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Autore: HeyDreamer_    11/10/2015    0 recensioni
Si girò lentamente, volgendo lo sguardo alla porta. Sherlock se ne stava lì, mani dietro la schiena, busto dritto e mento alzato. La guardava dall'alto in basso, studiandola e probabilmente già intuendo cosa ci faceva Molly Hooper chiusa in uno sgabuzzino.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando Molly, dopo la sua pausa pomeridiana, rientrò in laboratorio, la prima cosa che i suoi piedi calpestarono non fu il solido pavimento del Barts, ma un guanto. Un guanto? Sì, un guanto nero in pelle, dall'aria molto costosa.
Alzò lo sguardo, con la fronte corrugata in dubbio e la scena che si presentò ai suoi occhi la rassicurò e intimorì al tempo stesso.

La presenza di Sherlock era ovunque: il laboratorio era invaso dal suo profumo così intenso da farla insipirare profondamente, la sua giacca era malamente appesa all'appendiabiti accanto alla porta, la sciarpa che solitamente portava attorno al collo ora pendeva mezza stropicciata da uno dei tanti tavoli, pericolosamente vicino a delle rimanenze di sostanze chimiche tossiche, una scarpa sotto al tavolo vicino alla finestra e, per concludere, l'altro suo guanto si trovava per terra ai piedi dello sgabello su cui Sherlock era seduto; quest'ultimo teneva con una mano un calzino e con l'altra un becker contenente un liquido di colore grigiastro.
Dire che Molly era confusa era un eufemismo.

"M-ma che cos-"
"Ah Molly! Eccoti finalmente. Ti stavo aspettando" notando l'espressione stupita sul volto della donna che continuava a spostare il suo sguardo dalle sue cose sparse alla sua figura e viceversa, si costrinse a spiegare: "come era facilmente intuibile dalla tua scrivania ho capito che la tua pausa sarebbe durata più del solito e allora ho pensato di impiegare il mio tempo in un modo più produttivo mentre ti aspettavo, dedicandomi ad un esperimento che purtroppo non mi ha dato i risultati che speravo" concluse con una punta di amarezza.

"ah si, beh capisco..." in realtà Molly non capiva perchè Sherlock si trovasse davvero lì, perchè la stesse aspettando e soprattutto non poteva assolutamente comprendere che tipo di esperimento potesse richiedere l'impiego di un calzino; preferì comunque non saperlo, dato che ormai era solita alle stranezze di Sherlock.

Si accorse ad un tratto che lui aveva in mano un oggetto a lei familiare: un libro la cui  copertina riportava la foto di un uomo e una donna in abiti ottocenteschi, abbracciati appassionatamente; come titolo "il fuoco e la passione".

Oddio, no. Tipregotipregotipregonononpuòessereverononsherlocknononono.

Molly voleva sprofondare. Sperava che il pavimento si aprisse e la inghiottisse.

Stupido, maledetto, dannato, dannatissimo libro. Ti odio.

Molly rimpiangeva di aver preso in prestito quel libro che, lei lo sapeva bene, era veramente banale e stupido. Da come ne aveva sentito parlare sembrava un capolavoro e lei si era lasciata convincere dalle sue amiche, Meena in particolare, a leggerlo. Una lettura leggera, aveva detto.

Se solo potesse tornare indietro.

Sherlock seguì il suo sguardo.

"Ah, giusto. Questo è tuo. Spero non ti dispiaccia che lo abbia preso in prestito"
"Ehm in realtà non mi hai mai chiesto di prestart-"
"Dettagli" la interruppe bruscamente.

La patologa stava pensando a una risposta ma lui intanto la stava fissando, il labbro inferiore leggermente sporto in avanti e la fronte corrucciata: sembrava combattuto. Si perse a guardare incantata quelle labbra e si dimenticò di cosa stava pensando.

Poi a Molly ritornò in mente l'episodio del giorno prima e preferì evitare il silenzio che già presagiva essere imbarazzante. Cambiò argomento.

