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Autore: _IcePotter    10/10/2015    2 recensioni
Kendall e Logan, divisi tra proposte inaspettate, fidanzati affamati e canzoni un po' troppo sdolcinate. In una notte particolare ma non troppo, chi lo dice che anche questo non sia amore?
***
Dal testo:
-Sposiamoci.
-Cosa?!- dice Kendall, guardandolo con gli occhi sgranati.
-Sposiamoci- ripete Logan, come se stessero parlando della cosa più normale del mondo, come se si trattasse del tempo o se stesse ripetendo a memoria la discografia dei Green Day.
-Sei impazzito o è solo l’orario a farti uno strano effetto, Henderson?
-Perché no, scusa?- gli chiede il moro, aggrottando le sopracciglia.
Kendall lo guarda come se fosse pazzo. E un po’ lo pensa. Solo per un attimo si convince che il suo ragazzo sia sotto l’effetto di qualche droga pesante. Ma gli occhi di Logan sono limpidi e il suo sguardo sincero, mentre lo squadra con attenzione.
***
Il biondo si ritrova totalmente preso alla sprovvista, diviso tra il baciarlo e il dirgli che lui lo sposerebbe anche all’istante e il prenderlo a pugni, perché non può dirgli certe cose nel mezzo della notte e pretendere che lui non reagisca.
***
[Kogan, Slash][AU!Future][AU!No singers][4.315 parole][Fluff come se piovesse]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kendall, Logan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nella notte trascorriamo metà della nostra vita ed è davvero la metà più bella

And we will dream a dream for us that no one else can touch
Logan dorme e Kendall è convinto che passerebbe volentieri il resto della vita ad osservarlo, specie quando ha gli occhi chiusi. Durante il sonno infatti, il moro mette su certe espressioni fottutamente adorabili e lui non può far altro che fermarsi a guardarlo estasiato e chissenefrega se domani deve andare a lavorare e probabilmente dovrà prendere due tazze di caffè anche solo per riuscire a ricordarsi il suo nome.
Gli viene voglia di allungare una mano e sfiorare la guancia del suo ragazzo, che in quei giorni non ha avuto il tempo di farsi la barba e che secondo lui lo fa sembrare dannatamente più carino del solito. Il maggiore ha un piccolo sorriso sul volto, come di qualcuno che sta facendo un bel sogno. Kendall sorride di riflesso e, davvero, spesso non riesce a pensare ad una singola ragione per cui si merita tutto ciò. L’amore di Logan, i suoi sorrisi al mattino, le sue occhiate assonnate… sono cose di cui non si stancherà mai, ne è sicuro. Probabilmente sono le due del mattino o giù di lì, per cui il filo dei suoi pensieri è piuttosto incoerente, ma Logan è come una costante, nella sua vita e nella sua testa. Anche quando non è accanto a lui o è convinto di non pensare a quel ragazzino che gli ha rubato il cuore, non se ne va mai del tutto dai suoi pensieri. È sempre lì, in un angolo, pronto a spuntare nel momento meno opportuno.
Dopo qualche minuto Kendall decide di allungare la mano e di lasciare una carezza veloce sulla guancia dell’altro. Il sorriso di Logan si allarga ed è questione di qualche secondo prima che il ragazzo apra gli occhi. Sbatte le palpebre un paio di volte e guarda confuso il suo fidanzato, sorridendogli in maniera adorabile.
-Hm- mugugna, abbracciandolo. Poggia la testa sul suo petto e sta semplicemente fermo lì, ad ascoltare il battito del cuore di Kendall, senza nessuna preoccupazione al mondo.
-Ti ho svegliato?- gli sussurra il biondo in un orecchio. Logan scuote la testa, reprimendo uno sbadiglio con la mano destra. L’altro ridacchia e gli lascia un bacio tra i capelli.
-Come mai non riuscivi a dormire?- gli chiede lentamente, scostandosi dal suo petto per guardarlo negli occhi. Kendall solleva le spalle, perdendosi per l’ennesima volta negli occhi castani dell’altro. Stanno entrambi immobili per diversi minuti, semplicemente guardandosi. Non hanno bisogno di parole, non ne hanno mai avuto.
