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Autore: OperaIncompiuta    14/10/2015    4 recensioni
Una competizione di ballo "diversa", un partecipante scorbutico e un paramedico impiccione... Quali migliori elementi per un primo incontro davvero insolito?
Una piccola Solangelo NoSense molto leggera...
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Eat, Sleep, Rave, Repeat

Eat, Sleep, Rave, Repeat



Nico si scrocchiò il collo. Erano in coda da più di un'ora ma finalmente poteva vedere il traguardo, ovvero il banco per le iscrizioni.
Doveva ammetterlo: all'inizio era scettico, però alla fine Jason l'aveva convinto a partecipare. Così Piper, la ragazza del biondo, li aveva gentilmente accompagnati alla vecchia fabbrica abbandonata per partecipare al concorso di ballo, sponsorizzato da una casa discografica, per girare il video del remix di Calvin Harris di "Eat, Sleep, Rave, Repeat".
Il fatto era che non si trattava del solito concorso di ballo: in questo particolare evento, non vinceva chi ballava meglio ma chi durava per più ore consecutive. Le sole pause permesse: quelle per andare in bagno. Il premio in palio: 5000$ in contanti all'ultimo superstite.
E proprio il premio era stato l'argomento che alla fine aveva convinto Nico. Era un giovane universitario, in fondo, e viveva in un appartamento in affitto con Jason: chi mai avrebbe rinunciato ad avere soldi facili?
Arrivati finalmente al banco, il biondo iscrisse tutti e due alla competizione, poi assieme si diressero verso i due addetti alla consegna delle pettorine, in modo da avere un numero  identificativo. Il primo addetto disponibile fece cenno a Jason di avvicinarsi, così Nico dovette aspettare che si liberasse il secondo. Per passare il tempo, osservò il ragazzo che lo avrebbe "numerato": era un biondino magro e abbronzato, alto poco più di lui, con le guance lentigginose, un sorriso smagliante e due occhi azzurro cielo. Non male, pensò. Indossava dei jeans e la maglia nera con la scritta dell'evento, più un giubbotto arancione fluo con le strisce catarifrangenti.
Il ragazzo gli fece cenno e Nico si avvicinò.
«Ciao, mi chiamo Will. Per favore, alza le braccia così ti infilo la pettorina. Oggi sarai il numero 313» Nico fece come gli era stato detto e osservò il biondo legargli la pettorina sopra la maglietta col teschio sanguinante. Si era vestito comodo e leggero per precauzione, con la sua maglietta preferita, i jeans grigi bucati e delle vecchie DC nere. Voleva che niente intralciasse la sua vittoria.
«Sei molto magro. Sei sicuro di riuscire a reggere?» Nico inarcò un sopracciglio.
«Non mi pare siano affari tuoi» Inaspettatamente, il biondo alzò lo sguardo e gli sorrise.
«Invece mi sa di sì, Ragazzo col teschio. Si da il caso che io sia qui come paramedico, anche se ora mi hanno incastrato a distribuire pettorine. Se tu avessi un collasso in mezzo alla pista, per me sarebbe un bel problema!» Nico sbuffò e si voltò per andarsene.
«Bene, allora farò in modo di non arrecarti disturbo» e si allontanò senza voltarsi. Poco dopo venne affiancato da Jason.
«Ehi, che ti ha detto quel biondino?» Nico liquidò il discorso con la mano, avviandosi verso l'ingresso della fabbrica.
Ora vedrai, signor Paramedico, quanto è forte Nico di Angelo!