"Cosa posso fare per te? Ti serve qualcosa?"

Il libro rimase abbandonato sul tavolo.

Sembrò che le sue parole lo avessero riportato alla realtà. Si alzò bruscamente dallo sgabello recuperando la scarpa e infilandosela senza calzino, rivestendosi poi velocemente. Mentre si avvolgeva la sciarpa attorno al collo elegante, finalmente parlò: "questa notte devi venire con me in un posto" affermò in modo serio "niente domande. Sii pronta alle 22. Ti vengo a prendere io".

Nel frattempo le si era avvicinato e sorrideva in quel modo misterioso che faceva battere forte il cuore della patologa.
Poi con un occhiolino si abbassò senza distogliere lo sguardo, appoggiando lentamente una mano dietro al ginocchio della donna, stringendo e premendo, alzando la sua gamba e recuperando il guanto che Molly non ricordava stare ancora calpestando.
La sua mano esitò per qualche istante prima di staccarsi, trasmettendole calore in quel punto e facendola arrossire. Lo sguardo del detective ancora fisso su di lei lasciava trapelare un pizzico di malizia che non le sfuggi.

Si sta comportano in modo decisamente strano.

Sherlock si infilò il guanto e all'improvviso scatto in piedi, salutandola frettolosamente e lasciandola sola in piedi nel laboratorio, ancora più confusa.

Ma cosa diamine era appena successo?

 

*****


Alle 21.54 Molly Hooper era pronta.
Quando era tornata a casa, quella sera, la prima cosa che fece fu sedersi sul divano. Rimase a fissare il vuoto, mentre stringeva in mano un calzino nero, persa a contemplare tutto ciò che le stava succedendo in quei giorni. Un pensiero le passò per la testa.

Maledetto libro.

Non riusciva a capire il comportamento del detective: ogni volta che pensava ai suoi gesti e ai suoi sguardi una marea di dubbi la assalivano.

Sherlock è impazzito? Nono ma che dico, molto probabilmente sono impazzita io a tal punto da immaginarmi che Sherlock mi abbia chiesto di uscire. Più che chiesto, imposto.          
Ah aspetta forse ci sono! Si tratta sicuramente di un caso in cui gli servo io, come copertura magari.


Convinta di ciò, smise di pensarci e ordinò del cinese, accompagnando la sua cena con una bicchiere di vino rosso per rilassare i suoi nervi.
Proprio quello che ci voleva.

In quanto a cosa indossare, Molly aveva optato per qualcosa di semplice e adatto per qualsiasi cosa quell'imprevedibile di Sherlock avesse in mente: una camicetta color pesca con dei pantaloni neri di stoffa e delle ballerine. Decise di lasciare i capelli liberi sulle spalle.

Quando udì un colpo alla porta Molly trattenne il respiro per qualche secondo e rimase immobile fino a quando non ne sentì un'altro, stavolta più deciso e forte. Si sistemò i vestiti e afferrò la maniglia,  respirando profondamente prima di aprire e stampandosi un sorriso che sperò essere abbastanza convincente.

Sherlock si presentò in tutta la sua magnificenza con il suo cappotto scuro, in contrasto alla carnagione diafana del viso, i ricci ancora un po' umidi dalla doccia che morbidi ricadevano sulla fronte a gettare ombre su quel viso tanto spigoloso; occhi talmente penetranti che sembravano essere in grado di leggerti l'anima.

La donna si accorse della propria bocca spalancata e subito la richiuse. Lui le sorrise.

"Molly" Si chinò e le poso un bacio delicato sulla guancia "andiamo?"
"C-certo..." si schiarì la gola.

Non sono passati nemmeno cinque minuti che già ti comporti come un'adolescente con la sua prima cotta; perfetto direi.
 

 *****


Avevano preso un taxi e adesso si stavano dirigendo fuori città; Molly aveva passato tutto il tempo a guardare il paesaggio fuori dal finestrino, non avendo il coraggio di muoversi nemmeno di un millimetro; Sherlock faceva altrettanto e non aveva spiccicato parola se non per dare indicazioni al tassista.

