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Autore: Master Chopper    12/10/2015    2 recensioni
Tratto dal Prologo...
“Riesci ad aprire gli occhi?”
Ubbidii, senza neanche sapere cosa stessi facendo.
E davanti a me si spalancò un mondo.
Finalmente vedevo!
Riuscivo a dare risposta alle miriadi di domande formulate.
Vedevo il liquido roseo che mi aveva inglobato per tutto questo tempo, vedevo numerosi tubi e legacci immobilizzarmi, ma soprattutto vedevo, anzi capivo di essere in una vasca.
Intorno a me c’era un laboratorio vastissimo, pieno di macchinari mai visti e luci abbaglianti.
Ma il rumore non … non ne vedevo la fonte.
“Grazie al cielo, sei la nostra unica speranza. Benvenuto al mondo, progetto -UNDEAD-.”
[...]
Le grandi ante si spalancarono davanti a me, lasciandomi pervadere da una puzza acre.
“Il mio nome è Oscar, Boss degli Astora.”
-ISCRIZIONI CONCLUSE-
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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CONOSCI LA MALEDIZIONE



Era l’alba di un nuovo giorno e la città cominciava a svegliarsi, insieme ai suoi abitanti.

Dai più piccoli animali ai lavoratori umani, pronti o meno ad incominciare una nuova giornata.

 

Ma cos’era quella forza che al mattino le caricava di  un’energia … improvvisa ed inaspettata.

Le faceva sfinire, emozionare, vivere.

Ma in pochi sapevano cos’era in realtà …

 

“ Il Sole, naturalmente!!”

 

Una gigantesca ombra a forma di ‘Y’ si proiettò sull’entrata dell’università, per fortuna ad un orario in cui da quelle parti non trafficava nessuno.

“ Ahh … E’ una splendida giornata per Lodare il Sole, vero amico mio?”

La voce calma e placida apparteneva ad un uomo alto e robusto dai corti capelli biondi e gli occhi azzurri.

Vestiva una felpa bianca sul davanti e verde dietro, con un sole raggiante stampato sul torace. Indossava dei pantaloni larghi grigio scuro e degli stivali di cuoio.

Il suo viso gioviale era rivolto in alto, ma la domanda posta era diretta a qualcun altro.


“ Umh …. umh.”

Un borbottio molto cupo, come se a parlare fosse stato uno da una profonda caverna, distolse il biondo dai suoi Solari pensieri.

“ Amico mio?”

“ Umh … Oh! Scusami non ti avevo sentito. ”

“ Dicevo: E’ una splendida giornata per Lodare il Sole! ”

Ripeté senza alterarsi l’uomo, sorridendo al compagno seduto a pochi metri da lui, con la schiena appoggiata ad un muretto.

“ Per te è sempre così, Solaire. Ahahaha!”

A parlare era stato un alto uomo, stavolta leggermente sovrappeso e dall’espressione cordiale e giocosa. Aveva dei capelli corti e neri mediamente lunghi ed indossava una camicia bianca, così come i pantaloni da tuta e delle scarpe da ginnastica bianche e nere.

 

“ Credo che … andrò a prendere una bibita. ”

E alzandosi con un rumoroso sbadiglio, si allontanò.

 

Passò qualche altro minuto, e quello chiamato Solaire rimase immobile come una statua di gesso.

 

“ Ah. Oh oh, non ti avevo visto. ”

 

Un’ombra umana si mosse nella sua direzione.

“ Cosa ti porta qui, amico mio?”

 

“ Io qui ci studio. Tu invece, chi saresti, scusa? ”

 

A pochi metri dalla schiena di Solaire c’era un ragazzo poco più basso di lui, non solo perché l’uomo era in piedi su di un piano rialzato.

Aveva dei capelli bianchi lisci e lunghi fino alle spalle, cadenti all’indietro lasciando la fronte libera, insieme ai suoi luminosi occhi dorati.

Era magro, molto magro e la maglietta senza maniche nera metteva ben in mostra la sua corporatura, insieme alla pelle chiara.

Indossava anche dei jeans lunghi e delle scarpe da ginnastica bianche e nere.

 

Aveva le braccia incrociate al petto e uno sguardo che andava dal sospettoso all’indispettito.

 

“ Scusami tanto. Io e il mio amico lavoriamo qui come inservienti, in cambio di alloggio nella scuola. Mi dispiace averti spaventato ...”

