“Perché
mi sono lasciato coinvolgere in 'sta cosa?”. “Perché
sei il mio migliore amico”. “Sì,
ma non vuol dire che debba sottopormi alle tue bizzarrie”. “Sai che non
mi piace quando parli così di me e dei miei modi di
essere”. “Sei
bizzarro, Amedeo. Inutile nasconderlo. Chi altri farebbe…
una scemata del genere?”. “Oh avanti,
cos'ho fatto di così mostruoso adesso?”. “Beh,
vediamo. Per esempio hai organizzato la tua festa di laurea con un
singolo invitato, cioè quel fortunello del sottoscritto,
mentre cacciavi a scarpate più o meno figurate la frotta di
gente che ti voleva far compagnia in questa occasione speciale. Ti
sembra abbastanza bizzarro?”. “Non farmi
rispiegare il motivo, dai. Te l'ho già detto. O devo pensare
che cominci a soffrire di Alzheimer?”. “Sì
sì, lo so bene il motivo. Ma ciononostante...”. “Zut. Hai
bisogno di un ripasso e io sarò ben lieto di
fornirtelo”. “Per l'amor
del cielo, tutto questo è ridicolo”. “È
mia profonda convinzione che compleanni, matrimoni, feste di laurea,
anniversari per quando ti sei spidocchiato la prima volta…
siano fondamentalmente delle stronzate. Una scusa come un'altra per
ubriacarsi e fare i minchioni. Per quello basta aspettare il sabato
sera se proprio si tiene a sprecare il proprio tempo in tali,
censurabili maniere. Io penso che ci sia una e un'unica occasione che
vale la pena festeggiare, perché quella sì che
è davvero unica e irripetibile”. “Solo un
tizio strano come te può voler festeggiare a un
funerale”. “Forse sono
strano. Se ci tieni a definirmi così fai pure, non mi
offendo. Ma questo è quanto credo e non saranno le tue
sciocche rimostranze da borghese omologato alla massa a farmele
cambiare”. “E adesso
attacca col pistolotto del sono
un fiocco di neve viola di quelli che ne cade uno ogni diecimila secoli.
Ti prego… no, zitto per favore. Ti chiedo un piacere: se la
smetti di ammorbarmi con tutte le tue stramberie, almeno per oggi,
possiamo finalmente bere questo maledetto caffè e passare la
giornata al meglio?”. “...grunf.
Odio quando mi si interrompe. Ma sta bene, adesso non ho voglia di
questionare più del dovuto. Se ti può riportare a
un binario che consideri più normale, posso proporre un
brindisi per celebrare oh questo sì importantissimo
traguardo della mia vita? Tanto stai pur sicuro che il pezzo di carta
vado a bruciarlo comunque, dopo”. “Con una
tazzina di caffè?”. “Con una
tazzina di caffè”. “Che
squallore. E va bene, va bene”. “A me, al
mio inutile titolo di studio e all'incapacità della gente di
non farsi condizionare dal pensiero dominante”. CLINK. “A parte le
sparate, Luca. Ti ringrazio per essere qui ora. È importante
per me”. “Lo so. Non
sono il tuo migliore amico per niente”.