-Pensieri, credo- gli risponde dopo un po’ Kendall –e poi, mi piace guardarti mentre dormi.
Logan sorride, scuotendo lievemente la testa. Poi prende la mano destra del biondo e se la porta alle labbra, lasciandogli un bacio sul palmo.
-Hai le mani gelate- commenta semplicemente. Il suo ragazzo gli fa una linguaccia, ma non oppone resistenza quando il moro afferra anche l’altra mano e, dopo aver baciato anche quella, le stringe entrambe tra le sue, che invece sono bollenti. In realtà, Logan in generale è perennemente bollente. Una gran seccatura in estate, ma non può negare che gli piace farsi coccolare da lui nella notti d’inverno come quella.
Il moro incrocia di nuovo il suo sguardo e gli rivolge un altro tenero sorriso. È inutile negarlo, ma soltanto Kendall e soltanto a causa del legame indissolubile che li lega può vedere quel sorriso sul volto dell’altro.
I primi tempi della loro relazione, quando entrambi si consideravano ancora più migliore amici che altro, non gli era capitato spesso di vedere quel sorriso. Invece adesso, a distanza di tempo, sia Logan che Kendall hanno capito diverse cose su loro stessi e sull’altro. Certo, i litigi ci sono sempre, ma non sono frequenti come prima e comunque sono piccole discussioni che si risolvono nel giro di poco tempo.
Il biondo si sporge verso l’altro, poggiando la fronte sulla sua.
-Parlavo sul serio, guarda. Sei bellissimo quando dormi. Anzi, a dir la verità sei bellissimo sempre.
Logan sente le guance andare a fuoco. Apre la bocca per ribattere, ma non ha il tempo di dire nulla perché Kendall lo sta già baciando. Il moro non riesce a trattenersi dal ricambiare e in poco tempo si ritrovano aggrovigliati in mezzo alle lenzuola, senza sapere neppure bene come ci siano finiti.
Il biondo è il primo a staccarsi. Fa leva sulle braccia, cercando di non gravare troppo addosso all’altro. Gli lascia un bacio sulla tempia destra, uno sulla sinistra, poi uno sul naso, uno su ciascuna guancia e per concludere uno sul mento.
-Anche tu- gli dice Logan, guardandolo come si guarda la cosa più preziosa al mondo.
-Cosa anche io?- gli risponde il biondo sorridendo.
-Anche tu sei bellissimo. Sempre. Anche la mattina con lo sguardo assonnato o quando cerchi di non dormire mentre guardiamo i film che tanto mi piacciono e tanto ti annoiano.
Kendall lo guarda, sorridendo per l’ennesima volta nell’arco di pochi minuti. Gli lascia un altro casto bacio sulle labbra, prima di lasciarsi cadere al suo fianco. Gli cinge subito il busto con le braccia e gli fa poggiare di nuovo la testa sul suo petto.
Passano un’altra manciata di minuti in silenzio e il più piccolo è quasi pronto a giurare che l’altro si sia addormentato, quando lui lo sorprende, pronunciando l’ultima cosa che lui si aspetta di sentire.
È sempre stato così, tra di loro. Logan è quello tenero, timido e che arrossisce per un nonnulla, ma è quello che gli porta la colazione a letto ogni domenica mattina e che tutte le volte che deve andare al lavoro prima di lui gli fa trovare un fiore e un biglietto sul cuscino, perché sa che Kendall non sopporta di svegliarsi senza averlo accanto. È quello che lo sorprende e che ogni volta che si chiede perché –perché abbia smesso di essere il ragazzino che ogni sabato andava a cercare amore da un ragazzo diverso, perché abbia deciso di ammettere che era innamorato di lui, perché alla fine si sia lasciato trascinare in tutta quella storia della convivenza- lo abbraccia e fa sparire dalla sua mente ogni dubbio.
-Sposiamoci.
-Cosa?!- dice Kendall, guardandolo con gli occhi sgranati.
-Sposiamoci- ripete Logan, come se stessero parlando della cosa più normale del mondo, come se si trattasse del tempo o se stesse ripetendo a memoria la discografia dei Green Day.
