Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: truppappa    11/10/2015    4 recensioni
[AU]
Blaine Anderson, a soli 35 anni, è già un cantante sulla via del tramonto. Si trova a Tokyo per girare una pubblicità per una nota marca di whiskey. Non parla il giapponese e odia un po' tutti.
Kurt Hummel ha 25 anni ed è pieno di vita. Anche lui è a Tokyo, per motivi ben differenti, e anche lui non parla il giapponese.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera popolo di EFP, 
spero che ci sia ancora qualcuno disposto a leggere questa storia. So che vi ho fatto aspettare TANTISSIMO, ma...
Ma niente. L'importante è che io sia qui, giusto?
Le mie storie non le abbandono... magari rallento la pubblicazione, ma verranno finite. Sia questa che The Luck You Got.
Detto ciò, dove eravamo rimasti?
A Kurt e Blaine a Roma che fanno i piccioncini. A Sebastian che torna in America e conosce un hostess con un bel sorriso.
A Wes che...che si ritrova a dover gestire i casini provocati dalla scelta di Blaine  (che ha deciso di mollare la pubblicità del whiskey e dedicarsi alla sua carriera da musicista).

Bene, non mi resta che augurarvi una buona lettura! 
Alla prossima
Ale 


PS: Il titolo del capitolo è brutalmente copiato dal titolo di una canzone di Lucio Battisti. 
Quindi ringraziate la sua musica e quella dei Pink Floyd che mi hanno accompagnata nella stesura di questo capitolo (che probabilmente farà schifo, ma shhh. Questi sono solo stupidi dettagli insignificanti)

Pagina Autore: https://www.facebook.com/TruppappaAmonAmarth-1583456885252296/timeline/?ref=hl


 




AMARSI UN PO'


 
Waiting for someone or something to show you the way
Time - Pink Floyd




Sebastian è abbastanza certo di aver fatto una cazzata colossale quando ha tirato quel pugno contro il muro della sua camera da letto.
Anzi, della camera che fino a poco fa era sua e di Kurt.
Ma comunque, tralasciando il suo cuore infranto, Sebastian è sicuro di essere uscito fuori di testa proprio per colpa di Kurt. E di Blaine.
Forse più per colpa di Blaine, a ben vedere.
Quel nano da giardino con gli occhi dorati ha pensato bene di voler sciogliere il suo contratto per la campagna pubblicitaria.
Robe da pazzi.
Wes, il manager di Blaine, l'ha chiamato personalmente per scusarsi e bla bla bla. 
Sebastian gli ha chiuso il telefono in faccia e gli ha detto di andarsene a fanculo, lui e il suo cliente di merda.
E okay, è stato poco professionale e lui non è mai poco professionale, ma -che diamine!- il suo comportamento si può giustificare, no?
Il fatto è che, dopo aver chiuso la chiamata, Sebastian si è scolato una bottiglia di champagne, anche se non c'era assolutamente niente da festeggiare, e poi ha pensato bene di cominciare a prendere a pugni qualsiasi cosa capitasse sotto tiro.
All'inizio è partito con uno dei cuscini del letto, poi con il materasso e alla fine si è buttato contro il muro.
Risultato?
Ora è seduto nella sala d'attesa del pronto soccorso, con la mano dolorante e le nocche insanguinate.
Bella merda. Già.
E pensare che Blaine Anderson era uno dei suoi cantanti preferiti. Era.
Sebastian tira fuori il cellulare dalla tasca dei suoi jeans e, incazzato, comincia a digitare un messaggio per il suo avvocato.
Blaine la pagherà cara -letteralmente- per averlo piantato in asso e per avergli fregato il fidanzato.


