Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: _Heide    10/10/2015    0 recensioni
AU e non | Bellarke | Raccolta di One-Shot | Pubblicata anche su Wattpad
Quanti di voi, come me, sono rimasti alquanto delusi dal finale di stagione e vorrebbero quel pizzico di Bellarke che manca nella serie? Bene: cosa ne dite di una raccolta di non so cosa siano, tutte decisamente Bellarke?
#22 Di decisioni difficili
#14 Clarke!Ladro Bellamy!Poliziotto
#3 Di film a noleggio e clienti infelici.
#4 Di ultime merendine sullo scaffale.
#1 Di quando Bellamy ha bisogno di ripetizioni.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Di decisioni difficili 
 

Bellamy sentì il peso di uno sguardo posarsi su di lui e voltandosi incontrò degli occhi azzurri a pochi metri da lui. Clarke lo guardò intensamente per qualche secondo e lui capì: era giunto il momento.
Si spostò verso il cancello del Campo Jaha, seguito da Clarke. Raven, lì vicino li vide e gli andò incontro. Rivolse qualche parola a Clarke e uno scintillio fece capire a Bellamy che la mora aveva appena passato qualcosa di metallico e affilato alla bionda. In fondo, Raven non sapeva che era inutile darle quella lama, non poteva sapere. Forse sarebbe stato meglio se avesse saputo, o forse no, ma ormai era tardi per i ripensamenti, era tardi per prendere di nuovo quella decisione, che era già stata troppo difficile.
Con lo sguardo, Bellamy seguì Clarke attraverso la massa di Terrestri che occupavano le terre oltre il cancello dei sopravvissuti dell'Arca. Il ragazzo voleva essere lì con lei, voleva starle accanto, posarle una mano sulla schiena per incitarla ad andare avanti, per convincerla – o forse convincere sé stesso – che era la cosa giusta da fare, ma la ragazza era stata chiara: doveva farlo da sola.
Aveva detto che se fossero stati insieme non ne avrebbe avuto la forza e il coraggio, che si sarebbe resa conto che no, non era affatto giusto ciò che stavano facendo; ma Bellamy sapeva la verità. Bellamy sapeva che voleva farlo da sola per essere l'unica a sbagliare, voleva essere lei a portare il fardello, non voleva schiacciare anche Bellamy con quel peso, dunque, seppur con riluttanza, il ragazzo aveva accettatola decisione della bionda a testa bassa, assecondandola. La vide percorrere il sentiero a testa alta, in mezzo a milioni di guerrieri spietati in grado di sterminare un popolo a sangue freddo; la luna che le illuminava la chioma bionda e le fiaccole sparpagliate qua e là. Arrivata di fronte alla tenda del comandante, Indra le andò di fronte, la lancia puntata verso Clarke pronta ad uccidere chiunque minacciasse la salute e la vita di Lexa. Le due si dissero qualcosa, ma a quella distanza Bellamy non poteva sentirle e leggere le labbra era l'unica cosa che poteva fare, ma comprese ben poco. Vide la lama che si appoggiava al ventre di Clarke e lui era pronto a scattare per proteggere e salvare la sua Principessa, ma vedendo il volto impassibile di lei capì che non avrebbe dovuto intervenire o il piano sarebbe saltato.
Fortunatamente, Lexa intervenne e Bellamy intuì che le avesse detto di lasciar passare Clarke. Indra, riluttante, aveva abbassato la lancia e Clarke era entrata nella tenda. Qualche minuto dopo, che a Bellamy parvero ore, Clarke uscì, seguita a qualche metro di distanza da Lexa. Vide l'espressione di Clarke e una morsa si strinse attorno al suo stomaco: stava per farlo, sapeva che se ne sarebbe pentita, ma i sensi di colpa l'avrebbero consumata se non l'avesse fatto. Si diresse a testa alta verso il palo di legno, connficcato nel terreno, al quale avevano legato il prigioniero.
Finn.
Lo avrebbero ferito, senza ucciderlo, per tante volte quante le persone che aveva ucciso in quel villaggio, persone innocenti. Clarke abbracciò Finn e dal lieve movimento delle labbra di lei, capì che gli stava sussurrando qualcosa.
Quando la bionda si allontanò, il capo di Finn si abbassò sul proprio petto, mentre una macchia rosso scuro si espandeva sul suo stomaco e un urlo lacerava la notte.
Sul volto di Clarke, la luce delle fiaccole faceva scintillare gli occhi azzurri come il cielo di lei, che adesso sembravano mare, liquidi per via delle lacrime a stento trattenute. Clarke rientrò nel campo, mentre Raven continuava ad urlare e piangere, gridando alla notte l'odio che provava in quel momento per Clarke. La bionda intanto si era diretta all'interno della sua tenda, una delle tante riservate ai cento, nella parte più esterna del campo, separati dai sopravvissuti dell'Arca. Erano ancora prigionieri, liberi ma a distanza dagli altri, erano pur sempre dei criminali, tutti loro.
Bellamy si diresse a passo svelto fino alla tenda della ragazza, senza alzare lo sguardo per evitare di incrociare degli sguardi e chinò leggermente il capo per poter passare dall'apertura della tenda. Sul giaciglio improvvisato, vi era seduta Clarke, le ginocchia contro il petto e la testa affondata tra di esse, con le mani a coprirsi il capo, come a vergognarsi di sé stessa per quello che aveva fatto, come se non volesse farsi riconoscere. Vederla in quello stato gli fece affondare il cuore in un abisso profondo e senza luce, completamente buio e vuoto, solo lui e la sofferenza. In un attimo le fu accanto e si sedette accanto a lei, circondandola con le braccia. Non erano mai stati così vicini, non si erano mai abbracciati, se non quando Bellamy era tornato al campo con Monroe e la ragazza che avevano recuperato.
Clarke si girò verso di lui, restando sempre nella stretta salda ma delicata delle braccia di Bellamy e affondò il viso nell'incavo del suo collo mentre le lacrime di Clarke gli bagnavano la maglietta, ma non importava, non in quel momento. Avevano preso una decisione, una decisione difficile, avrebbero potuto lasciar stare, lasciare che fossero i Terrestri a porre fine alla vita di Finn secondo le loro tradizioni, ma era troppo tardi, eano in un vicolo cieco da cui non potevano più uscire. Non c'era solo Clarke in quel vicolo buio, c'erano dentro tutti e due, la decisione era stata presa da entrambi: non avrebbero fatto soffrire Finn, era stato meglio così, per quanto difficile, era giusto che così fosse e così era stato.

