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Autore: H4ri3l_    15/10/2015    0 recensioni
Hyoyeon e Hyungsuk, dopo essere stati in vacanza, si trovano sulla via del ritorno.
La vacanza durata due mesi li aveva fatti divertire, rilassare e unire profondamente.
Ma tutto questo sta per essere sconvolto da un evento inaspettato.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hyoyeon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un lungo riposo
Capitolo 4

 
Giorno 2
 
   «Bel vestito Seohyun. Da quale stanza hai preso la tenda?» disse Yoona imitando Hyoyeon.
   «Dalla camera di tua madre!» rispose Yuri emulando la voce di Seohyun.
Le due ragazze risero di gusto. Hyungsuk era grato di quella compagnia. Dato che Hyoyeon non poteva illuminare l’atmosfera, ci pensavano le sue compagne.
   «Non è andata così» disse imbronciata Seohyun.
Yoona e Yuri fecero spallucce ammiccanti.
   «Diciamo sempre alle più piccole che sono belle. E poi pensano che lo sono davvero» riprodusse Yuri in ricordo del lontano 2009.
Nella stanza esplosero fragorose risate che furono interrotte quasi subito dalla faccia sorpresa di Seohyun. Guardava Hyoyeon.
   «Che succede?» chiese preoccupato Hyungsuk avvicinandosi al letto per vedere meglio.
   «Ha sorriso» rispose indicando l’amica.
   «Sul serio?» fece Yuri sbigottita.
   «È un movimento riflesso» irruppe una voce.
L’infermiera Jaehwa era sull’uscio della porta. Tutti si voltarono a guardarla.
   «Scusate» disse subito «sono venuta a chiamare il signor Kim.»
Lì per lì Hyungsuk non capì, ma poi arrivò l’illuminazione accompagnata da un “aahn”.
   «Il medico» riferì alle tre ragazze prima di uscire dalla camera.

   «Buon pomeriggio signor Kim» salutò l’uomo.
   «Devo concludere con lei il discorso interrotto ieri» incalzò il dottore.
Hyungsuk sedette su una delle sedie a disposizione, pronto ad ascoltare.
   «Ieri, le stavo spiegando gli eventi che potrebbero accadere al risveglio del paziente che ha subito un trauma cranico.»
Hyungsuk guardava una foto sulla scrivania che ritraeva il dottore insieme a una donna e due bambini. Sembravano molto felici.
   «Quindi, a seconda di dove è localizzato il danno cerebrale, possono essere pregiudicate, anche permanentemente, la capacità di pensare, di controllare le emozioni, di muoversi, di provare sensazioni, di parlare, vedere, udire e anche ricordare.»
Hyungsuk non sapeva quale fra queste in elenco fosse la cosa peggiore.
   «In ogni caso, sapremo tutto dopo gli accertamenti ed eviteremo gravi danni» concluse il medico cercando di essere il più ottimista possibile.
Hyungsuk non parlò perché ci doveva essere sicuramente dell’altro. Infatti, ecco che Kay riprese il suo discorso infinito.
   «Dopo il risveglio i sintomi più comuni possono essere l’emicrania, vertigini e stordimento.»
   “Ok. Questo non è tanto grave” pensò Hyungsuk.
   «Un adulto di solito guarisce nel giro di sei mesi.»
   «Sei mesi di mal di testa?» chiese Hyungsuk esterrefatto.
   «Il cervello è una zona molto sensibile, bisogna fare attenzione» ribadì il dottore.
   «Tuttavia, possono manifestarsi amnesia, ansia, agitazione, sbalzi d’umore, diminuzione del sonno…»
   «Potrebbe perdere la memoria?» domandò. Ora l’agitazione stava venendo a lui.
   «Si, il recupero della memoria dipende dal tempo trascorso in stato d’incoscienza: chi si risveglia nel giro di una settimana ha maggiori probabilità di recuperarla» rispose tranquillo Kay.
   «Mi sta dicendo che se non si sveglia entro questa settimana non ha possibilità di recuperarla?»
   «Non succederà, Hyoyeon si risveglierà entro questa settimana» disse convinto.
   «Speriamo» convenne Hyungsuk.
   «Se non c’è altro…» disse piano il ragazzo per chiedere di essere congedato.
   «Un ultima cosa» lo interruppe il dottore. «Voi abitate insieme?»
   «Si» rispose Hyungsuk colpito dalla domanda improvvisa.
   «Quando si sveglierà, Hyoyeon verrà rimandata a casa e dovrà tenerla sotto osservazione fino alla sua completa guarigione» raccomandò Kay.
   «Certo» disse un po’ irritato. Era ovvio che lo avrebbe fatto, anche senza che nessuno glielo avesse detto. Ma è un dottore, il suo compito è questo.
   «Allora arrivederci signor Kim» fece porgendo la mano al ragazzo.
Hyungsuk strinse la mano del dottore e tornò nella stanza 108.

