >>
Jontan disse queste parole con conforto, disteso sul suo amato letto con entrambe le braccia dietro la testa, in totale quiete. Nella pianura fuori casa rieccheggiavano le cicale e il cinguettio degli uccelli, riposanti nei rami degli alberi.
Proprio così, Jontan era appena ritornato dal suo ultimo giorno di scuola. Il professore provò addirittura ad interrogare, anche quell'ultimo giorno, cosa che gli alunni non permisero. Uscirono dalla classe all'unisono e cominciarono a spruzzarsi acqua a vicenda come se fosse stata una materia valutativa vera e propria, dove infradiciare completamente i tuoi compagni avrebbe voluto dire alzare la tua media scolastica. Jontan non sapeva se questo avrebbe portato a delle ripercussioni - soprattutto da parte sua, che propose la rivolta - ma dentro di sé, sapeva che non gli importava e che probabilmente stava occupando la sua mente con dei pensieri inutili. Jontan era uscito vittorioso dalla battaglia acquatica clandestina, riuscendo a bagnarsi solo i capelli e giusto qualche goccia sulla schiena. I suoi amici, invece, non ebbero la sua stessa fortuna. Rey, Paulie, Groom... tutti completamenti fradici, dalla testa ai piedi. Persino Cassandra, la ragazza per cui Jontan stravede, era stata colpita da un secchio di acqua congelata in modo brutale. I vestiti bagnati si conformarono al suo prosperoso corpo, che nascose timidamente incrociando le braccia per il freddo. Un'immagine che Jontan richiamerà per tutta l'estate.
<< Jon... a tavola. >>
La pace dei sensi di Jontan venne interrotta da un intruso che aveva messo piede in camera sua. Capì di chi si trattava dal suo tono di voce femminile, ma profondo: sua sorella maggiore Valence. Arrivo, disse Jontan grattandosi i capelli mori e ondulati. Si alzò dal letto controvoglia, ma Jontan aveva una grande forza di volontà, che gli tornò utile un paio di volte. Un mal di testa temporaneo ed una vista appannata lo accompagnarono per tutto il tragitto verso la sala da pranzo. Come si aspettava dall'assenza del tipico buon odore della cucina di Sarah, la mamma di Jontan, quest'ultimo doveva semplicemente aiutare ad apparecchiare. Un senso di fame irritò il suo stomaco. Jontan sospirò - lo faceva ogni volta che doveva fare qualcosa che non voleva - e aprì il cassetto delle posate.
<< Prendi tre forchette oggi, papà farà di nuovo tardi a lavoro. >>  disse Valence,  mentre spiegava la tovaglia. Jontan grugnì di tutta risposta.
I due fratelli apparecchiarono velocememente, come erano abituati a fare. Piatti, bicchieri, bevande vennero disposti con leggerezza e rapidità. Jontan guardò compiaciuto la tavola. Valence sollevò leggermente la testa, e fece una smorfia stupita.
<< Che odore! >>
Jontan osservò l'espressione raggiante di sua sorella maggiore. Non era la prima volta - assolutamente - che la vedeva. Valence aveva un debole per il cibo. Mangiava nei momenti di confusione, di stress e di tristezza. Bastavano un po' di quelle tortine al cioccolato per farla tornare positiva. Jontan, da piccolo, le dava sempre alla sua amata sorella quando teneva il broncio. Ma erano ormai tempì passati. Per molti, crescendo si diventa sempre più indifferenti nei confronti dell'altro fratello. Per altri magari è il contrario. Ma Jontan e Valence rientravano nel primo caso. Non è che si odiassero, ma il loro rapporto era completamente impassibile, e di sicuro non come qualche anno fa.
<< Zuppa di cavolfiore. >> affermò Jontan. La tua preferita, pensò, ma non lo disse. Valence si voltò verso il fratello, e sorrise. Un sorriso a bocca aperta, che ispirava sincera felicità. Jontan non aveva mai visto sua sorella sorridere così allegramente. Jontan si sentì sorpreso, quasi spaventato. La mamma uscì dalla cucina indossando un grembiule rosso.
<< Jon non si sbaglia. Come sempre. >> disse Sarah, quasi soddisfatta. << Com'è andato l'ultimo giorno di scuola? >>
La mamma era appena sopra la mezza età, ma dal viso rotondo e dai capelli corti e neri si poteva tranquillamente scambiarla per una universitaria, a primo sguardo. Con sé aveva una pentola fumante che emanava un forte odore molto gradevole. I tre si sedettero e gustarono il loro meritato pranzo, tra una parola e l'altra e il rumore quasi rilassante delle cicale. Jontan, in seguito, tornò nella sua stanza e ci rimase fino a sera.

<< Maledetto boss finale >> imprecò. << Come è umanamente possibile batterlo? >>
Jontan si era chiuso nella sua stanza per tutto il giorno, avvolto nelle coperte giocando ai videogiochi e divorando le sue amate Crunchys, le migliori patatine del quartiere. Il fracasso dei bottoni che venivano schiacciati senza pietà ogni secondo su quel vecchio e decrepito controller era l'unico suono all'interno della stanza. Sarah non tollerava il rumore di quei giochi infernali, perciò il povero Jontan era costretto a mettere a volume basso ogni volta. O almeno, ogni volta che Sarah si trovasse in casa.
<< E anche questo maledetto bastardo è andato >> sospirò vittorioso, rilassando la presa sul controller. << The Bury 2 rimane uno dei giochi più difficili di sempre. >>
Qualcuno bussò inaspettatamente alla porta. Ma l'ho tenuto a volume basso, non può venirmi a rompere ancora, pensò ansioso Jontan immaginando la faccia arrabbiata di sua madre dietro la porta.
<< Jon, sto entrando. >>
La voce di Valence lo prese alla sprovvista. Cosa diavolo è venuta a fare nella mia stanza alle 23?, riflettè il povero fratello. << Entra pure >> disse esitando un po'. Valence entrò nella stanza. Era molto più alta degli ultimi anni, i suoi capelli biondi erano cresciuti parecchio, e il suo seno era leggermente più appariscente. Ma in faccia era sempre la stessa. O almeno, suo fratello la vedeva sempre allo stesso modo.
<< Devo dirti una... cosa >> tentennò Valence.
Le cicale avevano smesso improvvisamente di suonare.

  
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