Il sole è sorto già da un pezzo e «Credo di avere le vesciche ai piedi» si lamenta Kurt, trascinando i piedi sul marciapiede.
«Davvero?» chiede Blaine ghignando «O vuoi solo farti portare in braccio?»
«Beh...se tu volessi portarmi in braccio io non mi opporrei» risponde il castano scherzando. Peccato che Blaine non lo prenda come uno scherzo e nel giro di due secondi Kurt si ritrova issato sulle spalle del maggiore come un sacco di patate.
«Oddio!» esclama Kurt con la testa all'ingiù e scoppiando a ridere «Tu sei pazzo!»
Blaine ride a sua volta e tira una pacca sul sedere di Kurt, che squittisce.
«Però ammetto che da quaggiù la vista non è niente male» mormora poi il castano che ha la faccia praticamente attaccata al culo di Blaine, che nel frattempo continua a camminare e a reggerlo.
Sentendo le parole di Kurt, Blaine sculetta sfacciatamente sorridendo come un idiota.
«Però pensavo che mi avresti portato in braccio in una maniera un po' differente...» continua a parlottare Kurt, sballonzolando con la testa.
«Volevi essere trattato come una sposa che varca per la prima volta la soglia di casa sua?»
«Eh, magari...invece mi sembra che tu sia Babbo Natale e io il sacco pieno di regali per i bambini»
Blaine ridacchia e sta per mettere giù Kurt, ma nota un'insegna luminosa in lontananza che lo attira. Così si mette a correre -o meglio, corricchiare- e «Te l'ho già detto che sei pazzo?» gli chiede Kurt «Perchè ti sei messo a correre adesso? Dove mi stai portando?»
«Ho visto una cosa interessante» è la risposta sibillina che gli da Blaine.
Kurt sente il sangue che comincia ad andargli al cervello, ma non potrebbe essere più felice.
Anche se non ha la più pallida idea di dove Blaine lo stia portando.
Nulla è importante quando è con lui.


Wes si stropiccia gli occhi con una mano e dalla sua bocca fuoriesce un sospiro stanco.
Il suo cellulare giace sul comodino accanto al letto, l'ha spento subito dopo aver chiamato Smythe per dargli la "bella notizia".
Si è preso un po' di insulti, ma non tanti quanto si aspettava e soprattutto sembra che Sebastian si sia dimenticato di quella clausola sul contratto che ha fatto firmare a Blaine. Quella in cui si diceva che Blaine avrebbe dovuto pagare una somma di denaro -una bella somma di denaro- nel caso si fosse sottratto ai suoi doveri lavorativi senza una buona giustificazione e senza alcun tipo di preavviso.
Wes sospira nuovamente e pensa che probabilmente il ragazzo era troppo incazzato per pensarci, ma che non dovrà attendere molto per ricevere una chiamata dalla schiera degli avvocati della famiglia Smythe.
Forse sarebbe meglio riaccendere il cellulare. O forse no. 
«Meglio godersi questi ultimi attimi di pace» sussurra Wes nel silenzio della sua stanza.


Sebastian occhieggia con aria disgustata un bambino, seduto di fianco a lui, che gioca con le sue stesse caccole.
«Tua madre non ti ha insegnato che scaccolarsi non è una cosa molto carina da fare?» sbotta dopo un po' contro quel bambino, che lo guarda con i suoi occhioni scuri e sembra non capire ciò che Sebastian gli ha appena detto.
«A proposito, dov'è la tua mamma?» chiede allora Sebastian, addolcendo il tono di voce e stendendo le labbra in un sorriso fintissimo.
«La mamma è quella che guarisce le persone» risponde il bimbo prima di infilarsi nuovamente l'indice in una delle sue narici.
Il castano arriccia il naso, schifato, e pensa che potrebbe pure tornarsene a casa. Tanto non ha nulla di grave alla mano, probabilmente.
Solo che...
Da una parte vorrebbe tornare davvero a casa, ma dall'altra non vuole rientrare in quelle mura che gli ricordano così tanto Kurt e ciò che ha perso.
«Zio!» urla a quel punto il bambino facendo prendere un mezzo infarto a Sebastian a causa della sua voce stridula e alta.
Sebastian segue lo sguardo del bambino, che fissa un punto oltre le sue spalle, e «Tu?!» esclama quando incrocia un paio di occhi conosciuti.
Gli occhi di quel Thad, l'hostess che gli ha "requisito" il cellulare. 
L'hostess con il bel sorriso.
Il bel sorriso che sta sfoggiando anche in questo momento, mentre il bambino si alza velocemente dalla seggiola e corre verso di lui.
Thad lo afferra da sotto le ascelle e lo alza per aria, facendolo trillare per la gioia.
«Come sta il mio ometto?» chiede poi Thad prendendolo in braccio per bene e lasciandogli un bacio tra i capelli.
In tutto questo Sebastian si sente fuoriluogo, gli sembra di star assistendo ad una scena fin troppo intima e familiare.
Qualcosa a cui lui non è abituato.
E non è nemmeno abituato a non essere considerato, a dirla tutta. Thad continua a riempire il bambino di dolci baci e sembra non notare nemmeno la presenza di Sebastian.
Così il castano si schiarisce la voce con un colpetto di tosse e fissa insistentemente l'altro ragazzo che, finalmente, lo guarda. 
Thad sorride per un breve istante, poi il sorriso gli muore sulle labbra quando si accorge che il ragazzo nella sala d'attesa del pronto soccorso è quel passeggero tanto bello quanto stronzo.
«Merda» borbotta tra i denti.
«Non si dicono le parolacce» lo riprende immediatamente suo nipote, pizzicandogli una guancia con una manina.
«Oops» sussurra Thad imbarazzato e Sebastian non può fare altro se non ridacchiare di fronte a quella scena.
«Il mondo è piccolo, eh?» chiede poi.
Thad annuisce lentamente e si guarda intorno.
«Io» comincia a dire «uhm...mia sorella lavora qui e dato che non sono spesso a casa, ecco...beh, sono venuta a trovarla. Tu cosa ci fai qui invece?»
Sebastian alza la mano insanguinata in risposta.
«Oddio! Che ti sei fatto?» chiede preoccupato l'altro ragazzo poggiando a terra il bambino e avvicinandosi a Sebastian.
«Una lotta contro il muro» risponde Sebastian guadagnandosi uno sguardo confuso da parte di Thad.
«Sono stato brutalmente scaricato dal mio ragazzo, dopo anni. Tanti anni» spiega allora.
«Oh» mormora Thad «mi dispiace»
«Come fa a dispiacerti se nemmeno mi conosci?» chiede acidamente Sebastian e non appena le parole escono fuori dalla sua bocca si da del coglione da solo perchè, dai, che problemi ha?
Thad è stato solo gentile e lui come lo ripaga? Con una dose massiccia di acidità? Buttandogli addosso tutta la sua merda?
«Mi dispiace, non volevo attaccarti» dice allora cercando di rimediare a ciò che ha detto.
Thad ha lo sguardo puntato sulla punta delle sue scarpe e rimane in silenzio con la bocca serrata.
«Sono un coglione, davvero...penso che tu te ne sia accorto già in aereo» continua allora Sebastian perchè gli da fastidio non poter vedere il sorriso sul volto di Thad.
E non ne capisce il motivo.
Sa solo che Thad alza lo sguardo su di lui e sorride di nuovo.
 