-Sei impazzito o è solo l’orario a farti uno strano effetto, Henderson?
-Perché no, scusa?- gli chiede il moro, aggrottando le sopracciglia.
Kendall lo guarda come se fosse pazzo. E un po’ lo pensa. Solo per un attimo si convince che il suo ragazzo sia sotto l’effetto di qualche droga pesante. Ma gli occhi di Logan sono limpidi e il suo sguardo sincero, mentre lo squadra con attenzione.
-Viviamo già come se lo fossimo, stiamo insieme da un sacco di anni, ci conosciamo praticamente dalla culla. Perché no?- insiste. Il biondo si ritrova totalmente preso alla sprovvista, diviso tra il baciarlo e il dirgli che lui lo sposerebbe anche all’istante e il prenderlo a pugni, perché non può dirgli certe cose nel mezzo della notte e pretendere che lui non reagisca.
-Dei, mi farai impazzire un giorno o l’altro- si ritrova a sospirare il più alto, prima di baciarlo di nuovo, ma con più passione. Probabilmente finirà all’Inferno per tutto l’amore che prova per quel dannato ragazzo, ma sinceramente non gli dispiace. L’Inferno potrebbe essere nulla rispetto all’idea di non averlo mai avuto al suo fianco. Gli poggia le mani sulle guance, attirandolo ancora di più verso di se. Sente il corpo del suo ragazzo premergli addosso ed è tentato di togliergli di dosso i vestiti e fare l’amore con lui in quel modo, in quelle volte che ricorderanno sempre. Non lo fa, però. Si scosta dopo qualche minuto, con il fiato corto.
-Te lo giuro, se potessi ti sposerei anche adesso. Ma, Cristo Logan, non pensi agli invitati, alla cerimonia, al fatto che dovremmo-umhf.
Le sue parole vengono soffocate dall’ennesimo bacio di quella notte.
-Non m’importa. Mi importa solo di noi due e di ciò che sentiamo. Se ci amiamo davvero, che bisogno abbiamo di aspettare ancora?
Kendall sa che Logan non lo pensa davvero. Loro due non hanno mai sentito la necessità di dare un nome a ciò che provano –beh, Kendall non l’ha mai sentita, probabilmente l’altro si è solo adattato di conseguenza- e soprattutto al biondo non è mai importato del matrimonio e di tutte quelle cazzate che lo riguardavano. Se si amano e ad entrambi va bene così, perché doverlo dimostrare al mondo con uno stupido pezzo di carta. Certo, non nega che qualche volta ci ha pensato. A loro due, con un anello al dito e due bambini, che giocano in un giardino e si guardano innamorati, ma no. Non sarebbero loro. Loro sono quelli che per anni hanno negato ciò che sentivano, per paura o per codardia. Loro sono quelli che hanno avuto bisogno di baciarsi almeno dieci volte, prima di ammettere che tra di loro c’era qualcosa di serio. Sono semplicemente loro, quelli dei “Ti amo” improvvisati nelle frasi, che si baciano sull’erba e si sorridono maliziosamente nelle occasioni meno adatte.
-Perché dobbiamo farlo?- gli chiede, passandosi una mano sugli occhi. Improvvisamente sente il peso di quella settimana gravargli sulle spalle. Non vuole litigare, vuole semplicemente una risposta. Vuole sapere perché. È tardi e lui vuole andare a dormire sereno, senza il pensiero di averlo deluso o fatto arrabbiare.
-Perché no?- risponde a bruciapelo Logan, facendolo sobbalzare per la sorpresa. Il suo tono è più duro e lo squadra con diffidenza. Kendall assume la sua migliore aria da cucciolo, sperando davvero di non aver rovinato quel momento fantastico che stava vivendo.
-Siamo noi due, Logan. Noi non abbiamo mai avuto bisogno di tutte queste cazzate da fidanzatini premurosi e lo sai. Io ti amo. Ti amo da morire, lo sai. Ma è proprio questo il punto. Io lo so e tu lo sai, che bisogno abbiamo che lo sappia anche qualcun altro? Non abbiamo bisogno di un pezzo di carta che testimoni i nostri sentimenti, okay?
