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Autore: darling_tears    10/10/2015    1 recensioni
[Pairings: Makoto/Ichigo] La storia ha inizio un anno dopo che Ichigo e Makoto ricevono la notizia da Henry-sensei di costruire un nuovo negozio di dolciumi a Londra. SI narrerà delle avventura della coppia appena creeranno il negozio. Come in ogni coppia non possono mancare litigi, baci, carezze.. una nuova ed emozionante storia insieme.. lontano dall'ereditiera e il suo affascinante cugino. Di una cosa si è certi: l'amore che accomuna Ichigo e Makoto è infinito e reale.. ma sapranno superare le difficoltà che capiteranno nella loro vita? Una storia romantica, affascinate, emozionante.. con un inaspettato sviluppo. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amano Ichigo, Makoto Kashino, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riuscivo assolutamente nè a muovermi, nè a spiccicare parola. Non riuscivo ancora a capire, anche se me lo aveva appena detto, come mai mio padre fosse lì davanti a me, sperando che fosse solo un sogno. Sapevo già cosa sarebbe successo una volta che fosse entrato a casa e si fosse messo ad ispezionarla, in ogni minimo dettaglio.
M:-Salve signor Amano! Dai Ichigo, spostati, fai entrare tuo padre. Non vorrai lasciarlo lì fuori, no?-
I:-Ci sto pensando a dire il vero!-, sussurrai talmente piano che solo Makoto, capendo, sorrise divertito. -Certamente papà, accomodati. Se ci avessi avvisati, ti avremmo accolto meglio. Ci hai trovato un pò impreparati.-
P:-Beh, tesoro. Se vi avessi avvisato non sarebbe stato una sorpresa. Non credi?-

Come ci saremmo aspettati, si mise al centro della stanza perlustrando ogni cosa, sapendo già cosa stava cercando: la nostra camera.
Lo lasciammo girovagare un pò. Raggiunsi Makoto che stava prendendo i bagagli dal pianerottolo e chiudendo la porta sbuffando. Era così carino. Ed ora addio alla solita routine e al silenzio.
I:-E ora come facciamo? Sentirai che scleri quando capirà.-
M:-Dai Ichi, andrà bene. Capirà e non sorgeranno problemi. Certo, se avessimo saputo, ci saremmo giostrati meglio. Ormai è fatta.-
Mi sorrise come a tirarmi su di morale, strappandomi poi un sorriso e un bacio a fior di labbra.
Un colpo di tosse ci ricondusse sul pianeta Terra, giusto in tempo per vederlo a pochi passi da noi, con le braccia incrociate e lo sguardo di disapprovazione. Per lui, sarei sempre stata una bambina. Era ora della verità e di sfoderare tutte le mie carte. Tenermele nascoste non sarebbe stata una buona idea.
I:-Papà, mamma sa che stai qui? L'hai avvisata almeno che sei arrivato?-
Mi bastò vederlo abbassare lo sguardo per capire che non aveva detto niente alla mamma.
P:-Le ho scritto un biglietto. "Sono andato da Ichigo. Tornerò presto."-
La risata di Makoto, inrruppe nei nostri pensieri sonora, come se non fosse riuscito a trattenersi. Riuscì a sussurrare un debole "scusa" tra una risata e l'altra.
I:-Un..un biglietto, papà? Ma che siete bambini?-
Makoto si fece di colpo silenzioso, non appena vide mio padre avvicinarsi per scuotermi dolcemente le spalle. I miei occhi si spalancarono di colpo, quando si riversarono nei suoi. Erano stranamente lucidi.
I:-P..papà?-

