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Autore: Irae90    11/10/2015    0 recensioni
Non sono una brava ragazza, pensò.
Non voglio esserlo se vuol dire che io non debba desiderarlo.
Dopotutto non lo sono per certo, perchè con gli occhi l'ho già spogliato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La pioggia cadeva copiosa dal cielo nero della notte.

Fitta e martellante colpiva il marciapiede, schizzando goccioline verso l’interno del piccolo androne coperto per accedere all’ascensore della metro. Niente di più di un quadrato grigio non più largo di un qualsiasi sgabuzzino. Un lampione puntava la sua luce bianca al neon sull’arco d’ingresso del androne, alzando lo sguardo si riuscivano ad individuare le gocce che cadevano.

Le più sottili sembravano bianche, simili a fiocchi di neve, e cadevano più lentamente, fluttuando ipnotiche verso il pavimento.

Stretto nella giacca color crema il ragazzo posò l’ombrello gocciolante a terra, poi alzò lo sguardo su di lei.

Puntò i suoi occhi in quelli di lei, un vortice di iridi scure e intense, così piene da sembrare vuote alle intricate razionalità del cervello.

Si erano guardati spesso così a lungo, ogni volta più vicini, sta volta era troppo.

L’agitazione di lei era visibile, ma più lui si avvicinava e più lei si sentiva inchiodare al suo posto ed i suoi occhi spalancarsi, come se l’apertura oculare normale non fosse mai sufficiente a cogliere tutta la magnetica bellezza che palpitava nel corpo di lui.     

Il ragazzo allungò la mano e gli sfiorò lo zigomo, rimise una ciocca dietro l’orecchio di lei, senza smettere di guardarla. Erano così vicini che i loro bacini si sfioravano, ma fortunatamente, pensò lei, lui era troppo più alto per sfiorare la sua bocca anche a quella piccola distanza.

Temeva un bacio?

No, era assolutamente impossibile, eppure quel silenzio urlava.

< A cosa pensi?> domandò a lui prendendo un respiro profondo, si accorse che se non stava attenta rischiava di palesare il fiatone.

< Non lo saprai mai> rispose prontamente lui, ma la cosa non stupì ne deluse la ragazza, abituata all’incertezza e al mistero del ragazzo.

Eppure perchè era così convinta di leggere ogni suo singolo pensiero?
Pensieri che la spaventavano, la terrorizzavano, ma come in ogni terrore anche li c’era una magnetica componente di proibito, irrimediabilmente desiderabile.

Lei accennò un sorriso < Mai? >

< Si, mai…>

Calò un silenzio ancora più pesante, il cuore era finito in pianta stabile nella gola, il fiato sembrava non bastare mai, pensò che in altri due minuti sarebbe impazzita.

Ma perchè era li? si chiese.

Era, tutto sommato, una brava ragazza, perchè era in un angolo nascosto della metro con lui?

Ma guardarlo, guardarsi, sembrava un equilibrio impossibile da rompere, delicato e vitale.

Fu un secondo prima della follia che le braccia di lui circondarono le spalle di lei, portò la sua fronte al petto e la strinse delicatamente.

Lei giurò che lo sentì tremare.

I loro corpi si strinsero sempre di più, timidamente la mano di lui scivolo lungo la schiena e finì nella curva dei fianchi, un brivido corse lungo la schiena della ragazza.

< Hai il fiatone?> domandò lui rimanendo a guardarla con il capo dritto, gli posò una carezza sui capelli. Lei socchiuse gli occhi, inspirò il profumo del proibito e si sentì un pò meno brava ragazza.

Con una mano accarezzò anche lei i capelli di lui e lo portò a posare il viso sulla sua spalla < Anche tu> rispose, avendone avuto la conferma.

Non disse altro, sussultò leggermente e tacque.

Lo strinse forte, tanto forte che le braccia gli fecero male, respirò il suo profumo, passando il viso nell’incavo del suo collo.

Lui non si mosse, lo vedeva, teneva gli occhi aperti e tremava.

La mano di lui scivolò più giù, lentamente, sul limite della decenza, ma lei non si ribellò.

Lui alzò il viso e sfiorando la sua guancia e il suo naso rimase così ad un soffio da lei.

Ultimo battito cardiaco, l’ultimo sguardo, entrambi seppero cosa stava per accadere, bastava un movimento pari ad un soffio…

Il mondo sembrò fermarsi in attesa, un lampo di paura negli occhi di lui, poi li chiuse e compì l’infinita distanza che separava le loro labbra.

Una distanza fatta di tempo e parole, che solo il silenzio aveva potuto colmare.

Del cervello sono le parole, del cuore i battiti che riempiono il silenzio.

Ed il mondo prese fuoco.

Appena le loro labbra si sfiorarono i loro corpi impazzirono, esplose tutto il desiderio struggente che si erano nascosti nel fondo dell’anima.

Lui schiuse le labbra di lei con la lingua e sentì il sapore della sua bocca.

Si fusero in un baciò veloce ma profondo, i loro corpi si strinsero da farsi mancare il respiro.

Lui gli circondò i fianchi con un braccio e con l’altra mano prese la gamba di lei e se la portò a circondarsi i fianchi. Un singulto di sorpresa ed eccitazione uscì dalle labbra di entrambi, così uniti si separarono per guardarsi bruciare nello stesso fuoco.

< Non sei proprio la brava ragazza che credevo> disse lui accennando un sorriso.

Lei strinse la gamba attorno a lui e gli afferrò il colletto della giacca, lo baciò e la sorpresa che generò la fece impazzire.

Si toccarono i visi e le mani si strinsero, impazzendo si desiderarono tanto da contemplare l’idea di spogliarsi li dov’erano.

La follia era fatta, ma era dolce e più bruciante, impellente del fuoco.

Non voleva essere più una brava ragazza, se voleva dire non desiderare di accarezzarlo, baciarlo e spogliarlo lei stessa di tutto, ogni vestito, ogni velo nei suoi occhi.

La mano frenetica di lui corse sui fianchi e sul seno, lo strinse mentre lei gli baciava il collo lungo e caldo, piano e con cura. Lo sentì sorridere in un gemito, lo guardò e si baciarono ancora e ancora, nei loro occhi fecero l’amore.

Limpidi furono poi le iridi scure, annebbiate di desiderio, ma chiare, brillanti e felici.

< e adesso?> chiese lui staccandosi di botto dal bacio

< non lo so…>

< bene, meglio, molto meglio… Almeno sappiamo che possiamo scegliere da dove cominciare>
  
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