Logan si morde il labbro, a disagio. Kendall è consapevole di aver toccato un nervo scoperto. Il suo ragazzo e i suoi genitori non hanno mai avuto un bel rapporto. Il moro è sempre stato la pecora nera della famiglia e i suoi genitori non sono mai riusciti ad accettare l’idea di avere un figlio gay. Sa quanto per lui sia stato difficile affrontare il mondo e sa anche che non dovrebbe tirare fuori quella storia con tanta leggerezza, ma non riesce a farne a meno.
-Io-sì, certo- balbetta velocemente il maggiore, prima di abbassare lo sguardo. Qualcosa nel cuore di Kendall si spezza inesorabilmente nel momento stesso in cui capisce che Logan piange. Non riesce a non sentirsi un pezzo di merda, perché nessuno sarebbe così stronzo da trattare in quel modo il proprio ragazzo.
-Ehy, Logie- dice allarmato, sollevandogli il viso- scusami, davvero! Io non volevo dire che non voglio sposarti, sai benissimo che lo farei senza pensarci due volte. Ma io voglio darti il matrimonio che meriti. Uno con gli invitati, la cerimonia e il banchetto, voglio che sia alla tua altezza. Voglio che tu ti possa guardare intorno ed essere fiero di ciò che vedi quel giorno, okay? Voglio che tu mi veda venirti incontro e ti senta fiero di ciò che stai per fare, d’accordo?- Logan annuisce rapidamente, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Lo stringe forte e nasconde la testa nell’incavo del suo collo. Kendall prende ad accarezzargli lentamente la schiena. Il pseudo-litigio di poco prima ormai è stato completamente dimenticato, sostituito da quelle sensazioni che entrambi provano quando sono insieme.
-Ti amo- gli sussurra Kendall all’orecchio. Logan non gli risponde, sa che le parole in questo caso sono superflue. Si limita a dargli un altro bacio e a poggiare di nuovo la testa sul suo petto.
-Anche io- dice alla fine, dopo una lunga pausa. Per l’ennesima volta nel corso della serata si ritrovano in silenzio. Il biondo sospira lentamente. Lo ama, dei se lo ama. Si taglierebbe un braccio per lui, se fosse necessario.
Logan gli lascia un bacio veloce sulle labbra, prima di fargli una domanda veloce.
-Come credi che sarebbe?
-Il nostro matrimonio?- gli domanda Kendall di rimando. Il moro annuisce brevemente, mentre l’altro finge di pensarci per un attimo. Si mette anche due dita sotto il mento, giusto per dare un tocco in più alla sua sceneggiata. –Sarebbe un casino totale, almeno all’inizio. Tu ti metteresti a delirare come al solito, perché manca questa o quell’altra cosa e finiresti per diventare isterico. Ma poi, poi andrebbe tutto bene. E il giorno del nostro matrimonio sarebbe, sarà!, fantastico. Sarà una delle cose migliori al mondo.
Il maggiore sorride contro il petto di Kendall, che si sente stranamente felice. Non è una sensazione nuova –o almeno non lo è più, non da quando sta con lui- però gli piace. È come uno strano formicolio, che dal centro del petto si distingue a tutto il corpo. Lo fa sentire elettrizzato ed iperattivo, come uno di quei marmocchi sullo skateboard che incontra per strada mentre va a lavoro. E cazzo se non potrebbe abituarsi a tutto quello. A Logan accanto a lui, che lo bacia, gli sorride, lo abbraccia. È strano per un tipo come Kendall, che di felicità ne ha sempre avuta troppo poca rispetto a quella che si meritava realmente.
Passano un altro po’ di tempo in silenzio, prima che il moro parli di nuovo
-Ho fame.
-Va a farti da mangiare- borbotta Kendall perché, davvero, sta iniziando ad avere sonno. Anche se ha il terribile presentimento che non dormirà poi così tanto.