Il biondo sorrise genuinamente dispiaciuto e l’albino annuì abbandonando l’aria sospettosa.

Sciolse le braccia, portando le mani alle tasche. Nel farlo, rivelò una luna calante pallida poco sotto al collo della maglia.

 

“ Che stavi facendo?” si limitò a chiedere, senza però puntare lo sguardo su di lui, per via della forte luce che lo stava accecando.

 

Ci fu un breve silenzio, ma poi Solaire rise di gusto.

“ Vieni qui, amico. Ti farò vedere com’è bello Lodare il Sole, il nostro solo e unico … Padre.”

 

Di nuovo tutto cadde nel silenzio.

Stavolta però era un’attesa pesante e quasi rumorosa, se così si può definire.
Pareva che un sottile strato di ghiaccio stesse avvolgendo il terrazzo, portato direttamente dai cancelli dell’Oltretomba.

 

“ Che cosa hai detto …? ”

 

“ Ho detto che ti mostrerò le meraviglie del Magnifico Padre, l’unico degno di essere lodato … Ahh, se solo potessi essere anche io altrettante incandescente! ”

 

Una frazione di secondo dopo l’aria vibrò. Sembrava sul punto di esplodere e far saltare tutto in aria.

Il secondo successivo un palazzo vicino all’edificio si sgretolò con violenza, lasciando in poco tempo solo macerie e fiamme.

 

“ Ritira subito quello che hai detto, miscredente! Come osi non lodare la Luna, insulso peccatore ?!”

“ La Luna ?!! Morirai per aver offeso il mio Sole, razza di bastardo!! ”

 

Un forte spostamento d’aria generò numerose crepe sui muri e sul pavimento, facendo tremare  pericolosamente l’intera costruzione.

 

Un fendente scagliato alla velocità del suono separò un angolo del tetto dal resto della scuola, mandandolo in frantumi una volta raggiunta la strada.

 

“ Dimmi il tuo nome, vile!” esclamò Solaire, che ora brandiva una spada lunga e dritta, dal manico di ferro a ‘T’.  Era impossibile definire quando l’avesse sguainata dal fodero bianco che ora portava al fianco sinistro.

 

“ Lunaris … questo è tutto quello che ti è dato sapere.” Il ragazzo si sgranchì il collo, continuando però a lanciare vampate di odio dai suoi occhi incandescenti.

 

Appoggiata alla rispettiva spalla, portava afferrata con la mano destra, un enorme spadone dalla forma a clessidra: di fatti il codolo era molto ampio e dalla forma di mezzaluna, il forte andava mano a mano a restringersi più si saliva, mentre poi dal medio al debole l’ampiezza della lama ritornava larga.

 

Era color carbone, anche se sull’elsa si notavano dei colori che un tempo sarebbero potuti essere appartenenti ad un qualche smalto decorativo o ad una lacca dorata.

 

Nonostante il fisico asciutto, il braccio dell’albino non vacillava nemmeno per un secondo sotto il peso di quell’enorme arma, che solo a guardarla si poteva stimare oltre i quaranta chili.

 

“ A morte!! ” sbraitò iracondo il Cavaliere del Sole, caricando Lunaris con un affondo.

Spostò in poco tempo tutto il peso del suo corpo in avanti e allungò al massimo la spalla.

 

L’albino calcolò rapidamente il potenziale effetto dell’attacco e reagì nel miglior modo che poté pensare: avanzando leggermente mentre teneva l’enorme spada in guardia a mo di scudo.

 

Solaire capì che se avesse colpito la lama avrebbe subito un notevole contraccolpo, rischiando di rompersi tutte le ossa del braccio, per cui evase verso sinistra riportandosi immediatamente in posizione d’allerta.

 

Velocemente … ma non abbastanza dal prevedere un fendente di Lunaris mirato alle sue gambe, che fu costretto a schivare con difficoltà, evitando per miracolo di cadere giù dal tetto.

 

Quando a atterrò dieci metri di distanza era molto provato per gli sforzo che era stato costretto a compiere in rapida successione.

 

“ Continui a scappare? ” esclamò Lunaris, offeso dalla mancata tecnica offensiva dell’avversario.

