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Autore: xzslaugh    10/10/2015    5 recensioni
Il destino, a volte, gioca brutti scherzi. Non importa chi sia il disgraziato, capita e basta. Non esistono due pesi e due misure. Esiste o il bianco, o il nero. Il grigio? Solo pura fantascienza.
Ti può andare bene, ma ti può anche andare male. Puoi cadere, ma puoi anche rialzarti. Perchè, in fondo, il destino è fatto così.
Non guarda in faccia nessuno, se non se stesso.
Non conosce la sofferenza, perchè, a volte, lui stesso ne è la causa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Iris West
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Snowbarry.

Il destino, a volte, gioca brutti scherzi. Non importa chi sia il disgraziato, capita e basta.
Non esistono due pesi e due misure. Esiste o il bianco, o il nero. Il grigio? Solo pura fantascienza. 
Ti può andare bene, ma ti può anche andare male. Puoi cadere, ma puoi anche rialzarti. Perchè, in fondo, il destino è fatto così.
Non guarda in faccia nessuno, se non se stesso. 
Non conosce la sofferenza, perchè, a volte, lui stesso ne è la causa. 

 

 «Barry, non posso» la mia voce risuona forte e chiara, all'interno dell'abitacolo.
Accompagno le parole con una scrollata rapida delle spalle, mentre sposto lo sguardo verso il paesaggio che, noncurante, scorre accanto a noi. 

«Oh, andiamo!» Mi implora, sporgendo il labbro inferiore in avanti.
Per sua sfortuna, questa volta, sono pressochè irremovibile.
Mi rifiuto di reggere la candela ad una cena dove, a dirla tutta, non volevo neanche andare. 

«No» scuoto per l'ennesima volta il capo, corrucciando il viso in un'espressione esasperata. 
«Ma perchè?» Domanda, sbattendo entrambi i palmi delle mani sul voltante.
Stringo le labbra in una linea retta, nel tentativo di reprimere un sorriso. In fondo, mi sto divertendo. 
«Perchè non mi va di essere il terzo incomodo!» Sbraito, gesticolando nella sua direzione.
Barry mi conosce abbastanza bene, da sapere che, nonostante la mia indole sia più che accondiscendente, non sono decisamente adatta a rivestire quel tipo di ruolo. 
«Caitlin sai che..» Barry sposta lo sguardo verso di me, distogliendo l'attenzione dalla strada. 
«Barry, per Dio, guarda dove vai!» Lo rimprovero, colpendolo al braccio con un pugno.
Se c'è una cosa che odio, e aggiungerei anche profondamente, è dover sgridare qualcuno.
Eppure, con Barry non posso farne a meno. Spesso e volentieri, mi ricorda un bambino alle prime armi, incapace di intendere e di volere. 
«Scusa, scusa» borbotta, tornando a guardare davanti a sè.
Esalo un sospiro di sollievo, mentre appoggio la nuca contro il sedile, cercando di rilassarmi.
«Allora?» Chiede, dopo un minuto di silenzio. 

Inarco entrambe le sopracciglia, sbattendo diverse volte le ciglia.
«Lo fai apposta?» 
«Cosa?»
«A essere così ottuso» sentenzio, allargando, per quanto possibile, le braccia, in segno di ovvietà. 
Una parte di me, lo ammetto, vorrebbe scoppiare a ridere.
L'altra, però, vorrebbe usare il suo corpo come sacco da boxe. 

«Sai,» esordisce, arricciando la punta del naso, «ad Iris piaci molto» si stringe nelle spalle, angolando leggermente il viso. 
''A me no'' penso. 
«Barry, non capisci» ed è vero. Non voglio andare a quella cena, perchè, in cuor mio, so di non voler soffrire. 
Inizialmente, dovevano venire anche Oliver, Felicity e Diggle. 
Poi, il destino, per puro caso, ha fatto sì che declinassero l'invito all'utimo, incastrandomi in questo immane pasticcio.
«Allora aiutami a capire!» 
«Non faccio miracoli» ridacchio, passandomi una mano tra i capelli leggermente annodati. 
La verità è che, sebbene le abbia tentate tutte, la carne è debole.
E, in quanto tale, ho commesso l'errore più grosso della mia vita: mi sono innamorata di Barry Allen, nonostante non abbia fatto altro che ripetermi quanto fosse stupido.  