-Ma- e davvero, spesso si chiede se il suo fidanzato abbia davvero la sua età o se per caso non abbiano falsificato il suo documento. Perché davvero, è assurdo avere paura del buio ad un’età del genere. Ed è ancora più assurdo guardare serie tv come Supernatural quando hai paura anche della tua stessa ombra, ma quando mai quell’idiota lo ascolta?
-Scordatelo- lo interrompe di biondo con un gesto della mano –Sei grande e vaccinato, puoi anche andare a mangiare qualcosa tranquillo, nessun mostro ti attaccherà mentre mangi.
-E tu come fai a saperlo?- Kendall non gli risponde e per un attimo Logan pensa che l’altro si sia addormentato, se non che lo vede ridacchiare sotto i baffi. Con un gesto indispettito e la voce fintamente arrabbiata, si alza e gli da velocemente le spalle. –Come vuoi- sbuffa- ma mi avrai sulla coscienza se mi succederà qualcosa. E il mio fantasma verrà a tormentarti ogni giorno, ricordandoti come avresti potuto evitare la mia morte e non lo hai fatto!
Il biondo resiste per circa tre secondi prima di scoppiare a ridere. Logan lo guarda nuovamente, indispettito. Solleva le sopracciglia ironicamente e anche lui si mette a ridere, senza un motivo apparente. Poi afferra un cuscino poggiato sul comodino –come diavolo ha fatto a finire lì, poi?-  e lo lancia addosso al suo ragazzo. Quindi Kendall, anche se con lentezza esasperante, decide di alzarsi e di accompagnarlo a bere, a mangiare o a fare qualunque cosa possa essere venuta in mente a quell’idiota nel bel mezzo della notte. Arrivano nel soggiorno a tentoni, dato che Logan si ostina a non accendere le luci. Il soggiorno è una stanza abbastanza ampia, con un divano color pastello e un grosso tavolo. Il moro si abbassa per prendere degli affettati dal frigo e Kendall si lancia a peso morto sul divano. Poggia la testa su uno dei tanti cuscini che si trovano sul divano e osserva il più grande.
È bellissimo.
Kendall ha visto tante cose bellissime nella sua vita, ma non appena lo vede non può impedire a quella parola di farsi velocemente spazio all’interno della sua testa, che sgomita per farsi notare, fino a diventare il suo primo pensiero. Gli fa ancora strano pensare che tutto quel ‘Bellissimo’ sia suo. Solo suo e di nessun altro. Spesso e volentieri gli sembra un sogno ad occhi aperti e sarebbe tentato di darsi un pizzico, per essere certo di non star sognando.
Logan riemerge dal frigo dopo qualche minuto. Il biondo lo vede armeggiare per un po’ con qualcosa –non lo vede molto bene, l’intera visuale è coperta dall’altro-, mentre i suoi occhi lo pregano di chiudersi e lui non vuole staccarsi da quella meravigliosa prospettiva. Non esiste al mondo niente di più bello di Logan Henderson, non importa quanti ‘Bellissimo’ Kendall incontrerà nella sua vita.
Dopo qualche altro minuto il moro si volta e addenta con soddisfazione quello che sembra un sandwich. Si lascia sfuggire un mugolio mentre da il secondo morso, poi si lascia cadere accanto a Kendall sul divano, poggiando la testa sullo stomaco dell’altro, che si china a lasciargli un bacio sul naso. Poi il biondo si limita a restare lì, con la fronte poggiata contro il naso del suo ragazzo, a sorridergli con trepidazione. Non riesce a spiegarselo, ma sente uno strano brivido corrergli lungo la colonna vertebrale,  come se il suo corpo avvertisse che deve succedere qualcosa di speciale. O forse, che quel qualcosa di speciale è già in atto.
Logan gli sorride di rimando e da qualche altro morso al suo panino, prima di parlargli con la bocca ancora piena –sputacchiando anche, ma Kendall ormai ci ha fatto il callo e non se ne rende neppure più conto-.