Non diede al biondo l’occasione di rispondere e stavolta caricò lui un colpo; un fendete dal basso verso l’alto che si trascinò per tutta la distanza, per poi arrivare davanti a Solaire e compiere un mezzo arco con entrambe le braccia.

 

Nonostante la spada dritta avesse bloccato almeno un quaranta per cento dell’impatto del colpo, l’uomo venne scagliato in aria e quando riatterrò, scoprì con orrore che gli era impossibile muovere le braccia.

Tremava ancora.

La forza di quello spadone era devastante! Seppur fosse chiaramente una spada ultrapesante, l’albino continuava a destreggiarsi ad alta velocità, senza risentire la sua stessa fatica.

 

Ma ora … stava davvero per morire?

Vedeva l’ombra della morte prendere sembianze di una lama e sollevarsi sopra la sua nuca.

Sentiva il sudore freddo incollargli i capelli al volto, già rosso per la fatica e per la difficoltà nel respirare che adesso avvertiva.

Cosa sarebbe successo se fosse morto … di nuovo?

 

“ LODE ALLA LUNA !!!”

 

Sangue.

Freddo.

Buio.

 

Lunaris si voltò di scatto, portandosi nel mentre una mano alla tempia e sentendo un taglio poco distante dall’orecchio che percorreva quasi un semicerchio sul suo cranio.

Imprecò, mettendosi in guardia.

 

“ State facendo fin troppo baccano … mi costringete a dovervi uccidere.”

Un ghigno carico di scherno e rabbia, una mano bagnata di sangue e degli spettrali occhi cremisi.

 

Brago era lì davanti a loro.

 

 

 

 

 

Le sirene e gli allarmi del carcere squillavano senza sosta tra i lunghi e vuoti corridoi di pietra.

Mentre i guardiani dell’ufficio di controllo chiamavano al rapporto anche le guardie interne, ordinando loro di mobilitarsi, i cadaveri dei secondini dei piani inferiori giacevano tra le due mura di quei labirinti.

 

“ Gwyvere-san, sei sicura che il potere che sentivi veniva da qui?”

 

Due ragazze correvano come se non avessero peso, aprendosi la strada tra i corpi delle guardie con le loro armi.

“ Sì … questa prigione è controllata dai Bianca. E sono sicurissima che la fonte del potere provenisse da una di queste celle.”

 

Himeko e Gwyvere avevano fatto breccia nella prigione ‘Undead Parish’ da almeno una mezz’ora. Trenta minuti passati ad uccidere i collusi degli Era che sbarravano la strada ad ogni incrocio.

 

“ Ecco!” L’albina si fermò sul colpo, distendendo il braccio per fermare anche la ragazza che la seguiva a ruota.

Con un movimento fluido fece roteare la mannaia ed infine, con un mezzo fendente secco si rimise in guardia, schizzando il sangue che macchiava la lama sui muri.

 

“ Dove pensate di andare …”

“ … Piccole, indifese … criminali?”

 

Due figure vennero alla luce del neon posto sul soffitto, accompagnati da una gelida folata di vento, proveniente da chissà dove.

“ Non penserete di scappare di qui …”

“ Ora che siete entrate siete nostre prigioniere.

 

Erano due uomini gemelli dalla carnagione scura, alti quasi sui due metri e dal fisico scultoreo.

Vestivano una divisa militare color rame e un elmetto dello stesso colore, aperto sul volto e con due alette laterali.

I volti erano appuntiti e cattivi, con i loro inquietanti occhi nero pece.

“ Che punizione meritano, Gargoyle?”

“ Ah, sicuramente un’infinità di ergastoli, Gargolla.”

Ridacchiarono perfidi i due, iniziando ad avanzare a passo lento.

 

“ Gwyvere ...” Hime iniziò tremare , stringendo forte la manica della camicia della ragazza davanti a lei. Sentiva che in quei due c’era qualcosa di molto pericolo e diverso dagli altri carcerieri incontrati fin’ora.

Era una fitta gelida che prendeva al cuore, come se un pitone infinito si stesse avvolgendo attorno al suo cuore. Riusciva quasi a sentire gli occhi gialli e il sibilo diabolico sul suo petto.

 

“ Non ti preoccupare, Himeko.”

Con sua sorpresa, Gwyvere rispose seria e controllata, non distaccando nemmeno gli occhi dai loro avversari.