Dopo circa un'ora, l'auto si fermò. Quando scesero, Molly si chiese dove diamine si trovassero. Intorno a loro la notte e il buio regnavano sovrani a coprire la loro visuale e non si udiva nessun rumore segno di civiltà. Molly si avvicinò d'istinto a Sherlock.

"Dove siamo? Perchè siamo scesi in mezzo al nulla?"
"Tranquilla, stammi vicino e seguimi"

Camminarono su quello che sembrava essere un stradina sterrata fino a quando non arrivarono a un cancello altissimo e larghissimo. Sherlock si fermò.

"Eccoci qua" le rivolse un sorriso.
"Ed esattamente cosa ci facciamo qua?"
"Te lo spiego appena siamo entrati. Comincia a fare un po' freddo, non credi?"
 

*****


Dopo un breve giro turistico, avevano deciso di sistemarsi in un grande salotto dall'aspetto abbastanza accogliente, con le pareti color bordeaux, un comodo e spazioso divano e un grande camino.

"Questa è la tenuta di campagna della mia famiglia. Gli Holmes possiedono questa casa da circa un secolo. È un po' malandata ma conserva ancora il suo fascino" disse con un occhiolino.
"m-molto interessante, davvero. Ma ancora non capisco perchè siamo qui, Sherlock"
"Il fuoco e la passione"

Molly si ammutolì.
 

*****


"Vedi Molly, leggendo il tuo amato libro mi sono ricordato di questa tenuta e della sua somiglianza con l'ambientazione del romanzo. Ho pensato che magari ti avrebbe fatto piacere visitarla..."

Molly era paralizzata.
Non solo Sherlock aveva letto quel romanzo così terribilmente imbarazzante, ma aveva anche avuto la geniale idea di portarla qui per-
per cosa esattamente?


"Sh-Sherlock apprezzo il tuo pensiero-"
"Davvero?"
"Ehm si c-certo ma il punto è che io, no tu,  i-il romanzo ehm no i-io-"
"Molly, respira" Sherlock le si era avvicinato, afferrandole le spalle e guardandola dritta negli occhi.

La donna insipirò profondamente, distogliendo lo sguardo "scusami, ma..." 
Ad un tratto si infuriò, arrabbiata con se stessa, perchè si stava comportando in modo infantile e non voleva dare questa impressione davanti a Sherlock, maledizione!
"... ma tutto questo non doveva accadere! Tu non avresti dovuto scoprirmi quel giorno nello sgabuzzino e, soprattutto, non avresti dovuto leggere quello stupido libro! Ora avrebbe dovuto essere tutto normale, con te che mi ignori e io che fantastico su di no-"

Oh no. Molly strabuzzò gli occhi e impallidi.

Non poteva averlo davvero detto ad alta voce. E invece sì. Molly Hooper aveva appena dato piena prova della sua stupidità.

Tentò di rimediare: "cioè no io non intendevo dire questo..."
"Molly, guardami"

Alzò lo sguardo e rimase senza parole davanti alla sua espressione. E' bellissimo. Qualcosa negli occhi cristallini del detective era cambiato.

Sherlock si schiarì la gola e si allontanò, dandole le spalle e stringendo i pugni. Molly si sentì abbandonata e si rimproverò mentalmente, incrociando le braccia al petto.

"Io provo qualcosa per te" sbottò l'uomo all'improvviso, le spalle in tensione.

"E so che anche per te è lo stesso. Ho sempre voluto sapere tutto di te, tutto. Ogni singolo dettaglio. In tua compagnia mi sento diverso, teso e libero allo stesso tempo, una cosa che mi ha fatto sempre incuriosire. All' inizio non potevo sopportare questa sensazione e te non facilitavi di certo la situazione, con i tuoi occhi che mi supplicavano di guardarti e toccarti e avvicinarmi. Ti odiavo perchè mi facevi questi effetti che non hanno una spieazione logica e io detesto non capire. Ma è stato impossibile resistere, quindi mi sono accontentato di conoscerti da lontano e mi ero promesso di non lasciarmi sfuggire niente su di te. Ecco perchè ho preso quel romanzo. Dovevo sapere cosa ti aveva spinto a nasconderti in quello sporco sgabuzzino. E ho deciso di agire, Molly".

