Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: justinbieber    11/10/2015    2 recensioni
Life Out of Control è il continuo della storia 6 Days
“Evelyn aveva perso sonno pensando alle cose che sarebbero potuti essere.”
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Scooter Braun
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un altro incontro e un altro cambiamento. 

Con la coda dell’occhio vidi Justin scavalcare la sdraio con la gamba sinistra prima di posarcisi sopra e distendersi. Voltandosi verso di me lasciò una risata fuoriuscire dalle sue labbra, “Sei stata avvertita della festa, vero?”
Annuii facendo un mezzo sorriso, “Non peggiorare la situazione, ti prego!” Dissi alzando gli occhi dal libro, “E’ già imbarazzante e frustrante”
“E’ molto più che imbarazzante!” Avvicinandosi alla mia sdraio, posò i gomiti sulle sue ginocchia e iniziò a scannerizzare la pagina con gli occhi. “La fibrillo genesi di ßA è un processo di …” fece una pausa in cui solo le sue labbra si muovevano senza emanare nessun suono, “po…polimerizzazione il cui andamento nel tempo è rappresentato da una curva … sigmoide?” Ogni parola lo portava ad aggrottare sempre di più la fronte ed a fine frase la sua faccia era tutto un punto interrogativo. Togliendogli il libro da sotto, lo chiusi appoggiandosi sopra le braccia incrociate. Lo guardai ridendo. “Oltre a studiare mentre a pochi metri da te c’è una festa, studi anche queste cose? Spero tu stia scherzando!” Sorrise portandosi alle labbra la bottiglia di birra.
Feci spallucce ricambiando il sorriso, “Lo sai come si dice: prima il dovere, poi il piacere”
Sorrise asciugandosi le labbra con il dorso della mano, “Il tuo dovere è passare questa vacanza con me, con tutti noi.”
Alzai le sopracciglia cercando di prenderlo in giro, “E il piacere?”
Allargò le braccia portandosi leggermente indietro con la schiena, “E’ qui!” Disse sorridendo e ritornando alla posizionale iniziale.
“Sei una specie di ‘prendi due, paga uno’?”
Sorrise prima di prendere un altro sorso dalla bottiglia. 

Pochi minuti dopo mi ritrovai a camminare sulla sabbia fredda e umida insieme a Justin. Chi l’avrebbe mai detto? Se qualcuno, due anni fa, mi avesse detto che sarei stata di nuovo a fianco a Justin senza palpitazioni e tremori, sarei scoppiata a ridere. Sarebbe ovviamente stata una risata nervosa. E invece tutto era cambiato, tutto era stato stravolto -- io in prima persona ero stata stravolta da mille avvenimenti. Mi fermai sul posto non appena sentii dentro di me crescere la voglia di sentire l’acqua di mare. Mi chinai e iniziai a svoltare e risvoltare i jeans fin sopra le caviglie, “Vieni a sentire l’acqua?” Chiesi alzando lo sguardo verso l’altro e incrociando il suo. Lo vidi annuire e posare la birra sulla sabbia.

“E’ calda!”
Mi voltai ridendo e annuendo alla sua affermazioni. Incrociando le braccia continuai a fissare il buio lontano davanti a noi alla ricerca di intravedere la linea dell’orizzonte.
“Perché?” - Mi voltai di scatto con la fronte aggrottata. “Perché cosa?” Chiesi fissandolo confusa. 

In tutti questi anni i suoi occhi erano cambiati. Non per colpa dell’assenza di luce in quel momento ma i suoi occhi si erano scuriti, avevano perso quel luccichio e dava l’impressione che fossero privi di anima. Non erano paurosi ma erano privi di quella cosa che, fino a qualche anno fa, mi rendeva difficile fissarlo negli occhi. 