“ Ogni nemico, di base ha almeno un’apertura . Un’arma o un’armatura possono limitare ma anche ampliare questi punti scoperti. L’importante è ricordarsi che ci sono sempre e trovarli al momento giusto della battaglia. ”

 

“ Belle parole, guerriera …”

“ Ma adesso vi sarà impossibile anche solo vedere un’apertura!”

 

I carcerieri estrassero dalle loro tasche le box che entrambe avevano già visto addosso ai sicari di Era.

Queste erano blu scuro con ricami verde pozza e, una volta collegate a degli anelli sulle dita di Garoyle e Gargolla, esplosero in luce bianca.

 

Una volta che luminosità tornò normale, i due impugnavano delle alabarde fatte interamente di acciaio nero dai riflessi verdi, con un piccolo parma fatto anch’esso di ferro.

 

Gwyvere assottigliò lo sguardo e strinse ancor di più i pugni attorno al manico.

- E’ vero! Ora davanti sono completamente coperti e sarà impossibile andare alle loro spalle data la larghezza di questo corridoio.-

“ Himeko … dobbiamo ritirarci.” Sussurrò, mantenendo la calma.

“ S-sì.”

Ma non appena mossero un passo all’indietro, la coppia di carcerieri lanciarono un urlo terrificante, che scoprì i loro denti affilati e fece brillare di rosso gli occhi.

 

“ Arriva!” si mise in all’erta l’albina, caricando un colpo verso il basso che avrebbe potuto darle una chance di fuga.

 

La presenza che Himeko aveva sentito prima si fece ancora più forte e per poco non svenne. 

 

Era un concentrato di malvagità, fatto di paura allo stato puro.

 

Un attimo dopo, Garoyle e Gargolla caddero al suolo e le armi scomparvero. Le loro schiene erano state squarciate da un colpo preciso e i corpi erano al centro di un lago di sangue.

 

Era forte, terribilmente forte! Che fosse …

 

“ Brago-sama!!”

 

Una figura curvata sui cadaveri alzò la testa nella sua direzione e poi iniziò a raddrizzarsi.

“ Curioso … questa volta non è andata come al solito.”

 

Era un uomo alto sul metro e ottanta, dai lunghissimi capelli grigio cenere e una folta barba. La pelle era bianca e ricoperta di lividi, messi a nudo dalla maglietta da carcerato sbrindellata.

 

Tra le mani stringeva due spade corte dalla lama curva che andava a formare una mezzaluna. Il manico sembrava esser fatto di bronzo.

 

Puntò i suoi occhi color ametista sulle due, sbuffando aria dalle narici per qualche secondo.

 

“ Davvero curioso.”

 

“ Chi sei?” Tagliò corto Gwyvere, non abbassando l’arma.

“ Il mio nome è Lautrec Carim Ben … ma magari prigioniero 74-537 vi dice qualcosa.” Era difficile capire se nella sua voce ci fosse realmente una punta di sarcasmo, oppure semplicemente altezzoso disprezzo e voglia di prendere in giro.

 

“ Mai sentito.”

“ Tu non sei Brago-sama …”

Himeko aveva la testa china e i pugni leggermente serrati.

“ Siete per caso dei Non Morti? ” continuò imperterrito Lautrec, sollevando il mento in segno di sfida per guardarle dall’alto in basso.

 

“ No. Come hai fatto ad evadere?” L’albina rispose nuovamente con freddezza. Non riusciva a fidarsi di quel tipo, nonostante le avesse ‘’salvate’’.

 

“ Il prigioniero nella cella accanto alla mia, un certo Laurentius, aveva rubato del tritolo. Gli ho ordinato di farsi esplodere per farmi evadere, non appena ho sentito che qualcuno si era infiltrato in questo carcere di merda!”

Rise sgraziatamente, con la voce arrochita da tutti quegli anni al silenzio e al freddo.

“ Comunque è un peccato che non siate Non Morti … stavolta il ciclo è stato crudele con me e con voi. Sarò costretto ad uccidervi!”

La bocca si contorse in un sorriso sadico e gli occhi brillarono perfidamente.

 

L’istante successivo quell’ala della prigione esplose e le sue macerie si riversarono all’esterno.

 

Un corpo atterrò ad alta velocità sul perimetro che delimitava la zona di lavori, facendo tremare le fondamenta intere dell’edificio.