Le tre ragazze chiacchieravano piano tra loro. Seohyun, seduta accanto al letto, accarezzava la mano di Hyoyeon come una mamma che coccola il proprio bambino.
Hyungsuk raccontò alle ragazze il discorso tenuto con il primario, avevano tutto il diritto di sapere.
Senza troppa sorpresa, tutte rimasero scioccate e senza parole. Tra tutte le possibili situazioni, qual era esattamente il lato positivo? La perdita della memoria? Almeno quella si poteva recuperare a differenza delle altre…forse.

 
Giorno 3

Oggi, Hyungsuk sarebbe rimasto da solo: il resto delle Girls’ Generation era occupato.
Jessica non si faceva mai vedere, ma lasciava i segni del suo passaggio. Ogni giorno un nuovo fiore si andava ad aggiungere agli altri, ognuno con un proprio significato che, probabilmente, tutti ignoravano.
Oggi nessuno gli avrebbe portato il caffè, così decise di fare da se.
   «Il s-» pronunciò al barista.
Come per magia, un piattino e una tazzina comparvero davanti ai suoi occhi. Hyungsuk appoggiò una banconota da 1.000 Won sul bancone. Il barista prese la banconota e la restituì al cliente.
   «È stato già pagato» disse il barista agitando uno spray di panna montata.
   «E da chi?» chiese Hyungsuk guardando la spirale adagiarsi sulla superficie del caffè.
Il barista fece un cenno verso l’ascensore. Una ragazza entrò appena le porte si furono aperte. Nel momento in cui si girò per pigiare il numero del piano, Hyungsuk la riconobbe.
   “Incredibile” pensò sorridendo.

Raggiunto il corridoio della terapia intensiva, che stava diventando la sua seconda casa, incrociò l’infermiera Jaehwa. A quanto pareva, lo stava cercando. Jaehwa lo salutò sbadatamente.
   «Indovina?» disse la ragazza dimenticandosi le formalità. Ciò la mise in imbarazzo, ma Hyungsuk non ci badò.
   «Ancora?» sbuffò il ragazzo.
Jaehwa annuì e si allontanò con passi veloci.
Ogni qual volta che entrava in quella stanza, si sentiva estremamente a disagio. Entrare là dentro significava avere brutte notizie: che cosa aveva in serbo per lui questa volta?

   «Buon pomeriggio signor Kim» salutò elegantemente il dottore con il suo solito accento britannico.
Hyungsuk ricambio l’inchino e, al gesto del medico, si accomodò sulla sedia di pelle.
   «Oggi ho brutte notizie da darle…»
   “Perché le altre non lo erano?” pensò Hyungsuk.
   «Come ben sa, oggi è il terzo giorno dall’incidente. Quindi...»
   «Hyoyeon non si è ancora svegliata» concluse Hyungsuk per conto del dottore.
   «Esattamente» puntualizzò Kay.
Il discorso stava iniziando a prendere una strana piega.
   «Cosa sta cercano di dirmi?» tagliò corto il ragazzo.
   «Vede, come ho fatto in precedenza, voglio prepararla a tutto. Per il bene di Hyoyeon e per il suo» disse con fare rassicurante.
   «Non mi sta dicendo quello che devo sapere» disse iniziando a preoccuparsi, più di quanto lo era già.
Il dottore sospirò e alla fine decise di rivelare la notizia: «Hyoyeon è in coma.»
Hyungsuk se lo era già immaginato: ormai Hyoyeon dormiva da due giorni, ma sentirselo dire fu molto peggio. Era come rendere definitivamente reale quella situazione.

Hyungsuk abbandonò l’ufficio, si diresse verso la stanza 108 a salutare la sua dolce addormentata per poi tornare a casa.
 