Fu in quel momento che il telefono squillò. Fu Makoto a rispondere e dal tono che stava usando capimmo che era la mamma.
Le disse cher era tutto apposto, che papà era arrivato tutto intero, e che ce ne saremmo occupati noi, finchè fosse rimasto qui. Lo feci accomodare delicatamente sul divano, sedendomi accanto a lui, cingendolo come un bambino intorno alle spalle. Nel frattempo Makoto aveva riattaccato il ricevitore e si era diretto vero la cucina, per riempire tre bicchieri di cioccolata calda, lasciandone due piccole tazzine per Chocolat e Vanilla sulla cucina. Dopo averne bevuto un sorso lungo e dopo aver ringraziato e sfornato uno dei suoi soliti sorrisi rilassati, cominciò a raccontarci come mai avesse preso questa decisione all'improvviso. Sbalordii e gli diedi una pacca sulla spalla quando mi resi conto che era per la poca fiducia che riponeva verso di me. Sapeva già che la pacca era anche da parte della mamma. A quanto sembrava tutti in famiglia pensavamo la stessa cosa. Beh tutti tranne lui.
Colta da compassione e tenerezza, gli strinsi la mano e gli sorrisi, dicendogli che ci faceva piacere averlo qui con noi, in casa. E poi una mano in più ci serviva.
M:-L'unico problema è che noi stiamo via tutto il giorno e tu staresti a casa da solo.-
P:-Tranquillo, andrò in giro per la città e per i negozi. Troverò il modo per occuparmi la giornata.-
I:-Tu.. in giro... da solo? Mhh con la tua capacità di orientamento? Non credo proprio. So già che ti perderesti già girato l'angolo.-
P:-Non è vero!-, arrossì.
I:-Ah no?-
P:- No. E poi stavolta sono preparato.-, mostrandomi la cartina della città.
Ridemmo sonoramente e cenammo in armonia con quello che c'era già in caldo. Per delizia, Makoto sfornò un suo tortino al cioccolato, preparato sul momento appositamente per papà.

Fu allora che ci accorgemmo che ancora non aveva accennato nulla sul fatto che io e Makoto condividevamo la stessa stanza, per non dire lo stesso letto.
Fu nel momento tanto atteso, non appena finì di farsi la doccia, che chiese della stanza.
E come previsto ecco le scintille.
P:-Che.. che vuol dire stessa stanza?-
M:-Stessa stanza.-
P:-Va be.. però almeno in due letti separati, giusto?-
I:-No, papà. Anche quello è lo stesso.-
P:-No! No! Così non va! Bisogna riportare un pò d'ordine!-
M/I:-Ordine?-. Facemmo capolino dalla porta, per paura che ci fosse qualcosa fuori posto, quando Makoto mi tirò delicatamente il braccio per farmi capire che non era quello il senso delle sue parole.
I:-Che.. tipo di ordine?-, osai chiedere..
P:-Io dormo con Makoto e tu dormi nell'altra stanza. Ce ne sono due a quanto pare. Perchè non ci avete pensato prima?
M:-Forse perchè sarebbe sciocco, non trova? Casa insieme, cucina insieme e tanto vale anche il letto.-
Risi fragorosamente, vedendo il viso di mio padre impallidire.
P:- Cosa... Va bèh.. Ora ci sono io, e ognuno nei propri letti.-

A quanto pare continuare a discutere non sarebbe servito a niente. Annuii e tranquillizzai Makoto. Tanto era solo per qualche giorno, che volevi che dovesse accadere ancora!? Fortunatamente niente e la settimana passò tranquillamente ed in fretta. Il giorno in cui papà partì, mi feci promettere che la prossima volta non solo avrebbe portato il resto della famiglia, ma che almeno avesse avvisato prima.
Ora tutto poteva tornare nella normalità. potevo dormire tranquillamente nel mio letto, tra le braccia del mio Makoto.
I mesi passavano, e i nostri clienti aumentavano a vista d'occhio, proprio come i nostri dolci. E la nostra piccola dimora era sempre tranquilla, anche nonostante fossimo stati raggiunti da Andou e la sua dolce metà e Satsuki, che aveva fatto un salto a Londra, per lavoro, lasciando la nuova metà a casa in Francia, indaffarata con la gestione del suo nuovo ristorante.
E fu in quel periodo, mentre stavo annaffiado i miei piccoli geranei sul davanzale della cucina, che mi arrivò un sms da parte di Lemon che mi metteva al corrente dell'inaugurazine del nuovo locale di John. A quanto sembrava si era dato da fare ed era riuscito a realizzare uno dei suoi grandi sogni: un intero locale di dolci con tanto di giochi per i più piccini. Per quanto riguardava Miya era riuscita ad aprire un negozio con i suoi dolci di cioccolato, molto lontanto da Makoto. Se non riconrdo male, mi sembra a New York.
Ognuno aveva le proprie vite, ripensando a tutti quei problemi passati come semplici giochi e divertimenti, errori di gioventù.

Ma non potevo pensare, nè tantomeno immaginare, che in quei giorni, ricevendo una chiamata, fosse Makoto a rispondere.

Makoto, mi avvicinò, spiattellandomi il display del telefono davanti agli occhi, furente e mettendo una mano aperta sul tavolo. Avvicinò il suo viso al mio e mi fece quella semplice domanda.
M:-Perchè lui ha ancora il tuo numero?-
Non capendo di cosa stesse parlando, guardai lo schermo e i miei occhi si spalancarono: John mi aveva appena chiamato.
   
 
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