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Autore: Reo    11/10/2015    4 recensioni
Dopo due anni di silenzio Mika viene a sapere che Fedez si sposa. Sono stati per poco insieme ma per Mika è stato più che sufficiente per non dimenticarlo più, anche se dopo la loro rottura non hanno più parlato, e Mika si è trasferito subito.
Dopo due anni, Mika decide di andare a trovarlo prima di chiudere definitivamente con tutto quello che lo riguarda, e lasciarlo andare. Ma Fedez da parte sua potrebbe avere ben altro da dire.
MIDEZ| SLASH | AU! |
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Federico,

Ho cercato il modo per iniziare al meglio questa lettera. Ho provato con il solito "Caro Federico" ma era formale, distaccato. Come ti può essere cara una persona e salutarla come saluteresti chiunque? Tu mi sei stato caro come il sole al mattino presto, il sorriso di una persona che non vedi da tempo, le coperte sfatte, suonare al pianoforte quando è notte fonda, come se tutta la città fosse sospesa e l'unico suono sono le tue dita su i tasti. 
Ti scrivo perché ho saputo la notizia: finalmente ti sposi, avrei voluto tanto scriverti semplicemente "congratulazioni", ma ho il cestino pieno di bigliettini cancellati a metà: scritti con parole che non sembrano neanche le mie. Una sola cosa che ho continuato a scrivere in tutti quei biglietti falsi era vera: che ero felice per te. Perché è vero, sono incondizionatamente, devotamente, appassionatamente felice per te. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi. Sono ormai due anni che non ci sentiamo. Due anni che i miei occhi non incontrano i tuoi. Due anni che non abbasso lo sguardo perché non posso reggere il confronto. Vorrei sempre poterti guardare di nascosto, come attraverso ad una tenda, mentre sorridi al mondo, mentre qualcuno ti ruba una risata, quando i tuoi occhi si perdono nel vuoto, ed io mi perdo con te. 
Sono due anni che ci siamo lasciati quella mattina di ottobre. Non dimentico come per ripararci dalla pioggia improvvisa siamo andati sotto la galleria, vicino allo stesso ponte dove mi dicesti tempo prima che la mia voce non era bella solo quando cantavo, ma sempre, anche quando litigavamo, per te la mia voce era come la musica. A volte non riesco ad ascoltarmi mentre parlo: mi vieni in mente tu, e assumo quell'espressione che le persone che mi conoscono da poco pensano sia "assorta", ma chi mi conosce da un po' sa a cosa, o meglio a chi, penso. 
Ricordo le parole che ci rivolgemmo, il saluto un po' frettoloso, sapevo che avevi fretta di andare via, dovevi tornare da lei. Mentre tornavo a casa quella mattina, incontrai anche Alessandro, quel tuo amico un po' stravagante, pizzetto e strani cappelli, mi ha dato una pacca sulla spalla, e mi ha detto che quella sera facevano una festa da un amico, mi ha chiesto se mi andava di venire, ci saresti stato anche tu e Giulia, e lì presi la decisione di andare via. Capì che se restavo ci sarebbero stati tanti di quei momenti, ed io volevo chiudere una volta per tutte con te. Mi dispiace di averti fatto parlare tanto quella mattina e di non averti detto nulla in cambio, ero devastato, sapevo che non poteva esserci futuro tra di noi, e comunque prima di quella mattina non ci eravamo visti per ben due mesi. Era naturale, comprensibile, ma ti ho amato con il mio cuore, la mia mente, e la mia anima, e nessuno dei tre era disposto a perdonarti. 
Le ragioni logiche per cui tornavi con lei, gli anni che avevi passato con lei, e che non potevi cancellare. Io seguo le ragioni del sentimento, quei mesi passati con te, una manciata appena rispetto alle esperienze fatte con lei, io li porto come un marchio sulla mia pelle. Altri hanno provato a toccare i punti che in cui hai tracciato il tuo percorso, altri volevano baciare lì dove ancora ci sono i fantasmi dei tuoi baci. Non gliel'ho mai permesso a nessuno, sono diventato avaro con l'amore. Ho imparato a rivolgere tutto quello che potevo su di me, sugli amici, ma ho chiuso per molto tempo le porte all'amore. Io che canto d'amore, che scrivo d'amore, ho lasciato l'amore in un angolo, e ho pensato a me per un po'. 
So che hai chiamato quasi un anno fa quella mia vecchia amica per avere notizie di me, me l'ha detto qualche giorno fa, perché pensava fosse acqua passata. E perciò sono qui a scriverti una lettera. Non perché voglia rinfacciarti qualcosa, sono stanco di farlo, ma per spiegarmi. 
Sono andato via senza dirlo a nessuno, di nascosto, perché io non potevo restare in una città di fantasmi, dove tutto mi urlava di te e nessuno era te. Così ho preso quel che potevo e sono venuto qui, in questo paesino dimenticato dalla civiltà vicino a dove sono cresciuto. Ed ho principalmente scritto e cantato la maggior parte del tempo. 
Descrivono bene questi due verbi questi due anni, ho scritto di te, ed ho cantato per te, anche se tu non c'eri. 
Mai ho dato l'illusione a qualcuno di esserti indifferente, tu sarai sempre nel mio cuore, lontano, o vicino, una parte di te, vive, respira, e si nutre di me. E' la parte che allarga ogni giorno di più la ferita, ma è la parte che mi fa andare avanti, che dona bellezza al mondo. 
Sono stato fortunato ad averti per quei mesi nella mia vita, anche se adesso essa ne è sconvolta, ma va bene così. 
Ti starai chiedendo se ho intenzione dopo tutto questo discorso di arrivare al dunque, o se ci sia un filo logico in tutte queste parole. La verità è che sono stanco, immensamente, consumato dai ricordi, e da te. 
Voglio svegliarmi una mattina e sorridere del tuo ricordo, non piangere.
Ho sognato tante volte di svengliarmi con il tuo sorriso come buongiorno, invece mi svegliavo cercando il tuo corpo tra le coperte, e l'unica cosa che trovavo erano lenzuola e la tua mancanza. 
Ho creduto per un po' con il nostro amore non sarebbe mai davvero finito, che ogni tanto guardando la tua ragazza avresti pensato a me, ho quasi sperato, e pregato, che i suoi baci toccassero quei punti in cui ero stato io ma non potessero sostituire le mie labbra. 
Ma dopo un po' il pensare, sperare, pregare mi ha divorato completamente, finchè non ho realizzato piano piano che io non mi appartenevo più. Sono appartenuto a te, e poi al tuo fantasma. E dovevo rimettermi a nuovo, reinventarmi, ritrovarmi. E' stato difficile, lo è ancora. Ma come si può dimenticare qualcuno che ti ha fatto sentire completo per la prima volta? Io non capisco come facciano le persone a cercare conforto nelle braccia altrui, quando le uniche braccia che vogliono sono ben altre. 
E' passato tanto tempo, tu probabilmente sarai un'altra persona, ma io sono ancora, senza la mia volontà, innamorato di me. 
Ma sta volta non scapperò. 