-Cantami qualcosa- dice, accennando alla chitarra nell’angolo. Il biondo alza dapprima le sopracciglia, incredulo. Ma l’altro continua a sorridergli, con quella sua aria da bambino e l’espressione di chi non ha alcun problema al mondo. Il più alto scuote la testa, ma poi si alza e prende lo strumento, perché non riuscirebbe a dire no all’altro neppure se lo volesse. Si risiede e per qualche minuto resta fermo, senza sapere bene cosa fare. Che cosa potrebbe cantare che non risulti troppo sdolcinato e che al contempo possa far capire all’altro quanto tiene a lui? Alla fine sospira e decide di mettere da parte la sdolcinatezza, perché loro due sono Kendall e Logan, e in certi casi un po’ di sdolcinatezza può permettersela anche lui. Inizia a suonare le prime note, per lo più inventandole sul momento, perché è abbastanza sicuro che quella canzone non sia esattamente adatta ad essere suonata con la chitarra, anche se al momento non gliene frega poi tanto.
-You’ve been deep in a coma   
 But I stood right here                                                                                 
When you thought there was no one                                                                                               
I was still right here-
Logan ride un po’ quando riconosce la canzone, ma per lo più si limita a squadrarlo con la bocca aperta. Kendall è tentato di fare qualche battuta idiota, ma si trattiene e continua a suonare. Si concentra soltanto sul suono della chitarra e sulle parole, che escono dalla sua bocca in maniera fluida. Alla fine il ragazzo più basso si zittisce e lo guarda, con un piccolo sorriso ad increspargli gli angoli delle labbra. Kendall non lo sa e in quel momento non lo vede, ma quel sorriso è soltanto per lui. È il modo in cui Logan lo ringrazia silenziosamente per tutto ciò che gli da ogni giorno, tutti i giorni. Riesce a sentire l’enfasi che il biondo pone in ogni parola, come se ciascuna sillaba parlasse di loro e solo di loro. Il moro è tentato di spingere via la chitarra e baciarlo fino a fargli dimenticare perfino come si chiama, ma si trattiene. C’è un qualcosa nella voce dell’altro che lo incanta sempre e che lo fa restare ogni volta come un povero idiota, a bocca aperta e senza parole. Non saprebbe proprio come spiegare al suo ragazzo che ogni volta che lo sente cantare i suoi battiti cardiaci salgono a tremila e che probabilmente tutta la sua mente va in stop per concentrarsi su lui e su lui soltanto. Quindi non glielo dice e ad entrambi va bene così. Non gli servono troppe parole, non ne hanno mai sentito realmente il bisogno. Non quando potevano dimostrare ciò che provavano con i piccoli gesti come quello, cose che restano impresse nella memoria in maniera indelebile, come un pennarello che colora le loro anime. Logan sa che probabilmente è un paragone stupido, ma non riesce a trovare un altro e sinceramente non gliene frega più di tanto. L’unica cosa che gli interessa al momento si trova a pochi centimetri da lui e, in un modo tutto suo, gli sta dicendo che lo ama e che vuole stare con lui.
-You were scared, but I told you                                                                        
 “Open up your eyes”                                                                                                 
 Never stopped being someone who could love you well                                                      
 Had to show you the hard way                                                                                      
 Only time will tell                                                                                                              
Revelations and heartaches make you realize-
Entrambi stanno sorridendo adesso, al ricordo del tempo che hanno perso inseguendosi senza mai raggiungersi per davvero, succubi di un gioco stupido che rischiava di farli perdere definitivamente. E la voce di Kendall è un po’ troppo insicura e gli occhi di Logan sono un po’ troppo lucidi perché uno di loro due possa fingere di essere indifferente a quello che stanno vivendo. Perché è bello, è forte ed è solo loro. Ed è anche qualcosa che non si può semplicemente spiegare a parole, perché davvero, cosa si potrebbe dire? Come dovrebbe fare Logan a dirgli che lo ama e che ora che stanno insieme non permetterà mai a niente e a nessuno di portarglielo via? E Kendall, come potrebbe riuscire a spiegare all’altro che grazie a lui ha recuperato fiducia nell’amore e ha capito che, nonostante tutto, il vero amore esiste per tutti? Non si può, semplice.
Logan si unisce a lui per cantare l’ultima parte che precede il ritornello.
