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Autore: Jordan Hemingway    16/10/2015    1 recensioni
Giusto una raccolta sulla coppia Doctor/Master e Missy/Twelve (perché non sono mai abbastanza), principalmente scritta sui prompt degli eventi del gruppo We are our for prompt.
***
“Potrei ancora riportarti in quel buco nero.” Minaccia Twelve, la fronte aggrottata e le mani salde sulle leve del Tardis.
“Non lo faresti mai.” Missy si aggiusta il rossetto utilizzando uno degli schermi come specchio. Manda un bacio alla propria immagine riflessa e rialza gli occhi. “Dottore.”
Genere: Angst, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Doctor - 12, Doctor - Altro, Master - Altro, Master - Simm, Missy
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per l'event del gruppo FB We are out for prompts, su prompts di Macy: (#DW, Doctor/Master, Qualcosa ispirato a "Understanding" degli Evanescence-le parti in corsivo appartengono alle lyrics della suddetta canzone)
 
We’re supposed to try and be real.
And I feel alone, and we’re not together.
And that is real.

 
Quante vite sono trascorse da quando hanno entrambi lasciato l’Accademia?
Il Dottore a volte se lo domanda, nel silenzio del Tardis, quando anche l’ultimo dei suoi compagni è tornato alla vita da cui lo ha tolto.
*
“Un giorno ruberò un Tardis.” Theta Sigma sorride di fronte allo scetticismo del suo migliore amico. “Ruberò un Tardis e allora potrò vedere tutto l’universo.” Dichiara convinto, lasciandosi cadere nell’erba rossa accanto a lui. Sopra di loro, i soli splendono su Gallifrey, come sempre.
Koschei sbuffa. “Tu non sei in grado nemmeno di rubare un dolce dalle cucine, figuriamoci un Tardis.”
“Vuol dire che mi aiuterai.” Theta si puntella sui gomiti per girarsi verso l’altro. “E allora potrai venire con me.”
“Grazie tante.” Commenta ironico Koschei, ma Theta nota che la piccola increspatura sulla sua fronte si è rilassata.
“Che cosa credevi, che ti avrei lasciato indietro?”
*
Era stata una menzogna, dopotutto.
Il Maestro si chiede se il Dottore già sapesse che non avrebbe potuto mantenere la sua promessa.
Forse sì, sussurrano i tamburi nella sua testa. Forse ti ha mentito fin da allora.
*
“I tamburi.” Koschei emette un unico, debole lamento. “La mia testa sta per spaccarsi.”
E’ notte, e solo loro due sono svegli nel dormitorio.
Silenziosamente Theta scivola nel letto di Koschei e lo scuote. “Sono qui. Non ascoltare i tamburi, ascolta me.” E inizia a sussurrare all’orecchio dell’altro, stringendolo forte per calmarne il tremito.
“Non sei solo, Kosch.” Ripete, quella notte e tante altre notti.
Senza di lui, Koschei non avrebbe mai potuto farcela.
*
Lo ha abbandonato, questo è il pensiero che tormenta il Dottore nelle lunghe notti solitarie del Tardis.
E non si è voltato indietro nemmeno una volta.
E’ passato troppo tempo da quando entrambi non erano che Theta e Kosch, troppe vite si sono spente nella guerra che si sono dichiarati tanto tempo prima.
Il Dottore ricaccia indietro i ricordi che ha imparato a temere: è un’altra forma di autodifesa, l’oblio.
 
But the imprint is always there. Nothing is ever really forgotten.
  
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