 

Lì, al centro di un piccolo cratere, c’era il corpo di Lautrec con l’impronta marcata di un pugno destro sul torace, poco distante dal polmone sinistro.

Dopo poco il livido da bianco divenne rosso, come il sangue che gli sgorgava dalla bocca e dalle narici.

 

 

 

Il palmo di Brago si abbatté sulla mina della spada di Lunaris, liberando un’onda d’urto nell’aria che scosse ulteriormente il tetto.

 

Alle sue spalle Solaire si era già rialzato e ora si teneva in piedi usando la sua spada come appoggio.

 

“ Hai visto, maledetto?! I Cavalieri del Sole hanno un potente legame con i Non-Morti. Non ti resta che tremare, adesso!”

Sbraitò lui, notando lo scontro in atto tra i due ragazzi.

 

“  Tu sarai il prossimo. ”

 

Furono queste le parole di Brago, mentre in una frazione di secondo aveva spostato i suoi occhi su quelli dell’uomo.

 

“ Solaire !! ”

 

Un urlo estraneo interruppe il duello e un quarto si aggiunse sul campo.

Era l’uomo grasso di prima che arrivasse Lunaris, solo che adesso aveva un lato della testa completamente bagnato dal suo stesso sangue e un taglio sotto l’occhio sinistro che gli stava annebbiando la vista.

 

“ Non ti fidare di quel ragazzo !”

Riuscì a dire prima di vomitare un’ingente quantità di sangue e cadere in ginocchio.

 

“ Siegmayer, amico mio !!”

Il Cavaliere biondo lo raggiunse e lo abbracciò, con le lacrime agli occhi per il dolore.

 

“ Non puoi stare qui, hai bisogno di cure immediate !”

Mentre lui parlava, si udì chiaramente il rumore di un corpo che veniva scagliato contro delle macerie e poco dopo emerse Brago, a pochi metri da loro due.

 

Voltò il capo, assumendo un’espressione sarcastica.

“ Oh, sei ancora vivo … probabilmente il grasso ha attutito il colpo. ”

 

 

Quindici minuti prima

 

“ Oh … un muro, o un vicolo cieco, non saprei dire. ”

 

Mormorò Siegmayer, arrivato alla fine di un lungo corridoio vuoto.

 

Prima che i potesse girare e sospirare ancora, una mano gli bloccò la testa e, con la stessa forza impiegata gliela incassò nella parete, facendo volare pietre e sangue ovunque.

 

“ Non si trova neanche un distributore di bibite in questa scuola. ” Sbuffò Brago, ficcandosi la mano danneggiata nella tasca del maglione e riprendendo a camminare nel verso opposto.

 

“ Bastardo! Perirai sotto la forza del Sole !!” sbraitò Solaire, inferocito come non mai e con gli occhi iniettati di sangue.

 

Lunaris si massaggiò una spalla, facendo scrocchiare l’osso colpito dal suo avversario.

 

 

L’armatura del biondo riapparve attorno al suo corpo, più splendente che mai e con l’aggiunta di un elmo cilindrico con delle sfavillanti piume rosse.

 

Subito si lanciò contro Brago, che repentinamente schivò una serie di affondi.

Però, dopo l’ennesimo colpo, sentì la lama strappargli un pezzo di pelle dalla spalla, sfiorando appena l’osso ma danneggiando il muscolo.

 

Un istante dopo colpì l’avversario con un calcio di pianta sul torace, facendolo indietreggiare di parecchio.

 

“ Ormai avete voluto iniziare il combattimento …”

La spada mastodontica di Lunaris li mancò per poco, anche se forse quello era solo un colpo d’avvertimento.

Nessuno dei due perse la prossima occasione: scattarono tutti verso il centro, caricando un colpo.


Prima che lo scontro avvenisse, i movimenti dell’albino iniziarono a rallentare visibilmente, fino a raggiungere una pesantezza incredibile.

Per miracolo riuscì a prevedere il primo colpo del Cavaliere del Sole, ma una potente stoccata gli fece perdere l’equilibrio e cadde a terra.

 


Siegmayer, nonostante fosse gravemente ferito, era riuscito a mettersi in piedi.

 

Tra le mani, avvolta da una  luce azzurra e cristallina, brandiva una Zweihander dal manico nero, conficcata nel terreno all’altezza del debole.

 

Il pavimento intorno a quell’aura sembrava fatto di acqua e continuava ad ondeggiare senza sosta.

