Anime & Manga > Kyoukai no kanata
Ricorda la storia  |      
Autore: Angie96    11/10/2015    2 recensioni
[Quarta Classificata al contest I sogni non sono lontani indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP]
Cosa succederebbe se, per mezzo di un sogno, tu potessi rivivere due degli avvenimenti più importanti della tua vita?
Cosa succederebbe se tu, almeno in un sogno, potessi cambiare almeno uno dei due avvenimenti?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Mirai Kuriyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname su Efp: Angie96
Nickname sul forum: Angie96
Genere: Introspettivo, malinconico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Nessuno
Introduzione:
Cosa succederebbe se, per mezzo di un sogno, tu potessi rivivere due degli avvenimenti più importanti della tua vita?
Cosa succederebbe se tu, almeno in un sogno, potessi cambiare almeno uno dei due avvenimenti?
Note dell'autore:
Salve!
Ammetto che questa storia potrebbe essere completamente fuori tema, rispetto a quello che chiedeva la citazione, eppure io volevo che fosse qualcosa di interpretato “a modo mio”, quindi sono pronta a beccarmi il punteggio più basso nel contest.
Fatto sta che, comunque, io ci ho provato, e questo lo spiega il fatto che io, in questo momento, sia completamente morta... non avete idea di quanti neuroni siano morti oggi per poter ultimare questa... roba.
Fatto sta che, comunque, sono abbastanza soddisfatta del risultato finale, e spero che questa cosetta piaccia pure a voi!
Un abbraccio,
Angie 96
P.S.: Buona lettura a tutti!

Dreams can be our second chance

 
I sogni ci rammentano continuamente cose a cui
abbiamo cessato di pensare e che da lungo tempo
hanno perso importanza per noi
[Sigmund Freud]
 
 
“Sei un'assassina”
Aveva le mani sporche di un sangue che non aveva saputo definire se fosse il suo, quello della vittima, o di entrambe: tremante, guardava l'ombra riversa a terra davanti a sé con le lacrime agli occhi, come se sapesse già chi fosse la sua vittima.
Si morse il labbro inferiore, alzandosi in piedi: ad ogni passo che faceva sull'erba bagnata, per quanto i suoi occhiali fossero appannati dalle gocce di pioggia che stavano cadendo in quella sera d'inizio primavera, la figura acquistava una forma sempre più familiare, fino a mostrare una ragazza dai capelli castani accasciata a terra. La felpa grigia, così come la giacca verde scuro erano sporche di sangue: la gente, intorno a loro, sembrava voler gridare “assassina”, “l'ha uccisa”, “non ti avvicinare!” e nello stesso istante i bambini avevano incominciato a piangere; Mirai si mise le mani sulle orecchie, per tapparsele
«Smettetela...»
La ragazza era in lacrime.
Le voci delle persone non avevano fatto altro che diventare sempre più forti, ignorando quella richiesta, tanto da far inginocchiare la giovane, facendole abbassare il capo: doveva essere sicuramente un sogno, non poteva essere reale.
In fondo, Sakura l'aveva perdonata, perché, allora?
Calò il silenzio.
Il paesaggio cominciò a mutare fino a diventare uno spazio bianco che non sembrava essere delimitato da alcuna linea.
Si alzò: la divisa da scuola media imbrattata di sangue era diventata una sorta di giacca a doppio petto blu usata per identificare le ragazze delle superiori, nonostante il vestiario fosse molto simile a quello usato per le divise alla marinara, che spesso venivano utilizzate alle medie.
Sopra l'indumento, aveva indossato una sorta di giacca in lana di un colore che sembrava una via di mezzo tra il color crema ed il marroncino: sulla mano destra, invece, veniva impugnata saldamente una spada dal colore scarlatto.
 
