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Autore: notevenhere    10/10/2015    2 recensioni
Harry è stato abbandonato sull’uscio di una porta, Sirius è stato spedito ad Azkaban e Remus ha perso le uniche persone che abbia mai amato. Quando il vero traditore viene catturato tre anni dopo, Sirius si prepara a rimettere a posto le cose per le due persone che ama di più. SB/RL
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Note dell’autore: Questa storia sarà raccontata in una serie di vignette. È un AU e, quindi, avrà deviazioni significative rispetto al canon. La coppia principale è Sirius/Remus. Harry sarà eventualmente accoppiato con qualcuno, ma, ehi, chi sono io per rovinarvi la sorpresa? Enjoy!

Note del traduttore: L'autrice la presenta come un AU, ma per la definizione di EFP ho pensato fosse meglio classificarla come What If? La storia in lingua originale la trovate QUI!


~HP~

Prologo: Ufficio di Silente—Novembre 1981

"Non puoi farlo!"

"Remus, capisco la tua preoccupazione-"

"La mia preoccupazione?" le mani di Remus strinsero così forte lo schienale della sedia che questo stava cominciando a tremare. "Hai appena permesso che un uomo innocente fosse imprigionato e hai dato Harry a delle persone che non ne hanno il diritto! C’era un motivo per cui Lily e James non hanno nominato Petunia e suo marito come tutori di Harry."

"Remus, non c’era altro che potessi fare-"

"Sei il mago più potente che il nostro mondo abbia mai conosciuto" Remus disse, la sua furia gli rendeva la voce alta e maniacale, "e non puoi fare nulla?"

"Gli Auror hanno catturato Sirius nel bel mezzo della carneficina-"

"È Sirius! Sirius!" Remus enfatizzò; le gambe della sedia graffiarono il pavimento di pietra mentre veniva spinta via. "Non avrebbe mai tradito i Potter! Sarebbe morto prima di poter fare qualcosa che mettesse in pericolo il suo figlioccio-"

"Compreso tenersi fuori pericolo?" Albus chiese con calma. "In modo che il suo figlioccio non sarebbe dovuto stare con Petunia?"

Il petto di Remus si alzò ed abbassò mentre la tremenda verità di quelle parole scottava attraverso la sua giusta rabbia.

Albus continuò prima che Remus potesse riprendersi, "Ha scelto di seguire Peter"

La rabbia tornò e Remus strinse gli occhi. “Stava cercando di assicurarsi che Harry fosse al sicuro da un pazzo! E non è soltanto la sua libertà di cui stiamo parlando, Albus! Cosa mi dici di Harry? Non puoi lasciarlo con quelle persone."

Albus sospirò e si voltò leggermente verso la finestra. “Cosa vorresti che facessi, Remus? I Dursley sono i suoi unici parenti ancora in vita."

"James e Lily non avrebbero voluto questo, Albus. Sai che non lo avrebbero fatto."

"Non ha nessun altro posto dove andare." gli fece notare Albus. "Tu non avresti il permesso di adottarlo una volta che la tua condizione venisse scoperta durante le procedure di controllo."

Remus sussultò a quel brusco ricordo di cosa fosse.

"Harry starà perfettamente con i suoi parenti per ora" disse Albus, voltandosi di nuovo e parlando con un sorriso. "Petunia ha un figlio che ha circa la sua età. Harry sarà una bella aggiunta alla loro famiglia."

Remus scosse il capo con veemenza, ma Albus non gli diede retta. Prese un pezzo di pergamena dalla sua scrivania. "Suppongo tu non abbia alcun desiderio di rimanere a Londra?" domandò, il sorriso era sparito dalla sua voce.

"Io-"

"Ho messo al sicuro un cottage per te in un piccolo paesino di Babbani, in Francia. Potrai continuare con i tuoi scritti, lì. Nessuno sarà in grado di trovarti."

"Ma Harry-"

"Harry resterà dov’è finché non ci sarà più una ragione per cui debba" affermò Albus con fermezza. Tese la pergamena verso Remus. "Non puoi fare nulla, Remus," disse, la sua voce più gentile. "Per nessuno dei due in questo momento."