*

Nico quasi non ci credeva: alla fine, non era stato abbastanza forte!
Lentamente venne accompagnato da un assistente a bordo pista, dove si appoggiò alla parete e strisciò lungo il muro fino ad accasciarsi a terra. Dopo otto ore di ballo ininterrotto, aveva alla fine ceduto quando erano rimasti a malapena in una decina. Era incavolato con se stesso, avrebbe preso a testate il muro se solo ne avesse avuta la forza!
Mise la testa tra le ginocchia e chiuse gli occhi per combattere le vertigini.
Forse, dopotutto, avrebbe dovuto mangiare qualcosina di più a cena, oltre alla sua solita insalata. Ora la testa gli girava come una trottola ed era sicuro che, se avesse provato ad alzarsi, sarebbe caduto come un sacco di patate.
«Ehi, tutto bene?» Una mano calda si posò sulla sua spalla. A fatica alzò la testa per dire al nuovo venuto che No, non stava bene e che, sempre se ci teneva alla mano, avrebbe fatto meglio a non toccarlo perché Nico odiava essere toccato. Invece, si ritrovò imbambolato a fissare due occhi azzurro cielo.
«Ti ho chiesto se stai bene» ripetè più lentamente il ragazzo che, otto ore prima, gli aveva dato la pettorina.
«S-sì, sto bene» balbettò Nico, improvvisamente a disagio.
Di tutti i paramedici presenti sul posto, a lui era dovuto capitare proprio quello che aveva insinuato non ce l'avrebbe fatta? Il destino si divertiva proprio tanto a prenderlo per i fondelli!
«Hai un aspetto orribile, hai mangiato qualcosa di recente?» Nico dissentì con la testa.
«Non nelle ultime otto ore. E a cena ho mangiato solo un insalata»
«MA SEI SCEMO?» inveì improvvisamente il biondo. Il moro lo fissò sorpreso: certo non si aspettava una reazione del genere. «Pensavi davvero di riuscire a finire a stomaco vuoto?! Hai la minima idea di cosa il tuo corpo ha passato nelle ultime ore?! È già tanto se non sei svenuto ore fa!» Detto ciò, tirò fuori da una tracolla una banana fresca e un gatorade all'anice e glieli porse.
«Adesso tu non ti muovi da qui finché non avrai finito entrambi! E io ti controllerò come un falco perché non mi fido del tuo giudizio, Signor Sono Abbastanza Forte!» Il moro l'osservò, vagamente stupito.
Nessuno si era mai permesso di parlare così a Nico di Angelo (perlomeno, nessuno che poi fosse sopravvissuto per raccontarlo). Invece, quel biondino l'aveva appena fatto e, chissà perché, Nico non aveva alcuna voglia di ucciderlo.
Ah... Questo sì che è strano.
Senza dire una parola, accettò entrambi gli oggetti e cominciò col smangiucchiare la banana, per poi mandare giù un sorso della bevanda: certo, non era proprio un grande abbinamento di sapori ma già cominciava a sentire i primi effetti positivi. Il biondo si acquattò di fronte a lui con un'espressione preoccupata.
«Dov'è il tuo amico? Non l'ho più visto in giro» Nico inarcò un sopracciglio.
«Come fai a sapere che sono con un amico?»
«Perché vi ho visti parlare sia prima, dopo che sei scappato dal banco delle pettorine, sia dopo, mentre ballavate assieme in pista. A proposito, hai proprio un bello stile: io, quando ballo, sembro un epilettico con una scopa nel culo!» Nico l'osservò stupito poi scoppiò a ridere. Era proprio strano, quel paramedico.
Gli tese una mano. «Io sono Nico» Il biondo gliela strinse.
«Piacere, Will»
«Sì, l'avevi già detto»
«Volevo solo essere sicuro che lo ricordassi» poi gli fece l'occhiolino. Nico ci rimase di sasso: quel biondo stava per caso flirtando?
Si concentrò sulla sua banana. «Comunque Jason ha mollato ore fa. Credo sia venuto a prenderlo la sua ragazza» Allora il biondo inclinò la testa.
«Se vuoi, mentre che mangi, posso chiamare qualcuno per farti venire a prendere»
«Uhm, sì: è una buona idea» e, senza pensarci due volte, gli tese il cellulare. «Cerca "Hazel" tra i contatti: è mia sorella, verrebbe a prendermi anche in capo al mondo» e Will cominciò a smanettare sul suo telefono.
Poi l'apparecchio vibrò tra le sue mani.
«Uhm, il tuo amico Jason ti ha scritto ora che lui e Piper ti stanno aspettando fuori»
«Ah ok, meglio così: non dovrò svegliare Hazel» e tese la mano per farsi ridare il telefono. Il biondo lo aiutò ad alzarsi e si assicurò che si tenesse in piedi.
«Sei sicuro di farcela? Forse è meglio se aspetti qualche minuto»
«No, va bene. E poi, l'uscita non è lontana» Il biondo assentì con la testa poi gli sorrise allegro.
«Beh comunque, se mai ti servisse un consulto medico lampo o non sapessi con chi passare il sabato sera, per sicurezza ti ho inserito il mio numero sul cellulare» Nico strabuzzò gli occhi, osservandolo infilarsi la tracolla.
«Spero proprio che lo userai» e, con un ultimo sorriso, se ne andò senza voltarsi.
Nico lo osservò esterrefatto sparire tra la folla. Poi prontamente controllò il telefono.
Il numero c'era, non stava scherzando! E aveva perfino salvato il suo nome con un cuore vicino.
C'era da dire che aveva fegato!
Nico si avviò all'uscita, meditando sull'accaduto. Trovata la macchina di Piper, salutò entrambi gli amici e insieme si avviarono a casa. Mentre osservava la strada passare velocemente dietro i finestrini, realizzò ciò che era appena successo. Allora mise mano al telefono.
"Sabato prossimo ho in programma di andare a pattinare. Ti andrebbe di venire a farmi da assistente sanitario personale, nel caso dovessi cadere?"
La risposta arrivò tempestiva.
"Tutto pur di evitare di rovinarti quel bel culetto ;P"
Nell'oscuro abitacolo della macchina, il moro ghignò compiaciuto.
Forse, dopotutto, quella sera aveva vinto qualcosa anche lui.

*
*
*
*
*

Note dell'Opera:
...quando le cose escono così, dal nulla, senza un perché!
Boh, diciamo che è anche un momento in cui le canzoni (e i relativi video) mi ispirano abbastanza! ^^"
Spero vi sia piaciuta questo piccola One Shot perché io mi sono divertita un sacco a scriverla! (anche se, così, ho usato tutta la mia pausa pranzo)
Viva il No Sense!
La vostra OperaIncompiuta!
   
 
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