Ho venduto l'anima al diavolo, per la felicità. 
Ho venduto l'anima a Dio, affinchè potesse guidarmi. 
«Mi sopporti» risponde, parcheggiando l'automobile in seconda fila. «Vai a prenderti sto benedetto caffè» aggiunge, spegnendo il motore. «Ti aspetto qui» 



Più tardi quella sera

«Allora, Caitlin, come procede il lavoro?» Iris mi sorride, allungando una mano in direzione di Barry, appoggiandola, probabilmente, al di sopra della sua coscia. 
Bevo un sorso di vino, nel tentativo di infondere a me stessa un po' di coraggio liquido. 
Controllo, per l'ennesima volta, l'orologio da polso che, occasionalmente, indosso.
E' passata solo mezz'ora, ma ciò nonostante, fremo all'idea di tornare a casa.
«Va tutto bene, grazie» rispondo, cercando di mascherare, alla bene in meglio, il tumulto di emozioni che, in questo momento, sto provando. L'odio, di certo, è la prima della lista.
«Sai, io e Barry stavamo pensando di partire per il weekend» esordisce Iris, accennando un sorriso al cameriere che, con un tempismo perfetto, si avvicina con il vassoio contenente le nostre ordinazioni. 
Nello stesso momento in cui sento quelle parole, il vino mi va di traverso, tanto che mi allontano dal tavolo con un colpo secco della mano, pervasa dagli spasmi della tosse.
«Stai bene?» Domanda Barry, alzandosi. 
Sollevo le dita, annuendo, mente lacrime calde cominciano ad inumidirmi gli occhi a causa dello sforzo eccessivo.
«Spaghetti al ragù?» Il cameriere fa capolinea, ignaro del mio umore che, come da protocollo, sta colando a picco. 
Una volta distribuite le portate, si allontana, lasciandomi in balia di un silenzio dal quale, mio malgrado, non riesco a fuggire. 


«Se volete scusarmi,» la sedia stride sotto al peso delle mie gambe, mentre mi alzo, «devo andare in bagno» 
Mi sistemo l'orlo del vestito che, impertinente, si è alzato lungo la coscia e mi avvio verso il corridoio. 
«Caitlin?» 
Mi volto, lasciando ricadere entrambe le braccia lungo i fianchi.
Il crollo emotivo è vicino, tanto che devo prendere un respiro profondo, prima di rendermi conto che, ad avermi chiamata, non è stata Iris, ma Barry.
«Sì?» 
«Va tutto bene?» 
A volte, mi domando se ne valga la pena. Sì, insomma, l'amore non ha scadenze a lungo termine.
E' come il cioccolato: arriva un momento in cui, anche se involontariamente, devi farne a meno. Per sopravvivere. 
Deglutisco a vuoto, passando in rassegna la tappezzeria del locale. 
«Certo» rispondo, ignorando, di proposito, il suo sguardo. 
«Sai» Barry si infila le mani nelle tasche del completo, muovendo un passo in avanti. «Sei sempre stata una pessima bugiarda» sentenzia, inumidendosi le labbra con la punta della lingua, prima di tracciarne il percorso con l'indice. 
«Io..» balbetto, indietreggiando. 
«Tu?» 
«Barry, davvero, non è il caso» scuoto leggermente il viso, arrivando a sfiorare con la schinea la parete che, anzichè essere una via d'uscita, ha firmato la mia condanna a morte.
«Hai il broncio da quando siamo arrivati» 
«Non è vero» mento, rivolgendo lo sguardo alle mie dita intrecciate, mentre, con nervosismo, strappo una pellicina. 
«Odio quando mi menti» 
«E io odio quando fai finta di niente» mormoro, nella speranza di non essere stata sentita.
Una frase stupida, detta ad un ragazzo stupido. 
«Cosa?» 
«Sei così impegnato ad elogiare lei, da non accorgerti di ciò che provo io» alzo di qualche ottava il tono della voce, additandolo.
«Allora spiegamelo, maledizione!» 
D'impulso, gli avvolgo le braccia intorno al collo, premendo le labbra contro le sue.    

   
 
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