 

“ Amico mio, se non posso aiutarti in combattimento, permettimi di fare questo!”

 

Notando la fermezza e la serietà nelle parole del compagno, Solaire non riuscì ad obbiettare, nonostante avesse preferito con tutto il cuore che lui fosse rimasto del tutto fuori dallo scontro.

“ Va bene. Questo sarà il tuo ultimo sforzo, te lo prometto.”

 

“ S-solaire … Bhuerg!”

 

Un fracasso fece accapponare la pelle del biondo, che si voltò di scatto.

Inorridì sul colpo: il ragazzo dai capelli color ametista, stava tenendo sollevato per la gola Siegmayer, mentre ai suoi piedi giacevano i frammenti della Zweihander.

In quel momento anche un combattente del calibro del moro pareva un principiante che stava sfidando un autentico mostro.

 

Il braccio libero di Brago venne teso all’indietro, distendendo le dita munite di artigli al massimo.

“ Fuori uno.”

Gli occhi del ragazzo brillarono avidamente e l’attimo successivo il suo arto calò sulla testa del malcapitato.

 

Il corpo dell’uomo venne scaraventato violentemente a terra dall’urto, con una forza tale da incassarlo nella pietra e far crepare tutto in un raggio di un metro.

 

“ SIEGMAYER !!” ruggì disperatamente Solaire, ora rosso in volto e con gli occhi lucidi e gonfi.

 

Non fece in tempo ad urlare ancora che Lunaris lo atterrò con una gomitata nell’incavo del collo, facendolo cadere come un peso morto all’indietro.

Il ragazzo sputò un grumo di sangue e fece roteare con precisione la sua spada tra le mani.

 

Assestò un colpo al fianco esposto dell’avversario, talmente forte che l’urto crepò persino l’emo di ferro.

Inaspettatamente, però, il corpo venne soltanto spostato di due metri più in la, finendo di ruzzolare sull’orlo del precipizio.

 

I sensi di Lunaris, misti alla confusione, divennero più lenti e tutto intorno a lui parve trasformarsi in una bolla d’acqua.

- Di nuovo-

 

Un’onda d’urto gli travolse gli arti inferiori, facendolo cadere a terra ancora prima che potesse rendersi conto della situazione.

Una volta ripresosi, si piegò in due, per poi rotolare e rimettersi con molta fatica in piedi.

 


Uno spruzzo di sangue macchiò il pavimento.

 

Dalla spalla ferita dell’immobile Brago, sbucava la parte di una lama larga e avvolta da quell’energia azzurra già vista

Ad impugnarla, c’era un cavaliere che indossava una larga armatura bianco avorio, con delle forme rotonde e un elmo che ricordava una cipolla.

 

“ Non … vi permetterò di fare altro! ”

Le sue parole sembravano molto più minacciose di prima ,che fosse quel suo stato?

 

Senza nemmeno accorgersene, Brago iniziò ad innervosirsi.

Sentiva il sapore del suo stesso sangue tra le labbra, e la spalla, già lussata nello scontro contro Gwyvere, fargli salire un dolore lancinante al cervello, talmente estremo che una persona normale sarebbe già svenuta o impazzita.

Ma lui non era una persona normale.

 

Batté il pugno opposto alla spalla sulla punta della lama e, in un battibaleno i frammenti schizzarono via dal suo corpo.

L’urto riuscì anche a ferire Siegmayer, che venne respinto all’indietro con violenza.

 

GWAARH !!

Un ruggito ferale scosse l’aria, facendo tremare ogni singolo centimetro del tetto, rischiando di far scoppiare i timpani dei presenti.

 

Quando Solaire, Lunaris e Sieg riaprirono gli occhi, videro un’enorme colonna di fiamme nere e viola investire Brago, che urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

Gli occhi rosso furono l’ultima cosa a scomparire tra il fuoco e subito dopo …

… Subito dopo …

 

 

Lautrec sedeva appoggiato al muro della prigione, ormai sgombra da qualsiasi essere vivente.

Una catena fatta di fuoco scarlatto gli cingeva la vita, immobilizzando anche i suoi avambracci dietro la schiena e le ginocchia, premute contro la pancia.

 

Davanti a lui, Himeko e Gwyvere lo guardavano con freddezza, pronte a qualsiasi cosa, dopo aver visto le abilità di quell’uomo.