Remus non sapeva cosa dire; Albus posò la pergamena nella sua mano. Neanche lui disse nulla e, un attimo dopo, Remus fu trascinato via.

Subito dopo, si guardò intorno nella piccola stamberga in cui la Passaporta di Albus lo aveva condotto. Il pezzo di pergamena vibrò mentre la sua mano tremava.

James e Lily se n’erano andati…

Peter li aveva traditi…

Harry era con persone che lo avrebbero odiato…

E Sirius…

Con un singhiozzo strozzato, Remus cadde in ginocchio.

Aveva perso le uniche persone che avesse mai amato.

*

Albus osservò il luogo dove Remus era stato poco prima. Con un sospiro profondo mormorò l'incantesimo che fece uscire il suo Patronus argentato dalla punta della bacchetta.

Aggiustò i fogli sulla scrivania e attese. Meno di cinque minuti dopo ci fu un bussare incerto alla porta.

"Entra, Severus," disse Albus con tranquillità. La porta si aprì lentamente e, alla fine, vestito in nero come sempre, avanzò Severus.

"Mi ha chiamato, Preside?" Il tono era quasi tanto riservato quanto Albus lo aveva sempre sentito; gli occhi neri erano ancora offuscati dal rimorso, come lo erano stati sin da Halloween.

Albus lo invitò dentro. "Sì, Severus. Ho cambiato idea riguardo all’uso migliore che potrei fare del tuo talento. Ti prego, siediti."

*

Sirius sedeva rannicchiato in un angolo della sua cella, mentre fuori il vento ululava e le onde lambivano i lati dell’edificio. Le mani conficcate ai lati della testa mentre provava a ricacciare le immagini che non smettevano di perseguitarlo.

La casa di James, una vuota rovina...

James e Lily morti. I loro occhi che fissavano il nulla.

Harry che urlava mentre Hagrid lo prendeva dalle braccia di Sirius.

Le parole che aveva detto per confortarlo. La bugia. "Verrò a prenderti, Harry."

Harry che si dimenava contro l’avambraccio di Hagrid mentre volavano via sulla motocicletta di Sirius.

E Remus…

Non c’erano stati occhi pieni di odio. Ma Sirius poteva immaginarli. Poteva vederli chiaramente insieme agli sforzi di Harry.

Le immagini lo bombardarono finché non perse il senso del tempo. Rabbia, paura, odio, odio per se stesso, e tradimento affollavano il suo cuore finché non seppe che ne sarebbe diventato pazzo.

Tirando a sé un doloroso respiro, Sirius si concentrò e con un sobbalzo, il suo corpo si trasformò.

L’ombra di un grosso cane si estese al di là della cella, ma non c’era nessuno a notarla. Nessuno che se ne preoccupasse. E quindi il cane restò.

Da solo.

Per tre anni e mezzo…

E quando il cane udì lo sconosciuto stridio del metallo contro la pietra, non alzò neanche la testa.

"Ciao, Sirius."

La testa del cane si alzò di scatto.

"Va tutto bene, Sirius," disse la voce gentile mentre si avvicinava. "Ecco…"

Un incantesimo spezzò l’aria e il cane vide di nuovo attraverso occhi umani.

"Silente?" Sirius gracchiò. Neanche lui riconosceva la propria voce.

"Sì, Sirius, sono davvero qui." Le dita del preside si districarono gentilmente tra i suoi capelli.

"Cosa-" Sirius tossì violentemente.

"Va tutto bene… non parlare. Ce ne andiamo, ora."

Sirius non aveva idea di cosa volesse dire.

"Peter è stato catturato. Sei stato assolto."

Focalizzò tutte le sue energie su quelle parole, assorbendole mentre Silente metteva una mano intorno alla sua vita e lo sollevava.

"Harry…" raspò mentre incespicava al lato di Silente.

"Sta bene," gli assicurò Silente dolcemente.

"Voglio…"

"Andremo a vederlo non appena ne sarai capace."

Sirius ansimò non appena un dolore gli attraversò le gambe e parlare non era più possibile. Remus, voleva dire. Voleva anche Remus.

Aveva bisogno di entrambi.
   
 
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