-That I was always in front of you-
E soltanto dopo quella breve frase Kendall apre gli occhi e lo guarda, trovandolo maledettamente dolce, con quel suo sorriso disarmante e quei suoi occhi dolci che lo colpiscono ogni volta. Attaccano insieme il ritornello, come se fosse una cosa automatica, senza bisogno di gesti o di parole.
Perché in fondo loro due sono come un meccanismo, apparentemente imperfetto agli occhi degli altri, ma perfetto per chi ha avuto la fora di scavare più a fondo.
-So wake up                                                                                                       
Your sleeping heart                                                                                    
I know sometimes we’ll be afraid                                                              
But no more playing safe, my dear                                                                   
I’m here-
Paura, è questa la parola chiave. La vita di Kendall non ha fatto altro che ruotare intorno a quella parola, fin da quando ha memoria. È assurdo pensare che da quando Logan è al suo fianco gli sembra di aver dimenticato il significato di quella parola. E non importa se ogni tanto la notte continua a svegliarsi, sognando suo padre che gli urla contro le cose più orribili, perché sa che alla fine si ritroverà comunque  tra le braccia di Logan, che lo abbraccia forte e gli sussurra parole sconnesse all’orecchio, intervallate dalla promessa che lui è lì e che ci resterà finché sarà il biondo a volerlo. A quel punto anche gli incubi perdono il loro significato e Kendall sa che quel mostro che si ostina a chiamare genitore non può più perseguitarlo, non fino a quando avrà il moro vicino a lui. E se quello che gli dice è vero, allora è certo che non si separeranno per un bel po’. O anche per tutta la vita.
Il biondo solleva il viso e sorride, continuando a canticchiare. Anche Logan sorride e Kendall vorrebbe fargli una foto da poter osservare ogni volta che vuole, soltanto per ricordarsi com’era bello in quel momento.
-So wake up                                                                                                                                   
 You’ve been deep in a coma                                                                                                
 But I stood right here                                                                                             
When you thought there was no one                                                                                          
I was still right here                                                                                                                          
You were scared, but I told you                                                                                                        
 “Open up your eyes”-
Finiscono la canzone in quel modo, fregandosene del fatto che probabilmente i vicini sono sul punto di chiamare la polizia o di denunciarli per disturbo alla quiete pubblica. Si sorridono e basta, perché non hanno bisogno di altro per star bene.
È come un sogno che qualcuno ha creato soltanto per loro e che gli altri non possono toccare. Non è qualcosa di tangibile, ma entrambi riescono a percepirlo nitidamente. È qualcosa che altri non riescono a toccare, ma che è duro e delicato sotto le loro mani.
Kendall e Logan sono fatti di materiali diversi. Uno legge tanto e l’altro non legge affatto, uno non riesce a stare senza il caffè  e a l’altro viene la nausea soltanto con l’odore. Coincidenza, entrambi hanno avuto un primo bacio orribile e, altra coincidenza, entrambi hanno deciso di darsi da fare per rimediare. Coincidenza, guardandosi negli occhi si comunicano di volersi fare un tatuaggio. Dopo pochi giorni, sulla pelle di uno e sulla pelle dell’altro vi è tatuata la medesima frase: I believe in every single part of you.
Kendall e Logan sono fatti di materiali diversi. E quel sogno che hanno creato fin dalla prima volta in cui si sono visti continua a crescere con loro e dentro di loro, in maniera inspiegabile. Si tengono ancora per mano quando camminano e alle volte gli capita ancora di restare svegli a cantare o anche solo a parlare, perché alla fin fine sono pur sempre Kendall e Logan e quella è una parte di loro che non cambierà mai. E, anche se sono fatti in modo diverso, Kendall e Logan si amano. Si amano, di quell’amore vero che si prova una sola volta nella vita –o almeno, così ha detto una ragazzina una volta, vedendoli entrare in un locale insieme- e che non si dimentica mai del tutto. Si amano nonostante le urla e i litigi, nonostante le minacce e le dormite sul divano, nonostante i piatti rotti e le lacrime versate. Sono sempre loro, alla fin fine. Sono quel sogno che hanno creato e che è davvero destinato a non finire mai.
                            
   
 
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