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Autore: Rinalamisteriosa    11/10/2015    2 recensioni
Il magnifico Gilbert aveva colpito ancora, centrando il bersaglio.
Che poi si trattasse di un puro e semplice dispetto per riparare a secoli di continue padellate che la sua gloriosa persona aveva stoicamente incassato – e quando non esistevano ancora quei dannati arnesi, pugni, gomitate e calci presi, fendenti schivati per un soffio – comunque ciò gli rendeva merito.
Sghignazzò nel solito modo, il secchio vuoto ben nascosto dietro il cespuglio più vicino, nell’osservare l’eterna rivale bagnata fradicia e forse ferita nell’orgoglio...

[PruHun appena accennata]
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Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome: Rinalamisteriosa

Titolo: Mai fare dispetti a Ungheria

Disclaimer: I personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro.

 

 

 

*

 

 

 

L’aveva colta di sorpresa in un modo che doveva essere annoverato tra gli annali di storia per la sua genialità.

Meritava un encomio speciale per essere riuscito in un’impresa all’apparenza impossibile, dove altri avrebbero rinunciato prima di tentare.

Il magnifico Gilbert aveva colpito ancora, centrando il bersaglio.

Che poi si trattasse di un puro e semplice dispetto per riparare a secoli di continue padellate che la sua gloriosa persona aveva stoicamente incassato – e quando non esistevano ancora quei dannati arnesi, pugni, gomitate e calci presi, fendenti schivati per un soffio – comunque ciò gli rendeva merito.

Sghignazzò nel solito modo, il secchio vuoto ben nascosto dietro il cespuglio più vicino, nell’osservare l’eterna rivale bagnata fradicia e forse ferita nell’orgoglio – cosa che capiva, anch’egli aveva fatto spesso i conti con il proprio.

Mentre ella rabbrividiva, le vedeva i lunghi e ondulati capelli castani afflosciati, la camicia bianca appiccicata addosso, le maniche gocciolanti e lo stesso anche gli orli dei pantaloni alla zuava che nonostante tutto le calzavano bene, gli stivali inzuppati.

Ancora non proferiva verbo, Elizabeta, l’unico sussulto le era sfuggito all’inizio, quando aveva percepito l’effetto dell’acqua fredda ed era scattata come una molla su dalla panchina in cui si era appisolata, nel suo bel giardino, dove stava anche il gazebo voluto dall’imperatrice Sissi.

Mai distrarsi di fronte al nemico, avrebbe voluto esordire lui, ma non gli sembrava una frase abbastanza importante ed eloquente.

Nell’attesa continuò ad osservarla: il petto della giovane si spostava leggermente a ritmo del respiro. Dapprima era stato veloce, per la sensazione di gelo improvviso che l’aveva scossa, poi più controllato, segno che si stava abituando. Si accorse che l’acqua aveva reso trasparente il tessuto della camicia, rivelando inequivocabilmente delle forme che lasciavano poco spazio all’immaginazione. Si sorprese a pensare che fosse davvero bella, malgrado il suo carattere da maschiaccio.

La risata, che voleva sembrasse vittoriosa, andò affievolendosi.

Elizabeta si era mossa, stringendo forte i pugni, e Gilbert notò che un’aura minacciosa la stava circondando.

Ma non c’era pericolo, aveva pensato anche a questo, nascondendo padelle e oggetti contundenti nel raggio di un chilometro, prima di agire.

Mantenne la sua tracotante baldanza anche quando un’occhiata capace di uccidere o di paralizzare sul posto una persona lo puntò come un segugio, la rabbia che animava i suoi occhi verdi.

Ok, il “maschiaccio” poteva fare tutte le scenate che desiderava, ma lui per una volta voleva essere coraggioso – o incosciente.

Cosa poteva accadergli di peggio rispetto al passato?

 

 

Dopo aver punito quel cretino di Prussia per il suo dispetto infantile, dopo essersi calmata grazie a un bagno caldo e rilassante, Elizabeta si preparò a uscire di casa, non prima di informare qualcuno.

«Sto andando ad assistere a un concerto di musica classica del signor Austria, ci vediamo al mio ritorno. Noi due non abbiamo ancora finito», riferì con un candido sorriso e una nota di minaccia al suo ospite d’onore, appeso a testa in giù sotto il lampadario d’epoca, legato come un salame e imbavagliato, con un occhio nero e un bernoccolo sulla zucca. Dove avrebbe dovuto imprimere una nuova frase: Mai fare dispetti a Ungheria.

 

 

 

 

 

 

 

 

_____

Flashfic di 500 parole secondo questo contatore.

 

**Partecipa alla Corsa delle 48 ore indetta dal forum Torre di Carta**

 

« situazioni »

• Buttare un secchio d’acqua ghiacciata addosso a qualcuno per dispetto.

 

Nota: Eheh xD volevo scrivere di una piccola situazione comica senza scadere nel demenziale, spero di esserci riuscita.

Quando ho visto il prompt, mi sono venuti in mente proprio Gilbert ed Elizabeta, perciò vi presento questa flashfic senza troppe pretese con un accennino alla PruHun, una coppia comica che mi ha colpito fin da subito.

Si è scritto molto su di loro e non so se sono stata originale, ma ci ho provato e tentar non nuoce ^^ (*Rina raccomanda di non seguire il loro esempio, sono immortali e non ne risentono molto, ma una persona normale con l’acqua ghiacciata potrebbe prendere un raffreddore o peggio*)

Spero vi piaccia e grazie a chi ha letto fin qui! :D

Dedico questa sciocchezza alla mia cara SunliteGirl, per farmi perdonare *lei-sa-il-motivo* u.u

 

Baci,

Rina

 

 

  
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