L'aria fresca si infrange sul volto di Kurt, che stringe la sua presa sui fianchi di Blaine, appoggia il suo petto contro la schiena del moro e chiude gli occhi.
«Tutto bene lì dietro?» urla Blaine e Kurt lo sente a fatica. Più che altro sente le vibrazioni sulla schiena di Blaine.
«Cosa?» chiede allora il castano.
«Ti ho chiesto se stai bene lì dietro!» ripete con ancora più forza il maggiore.
«Benissimo» risponde Kurt.
Blaine sorride stringendo con le dita il manubrio della Vespa rossa che hanno noleggiato pochi minuti fa.
«Ammettilo che stai cercando di fare un remake di Vacanze Romane» dice Kurt sporgendosi un po' in avanti, facendo combaciare la sua bocca vicino all'apertura del piccolo casco che indossa Blaine.
«Forse» ridacchia divertito il riccio accellerando giusto un po'.
Il motorino sfreccia tra le strade romane completamente sconosciute agli occhi dei due ragazzi.


«Ti piace questa città?» chiede Blaine mentre sono seduti ad un tavolino di un piccolo bar proprio nel centro della città.
Kurt finisce di masticare il pezzo di pane che aveva in bocca e «Non lo so» comincia a dire «è bellissima, su questo non si discute-»
«Però?» lo esorta a continuare Blaine.
«Credo di essermi affezionato troppo a Torino, sai?» 
Blaine sorride leggermente e stringe una mano di Kurt da sopra il tavolo.
«Lo so» si limita a dire in un sussurro.
Non c'è bisogno di dire ad alta voce che i loro cuori rimarranno per sempre in quella città in cui tutto è iniziato sul serio.


Blaine è sicuro di vedere la morte in faccia almeno un paio di volte - o forse una decina di volte - mentre Kurt guida la vespa.
«Ma almeno ce l'hai la patente?» gli chiede dopo che il giovane riesce a schivare per un pelo un camion dei rifiuti parcheggiato al lato di una stradina.
«Non vuoi sapere la risposta, vero?» risponde Kurt scoppiando a ridere.
«Dio, perchè ti ho lasciato il posto alla guida?»
«Perchè non riesci a resistermi»
Blaine appoggia la fronte sulla schiena del ragazzo e stringe le braccia attorno al suo busto.
Blaine sente il battito del cuore di Kurt che è irregolare, quasi impazzito, e si chiede se è a causa della sua vicinanza o se è per l'adrenalina che scorre nel suo corpo.
«Dio, quanto ti amo» sussurra il moro, la fronte ancora appoggiata alla schiena di Kurt e la bocca leggermente premuta sulla stoffa della sua maglia.
Kurt sente solo una pressione sulla sua schiena, ma non riesce a cogliere le parole di Blaine.
La sua confessione si perde nel vento romano.