«Non possiamo lasciare che venga ferito tutte quelle volte, finché Lexa non gli darà il colpo di grazia, non lo faremo soffrire così tanto.»
«Ma non possiamo nemmeno farlo scappare, Clarke! Se lui scappa, l'alleanza salta, vuoi lasciare tutti i nostri al monte, fin quando non verranno tutti appesi a testa in giù per potagli via il sangue? Oppure per trasformarli in Mietitori?» si bloccò, facendo scontrare i suoi occhi scuri contro quelle parti di cielo che erano gli occhi di lei. «È davvero questo che vuoi, eh?»
«Come potrei volerlo, Bellamy! Non lascerei mai il nostro popolo in mano a quegli psicopatici, ma non posso nemmeno lasciare che uno di noi venga torturato.» sbottò Clarke frustrata. Stavano discutendo da più di due ore, lui e Clarke in un ala in disuso di ciò che si era riuscito a salvare dell'Arca. Discutevano di cose più grandi di loro, troppo importanti, come la vita di persone a loro care, la vita della loro famiglia. Sacrificare una vita per salvarne 48, o almeno ciò che restava dei 48. Per i sopravvissuti dell'Arca, loro erano solo un numero: i 100, i 48, oppure i criminali. Non erano mai stati i ragazzi mandati sulla Terra a morire, una Terra che poteva essere radioattiva, ma che si era scoperta abitabile ma mortale.
«Come siamo finiti a decidere noi della vita di coloro che devono morire e quelli che devono vivere? Chi siamo noi per deciderlo, eh?» ringhiò la ragazza, appoggiando la schiena al muro metallico e lasciandosi scivolare lentamente per terra, mentre Bellamy continuava a guardarla, in piedi, dall'alto in basso. «Siamo dei mostri, Bellamy.»
«Clarke...» il ragazzo si era avvicinato e si era seduto vicino alla bionda, che guardava un punto fisso del pavimento davanti a lei. «Chi siamo... e chi dobbiamo essere per sopravvivere, sono due cose diverse, ricordi ?» La voce ferma e sicura, quando in realtà dentro di lui infuriava la tempesta, era esattamente come Clarke, ma doveva essere forte per lei e per riuscire a salvare la loro gente. La ragazza annuì, voltando il capo verso di lui e facendo, finalmente, incontrare i loro occhi.
«Lo stiamo facendo per il suo bene, vero?» domandò allora la ragazza, lasciando trasparire la sua tristezza, ma cercando comunque di tenerla a bada.
«Si.» rispose Bellamy, più per convincere sé stesso che lei.
La decisione era stata presa, non si tornava più indietro.



 


Okay, questa è la prima raccolta di one-shot infatti devo ancora capire una cosa ma ce la posso fare, non può essere così difficile no?
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate, lasciate qualche recensione, spero di riuscire ad aggiornare in fretta...
Ciao ciao,
BellarkeStydia22
P.S. Ho un problema con Google Chrome e Internet Explorer invece non ne vuole sapere di farmi modificare il testo qui su EFP, intendo il formato, il colore e il carattere, quindi I'm sorry, non so quanto ci metterò a sistemare tutto ma, fino ad allora,
May we meet again.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: _Heide