Il paesaggio era nuovamente cambiato: un fitto bosco formato da alberi dal tronco di colore bruno e foglie mosse da una leggera brezza primaverile.
Hanno sbagliato posto
Ai suoi piedi, un cratere profondo almeno due metri.
Avrebbe dovuto essere estate
Avrebbe dovuto essere una giornata piovosa.
In piedi, sul cratere, c'era un ragazzo biondo girato di spalle.
«Senpai!»
La voce era tremante, così come il corpo stesso della giovane: deglutì, cercando di ricacciare velocemente le lacrime che, in quel momento, sembravano voler premere a forza per uscire.
L'unica risposta che ricevette fu ruggito tanto potente da costrinse a tapparsi le orecchie
«Y-youmu?»
Non aveva alcun dubbio, Akihito era effettivamente nella sua forma youmu: la sensazione di angoscia che stava provando al solo pensiero di doverlo riaffrontare era qualcosa d'indescrivibile, quasi reale: tutto, in quel paesaggio, sembrava fatto apposta per prendersi gioco di lei; prima con la morte di Yui, poi con un evento tanto confusionario da farla impazzire.
Il ragazzo biondo scattò in avanti con una velocità impressionante, serrando la mano a pugno: mentre avanzava, il paesaggio aveva cominciato di nuovo a cambiare; le loro divise scolastiche erano diventate estive, il cielo era diventato più scuro ed aveva cominciato a piovere, proprio come in quel giorno.
 
Mirai aveva notato quel cambiamento a stento, dal momento che stava cercando di difendersi dai colpi del senpai: cominciò a chiedersi se quei due avvenimenti fossero collegati dal rimorso per non aver potuto salvare Yui o per non essere stata costretta a “quasi suicidarsi” per poter espellere la parte youmu di Akihito; sembrava quasi che, nel secondo caso, le fosse stata data la possibilità per cambiare gli eventi.
Che cosa avrebbe dovuto fare?
Il giovane emise un altro ruggito, tanto forte da riuscire a scaraventare contro un albero: la ragazza si rialzò a fatica, massaggiandosi la testa e ritirando la spada scarlatta. Probabilmente la sua idea sarebbe stata un fallimento, eppure era sicura di ricordarsi che, la prima volta, la cosa aveva realmente funzionato
«Senpai...»
Si rialzò, ignorando il capogiro che, quasi subito, l'aveva fatta quasi cadere a terra: si rialzò a fatica, ricominciando a camminare verso il ragazzo
«Forse avrei dovuto farlo tempo fa»
I piedi sembravano muoversi da soli, mentre le braccia della ragazza si aprivano, ignorando qualunque segnale di pericolo proveniente dal ragazzo che, dal dover ucciderlo, era passata all'amarlo senza neanche accorgersene.
Sorrise.
Calde lacrime bagnarono la stoffa della divisa di Akihito, mentre la Mirai lo stringeva in un abbraccio tanto forte da sembrare quasi di non volersi staccare più: il ragazzo era rimasto immobile, tanto da far sospettare alla kohai che quel gesto, alla fine, non avesse avuto alcun risultato.
Una mano si posò sulla testa della ragazza, accarezzando con delicatezza i soffici capelli rossicci
«Kuriyama-san?»
Non gli rispose: l'unica cosa che sembrava spezzare quel silenzio e quella sensazione di pace erano proprio i suoi singhiozzi, e perfino il giovane sembrava aver capito.
Ce l'ho fatta
 
«Mirai!»
Dove mi trovo?
Mirai riaprì gli occhi a fatica, cercando il comodino sul quale metteva sempre gli occhiali: era seduta sul suo letto e, davanti a lei c'era Sakura.
La ragazza la stava guardando con un'espressione che si poteva definire un misto tra rabbia e preoccupazione
«C-cosa? È stato solo un sogno?»
Per un attimo, si chiese se l'amica l'avesse vista parlare nel sonno, ma non se ne preoccupò: probabilmente, quel sogno non era altro che un modo per ricordarle che anche i ricordi più brutti erano parte della sua vita, e fu quasi grata al suo subconscio per averle permesso di rivivere delle esperienze simili.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kyoukai no kanata / Vai alla pagina dell'autore: Angie96