La tanto temuta e attesa chiamata arriva.
Wes, quando sente il suo cellulare suonare, sa già chi ci sarà dall'altra parte del telefono.
«Pronto?» risponde, sospirando internamente e chiudendo gli occhi.
«Parlo con l'agente di Blaine Anderson?» chiede una voce ruvida e professionale.
«Si, sono-»
«Bene. Sono Hunter Clarington, l'avvocato della famiglia Smythe. Immagino che lei sappia il motivo di questa chiamata...»
Wes si passa una mano sulla fronte e «Certo, signor Clarington» mormora.
«Ottimo. Non mi piace discutere di certe faccende via telefono, possiamo incontrarci e sistemare la questione?»
«Ovviamente»
«So che lei si trova a Roma, giusto?»
«Giusto»
«Allora fra tre giorni io sarò lì. Mi farò sentire io, arrivederci»
Wes non ha nemmeno il tempo di salutare che Hunter Clarington gli sbatte il telefono in faccia.
«Coglione montato» borbotta Wes guardando lo schermo del suo cellulare, poi digita il numero del suo migliore amico.
 

Blaine non sa dire con certezza come o perchè lui e Kurt siano arrivati alla stazione Roma Termini. 
Però sa che Kurt l'ha baciato -uno di quei baci che ti lasciano senza fiato e con il cervello in corto circuito- quando sono scesi dalla Vespa.
Sa anche che il tizio che gli ha noleggiato il motorino li ha guardati con un sopracciglio alzato.
Sa anche che Kurt ha preso la sua mano e, avvicinandosi all'orecchio, gli ha sussurrato qualcosa.
Qualcosa di molto sconcio.
Sa che sono tornati in hotel e che sono rimasti a rotolarsi tra le lenzuola per almeno due ore.
Inoltre sa anche che il suo cellulare ha continuato a vibrare per tutto il giorno, ma Blaine non gli ha prestato minimamente attenzione.
E adesso che il sole è meno alto nel cielo, Kurt stringe una sua mano mentre guarda il tabellone degli orari di partenza dei treni.
«Dove vorresti andare?» chiede il più giovane, senza distogliere lo sguardo da tutti quei numeri che continuano a comparire sul monitor.
«A cena, magari» propone Blaine.
Kurt arriccia il naso e la bocca adorabilmente mentre scruta con attenzione gli orari, poi, dopo qualche minuto, guarda Blaine e «Napoli! Andiamo a mangiarci una pizza a Napoli!» esclama.
E Blaine lo sa che ci vogliono più di tre ore ad arrivare a Napoli, sa anche che arriveranno lì verso le nove o dieci di sera, ma.
Ma sorride.
Sorride e «Okay» dice.
Gli sembra di essere tornato un ventenne, quando i problemi sembravano essere sempre troppo distanti da lui. Quando si godeva la vita, anche nelle più piccole cose.


Thad non lo sa proprio come ci è finito a casa di quel Sebastian Smythe. Proprio non lo sa.
Un minuto prima era seduto di fianco a lui nella sala d'aspetto del pronto soccorso e ora è steso su un tappeto ai piedi di un divano in pelle nera nell'appartamento di Sebastian.
O meglio, in un loft. In un mega appartamento. In un attico.
Insomma, in un posto enorme.
"Ricco" pensa Thad mentre una mano di Sebastian si infila nelle sue mutande "questo ragazzo deve essere molto ricco. Oltre che bello. E affascinante".
Sebastian, invece, mentre la sua mano si muove su e giù -con fretta e violenza- sul membro di Thad, si sente spaccato a metà.
Da una parte sta amando avere il controllo su Thad, sentirlo gemere, vederlo eccitato e voglioso solo per lui, ma dall'altra pensa a Kurt.
Si sente un traditore, anche se a conti fatti è Kurt quello che l'ha tradito. 
Pensa che il ragazzo che giace nudo sul suo tappeto -sul tappeto che lui aveva regalato a Kurt un Natale di cinque anni prima- è il primo ragazzo che tocca dopo Kurt.
E questo pensiero lo fa stare bene e lo uccide allo stesso tempo.