“Tu lo sai perché è calda l’acqua.” Lo disse facendo un mezzo sorriso divertito e inarcando leggermente le sopracciglia. “Perché?” Continuò.
Sbuffai ridendo e alzando gli occhi al cielo, “Dipende.” Dissi vagamente scavando una buca con le dita dei piedi nella sabbia bagnata.
“Da cosa?” Chiese immediatamente.
Mi voltai nuovamente sorridendo alla curiosità da bambino di sei anni che stava dimostrando, “Dipende da due fattori. L’acqua rilascia più … Per quale motivo stai sorridendo?” Dissi a braccia conserte.
Continuò a sorridere, “Mi piace il fatto che tu sappia così tante cose. Cosa rilascia l’acqua?”
Mugolai qualcosa non convinta della sua risposta prima di finire la frase, “L’acqua rilascia più lentamente il calore, al contrario della sabbia che, infatti, è fredda e umida.”
“Quindi,” Fece una pausa spostando lo sguardo sulle schiuma del mare ai nostri piedi prima di riportare lo sguardo su di me, “questo sarebbe il calore della giornata che, piano piano, sta rilasciando?” Era tornato nuovamente serio e dalla sua espressione, sembrava compiaciuto di aver imparato qualcosa di nuovo.
“Sì - inoltre di notte la temperatura si abbassa. Idem quella del tuo corpo quindi è inevitabile che tu percepisca la temperatura dell’acqua leggermente più alta.” Cercai di tagliare corto per non sembrare il solito topo di biblioteca.
“Forte…” Disse avvolgendo una mano intorno alla mia spalla e spingendomi delicatamente in modo da iniziare a camminare di nuovo verso le nostre scarpe e la sua bottiglia di birra. Pochi passi e la sua spalla stava lentamente lasciando la mia. Si sedette sulla sabbia afferrando la birra alla sua destra per poi riposarla in mezzo alle sue gambe. Lo seguii sedendomi di fianco. 

Stranamente, la situazione non era imbarazzante. Non sentivo nessun risentimento, rimorso, ricordo, dolore o gioia. Mi sentivo in compagnia di un vecchio amico, non di un vecchio amore che mi aveva, probabilmente inconsciamente, spezzato il cuore. La sua compagnia stava risultando piacevole -- o forse lo era l’atmosfera. Justin aveva avuto questa idea di affittare una intera isola per festeggiare il suo ventesimo compleanno -- aveva invitato circa trenta persone. Non mi era ancora chiaro il perché avesse scelto me. 

Mi distesi portandomi le braccia dietro la nuca. Gli occhi puntati verso il cielo completamente macchiato e sfumato di bianco. L’infrangersi delicato delle onde, il fruscio leggero delle foglie di palma provenire dall’alto e la sabbia umida sotto il mio corpo mi avvolsero in un senso di pace interiore che cercavo di trovare ogni giorno.
“Come fai a sapere così tante cose?” Distolsi lo sguardo dal cielo e guardai Justin, seduto con le gambe leggermente piegate, le braccia sopra le ginocchia e tra le dita la bottiglia penzoloni. Nonostante mi avesse posto una domanda, mi stava ancora dando la schiena e l’unica cosa che potevo intravedere sotto il chiarore della luna era la sua nuca. Puntai lentamente i gomiti nella spiaggia e mi tirai su. Copiando la sua posizione, girai la testa verso di lui. Aveva ancora lo sguardo fisso davanti a lui. Seguii il suo sguardo e capii che stava puntando una luce in mezzo al mare, probabilmente una barca. Forse un peschereccio.
“Non lo so.” Risposi in tutta sincerità, o quasi.
Rise scuotendo la testa e continuando a fissare il punto. “Non sei mica un mago, puoi svelare i tuoi trucchi.”
“Potrei dirtelo ma poi dovrei ucciderti …” Dissi citando la frase del film ‘Il buono, il brutto e il cattivo’ prima di voltarmi nuovamente a guardarlo. Inutile … il suo sguardo era ancora fisso su quella luce in mezzo al mare.
Fece spallucce prima di prendere un altro sorso dalla bottigli, “Prima non eri così.” Disse aggrottando la fronte per qualche secondo. “Non che io mi ricordi più di tanto di come tu andassi a scuola…” Si voltò con un mezzo sorriso, “Non eri neanche tanto brava a suggerire.” Fece l’occhiolino prima di tornare a fissare di fronte a lui. “Però non ti ricordo sicuramente così piena di sapere.”
“Io non ti ricordo sicuramente chiedermi cose tipo perché il cielo è blu.” Risposi ridendo.
“Giusto,” Fece una pausa , “Il mio era un complimento.” Questa volta toccò a me fare una pausa nella quale cercai di capire se il suo tono era sarcastico. Dopo qualche secondo, decisi di prenderlo come tale e ringraziarlo. “L’unica cosa che mi colpisce è che sembri contenta.” Continuò. 

