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Autore: Clytie    16/10/2015    5 recensioni
[The Infernal Devices]
I piedi scalzi sono solleticati da innumerevoli petali rosa, che invadono gran parte del suolo circostante. Altrettanti continuano a staccarsi dai rami, turbinano in aria sospinti dal vento e finiscono coll’adagiarsi a terra, lievi come piume d’uccello.
Non l’ha mai visto prima, quel posto, ma sembra quasi avere un sapore familiare. Non sa come ci è arrivato, in quel posto, ricorda a malapena di aver chiuso gli occhi qualche istante prima.
L’orizzonte è indistinto, tutto è avvolto da una nebbia irreale e sonnacchiosa. Non percepisce né caldo né freddo, come se fosse stato catapultato di punto in bianco in una realtà fittizia.
“Ti stavo aspettando.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A tutti quelli che hanno avuto
la fortuna di vivere un’amicizia
come quella di Will e Jem,
e a quelli che, dopotutto, ancora
non hanno perso la speranza.




All’ombra dei ciliegi in fiore



Dove andrai tu andrò anch’io;
dove morirai tu morirò anch’io, e vi sarò sepolto;
l’Angelo faccia di me questo e anche di peggio
se altra cosa che la morte mi separerà da te.

(Giuramento parabatai)












Jem cammina con passo inverosimilmente leggero su un suolo sconosciuto. Ha indosso una camicia bianca e lineare e un paio di comodi pantaloni neri; i piedi scalzi sono solleticati da innumerevoli petali rosa, che invadono gran parte del suolo circostante. Altrettanti continuano a staccarsi dai rami, turbinano in aria sospinti dal vento e finiscono coll’adagiarsi a terra, lievi come piume d’uccello.

Non l’ha mai visto prima, quel posto, ma sembra quasi avere un sapore familiare. Non sa come ci è arrivato, in quel posto, ricorda a malapena di aver chiuso gli occhi qualche istante prima.
L’orizzonte è indistinto, tutto è avvolto da una nebbia irreale e sonnacchiosa. Non percepisce né caldo né freddo, come se fosse stato catapultato di punto in bianco in una realtà fittizia.

“Ti stavo aspettando.”

È una voce conosciuta, quella che giunge all’orecchie di Jem. Ma non può essere reale, deve trattarsi di un sogno.
Jem stringe gli occhi; all’orizzonte si staglia la sagoma di un uomo, dai contorni labili ed indefiniti e procede a passi cadenzati e sicuri verso di lui. È ancora convinto che sia un’illusione della sua mente, quando quella parla nuovamente.

“Ce ne hai messo di tempo però! Ho quasi creduto non arrivassi più.” dice Will e sorride – è il sorriso più bello e luminoso che abbia mai avuto modo di contemplare in vita sua.

“William.” mormora Jem ed è una parola che racchiude così tanto significato, che non è necessario aggiungere altro.

Quello ride e poi lo fissa, inclinando lievemente il capo di lato. “Non mi chiami spesso così, James.”

Jem gli tende la mano e poi, sporgendosi verso di lui, lo circonda con le braccia. “È bello rivederti, amico.”

“Anche per me, fratello.” risponde Will, da sopra la spalla dell’amico “Vieni, cammina con me.”

Si incamminano lungo un sentiero pianeggiante, che sembra sfociare in nessun luogo. La strada è costeggiata da enormi ciliegi in fiore, che emanano il profumo dolce della primavera eterna e scrollano a terra il peso dei propri petali. Jem non saprebbe dire se ci sia o meno il sole, vede nient’altro che una luce bianca e rarefatta proveniente da dietro i maestosi alberi, ma non ne percepisce il calore o l’intensità.

“Ti sei preso cura di Tessa?” domanda Will e i suoi occhi scintillano nel pronunciarne il nome.

Jem accenna un sorriso a fior di labbra. “Sai bene che lei non ne ha mai avuto bisogno.”

L’altro scuote la chioma corvina e sorride sghembo, scoprendo parte della dentatura bianchissima. “Lo so. E so anche tu l’hai amata e sei stato al suo fianco fino alla fine.”

Improvvisamente, nella mente di Jem, tutto acquista un senso, come se ogni piccolo pezzo di un puzzle si sia perfettamente incastrato. Non è un sogno, né tanto meno un’allucinazione; è morto e si è finalmente ricongiunto al suo parabatai, lasciando però la donna che ama a compiangere il suo corpo esanime.
Si ferma di colpo, sgrana gli occhi scuri e Will, per il quale lui è sempre stato un libro aperto, capisce.

Gli afferra le spalle con entrambe le mani e il suo sguardo intenso gli penetra l’anima. “Sta bene. È stata dura per lei, ma ce la farà.”

Jem annuisce appena.
“È sempre stata una donna forte.”

“Per questo l’amiamo entrambi.” replica Will.