«Woah» è l'unica cosa che riesce a dire Thad, sudato e ansimante.
«Cazzo, non scopavo da un secolo» grugnisce Sebastian sfilandosi il preservativo usato e lanciandolo alla cieca sul pavimento.
Thad stringe le labbra.
Una scopata, è stata solo una scopata. Ovvio, mica si aspettava altro, però Sebastian poteva essere un po' più fine nel dirlo.
«Non scopavi con il tuo ragazzo?» chiede allora con un tono un po' troppo acido anche per le sue orecchie.
«Era da un po' che non facevamo niente» ammette tristemente Sebastian.
«Beh» dice allora Thad alzandosi dal tappeto e cercando i suoi vestiti mischiati a quelli dell'altro ragazzo «io devo andarmene»
«Devi andartene? Di già?» chiede Sebastian e si sente un po' disperato nel chiederlo.
Il fatto è che non vuole rimanere solo in quella casa e Thad...Thad è una piacevole distrazione.
«Fra due ore devo essere su un aereo» spiega Thad, anche se non è la verità. Vuole semplicemente uscire da quella casa e magari dimenticarsi di Sebastian perchè ha già capito che non gli porterà niente di buono, anche se non lo conosce.
Però conosce se stesso e sa con quanta facilità si prende stupide cotte da quattordicenne.
Quindi si, meglio andarsene subito.


Kurt accarezza i morbidi ricci di Blaine e ci giocherella.
Sono in viaggio da più di un'ora e mezza e il moro si è addormentato sulla spalla di Kurt, che guarda fuori dal finestrino senza prestare veramente attenzione al paesaggio.
Continua a passare la sua mano sui capelli del moro e «Sai che ti amo?» sussurra portando lo sguardo sulla sua figura dormiente.
Ovviamente Blaine continua a dormire.


Kurt sente il naso di Blaine strofinarsi contro il suo collo e sorride.
«'Ngiorno» biascica il maggiore continuando a strusciare il naso sulla pelle dell'altro ragazzo.
«Sai di buono» aggiunge poi.
Kurt ridacchia e «Buonasera semmai» lo corregge.
Blaine allora raddrizza la testa e la schiena e allunga le gambe cercando di sgranchirle.
«Quanto manca?» chiede qualche secondo dopo guardando Kurt con uno sguardo assonnato e terribilmente dolce.
«Avrei voluto conoscerti prima» se ne esce fuori il castano, senza rispondere alla domanda.
Blaine aggrotta leggermente la fronte, senza capire.
«Avrei voluto conoscerti al liceo» spiega allora.
Blaine lo guarda attentamente, poi si avvicina appoggiando la fronte contro quella di Kurt.
«Quando tu andavi al liceo io ero in giro a fare concerti, sai? Sono un vecchio, ricordi?» dice Blaine con un sorriso che mozza il fiato a Kurt.
«Lo so, ma...immagina-immagina un universo parallelo dove noi due siamo coetanei»
«Compagni di scuola?» chiede Blaine.
«Compagni di scuola, si» conferma Kurt.
Il moro allarga il suo sorriso e «Brufoli e ormoni impazziti...una bella coppia, che però si sarebbe lasciata alla fine del liceo probabilmente» mormora.
«Dici?» chiede Kurt intristendosi.
«Dico. E sai cos'altro dico?» chiede il moro avvicinandosi con la bocca e soffiando le parole direttamente sulle labbra socchiuse di Kurt.
«C-cosa?» balbetta il più piccolo perdendosi a fissare le labbra di Blaine.
«Che sono felice di averti conosciuto adesso. Sei arrivato in un momento buio e sei un po'...uhm...la mia luce? Se mi avessi conosciuto prima non sarebbe stata la stessa cosa» tenta di spiegare Blaine.
«La tua luce...mi piace» mormora Kurt azzerando la ridicola distanza che li divideva.
Il bacio che si scambiano è lento e bagnato.
Così intimo che fa arricciare le dita dei piedi a Kurt e fa gemere sonoramente Blaine.
«Kurt...» sussurra proprio quest'ultimo mentre cerca di allontanarsi.
«Mmh?» chiede Kurt attaccandosi di nuovo alle labbra del riccio con foga e Blaine si dimentica di ciò che voleva dire.
Quel ti amo rimane incastrato tra le loro lingue.










 





 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: truppappa