Sinceramente tuo,
Michael. 











A chi magari si starà chiedendo il perchè abbia scelto un modo così inusuale di iniziare una fanfiction, posso dire solo che sto sperimentando. Sì, forse mi pentirò della scelta, ma onestamente questa storia era partita con l'essere un'ennesima oneshot, per poi sul finire trasformarsi in una long. Ne sono rimasta io in primis sorpresa, perché onestamente io non sono molto dentro il tema "matrimonio in corso", però stavo ascoltando "Someone like you" di Adele e mi è partito il tutto, anche un po' per sfogo. Volevo la rivincita dei cuori infranti, il confronto tra chi è stato lasciato e tenta di andare avanti e chi avanti ci è andato ma mai del tutto, e così non mi sono fermata. 
Spero possa piacere quasi quanto a me piacerà scriverla, e non ho la più minuta idea di quando finirà, forse durerà cinque capitoli, forse di più, l'importante come sempre è che sia un buon lavoro, e dare da mangiare alla bestia (Aka la mia innaturale pigrizia). 
Grazie a chi è riusciuto a seguire fino a qui, soprattutto perché sono una persona che trascina tutto quel che tocca nel no sense. 

Grazie a tutti quelli che leggeranno, seguiranno, in ogni caso resteranno qui per il seguito. 
Un bacio forte.

 
   
 
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