La donna aveva gli occhi fissi sulla  sua schiena e la gola secca. Non sapeva cosa dire. Tutto questo sembrava surreale, un sogno.

Sherlock si girò con un sorrisetto sulle labbra. Si stava muovendo lentamente verso di lei.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua, mia dolce Molly?"

Che idiota.

Alle sue parole la donna raddrizzò le spalle e sorrise. Si era stancata di essere quella timida e balbettante, perciò decise di agire.

Fece due passi, ritrovandosi nello spazio personale del detective, e lo afferrò per il collo della camicia, portandolo al suo stesso livello.

"Se quello che dici è vero, Sherlock, e sei così curioso di sapere cosa mi passa per la testa, beh, ti voglio aiutare."

E lo baciò lievemente, aspettando una sua risposta, mentre si lasciava invadere dall'incertezza
.
E poi lui ricambiò il bacio, avvolgendola tra le sue braccia e stringendole la vita. Sorrisero insieme.

Molly sentì sotto le sue mani il cuore del detective battere fortissimo e si lasciò trasportare dal suo abbraccio.

 

*****
 

Erano seduti sul divano posto davanti al camino che Sherlock aveva da poco acceso. Molly era appoggiata con la schiena al bracciolo e le gambe strette al petto, il mento sulle ginocchia mentre osservava Sherlock, seduto compostamente un po' più in là.

"E così hai pensato di portarmi qui per mettere in atto, come dici tu, quello che era raccontato nel romanzo?"
"Molly, non di nuovo..."
"Scusa, scusa, ma adesso che ci ripenso mi sembra troppo buffo..."

Se uno sguardo era in grado di uccidere era quello di Sherlock. Molly lo ignorò.

"Non potevi semplicemente, non so, portarmi fuori a cena e regalarmi dei fiori, senza fare tanto il misterioso?"
"Oh no, non anche tu per favore"
"Perchè, te l'ha gia detto qualcuno?"
"..."
"Sherlock?"
"John..."

Molly scoppiò a ridere di gusto, immaginandosi John che dava lezioni di corteggiamento al suo detective.

Tale detective si era ammusonito. "Ti preferivo quando balbettavi"
"Ok la smetto, la smetto"

"Sherlock?"
"Oh cielo, Molly, dimmi?"
"Ti rendi conto che tutto questo è successo grazie ad un libro?"
"Il romanzo a cui ti riferisci è stato solo un mezzo per arrivare al mio obbiettivo e-"

Ma Molly non lo ascoltava, troppo persa a cercare di trattenersi dal ridere.
Il detective perse le speranze e si arrese, mormorando tra sè e sè.
Molly riuscì ad afferrare solo un piccolo frammento di ciò che stava borbottando: "Tutto per uno stupido libro..."

Avrebbe dovuto ringraziare Meena al più presto.




Spazio autore:
SCUSATEMIII sono imperdonabile, lo so. Sono scomparsa e per questo vi  chiedo scusa! Non era mia intenzione abbandonare questa storia e voi. Sono accadute delle cose non molto belle e non riuscivo a scrivere; ogni volta che pensavo a questa storia mi sentivo in colpa per non averla portata a termine. Mi dispiace davvero tantissimo per tutto questo tempo perso.
Spero che con questo ultimo capitolo io non vi abbia deluso.
Grazie infinitamente a tutti quelli che hanno recensito, messo tra i preferiti/ricordati/seguiti la mia storia anche mentre non c'ero. Mi avete reso davvero felice.
<3
 

 

 

 

 

  
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