Lo guardai confusa. 

“Dicono che il sapere ti distrugge. Più sai, peggio stai. La conoscenza ti rovina le belle cose della vita - Dare sempre una motivazione, una spiegazione a tutto ... Come è possibile riuscire a sorridere quando si hanno risposte?” Continuò a fissare quel punto di luce che ormai non era più di fronte a noi ma leggermente spostato verso la sua destra.
Il suo discorso non era chiaro, era confuso e … basato sul nulla. “Il sapere ti rende libero, Justin.”
“No,“ Fece una breve pausa, “Il coraggio ti rende libero.”
“Perché hai bisogno di coraggio?” Chiesi cercando di capire il suo punto di vista su questa situazione.
“Dietro l’angolo c’è sempre gente pronta a sparare merda sul tuo conto, pronta ad accusarti e puntare il dito. Il coraggio è sopravvivenza. Immagino che, da una parte, sia meglio non sapere; prendere la vita così come viene. Non travisare quello che sto dicendo; è bello il fatto che tu sappia così tante cose ma del sapere te ne fai ben poco quando sei qui. E’ meglio non sapere, non chiedere e non cercare informazioni. E’ meglio vivere il momento con le preoccupazioni del caso.”

Non la pensavo così e non riuscivo a capire come potesse seriamente pensare una cosa del genere.

Fece spallucce prendendo un sorso. Chiuse gli occhi per pochi secondi e poi si voltò verso di me, “Abitiamo in due mondi completamente diversi.” Disse con un mezzo sorriso e continuando a sorseggiare la sua birra.
Annuii - ancora convinta che di quel discorso neanche lui ne era sicuro, “Però, vuoi scommetere che c’è una cosa, che accumuna entrambi questi due mondi?” Dissi sorridendo e afferrandoli il braccio. “Chiudi gli occhi.” Esigetti. Mi guardò confuso prima di cedere e seguire il mio ordine. Lentamente lo spinsi all’indietro in modo da farlo distendere. Copiai il suo stesso movimento e una volta toccata la sabbia, girai la testa verso Justin che aveva il volto rivolto verso l'alto. “Apri gli occhi e guarda.” 

Mentre le sue palpebre iniziarono a muoversi, il suo sorriso era già scomparso. Rimasi a guardarlo fissare davanti a lui ciò che avevo fissato minuti prima. 

E’ meglio vivere il momento con le preoccupazioni del caso.

“Io penso che vivere con le preoccupazioni non ci aiuti. L’aiuto lo trovi rendendoti imponente sotto un cielo stellato … e a guardarlo...” Spostai lo sguardo sull’opera d’arte sopra di me prima di essere interrotta da un suo sussurrò. “Le preoccupazioni scompaiono” Mormorò quasi fosse un segreto.

 



 

Non chiedetemi il perché di questo mio ritorno perché non saprei come rispondervi!
Sono cambiate davvero tante cose dall’ultima volta che sono entrata in questo sito
e, soprattutto, sono cambiate tante cose da l’ultima volta che ho scritto questa storia.
(E sonocambiata davvero tanto anche io e il mio modo di vedere le cose)
Prima di pubblicare questo capitolo, ho riletto un po’ la storia e ho visto che molte cose
erano sconnesse e forzate; ho cancellato gli ultimi due capitolo
(quelli in cui Evelyn e Justin ritornavano insieme come per magia)
In questo capitolo sono passati due anni e vi chiedo una cosa:
non fate calcoli matematici e facciamo finta che siano passati solamente due anni dall’ultima volta e che hanno venti anni :p
Non complichiamoci le cose. Molti personaggi che prima erano presenti nella storia saranno
dimenticati e probabilmente non ne parlerò più. Mi piace l’idea di vedere questi due anni come anni bui -
probabilmente verrà fuori cosa è successo in questi anni con i capitoli che verranno.
Premetto che non ho idea quando posterò un nuovo capitolo (calcolando anche che fra tre giorni parto per l‘america meridionale!!!)
Ho scritto questo cap. proprio perché ho riacceso il mio vecchio computer e ho trovato
tantissime foto di “jevelyn” e robe varie e mi sono fatta prendere dall’emozione ahhahha :P 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: justinbieber