Nella loro visuale si fanno spazio i contorni di un fiume, le cui acque scintillano del riflesso di una luce eterea. L’acqua limpida rimanda a Jem il riflesso di un uomo giovane, nel pieno delle proprie forze, i lineamenti ancora morbidi, i capelli scuri e gli occhi neri che hanno la forma dolce di una mandorla.

“Ti immaginavo più decrepito in effetti.” scherza Will, insinuandosi nella sua visuale.

Jem lo guarda di sottecchi e un angolo della bocca s’inarca spontaneamente. Non è cambiato di una virgola, William Herondale.
A Jem pare di vedere ancora quel ragazzino di dodici anni, che celava dietro una lingua tagliente e i lineamenti duri un cuore fragile e tormentato. A quel bambino aveva scelto di donare il proprio cuore, sino a divenire con lui una cosa sola, una sola anima immortale condivisa da due involucri mortali.
Jem ricorda il giorno in cui promise a Will che, prima o poi, si sarebbero rincontrati, perché ci sarebbero state altre vite oltre la morte, e lui, che non aveva mai creduto a tutte quelle dicerie, per la prima volta gli assicurò che avrebbe aspettato la loro finale riunione.

“Avevo ragione.” dice Jem, sedendosi a terra, in riva al fiume.

“A pensare che sarei stato bellissimo anche a distanza di decenni? Ci avrei scommes−”

“A credere in un’altra vita dopo la morte.” lo interrompe Jem.

Gli occhi di quel blu di singolare bellezza, quasi pervinca, lampeggiano e si posano sull’ovale del viso dell’amico. “Sei sempre stato un uomo saggio, James Carstairs.”

Jem abbassa lo sguardo e le sue gote acquistano una sfumatura rosa. Il fiume, intanto, scorre lento, trasportando sulla sua superficie migliaia di petali di ciliegio, mentre di nuovi ne nascono sugli alberi. Quando solleva gli occhi su Will, i suoi sono ancora rivolti a lui. Poi si alza in piedi ed inizia a sbottonare la camicia, esponendo il petto nudo e coperto di rune e cicatrici. Jem lo sta a guardare accigliato, ma poi Will si porta una mano proprio sopra al cuore e Jem comprende.

“È sbiadita, ma ancora si vede e la sento pulsare, viva più che mai.” dice Will. Sotto le sue dita s’intravede la runa parabatai, sigillo della loro unione, dai contorni definiti, anche se ormai scolorita. Improvvisamente si rende conto di quanto anche la sua palpiti sotto il tessuto della camicia.

“Si è affievolita, ma mai spenta, nemmeno quando ero un Fratello Silente, Will.”

Jem allunga i piedi nell’acqua fresca del fiume e il terriccio s’insinua tra le dita, scivolando via ad ogni movimento.
“Tessa sarebbe felice di vederci qui assieme.” dice senza pensarci.

“Ne è felice; l’ha sempre saputo.” mormora gentile Will.

Si leva in piedi anche Jem ed insieme riprendono il sentiero che porta chissà dove, ma non ha più alcuna importanza, a patto che siano l’uno al fianco dell’altro. Nemmeno la morte ha più il potere di separarli ora.

“Visto che ora abbiamo l’eternità di fronte, è il caso che ti insegni come avere un buon lancio.” suggerisce, dopo poco, James con nonchalance.

Will dapprima si finge ferito nell’orgoglio e gli lancia un’occhiata truce, ma poi finisce coll’abbandonarsi ad una risatina melodiosa.
“Vorrà dire che mi allenerò di nuovo con te, Jem.”











Nota dell'autrice:


Dopo lungo peregrinare, sono ritornata a scrivere in questo fandom, che adoro, ma nel quale ho scritto e pubblicato troppo poco.
Premettendo che avrei voluto rendere maggior giustizia alla bellezza di questi due personaggi, ho deciso comunque di azzardare una pubblicazione, per non lasciare ammuffire il file ulteriormente nel computer. Mi direte voi che ne pensate ─ sentitevi liberi di lasciare anche qualche consiglio, qualora ne abbiate!
Preciso solo che la shot è ambientata dopo la morte di Jem, nel momento in cui lui e Will si ricongiungono. Ho scelto questa particolare ambientazione, innanzitutto perché è nata proprio in questo modo e poi perché simbolicamente ai fiori di ciliegio, soprattutto nella cultura giapponese, è associata l'idea di rinascita e di buon auspicio. Esso (Sakura nella lingua giapponese) richiama nella sua simbologia l'intera filosofia giapponese legata alla cultura della pazienza, del rispetto della natura e della pace interiore. Se vi interessa l’argomento, vi lascio il link: Hanami.
(Peccato che Jem sia cinese e non giapponese, altrimenti la simbologia sarebbe stata più azzeccata.)
Le battute finali sono un riferimento al primo incontro tra Will e Jem bambini, in cui quest’ultimo fa notare a Will la sua scarsa abilità nel tiro di precisione e si offre di aiutarlo, allenandosi con lui.

Mi sono dilungata fin troppo nelle note, per cui passo e chiudo e aspetto un vostro sincero parere.

Baci.

   
 
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