Giorno 4

Era notte e, come al solito in quei giorni, nevicava. Hyungsuk guidava la sua auto nuova fiammante: si dirigeva a tutta velocità verso la clinica in cui Hyoyeon era ricoverata. Un ronzio proveniva dal vivavoce ma lui non ascoltava.
Dalla distanza si scorgeva una zona piuttosto illuminata: “non c’è mai stata così tanta luce in questa zona” pensò Hyungsuk. Man mano che si avvicinava le luci iniziarono a prendere forma e, con loro, anche altre figure. Il ragazzo cercò di evitare di guardare la scena poiché sembrava di riviverla personalmente: una macchina capovolta completamente distrutta, una donna veniva caricata su una barella. Sangue, tanto sangue. Nonostante la scena raccapricciante lo costringesse a non distogliere lo sguardo, proseguì.
Dopo aver raggiunto la clinica, Hyungsuk andò verso l’ascensore e lo chiamò con il dito. L’ascensore arrivava dal quarto piano: ci avrebbe messo una vita a raggiungere il piano terra. Così, Hyungsuk decise di salire al primo piano utilizzando le scale.
Arrivò di fronte alla stanza 108 ed entrando la ritrovò completamente vuota.
   “Dove sei?” pensò Hyungsuk uscendo dalla camera.
Nel familiare corridoio, silenzioso sino ad oggi, si udivano delle voci. Seguendo il brusio, Hyungsuk si ritrovò di fronte a una porta che non aveva mai visto.
   «Ci sei sempre stata?» sussurrò alla porta senza aspettarsi una risposta.
Hyungsuk aprì la porta e venne stordito da una luce accecante e da grida straziate.
   «Assassino!»
   «L’hai lasciata morire!»
   «Assassino!»
Hyungsuk coprendosi con la mano gli occhi che bruciavano, si rigirò per rientrare dentro l’edificio: al sicuro. Cercò la porta con la mano libera, ma questa non c’era più. C’erano soltanto persone che lo circondavano e che gli gridavano ripetutamente nelle orecchie «assissino!». Conosceva tutte quelle voci.
Quando finalmente la luce calò di intensità, Hyungsuk riuscì ad allontanare le mani dagli occhi iniettati di sangue. Le persone che lo circondavano erano più lontane di quanto pensasse. Le grida si fecero sempre più lontane e piombò il silenzio.
Hyungsuk cadde in ginocchio, invaso da pensieri angoscianti.
Quando tutte le persone attorno a lui furono sparite, ne rimase una sola. Quest’ultima si avvicinò a lui, indossava un camice bianco da paziente ed era a piedi nudi. Hyungsuk osservò i piedini fermi davanti a lui: appartenevano a una ragazza. Questa gli appoggiò alcune dita sul mento per invitarlo a rialzare la testa. Hyungsuk rimase incantato da tanta bellezza. Sembrava che il ricovero non l’avesse neanche sfiorata. I suoi capelli biondi brillavano nell’oscurità. Gli occhi color nocciola guardavano dritto nei suoi. Hyoyeon avvicinò il suo viso a quello del ragazzo. Le labbra carnose di lei sfioravano quelle sottili di lui.
   «L’hai uccisa.»

Hyungsuk si agitò nella poltroncina della stanza 108, rovesciando il caffè poggiato nel tavolino.
   «Scusa» disse Tiffany entrando nella camera.
   «Tutto bene?» chiese invece Taeyeon al ragazzo piuttosto pallido.
   «Si…» rispose Hyungsuk guardando verso il letto. Hyoyeon era sempre lì, sembrava sorridesse.
   «Incubi.»
Sunny appoggiò un altro caffè sul comodino e sorrise al ragazzo. Hyungsuk la ringraziò. Ormai le ragazze gli portavano almeno un caffè quando venivano a trovare la sua amica. L’ultima ad entrare fu Sooyoung e così il quartetto era al completo.
Hyungsuk guardava il caffè gocciolare sul pavimento che pian piano creava un piccolo laghetto marrone sul pavimento bianco. Hyungsuk si alzò dalla poltroncina per avvisare l’infermiera Jaehwa che avrebbe sicuramente chiamato qualcuno per pulire. Quando uscì dalla stanza per poco non si scontrò proprio con l’infermiera. Jaehwa fu sorpresa dalla vicinanza con il ragazzo. Era palesemente imbarazzata: la grossa differenza d’altezza la faceva sembrare piccolissima.
   «I-il d-dottor M-M-Mopp…» balbettò la ragazza.
   «Vado» l’anticipò Hyungsuk spostandosi di lato. «Emh… Ho rovesciato il caffè» aggiunse poi.
Jaehwa sorrise come se le fosse stato fatto il complimento più bello del mondo.
Hyungsuk l’abbandonò nel suo brodo di giuggiole e Sooyoung, che aveva assistito all’intera scena, disse con fare ammicante: «non è che le piace il signor Kim?»
   «V-vado a chiamare la polizia» disse Jaehwa rossa in viso.
   «La polizia?» ripeté Tiffany ridendo all’errore della ragazza.
Sooyoung, Taeyeon e Sunny si guardarono tra loro senza dire nulla.
   «Chi deve chiamare la polizia?» interloquì una voce piuttosto stanca e allarmata.
Le quattro ragazze si riscossero e la felicità invase la stanza.
   «Ti sei svegliata!» gridarono all’unisono.
   «Dove siamo?» chiese Hyoyeon toccandosi la cicatrice sulla testa.
   «In ospedale, hai dormito per tre giorni!» rispose Taeyeon.
   «Dev’essere stata una festa incredibile…» scherzò Hyoyeon.
   «Più o meno» le rispose Sunny con gli occhi lucidi mentre abbracciava una Tiffany piangente di gioia.
   «Vedrai come sarà contento Hyungsuk!» disse Sooyoung.
Hyoyeon, confusa, guardò l’amica e le chiese: «chi?»
  
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