 

“ Ripeti quello che hai detto sui Non-Morti. Centri qualcosa con gli Era, tu?” l’albina diede inizio all’interrogatorio.

Lautrec inizialmente sogghignò, ma, ricordandosi della potenza del pugno da lei scagliato, decise di stare al gioco ed iniziare a cantare. Ovviamente, quello che gli conveniva.

 

“ Siete nuove, eh? Eppure pensavo che persino i cittadini sapessero qualcosa, seppur banale, degli Era.”

 

“Non vogliamo le banalità. Vogliamo la verità.”

 

“ Tsk … faccio prima a spiegarvelo dall’inizio! ” il grigio inclinò la testa da un lato e poi dall’altro, ripetendo il gesto più volte con gli occhi chiusi.

Forse stava pensando, si disse Hime.


“ Ecco …”

Dopo un po’ riaprì le palpebre  e si fermò.

“ Nell’era degli Antichi, quando il mondo era in continua guerra tra i Giganti e i Draghi, tutti sanno che la Famiglia Era nacque perché trovò un potere  di inestimabile valore, in grado di cambiare le sorti della storia, come hanno appunto fatto. Invece, in pochi sanno che quel potere non appartiene solo a loro! E’ parte di noi, ciascuno di noi.”

-Le Fiamme …-

Le avevano viste in diverse occasioni: i tre Sicari degli era utilizzavano delle fiamme per combattere, rivestire delle armi e aprire quelle che chiamavano Box …

“ E sapete perché è parte di noi? Nel momento esatto in cui gli Era trovarono il potere, decisero tutti che lo avrebbero usato per porre fine alla guerra che stava devastando il loro paese da decenni … Tutti meno uno.

Nessuno sa il suo vero nome, così facilmente dimenticato persino dagli Era stessi.

Bhe, lui trovò un potere ancora più raro e pregiato degli altri … e, a fine guerra lo divise e condivise con il mondo. Ma qualcuno voleva quella rarità, così speciale tra gli umani …”

“ I Non-Morti. ” tremò Himeko, stringendo i pugni.

Gwyvere sussultò, fissando perplessa la ragazza e domandandosi quanto in realtà sapesse.

“ Esatto. Quando si parla del potere di cui i Non-Morti sono bramosi … E’ l’Umanità! Si dice che possedere l’umanità possa far scoprire il vero significato della vita e della morte ad un essere umano, facendolo trascendere ad un livello superiore. Per questo sono chiamati Non-Morti …”

 

L’albina si riprese, riprendendo di nuovo le redini della situazione prima che la sua ignoranza sull’argomento la rendesse vulnerabile a Lautrec. Che fosse questo il suo reale scopo?


“ Come mai prima parlavi di un Non-Morto che avresti dovuto incontrare? I Non-Morti sono estinti da tempo, no?”

In quel preciso istante le tornò in mente una voce, che servì solo ad anticiparle quello che da lì in poi, fino alla fine della sua odissea in cerca di vendetta, avrebbe scoperto.

 

- Io sono Diavolo Nero, Brago.-

-Cosa faresti se ti dicessi che sono io il Progetto UNDEAD a cui si riferivano?-

 

L’aria si fece pesante e le campane di una chiesa vicina scandirono parola per parola ciò che Lautrec rispose:


“ Da quando l’Umanità è stata generata, il nostro mondo è condannato da un ciclo, una maledizione!

Io ho passato anni, secoli e millenni in quella cella e un Non-Morto mi ha sempre liberato. Siamo NATI per assecondare il volere della maledizione, costretti a vivere e morire come cani … come i Non-Morti!

Ma questa volta è andata diversamente … c’è di sicuro un altro Non-Morto in circolazione, ma probabilmente non è soggetto parzialmente al Ciclo.”

 

 

ANGOLO AUTORE:

Il capitolo sarebbe dovuto essere più lungo … di molto anche.

Welcome back!

Eccomi di nuovo tornato in circolazione. Scusate la mia scomparsa, spero di non avervi fatto aspettare davvero troppo. Dico soltanto che FINALMENTE mi sono deciso a metter ordine alle mie fan fiction e … ho creato la cartella delle ff in corso. Non è vuota, ecco tutto.

 

Ci saranno sorprese, spero positive :)

Alla prossima! 

   
 
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